BENEDETTA BIANCO– ANSA.IT /  Biotech — 9 + 11 GENNAIO 2024 :: 2 ARTICOLI SULL’ ALZHEIMER – 1°. L’Alzheimer non è una singola malattia, scoperte 5 forme diverse. Ognuna potrebbe richiedere trattamenti differenti– + 2°-Nel Dna antico le radici di Alzheimer e sclerosi multipla. Lo indicano i geni degli Europei di 5mila anni fa + CONFERENZA STAMPA DA COPENHAGEN ( video, 1h 24 min. )

 

 

ANSA.IT / 

— 9 GENNAIO 2024
https://www.ansa.it/canale_scienza/notizie/biotech/2024/01/09/lalzheimer-non-e-una-singola-malattia-scoperte-5-forme-diverse_edb2b422-52d5-4d2e-b528-d07ef94642f2.html

 

L’Alzheimer non è una singola malattia, scoperte 5 forme diverse.

Ognuna potrebbe richiedere trattamenti differenti

 

Esistono almeno cinque forme diverse di Alzheimer (fonte: Freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Esistono almeno cinque forme diverse di Alzheimer (fonte: Freepik)

L’Alzheimer non è una singola malattia: ne esistono almeno cinque forme diverse, che presentano ognuna le proprie particolarità e che potrebbero quindi richiedere trattamenti diversi e specifici.

Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori guidato dalla Libera Università di Amsterdam, che ha pubblicato i risultati ottenuti sulla rivista Nature Aging. La scoperta è di grande importanza per la ricerca sui farmaci, perché significa che la scarsa efficacia di alcuni di quelli già sperimentati potrebbe essere dovuta al fatto che sono stati testati su persone affette dalla variante sbagliata.

I ricercatori guidati da Betty Tijms hanno esaminato 1.058 proteine presenti nel liquido cerebrospinale di 419 persone affette dalla malattia di Alzheimer.

Il liquido cerebrospinale è un fluido corporeo trasparente e incolore che si trova nel sistema nervoso centrale e che è prodotto da cellule specializzate. Hanno così scoperto che il gruppo esaminato poteva essere suddiviso in cinque varianti:

la prima, ad esempio, è caratterizzata da una maggiore produzione di proteina beta-amiloide, nota per accumularsi nel cervello delle persone affette da Alzheimer, mentre la seconda è caratterizzata da interruzioni nella barriera emato-encefalica, che funziona da filtro tra sangue e cervello, da ridotta crescita delle cellule nervose e da una ridotta produzione anche della proteina beta-amiloide.

 

Nel Dna antico le radici di Alzheimer e sclerosi multipla.

Lo indicano i geni degli Europei di 5mila anni fa

Il cranio dell 'Uomo di Pormose, del Neolitico, è uno dei resti dai quali è stato estratto il Dna antico (fonte: The Danish National Museum) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il cranio dell ‘Uomo di Pormose, del Neolitico, è uno dei resti dai quali è stato estratto il Dna antico (fonte: The Danish National Museum)

 

 

Benedetta Bianco

 

 

 

Le radici di molte malattie neurodegenerative, come sclerosi multipla e Alzheimer, si nascondono in un lontano passato, portate nel Dna degli Europei da antiche popolazioni migrate dall’Asia circa 5.000 anni fa.

Lo indica la ricerca di un grande gruppo internazionale composto da circa 175 ricercatori, fra i quali molti italiani, che negli ultimi cinque anni ha messo a punto la più grande banca genetica umana antica, liberamente accessibile, grazie all’analisi di ossa e denti appartenuti a quasi 5.000 individui.

I risultati sono stati pubblicati in quattro studi sulla rivista Nature, coordinati dall’Università danese di Copenaghen, e ai quali hanno partecipato le Università di Cambridge della California a Berkeley. Agli studi hanno contribuito anche Università Sapienza e Università Tor Vergata di Roma, l’Università di Siena, le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Bari e di Cosenza e la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche.

“Questo lavoro rappresenta il futuro delle ricerche di questo tipo, visti anche gli ingenti investimenti che sono necessari per portarle avanti”, dice all’ANSA Alfredo Coppa, ricercatore e docente della Sapienza di Roma e tra gli autori degli studi coordinati da Eske Willerslev delle Università di Cambridge e Copenaghen, Thomas Werge di quella di Copenaghen e Rasmus Nielsen dell’Università della California. “Ormai si lavora su numeri molto grandi, poiché le nuove tecnologie hanno permesso un grosso abbattimento dei costi – prosegue Coppa – un tempo sarebbe stato impensabile”.

Analizzando i Dna antichi conservati nelle collezioni museali di tutta Europa e dell’Asia occidentale, i ricercatori hanno infatti coperto un periodo che risale indietro nel tempo fino a 34.000 anni fa, per arrivare poi fino al periodo vichingo e al Medioevo.

Questi dati sono stati poi confrontati con il Dna moderno di 400.000 persone che vivono in Gran Bretagna, conservati nella grande banca dati britannica Uk Biobank. “La creazione di una banca genetica degli antichi abitanti dell’Eurasia è stato un progetto colossale”, afferma Willerslev. “Abbiamo dimostrato che la nostra banca genetica funziona come uno strumento di precisione – continua il ricercatore – in grado di fornirci nuove conoscenze sulle malattie umane. Questo è già di per sé sorprendente, e non c’è dubbio che avrà molte implicazioni”.

Gli autori degli studi, infatti, hanno scoperto che i geni che aumentano significativamente il rischio di sviluppare la sclerosi multipla furono introdotti nell’Europa Nord-occidentale circa 5.000 anni fa, da allevatori che migravano da Est: il Dna antico ha permesso di risalire con precisione ad una regione che oggi si estende tra Ucraina, Russia Sud-occidentale e Kazakistan occidentale.

Queste varianti genetiche, pur aumentando il rischio di sclerosi multipla, hanno fornito un vantaggio di sopravvivenza a quei popoli di allevatori, poiché molto probabilmente li proteggevano dalle infezioni trasmesse dal bestiame. “Questi risultati cambiano la nostra visione delle cause della sclerosi multipla – aggiunge Willerslev – e hanno implicazioni sul modo in cui viene trattata”.

Inoltre, geni noti per aumentare il rischio di malattie come l’Alzheimer e il diabete di tipo 2 sono stati fatti risalire ad antiche popolazioni di cacciatori-raccoglitori e analisi future potranno rivelare nuove informazioni anche su disturbi psichiatrici come il disturbo da deficit di attenzione e la schizofrenia.

“Il grande interesse legato a questi studi riguarda principalmente gli aspetti medici: capire il meccanismo genetico alla base delle patologie – spiega Coppa – permetterà poi di intervenire in maniera più efficace, quindi i risultati ottenuti dovranno essere sfruttati al meglio”.

 

VIDEO, 1 h 24 minuti —

CONFERENZA STAMPA REGISTRATA ALL’UNIVERSITA’ DI COPENHAGEN

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a BENEDETTA BIANCO– ANSA.IT /  Biotech — 9 + 11 GENNAIO 2024 :: 2 ARTICOLI SULL’ ALZHEIMER – 1°. L’Alzheimer non è una singola malattia, scoperte 5 forme diverse. Ognuna potrebbe richiedere trattamenti differenti– + 2°-Nel Dna antico le radici di Alzheimer e sclerosi multipla. Lo indicano i geni degli Europei di 5mila anni fa + CONFERENZA STAMPA DA COPENHAGEN ( video, 1h 24 min. )

  1. DONATELLA scrive:

    Gli Europei di 5000 anni fa potevano lasciarci in eredità qualcosa di meglio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *