LO ZAFFERANO DI NAVELLI
La polvere di zafferano si ricava, per essicazione degli stimmi, dal fiore del Crocus sativus; questa pianta è coltivata tradizionalmente sull’altopiano di Navelli in provincia de L’Aquila, (incuneato fra i parchi del Gran Sasso e del Sirente Velino) e nella Valle Subequana, dove ha trovato l’habitat ideale per il clima asciutto e ventoso e i terreni molto permeabili (un’umidità eccessiva farebbe marcire la pianta).
La raccolta è effettuata manualmente nelle prime ore del mattino, quando la corolla è ancora chiusa. I fiori recisi sono raccolti in canestri di vimini e aperti con le unghie uno alla volta, separando gli stimmi dallo stilo che deprezza il prodotto.
Finita la sfioratura si adagiano i pistilli in un setaccio che si appende sulla cenere calda del camino. La tostatura deve essere lentissima ed uniforme. Lo zafferano è poi commercializzato in parte macinato e racchiuso in bustine e in gran parte così com’è, in vasetti da un grammo. La qualità è la stessa, ma i fili sono più pregiati perché oltre ad aromatizzare decorano il piatto.
da : FONDAZIONE SLOW FOOD
https://www.fondazioneslowfood.com/it/arca-del-gusto-slow-food/zafferano-di-navelli/
La pianta della famiglia delle Iridaceae si coltiva principalmente nei territori dell’Asia minore, ma anche in molti Paesi del Mediterraneo. Tra questi troviamo la Francia, la Svizzera, e l’Inghilterra, ma anche le Valli del Natisone, la regione geografica posta a cavallo di Friuli e Slovenia.
le sette laghi di Rila, parco nazionale di Rila ( per escursionisti ), Bulgaria
In Italia, invece, le colture più estese si trovano nelle Marche, in Abruzzo, in Sicilia e in Sardegna.
Tra le fioriture più famose, tuttavia, spicca quella nella terra dell’Abruzzo. Infatti, lungo la piana di Navelli si coltiva lo Zafferano dell’Aquila D.O.P., considerato tra i migliori al mondo.
Questa incredibile fioritura si può ammirare proprio ai piedi del Gran Sasso, regalando un panorama incredibile.
I fiori, circondati da paesaggi naturali incantevoli, si estendono per infiniti campi viola dai contrasti rossi. Durante questo periodo i coltivatori locali, i cittadini e i turisti si recano per ammirare i fiori violacei con questi lunghi stigmi rossi.
La raccolta dello zafferano si tiene ogni anno tra metà ottobre e inizio novembre e dura circa due settimane.
una donna che separa i pistilli dai fiori in una casa di campagna nel centro della Francia
In occasione della raccolta dei pistilli vengono organizzate diverse iniziative, tra cui laboratori e degustazioni per conoscere da vicino la spezia più utilizzata in cucina.
Negli ultimi anni questo spettacolo sta coinvolgendo sempre più viaggiatori e turisti che si recano nei luoghi delle coltivazioni per ammirare lo splendido spettacolo dei fiori che stanno per schiudersi.
A Casa Verde, nel borgo di Civitaretenga, si può visitare l’agriturismo dell’Abruzzo fondato nel 1976, dove poter trascorrere le giornate proprio come i nonni e le nonne erano soliti fare, partecipando alla raccolta.
Scritto da Ilenia Albanese
DA :
VIAGGIAMO.IT
https://www.viaggiamo.it/dove-vedere-la-fioritura-dello-zafferano/?refresh_ce
Zafferano ( fiori di ) in un parco di Amsterdam
https://borghipiubelliditalia.it/borgo/navelli/
MAPPA DELLA VALLE:: Mappa dei comuni della provincia dell’Aquila ricadenti all’interno dell’altopiano di Navelli, con indicazione dei nomi
– Opera propria
Slovenia
Navelli, provincia dell’Aquila
– Opera propria
San Pio delle Camere, il castello triangolare di San Pio
– selbst fotografiert DigiCam C2100UZ
Tratturo Magno. Peltuinum, Prata d’Ansidonia (AQ) – Panorama
Mappa dei principali tratturi con evidenziato il regio tratturo L’Aquila-Foggia.
Il castello Piccolomini di Capestrano
– Moto Itinerari
L’Aquila: Basilica di Santa Maria di Collemaggio, facciata occidentale
– selbst fotografiert DigiCam C2100UZ
Una delle tante chiese sul tratturo abruzzese, la chiesa di Santa Maria delle Grazie a Navelli- Civitarenga – Navelli, L’Aquila
wikipedia _- Tratturo Aquila – Foggia
https://it.wikipedia.org/wiki/Tratturo_L%27Aquila-Foggia
Castel Camponeschi (Prata d’Ansidonia)
gioralex
campi di zafferano a Navelli
– Flickr
Castello di San Pio delle Camere
Castel Camponeschi (Prata d’Ansidonia )
gioralex
Interno romanico della chiesa dell’Abbazia di Santa Maria Assunta (Bominaco)
– Moto Itinerari
Chiesa di Santa Maria dei Cintorelli nel Comune di Caporciano (AQ) sulla piana di Navelli. Foto personale
Inviaggiocommons
wikipedia – altopiano di Navelli
https://it.wikipedia.org/wiki/Altopiano_di_Navelli
un cesto di fiori di zafferano nella regione della Mancia in Spagna
Ci spostiamo un minuto in Friuli nelle Valli del Fiume Natisone-
Gabrovic ( già Capodistria ) è un borgo in Slovenia di 76 abitanti ( nel 2020 )
situato a ridosso dello spartiacque tra la valle del Rio Ospo e quella del Risano, al confine geografico tra l’Istria settentrionale ed il Carso, a 3,3 Km dal confine italiano presso Crociata di Prebenico.
Dal dopoguerra, con la costruzione della nuova strada (più a ovest di quella storica) che porta alla valle del Risano, è sorto un nuovo insediamento (Nova Gabrovica) che si è affiancato a quello storico (Stara Gabrovica) ormai quasi abbandonato.
Dal paese si vede l’ardito Viadotto di San Sergio dell’Autostrada A1 della Slovenia.
Nova Gorica
– Nova Gorica
© 1971markus@wikipedia.de / Cc-by-sa-4.0
IL FIUME NATISONE
Il fiume Natisone è per ampiezza, caratteristiche geomorfologiche, collocazione e fauna ittica uno dei più interessanti corsi d’acqua del Friuli Venezia Giulia. E’ caratterizzato da un bacino totale di 322 kmq, nasce a 415 metri sul livello del mare e deriva dalla confluenza del Rio Bianco e del Rio Nero che scendono dalle falde del Monte Maggiore e dal Gabrovig ( vedi sopra ). Indi il corso d’acqua a regime torrentizio scorre in direzione sud-est in una valle ristretta fino a quota 325. Il suo percorso accidentato e tortuoso attraversa valli profondamente incise e terreni prevalentemente marnosi, a tratti calcarei. Avvolge l’abitato di Longo, si allarga per poi restringersi al livello del Monte Mia e del Monte Matajur. A valle di Robig il fiume punta verso sud, descrive un’ampia curva intorno alle pendici del monte Mia, poi entra in territorio sloveno dove scorre con frequenti cambiamenti di direzione fino alla Sella di Caporetto ove, piegando a sud, rientra in territorio italiano raggiungendo l’abitato di Stupizza e puntando a sud sino a quota 190 metri s.l.m. dove termina l’alto corso. Con una modesta portata supera l’abitato di Pulfero, quindi si allarga nella vasta zona arenacea che gravita su San Pietro al Natisone giungendo al Ponte di San Quirino a valle del quale riceve, in riva sinistra, l’apporto di alcuni affluenti come l’Alberone, l’Erbezzo e il Cosizza, poi raggiunge Cividale, dove termina il corso medio del fiume. A sud di Cividale inizia il corso più caratteristico e selvaggio del fiume che entra nella caratteristica forra, poi la sponda si abbassa fino a Manzano, ai ponti della linea ferroviaria Udine-Trieste e alla SS 56. Raggiunto Trivignano scompare completamente nella falda alluvionale e dopo un percorso di circa 32 Km avviene la confluenza con il Torre, una confluenza virtuale, in realtà. |
da : https://www.natisone.it/0_store/natisone/natisone03.htm
Cividale del Friuli
foto Turismo FGV
Valli del Natisone
QUALCHE NOTA CURIOSA : — tre
I. Un’altra volta vedremo — se qualcuno ce lo ricorda — le ” Krivapete “ di queste valli dove scorre il Natisone:
anticipiamo qualcosa —
Multiforme e ambigua come le Baba Yaga, come le Melusine, come la Belle Dame sans Merci e tanto tempo prima Lilith, nella lontana Korea la potente dea creatrice Mago nelle sue forme popolari degradate viene descritta in termini analoghi:
“dispettosa con gli uomini, sapiente in gravidanze e parti, capace di assumere l’aspetto di una volpe o di un gatto, vecchia cisposa e subito dopo donna bellissima, ‘coi capelli arruffati, un naso a becco e i talloni unghiati d’uccello’”(Luciana Percovich, Colei che dà la Vita, Colei che dà la Forma, p.61–Venexia Editrice – Roma 2009; ). Insomma, streghe dai piedi rovesciati, donne selvagge o selvatiche, perché prima donne sacre, sagge e sapienti, libere e “infedeli”.
“Nello spazio e nel tempo, sono associate ad altre figure mitiche quali le torke, babe, russalke, vile, bradoviceduje zene, duje babe, anguane, bregostane, ninfe, sirene, ondine, melusine, erinni, streghe.”
(Aldina De Stefano, Le Krivapete delle Valli del Natisone. Un’altra storia -p. 29-Kappa Vu – Udine 2003)
tutto da :
2. Lilith
Esiste una storia omessa o poco raccontata nei miti della Genesi che parla della prima donna creata da Dio, il cui nome è Lilith e non Eva.
Una leggenda antica narra che la prima moglie di Adamo fosse proprio Lilith creata dalla stessa sostanza del compagno e a questi contemporaneo nella nascita.
Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò.
Genesi, 1:27; 10
Nel secondo capitolo si ripete poi, con parole diverse, prima la creazione dell’uomo con polvere del suolo, Genesi 2:7, e poi, dalla costola di Adamo, Genesi 2:22, la creazione della donna chiamata Eva.
Prima ancora che nell’Antico Testamento, il mito di Lilith compare nelle antiche religioni mesopotamiche ed ebraiche.
Di Lilith si sa che preferì fuggire dal Paradiso Terrestre piuttosto che sottomettersi alla volontà di Dio e di Abramo. Non volle giacere sotto al suo compagno in senso fisico e simbolico e così andò via.
La cultura Medioevale non ci si mise molto a trasformare la sua figura in quella di un demone.
Si legge ne ‘L’alfabeto di Ben-sira’, di autore anonimo, scritto nel X secolo dopo Cristo:
Ella disse ‘Non starò sotto di te’, ed egli disse ‘E io non giacerò sotto di te, ma solo sopra. Per te è adatto stare solamente sotto, mentre io sono fatto per stare sopra’.
segue nel link:
3. MAGO HALMI – COREA DEL NORD
Mago halmi (마고 할미?, 麻姑–?) è un mito della creazione della regione di Kwanbuk nella provincia del Hamgyeong Settentrionale, situata nell’attuale Corea del Nord.
Il mito parla di una dea-gigantessa di nome Mago, la quale creò tutte le formazioni geologiche presenti sulla terra usando fango, rocce, urina ed escrementi. A differenza dei miti della creazione sulle divinità maschili, questo mito è stato tramandato solo oralmente e non è stato incluso in registri o rituali formali
DA :
MITOLOGIA COREANA : https://it.wikipedia.org/wiki/Mitologia_coreana
fiore di croco che produce lo zafferano
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
EUGENIO MONTALE, Ossi di seppia (Torino, Piero Gobetti Editore 1925).
legge questa poesia Vittorio Gassman — ( si può sentire.. )
testo e video da :
https://www.libriantichionline.com/divagazioni/eugenio_montale_non_chiederci_la_parola
Che meraviglia, quanto è ricco il mondo!