ANSA.IT / NEW YORK — 23 GENNAIO 2024 – 21.24 :: Guterres: nuovo appello per un cessate il fuoco umanitario; ANSA.IT/ TEL AVIV — 23 GENNAIO 2024 -20.46: Hamas respinge la proposta di Israele per una tregua di due mesi. L’esercito israeliano annuncia l’accerchiamento totale di Khan Yunis. 21 soldati israeliani morti

 

 

ANSA.IT / NEW YORK — 23 GENNAIO 2024 – 21.24
https://www.ansa.it/sito/notizie/flash/2024/01/23/-guterres-nuovo-appello-per-un-cessate-il-fuoco-umanitario-_53522f38-d421-4d7f-ae7e-4b7bf0e8c94f.html

 

Guterres: nuovo appello per un cessate il fuoco umanitario

‘Inaccettabile il rifiuto della soluzione dei 2 Stati da parte del governo israeliano. A Gaza distruzione senza eguali nella storia recente’

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Guterres © ANSA/EPA

Guterres © ANSA/EPA

 

 

“Rinnovo il mio appello per un cessate il fuoco umanitario immediato.
Ciò garantirà che aiuti sufficienti arrivino dove sono necessari, faciliterà il rilascio degli ostaggi e aiuterà a ridurre le tensioni in Medio Oriente”.  Lo ha detto il segretario generale Onu Antonio Guterres al Consiglio di Sicurezza.

“Una fine duratura al conflitto israelo-palestinese può avvenire solo attraverso una soluzione a due Stati – ha aggiunto – Il rifiuto ai massimi livelli del governo israeliano è inaccettabile e prolungherebbe indefinitamente un conflitto diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globali”.

“L’intera popolazione di Gaza sta subendo una distruzione ad una scala e ad una velocità senza eguali nella storia recente”, ha detto ancora Guterres sottolineando che “niente può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese”, così come “l’uccisione deliberata, il ferimento, il rapimento di civili, l’uso della violenza sessuale contro di loro” da parte di Hamas in Israele. Inoltre si è detto “profondamente turbato dalle notizie sul trattamento disumano da parte di Israele dei palestinesi detenuti durante le operazioni militari”.

 

Riguardo agli aiuti, Guterres ha affermato che nonostante tutti gli sforzi, “nessuna operazione di aiuto umanitario può funzionare nelle condizioni imposte ai palestinesi di Gaza e a coloro che fanno tutto il possibile per aiutarli”. Quindi ha chiesto “un accesso umanitario rapido, sicuro, senza ostacoli, più ampio in tutta la Striscia”.

“Per poter svolgere il nostro lavoro è necessario soddisfare una serie di requisiti operativi – ha continuato il segretario generale Onu – Abbiamo bisogno di sicurezza, dobbiamo essere attrezzati per svolgere il nostro lavoro e ciò include apparecchiature di telecomunicazione, veicoli blindati e dispositivi di protezione, una capacità logistica molto maggiore. Abbiamo bisogno di più punti di passaggio verso Gaza per ridurre la congestione ed evitarla strozzature”. E infine “abbiamo bisogno dei visti: decine di operatori umanitari aspettano da mesi di ricevere un visto dal governo israeliano“.

Palestina: ‘Netanyahu vuole impedire pace e sicurezza’

 

“C’è una linea che divide chi vuole la pace e chi vuole prevenire la pace. Ci sono solo due strade: una che inizia con la libertà palestinese e porta pace e sicurezza nella nostra regione e una che nega la libertà palestinese e porta conflitto e violenza. Il mondo arabo ha scelto la prima strada, ma Netanyahu vuole prevenire la pace e sicurezza nella nostra regione”. Lo ha detto il ministro degli Esteri palestinese Ryad al-Maliki durante la riunione del Consiglio di Sicurezza.

Israele: ‘L’attacco del 7 ottobre 20 volte maggiore dell’11 settembre’

 

“L’attacco di Hamas del 7 ottobre proporzionalmente è stato 20 volte maggiore dell’11 settembre”. Lo ha detto l’ambasciatore israeliano all’Onu Gilad Erdan al Consiglio di Sicurezza, tornando ad attaccare la richiesta di un cessate il fuoco. “Ecco cosa succederebbe, Hamas rimarrebbe al potere e Israele dovrebbe affrontare un altro Olocausto – ha aggiunto – finché Hamas rimane al potere un futuro buio è davanti a noi”. Poi ha attaccato l’Iran che fornisce le armi e la minaccia “del terrorismo iraniano che riguarda tutti noi”. Il fatto che il ministro degli Esteri di Teheran sia presente al Cds, ha aggiunto, vuol dire che il mondo è “sottosopra”.

 

 

 

ANSA.IT/ TEL AVIV — 23 GENNAIO 2024 -20.46
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Hamas respinge la proposta di Israele per una tregua di due mesi.

 

L’esercito israeliano annuncia l’accerchiamento totale di Khan Yunis. 21 soldati israeliani morti nell’esplosione di due edifici. Il racconto alla Knesset degli ex ostaggi: ‘Donne e uomini violentati nei tunnel sotto Gaza’

 

di Massimo Lomonaco

 

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Mezzi corazzati israeliani non lontani da Khan Yunis © ANSA/EPA

Mezzi corazzati israeliani non lontani da Khan Yunis © ANSA/EPA

Israele ha vissuto il giorno più tragico della guerra dopo il 7 ottobre: la strage di 21 dei suoi soldati che ha fatto piombare il Paese in un cupo sconforto.

I militari, tutti riservisti, sono stati uccisi nell’area di Almaazi, nel centro di Gaza, da una squadra delle Brigate Al Qassam – l’ala militare di Hamas – nell’esplosione di due palazzine attivata, a quanto pare, dal lancio di un razzo anti tank.

I soldati – attorno alle 16 di lunedì, ma la notizia si è appresa solo oggi – stavano minando i due edifici nell’ambito della creazione di una zona cuscinetto a ridosso del confine con Gaza in modo da consentire agli abitanti di tornare in sicurezza nei kibbutz ora fatti sfollare. Il razzo – il cui lancio è stato rivendicato da Hamas – ha preso di mira un carro armato israeliano che era a protezione dei soldati. In contemporanea, secondo la ricostruzione del portavoce dell’esercito Daniel Hagari, che ha annunciato l’apertura di un’inchiesta, sono deflagrate le cariche esplosive dentro le due palazzine uccidendo i militari: l’ipotesi più verosimile è che la detonazione delle mine sia stata in qualche modo attivata dal primo razzo anticarro lanciato, o da un secondo.

“Questa – ha commentato il ministro della Difesa Yoav Gallant – è una guerra che stabilirà il futuro di Israele nei decenni a venire. La morte di quei combattenti deve spronarci a raggiungerne gli obiettivi”. Il bilancio complessivo delle vittime militari è salito poi a 24, con altri tre soldati uccisi nella Striscia in altri contesti.

 

Hamas intanto avrebbe respinto la proposta israeliana di un cessate il fuoco di due mesi in cambio del rilascio degli ostaggi. Secondo una fonte egiziana citata dai media internazionali, la fazione palestinese ha insistito sul fatto che non saranno liberati altri rapiti finché Israele non cesserà la sua offensiva e si ritirerà completamente da Gaza.La proposta svelata lunedì dal sito americano Axios prevedeva inoltre la liberazione di detenuti palestinesi dalle carceri di Israele e l’autorizzazione per i leader di Hamas nella Striscia di trasferirsi in altri Paesi.

Ma il Qatar non dispera del tutto di aprire nuovi negoziati e gli Usa hanno fatto sapere di essere pronti a sostenere lunghe pause umanitarie (dai 60 ai 90 giorni) per il rilascio degli ostaggi, anche se nel futuro di Gaza “non ci può essere Hamas” ma neppure “una riduzione del territorio” della Striscia.La Casa Bianca ha confermato che l’inviato americano per il Medio Oriente Brett McGurk è in visita nella regione per parlare proprio di questo.

 

Nel 109esimo di guerra, l’Idf ha accerchiato del tutto Khan Yunis, la roccaforte di Hamas nel sud dell’enclave palestinese. All’operazione – che ha visto, secondo l’esercito decine di “terroristi uccisi” e la distruzione di un tunnel lungo un chilometro in un quartiere residenziale – hanno preso parte unità di paracadutisti, della brigata Givati e mezzi blindati, assistiti da unità di commando. Il portavoce militare in arabo Avichai Adraee ha detto che l’esercito ha invitato per motivi di “sicurezza” gli abitanti di 6 rioni della città ad evacuare, attraverso Al-Bahar Street, verso la non molto distante “zona umanitaria” di Moassi sul mare.

 

La Mezzaluna Rossa palestinese ha accusato invece l’Idf di aver aperto il fuoco contro sue ambulanze che a Kahn Yunis trasportavano feriti, mentre resta circondato per il secondo giorno l’Ospedale Nasser da cui l’esercito ha riferito che nei giorni scorsi si è sparato contro i soldati. Secondo analisti militari, il prossimo passo dell’Idf sarà verso Rafah, che è a ridosso dell’Egitto. Mentre gli uccisi a Gaza – secondo il ministero della Sanità di Hamas, che non distingue tra morti civili e miliziani – sono arrivati a 25.490, l’Unicef Palestina ha affermato che nella Striscia “più di 1.000 bambini” sono stati mutilati a causa dei bombardamenti.

 

Il racconto alla Knesset degli ex ostaggi: ‘Donne e uomini violentati nei tunnel sotto Gaza’

Una donna ex ostaggio a Gaza, poi rilasciata, e sua figlia hanno raccontato davanti ad una Commissione della Knesset che “donne e uomini sono violentati dai terroristi nei tunnel sotto la Striscia”. “I terroristi – ha detto la donna, citata dai media – portano vestiti da bambole per le ragazze. Hanno trasformato le ragazze nelle loro bambole, con cui possono fare quello che vogliono”. Anche un’altra donna ex ostaggio ha riferito che “ci sono ragazze lì senza mestruazioni da molto tempo e forse è per questo che dovremmo pregare, che sia il corpo a proteggerle in modo che, Dio non voglia, non rimangano incinte”.

 

 

La Casa Bianca: ‘Aperti a pause umanitarie lunghe a Gaza’

Gli Stati Uniti sono aperti a sostenere lunghe pause umanitarie per il rilascio degli ostaggi e per la consegna di ulteriori aiuti a Gaza. Lo afferma il portavoce del consiglio alla sicurezza nazionale John Kirby, rispondendo a chi gli chiedeva se gli Usa appoggerebbero pause di 30 o 60 o 90 giorni. Kirby ha inoltre osservato come ieri sia stato “un giorno terribile per l’Idf (l’esercito israeliano, ndr) in termini di perdite”. Kirby ha comunque chiarito che qualsiasi sarà il futuro di Gaza, non potrà includere i leader di Hamas.

 

La Mezzaluna rossa accusa l’esercito: ‘A Khan Yunis spara sui nostri veicoli’

Un portavoce della Mezzaluna Rossa palestinese ha accusato oggi l’esercito israeliano di aver aperto il fuoco contro suoi veicoli di soccorso che a Khan Yunis (a sud di Gaza) cercavano di prestare soccorso a feriti. Lo riferisce Haaretz, aggiungendo che anche oggi il locale ospedale Nasser resta circondato dall’esercito, per il secondo giorno consecutivo. La settimana scorsa l’esercito ha riferito che da quell’ospedale è stato aperto il fuoco contro i soldati.

 

Unicef: ‘A Gaza più di 1000 bambini mutilati’

“A Gaza, secondo le notizie che ci arrivano, più di 1.000 bambini hanno subito la perdita di un arto a causa dei bombardamenti, cambiando profondamente la loro vita”. Lo scrive Unicef Palestina su X.

 

Borrell, ‘Israele non ha diritto di veto sui due Stati’

“Noi dobbiamo a cominciare a parlare in maniera automatica dell’applicazione dei due Stati. E una cosa deve essere chiara: Israele non ha alcun diritto di veto all’autodeterminazione del popolo palestinese, riconosciuta dalle Nazioni Unite”. Lo ha detto l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell nella conferenza stampa al termine del Consiglio di Associazione Ue-Egitto.

 

Nuovi raid Usa-Gb nello Yemen. Gli Houthi: ‘Risponderemo’

Americani e britannici sono tornati a colpire gli Houthi in Yemen. Raid congiunti, per la seconda volta in poco più di dieci giorni, che hanno preso di mira diversi obiettivi sul territorio controllato dal movimento sciita. Washington e Londra hanno ribadito di voler prevenire gli attacchi ai mercantili occidentali nel Mar Rosso, senza aprire un nuovo fronte di guerra, ma le milizie filoiraniane hanno immancabilmente promesso che non resteranno a guardare. E Teheran ha avvertito gli Usa: “State commettendo un errore strategico”.

 

Nella notte tra lunedì e martedì la task force Prosperity Guardian è entrata in azione bombardando otto siti degli Houthi che nascondevano “sistemi missilistici e di lancio, sistemi di difesa aerea, radar e strutture di stoccaggio di armi”, ha reso noto un comunicato dell’operazione multinazionale a guida anglo-americana.

Specificando che i raid sono serviti a “indebolire l’arsenale utilizzato per mettere in pericolo il commercio globale e la vita di marinai innocenti”. E’ la seconda azione militare ad ampio raggio dopo quella del 12 gennaio, a cui erano seguiti strike mirati solo degli Usa.

 

L’ultimo blitz in Yemen è stato preceduto da una telefonata tra Joe Biden e Rishi Sunak, in cui i due leader “hanno ribadito il loro impegno per la libertà di navigazione”.

In una fase in cui, secondo le stime di Londra, gli Houthi hanno attaccato 12 cargo negli ultimi dieci giorni, più di 30 da novembre, per rappresaglia contro Israele dopo l’invasione di Gaza. Il capo della diplomazia britannica David Cameron visiterà la regione nei prossimi giorni e lavora con gli Stati Uniti a nuove sanzioni contro gli Houthi.

I padroni de facto dello Yemen hanno reagito ai raid di Usa e Gran Bretagna lanciando un’ennesima sfida: “Non resteranno impuniti”. Mentre il loro principale sponsor, l’Iran, ha sottolineato che gli attacchi degli occidentali sono controproducenti perché “minacciano la sicurezza regionale e causano l’allargamento della guerra a Gaza”.

Al momento dei bombardamenti “le immagini satellitari mostravano 230 navi commerciali e petroliere nel Mar Rosso”, ha affermato il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian.

 

Anche l’Ue, come Usa e Gran Bretagna, è in allarme per le azioni degli Houthi, che hanno provocato una “diminuzione del traffico di container nel Mar Rosso del 22% questo mese”, ha riferito il commissario al Commercio Valdis Dombrovskis. Secondo cui “al momento non ci sono impatti visibili su prezzi energetici, o su prezzi dei beni, ma ci sono già degli effetti sul prezzo dei trasporti”. Per far fronte a questa crisi Bruxelles lavora per rendere operativa quanto prima la missione navale Aspides, dopo il via libera politico all’ultimo Consiglio Esteri.

In questa nuova operazione, che avrà compiti difensivi, Roma è in prima linea. Perché “l’Italia è un Paese esportatore e quindi noi abbiamo il dovere, e lo faremo, di proteggere i mercantili”, ha ribadito il ministro Antonio Tajani. 

 

Sunak: ‘Non esiteremo a rispondere ad altri attacchi Houthi’

Il Regno Unito “non esiterà” a rispondere nuovamente con un’azione militare se continueranno gli attacchi dei ribelli Houthi nel Mar Rosso. Lo ha detto il premier britannico Rishi Sunak riferendo alla Camera dei Comuni dopo i raid congiunti compiuti nella notte dalle forze di Londra e Washington nello Yemen contro le basi degli Houthi.

Nel corso del dibattito ai Comuni, Sunak ha insistito nel negare di volere una escalation militare ma al contempo ha ribadito che gli attacchi degli Houthi devono finire. Secondo il premier Tory la vera escalation è quella condotta dai ribelli che continuano a prendere di mira con missili e droni “le navi da guerra statunitensi e britanniche, e minacciano le basi alleate nella regione”. Il primo ministro ha affermato anche che, secondo una prima valutazione dell’intelligence, gli obiettivi presi di mira sarebbero stati colpiti con efficacia.

Inoltre ha sottolineato che il ministro degli Esteri, David Cameron, sta per partire per un nuovo tour in Medio Oriente, a dimostrazione della volontà britannica di rilanciare anche l’azione diplomatica nella regione, incluso il sostegno a una soluzione del conflitto israelo-palestinese basato sul principio dei due Stati. Da parte dell’opposizione laburista, il leader Keir Starmer ha ribadito, come già fatto in precedenza, il suo sostegno ai raid, limitandosi a chiedere a Downing Street qualche dettaglio in più sulla loro efficacia, sui piani futuri e sul parere legale degli uffici governativi competenti.

 

Netanyahu, Gallant e Gantz nel Nord, dopo attacchi Hezbollah

 

La situazione creatasi nel nord di Israele in seguito ai continui attacchi degli Hezbollah è stata esaminata oggi dal premier Benyamin Netanyahu, dal ministro della difesa Yoav Gallant e dal ministro Benny Gantz in un incontro a Ramat Corazim (a nord del lago di Tiberiade) con i rappresentanti delle località israeliane di frontiera con il Libano.

In quelle ore in Alta Galilea sono risuonate sirene di allarme e la base aerea sul Monte Meron (a nord di Safed) è stata attaccata con razzi degli Hezbollah. ”Noi teniamo gli occhi aperti per quanto avviene nel Nord”, ha detto Gallant. ”Gli Hezbollah continuano con le loro provocazioni. Noi ci teniamo pronti. Non vogliamo una guerra, mi siamo pronti ad affrontare ogni situazione che potrebbe svilupparsi nel Nord”.

Netanyahu ha ribadito che malgrado le pesanti perdite umane di ieri, Israele resta determinato a combattere fino alla vittoria. ”Siamo impegnati nella più giusta delle guerre. Abbiamo anche ottenuto grandi successi, anche oggi, con l’accerchiamento di Khan Yunis”, a sud di Gaza. ”Ma purtroppo abbiamo anche pagato un prezzo molto pesante”.

 

Ex ostaggi, ‘donne e uomini violentati nei tunnel a Gaza’

Aviva Siegel, una donna ex ostaggio a Gaza, poi rilasciata, sua figlia Shir hanno raccontato davanti ad una Commissione della Knesset che “donne e uomini sono violentati dai terroristi nei tunnel sotto la Striscia”. “I terroristi – ha detto, citata dai media – portano vestiti da bambole per le ragazze. Hanno trasformato le ragazze nelle loro bambole, con cui possono fare quello che vogliono”. Anche la ex ostaggio Chen Goldstein Almog ha detto che “ci sono ragazze lì senza mestruazioni da molto tempo e forse è per questo che dovremmo pregare, che sia il corpo a proteggerle in modo che, Dio non voglia, non rimangano incinte”.

 

Razzi Hezbollah contro base Galilea, Iron Dome intercetta 

 

Almeno 12 razzi sono stati sparati dal Libano del sud dagli Hezbollah verso la base dell’aviazione militare sul monte Meron, in Galilea. Lo ha riferito la radio pubblica israeliana Kan secondo cui almeno quattro sono stati intercettati dai sistemi di difesa Iron Dome, mentre altri ancora sono esplosi in aree aperte nelle sue vicinanze. Quello che viene definito ”un attacco molto massiccio” è avvenuto mentre il premier Benyamin Netanyahu si trova nel nord di Israele, in una località imprecisata, dove incontra oggi rappresentanti delle decine di migliaia di abitanti costretti a sfollare dalle proprie abitazioni a ridosso del confine con il Libano a causa dei continui bombardamenti degli Hezbollah.

 

Intenso scambio di fuoco tra Hezbollah e Israele

Un intenso scambio di fuoco si è registrato stamani tra Hezbollah e Israele tra il sud del Libano e l’Alta Galilea. Lo riferiscono media libanesi e mediorientali, secondo cui diversi razzi sono stati sparati dagli Hezbollah contro postazioni militari israeliane. Israele ha bombardato con artiglieria e raid aerei postazioni di Hezbollah nel sud del Libano, nelle località di Aytarun, Blida, Shahin, Marwahin, Ramiye, Tayr Harfa e Mays al Jabal, nel settore occidentale e orientale della Linea Blu.

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  1. DONATELLA scrive:

    Quando ero piccola, nei primi anni del secondo dopoguerra, sentivo mia mamma che cantava una canzone allora in voga, le cui parole dicevano tra l’altro: “Ci sposeremo a Napoli, quando il mondo pace avrà … “. Poverini quei due promessi, ormai quasi centenari, saranno ancora lì ad aspettare…”

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