video, 5 min. ca – link sotto : RAI CULTURA  9 APRILE 2020 : 1978 : nasce il Sistema Sanitario Nazionale. La salute non è più un privilegio, ma un diritto–+ IL MANIFESTO 21-12 -2023 – CHIARA GIORGI : ” L’urgenza oggi — 23 dicembre 2023 –di riprendere quel percorso “

 

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RAI CULTURA  9 APRILE 2020

https://www.raicultura.it/storia/articoli/2020/04/1978-nasce-il-Sistema-Sanitario-Nazionale-4deb7027-e47d-466b-9a57-0d9ea90d7c8d.html

 

1978: nasce il Sistema Sanitario Nazionale

La salute non è più un privilegio, ma un diritto

 

 

 

In Italia la salute è un diritto dell’individuo. Non un privilegio, ma un diritto umano di cui la società deve farsi carico. Un diritto del singolo che si ripercuote sul bene della collettività. Per noi oggi tutto ciò è scontato, ma in fondo sono solo poco più di quarant’anni che esiste il Servizio Sanitario Nazionale. Ciò vuol dire che circa quattro italiani su dieci sono nati quando la salute non era un diritto definito per legge.

Quattro sono le tappe fondamentali che hanno portato alla nascita del SSN. Tutto ha inizio con la Costituzione del 1948, che nell’articolo 32 recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

La seconda tappa si raggiunge il 13 marzo del 1958, quando viene istituito per la prima volta il Ministero della Salute. A presiederlo è il professor Vincenzo Monaldi, insigne pneumologo democristiano nominato dall’allora Presidente del Consiglio, Amintore Fanfani.

Si giunge poi alla Riforma ospedaliera del 1968, detta anche Legge Mariotti dal nome dell’allora Ministro Luigi Mariotti. Gli ospedali diventano quelle strutture che conosciamo oggi: non più enti caritatevoli, ma enti pubblici. Centri nodali del sistema di cura del Paese che forniscono, almeno in linea di principio, assistenza gratuita a chiunque ne abbia bisogno.

Infine si arriva all’ultima tappa: il 23 dicembre 1978, quando, dopo un lungo e tortuoso percorso, contrassegnato dall’esigenza di concludere la lunga stagione delle mutue, viene promulgata la legge 833 (che ingloberà anche la precedente legge 180, detta legge Basaglia). Nasce così il Servizio Sanitario Nazionale.

A battersi per questa riforma è il Ministro della Sanità, Tina Anselmi, una delle personalità di maggior spicco dell’Italia democratica.

 

In Europa due sono i modelli sanitari che i vari Paesi hanno seguito: quello Bismark fondato sulle assicurazioni sociali obbligatorie, come stabilito per la prima volta in Germania nel 1883 e il modello britannico detto Beveridge, da Sir William Beveridge economista di area liberale, voluto da Winston Churchill nel 1942. È da questo rapporto che discende l’istituzione del servizio sanitario inglese, aperto a tutti, da cui prenderà spunto anche quello italiano.

Quando in Italia viene finalmente approvata la Riforma, gli italiani sul momento a malapena se ne accorgono, eppure si tratta di una rivoluzione. Le critiche arrivano presto, e con esse vari tentativi di riforma della riforma, che si compiono nel 1992, nel 1994 e soprattutto nel 2001, con la riforma del Titolo V della Costituzione che ridefinisce i rapporti tra Stato e Regioni in senso federalistico, e attribuisce nuovi poteri e autonomia a queste ultime.

 

 

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https://www.raicultura.it/speciali/allanostrasalute

 

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IL MANIFESTO — 21 DICEMBRE 2023
https://ilmanifesto.it/il-compleanno-del-servizio-sanitario-nazionale

 

COMMENTI

Il compleanno del servizio sanitario nazionale

23 DICEMBRE 1978. Quarantacinque anni fa, il 23 dicembre 1978 Tina Anselmi, prima donna italiana al ministero della Sanità, appose la firma alla legge numero 833, istitutiva del tanto atteso Servizio sanitario nazionale. […]

 

 

L'onorevole Tina – ANPI Venezia

 

La deputata DC , ministra della Salute, TINA ANSELMI  –foto: Anpi Venezia 

 

 

 

Quarantacinque anni fa, il 23 dicembre 1978 Tina Anselmi, prima donna italiana al ministero della Sanità, appose la firma alla legge numero 833, istitutiva del tanto atteso Servizio sanitario nazionale.

 

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Un’amica e una compagna

 

La nascita del SSN segnò per il paese un grande salto di qualità, a partire dal suo obiettivo principale: il passaggio dalla cura della malattia, concepita per lo più come sofferenza individuale, alla tutela e promozione universale della salute, fisica e psichica, individuale e collettiva. Il nuovo servizio fu caratterizzato da un’impostazione integrata dell’intervento sanitario e di quello sociale, dalla priorità dell’attività di prevenzione, da un’organizzazione decentrata e territoriale, da un approccio capace di investire le questioni legate alle condizioni di lavoro, alla tutela dell’ambiente, al benessere umano complessivo.

I principi con cui nasceva erano radicali. Universalità di copertura, non solo ai cittadini italiani ma a tutti, senza alcuna discriminazione, era garantito il diritto alle cure.

Equità di accesso e uguaglianza di trattamento;

 globalità e uniformità territoriale delle prestazioni erogate; impiego coordinato delle moderne tecniche di prevenzione, cura e recupero.

E ancora, centralità dell’azione preventiva; decentramento territoriale; unicità di gestione dei servizi da parte delle Unità Sanitarie Locali (Usl), concepite come strumenti di un intervento integrato a tutela della salute che comprendeva molteplici aspetti.

Partecipazione e controllabilità democratica; programmazione dell’offerta dei servizi e della spesa; finanziamento tramite la fiscalità progressiva generale.

Nella sua architettura, esso capovolgeva il precedente assetto sanitario, spostando potere e risorse dall’inefficiente edificio delle Casse Mutue e degli enti ereditati dal fascismo, a istituzioni più vicine ai cittadini, con un finanziamento che passava dal vecchio meccanismo assicurativo alla fiscalità progressiva. In questo modo il principio di equità veniva realizzato con un finanziamento che era parte dei meccanismi redistributivi e solidaristici del welfare e con un’erogazione di servizi fondati sui bisogni di salute indipendentemente dai contributi versati e dal reddito.

L’istituzione del SSN fu il risultato del fermento sociale, politico e culturale degli anni Sessanta e Settanta, delle mobilitazioni del movimento operaio e di quello femminista, delle pressioni sindacali e dei partiti della sinistra.

Sperimentazione di innovativi servizi socio-sanitari, collettivi, decentrati, universali, pubblici, piena consapevolezza dei nessi che legavano la salute ambientale e l’organizzazione capitalistica del lavoro, ripensamento delle finalità e dei dispositivi della scienza, attuazione della Costituzione furono altresì centrali nella costruzione del Servizio sanitario.

Determinante l’impegno per la salute che caratterizzò molte iniziative ed esperienze degli anni Settanta, quale dimensione concreta dell’affermazione dei diritti sociali e di libertà, delle pratiche di partecipazione, dell’elaborazione di nuovi saperi condivisi.

La riforma sanitaria del 1978 va ricordata oggi perché costituì la più importante realizzazione universalista del welfare italiano, segnato ancora da logiche occupazionali, strategie patriarcali, forte frammentazione e approccio categoriale. Furono necessari anni di discussioni, conflitti e sperimentazioni, un’intensa stagione di azione collettiva all’insegna delle istanze di liberà e uguaglianza che in quel decennio trasformarono nel profondo l’assetto del paese.

Ritornare alle origini politiche di questa istituzione “inventata” non è un semplice atto di memoria, bensì una necessità concreta, che nasce dal desiderio e dall’urgenza di riprendere quel percorso, di esserne eredi consapevoli. Siamo di fronte a un lungo, ma sempre più rapido, processo di privatizzazione e dequalificazione della sanità pubblica, a politiche e narrazioni che giorno per giorno puntano a mettere fine a un modello di salute universalistico e democratico, alla forte invadenza di logiche di mercato e profitto, con l’effetto di assistere a un grave aumento delle diseguaglianze sociali e delle disparita territoriali nella salute. Contrastare queste dinamiche può essere uno dei terreni chiave dell’odierno conflitto politico e sociale, per realizzare il diritto di tutte e tutti alla salute e per riaffermare una delle conquiste più importanti del Paese, ottenuta con grandi idee e grandi lotte.

 

 

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