Giulia @Giuliacalvani_ 11.12 — 3 gennaio 2023::: Liberate quest’uomo #FreeAssange – THE NATION –grazie a Giulia ! — link e qualcosa tradotto da Google e sull’autore

 

 

A fine febbraio, le autorità inglesi decideranno sul destino di Assange. Questo articolo è probabilmente una delle ultime testimonianze che avremo. Ed è un messaggio per tutti i giornalisti: WikiLeaks ha mostrato il pericolo del vuoto, riempirlo è il dovere del giornalismo

Giulia   @Giuliacalvani_

«”Sei pallido”. Attraverso un sorriso malizioso scherza: “La chiamano prigione pallida”. […] Si rammarica che WikiLeaks non sia più in grado di esporre. Teme che altri media non stiano riempiendo il vuoto»

Liberate quest’uomo #FreeAssange

thenation.com/article/activi

 

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COMMENTO :

 

Parzival Metropolitano  @AlexanderLandSp

Se chi parla viene perseguitato in questo modo, chi mai oserebbe? Inoltre penso che gli USA abbiano imparato la lezione, ed oggi siano più attenti e accorti sulle informazioni “riservate”. Immaginò protocolli di sicurezza molto più elevati e false traccie per smascherare “spie”.

 

È la prima volta che lo vedo in sei anni. Sbotto: “Sei pallido”. Attraverso un sorriso malizioso che ricordo dagli incontri passati, scherza: “Lo chiamano pallore da prigione”.

Con le invasioni dell’Ucraina e di Gaza, dico, ora è un momento importante per gli informatori di inviare documenti a WikiLeaks. Si rammarica che WikiLeaks non sia più in grado di denunciare i crimini di guerra e la corruzione come in passato. La sua detenzione, la sorveglianza e le restrizioni del governo statunitense sui finanziamenti di WikiLeaks tengono lontani potenziali informatori. Teme che altri media non stiano colmando il vuoto.

Mentre varco le porte automatiche che conducono al mondo esterno, mi vengono in mente le ultime parole di Un giorno nella vita di Ivan Denisovich di Aleksandr Solzhenitsyn , nella traduzione del mio defunto amico e agente letterario Gillon Aitken: “C’erano tremilasei centocinquantatre giorni di condanna, dalla sveglia allo spegnimento delle luci. I tre giorni in più erano dovuti agli anni bisestili”

Charles Glass è uno scrittore, giornalista, conduttore televisivo ed editore, che ha scritto sui conflitti in Medio Oriente, Africa ed Europa negli ultimi quarantacinque anni. Il suo ultimo libro è I soldati non impazziscono: una storia di fratellanza, poesia e malattia mentale durante la prima guerra mondiale.

 

 

Charles Glass

Charles Glass

CHARLES GLASS è scrittore, giornalista e commentatore televisivo, specialista in Medio Oriente. E’ stato al centro dell’attenzione dei media quando fu tenuto in ostaggio per 62 giorni da un gruppo di militanti sciiti nel 1987, mentre scriveva un libro come corrispondente per il Medio oriente di ABC News. Collabora regolarmente con New York Review of Books, Harper’s, London Review of Books e The Spectator.

 

La Siria Brucia - L'ISIS e la Morte della Primavera Araba — Libro

stampa alternativa 2016

 

I soldati non impazziscono di Charles Glass

traduzione Google

I soldati non impazziscono

 

 

 

 

 

https://www.penguinrandomhouse.com/books/606830/soldiers-dont-go-mad-by-charles-glass/#

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