IL MANIFESTO 13 DICEMBRE 2023
https://ilmanifesto.it/susana-mohamad-ministra-dellambiente-e-attivista-e-suo-il-discorso-piu-applaudito-a-dubai
Susana Mohamad, ministra dell’Ambiente e attivista. È suo il discorso più applaudito a Dubai
Colombia – Mappa
OCHA
COP28. Stop all’estrattivismo: il modello Colombia, prima nazione produttrice di idrocarburi ad aderire a un Trattato modellato sulla falsariga degli accordi che portarono a fermare la corsa alle armi nucleari
Lorenzo Tecleme
Capita alle Cop che paesi piccoli e medi, normalmente ignorati dalle cronache internazionali, si ritaglino un ruolo da inaspettati protagonisti. A Cop28, ancora in corso a Dubai, questo ruolo se lo sta prendendo la Colombia. E il merito è soprattutto della sua carismatica ministra dell’Ambiente e dello sviluppo sostenibile, Susana Muhamad.
GIÀ PRIMA DELLA COP
la Colombia, guidata per la prima volta nella sua storia da un governo di sinistra,ha inaugurato un nuovo piano contro la deforestazione e annunciato lo stop a ogni nuova licenza estrattiva nell’oil&gas. Non una scelta scontata per un paese che ancora al 2020 aveva il petrolio in cima alla lista dei beni importanti. A Cop28 il Paese ha aderito al Fossil Fuel non-Proliferation Treaty, una proposta di trattato internazionale modellato sulla falsariga degli accordi che portarono a fermare la corsa alle armi nucleari. È la prima nazione produttrice di idrocarburi a farlo. Ma soprattutto è la posizione colombiana al negoziato a stupire gli analisti. Come quelle di tutti i paesi in via di sviluppo, la delegazione guidata da Muhamad è estremamente critica coi paesi occidentali sul lato finanziario, accusandoli di non fornire al Sud globale i mezzi necessari alla transizione. Ma a differenza di buona parte del mondo non industrializzato e della stessa America latina, la Colombia è radicalmente schierata a favore del phase-out, l’abbandono dei combustibili fossili. Una posizione tedesca sulla mitigazione e cubana su finanza e adattamento che spezza le contrapposizioni tipiche dei summit internazionali sul clima.
ARTEFICE DI QUESTO MODELLO
è senza dubbio la ministra. 47 anni, storica ecologista con una laurea in pianificazione dello sviluppo sostenibile alle spalle, fiera delle sue origini palestinesi.
Al Majli, l’assemblea convocata da Al Jaber alla fine della prima settimana, si è fatta conoscere anche come oratrice. «Il suo intervento è stato davvero notevole, quasi non riesco a crederci» ha commentato su X l’analista Nathalie Jones dell’IISD. «Se riusciamo a concordare sul 2030 – ha detto Muhamad – facciamolo.
Dobbiamo eliminare progressivamente i combustibili fossili e abbiamo bisogno di un nuovo accordo economico per farlo». Non solo l’appoggio al phase-out, ma anche un richiamo a una data, il 2030, dentro un negoziato in cui anche i più ambiziosi si concentrano sul lontano 2050. E ancora: «Chi triplicherà le rinnovabili (uno degli obiettivi negoziali, ndr)? Chi ha interessi sui prestiti al 5% o chi li ha al 30%? Dov’è l’equità per noi, che siamo immersi nel debito?». Il dito è puntato su quell’occidente che di cancellazione del debito e seri aiuti alla transizione nel Sud globale non vuole sentire parlare.
È UN RUOLO UNICO quello che Muhamad ha scelto per il suo paese. La parte del governo-attivista, che dice ciò che gli ecologisti vorrebbero sentire, è di solito propria delle piccole nazioni insulari, che hanno un grande impatto simbolico ma nessun potere concreto. Stavolta lo ha preso una nazione che, seppur non paragonabile alle grandi potenze, ha 50 milioni di abitanti e un’area di molto superiore a quella italiana. Alla fine del Majli, la platea ha risposto al discorso di Muhamad con un lungo applauso. Per ora, il più sentito di questa Cop.
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NOTA SU LORENZO TECLEME, autore dell’articolo
“Guida rapida alla fine del mondo. Tutto sulla crisi climatica e come risolverla” (Castelvecchi editore, 2022): un bignami semplice e completo scritto da 15 autori e autrici tra attivisti, accademici, giornalisti e analisti.
Tra i diversi autori, Giovanni Mori, ex portavoce di Fridays for future, ingegnere ambientale e divulgatore, che ha scritto il primo capitolo dedicato all’inquadramento scientifico. Martina Comparelli, attuale portavoce di Fridays for Future Italia, affronta il tema delle intersezioni tra cambiamenti climatici e giustizia sociale. Lorenzo Lamperti, docente di economics of climate change al Sant’Anna di Pisa, parla dell’economia della transizione ecologica. Giorgio Vacchiano, docente alla Statale di Milano affronta il tema delle Nature Based Solutions e dei famosi mille miliardi di alberi da piantare per combattere il riscaldamento globale. Simona Savini di Greenpeace scrive di alimentazione e agricoltura. Ma hanno contribuito anche: Gaia Pedrolli, Riccardo Mastini, Mauro Romanelli, Monica di Sisto, Jacopo Custodi, Lorenzo Zamponi, Filippo Sotgiu, Sara Segantin, Luca Iacoboni.
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NOTA SULLA COLOMBIA
Colombia, o terra di Colombo, in onore di Cristoforo Colombo.
– Sconosciuta
Zattera d’oro della cultura Muisca. Possibile origine della leggenda di El Dorado.
– World66, see also Museo del Oro, Colombia Official Tourism Portal
Statue della Cultura San Agustín.
– World66 San Agustín Photo Gallery
SIMONE BOLIVAR E FRANCISCO DE PAULA SANTANDER
— PROCESSO DELL’INDIPENDENZA – USCITA DAL CONGRESSO DI CUCULO
Arte colombiana indigena
– Opera propria
Donna dell’etnia wayúu, il gruppo indigeno più numeroso della Colombia.
– Mujer wayuú
Colombia
Delimitata a est da Venezuela e Brasile, a sud da Perù ed Ecuador e a nord-ovest da Panama, dal Mar dei Caraibi a nord e dal Pacifico a ovest, è l’unico paese sudamericano ad affacciarsi sui due oceani che bagnano il continente; fanno parte della Colombia anche le isole dell’arcipelago di San Andrés, Providencia e Santa Catalina; è il sesto Paese più esteso dell’America ed il quarto per popolazione. La capitale è Bogotà.
fanno parte della Colombia anche le isole dell’arcipelago di San Andrés, Providencia e Santa Catalina; è il sesto Paese più esteso dell’America ed il quarto per popolazione. La capitale è Bogotà.
Il ricco patrimonio culturale della Colombia riflette le influenze di varie civiltà amerindiane, insediamenti europei, schiavi africani e immigrazione dall’Europa e dal Medio Oriente.
Lo spagnolo è la lingua ufficiale della nazione, oltre alla quale si parlano oltre 70 lingue. Il territorio che comprende l’attuale Colombia fu originariamente abitato da tribù di amerindi che migrarono dall’America centrale e dai Caraibi.
Le tribù principali furono muisca, quimbaya, tairona e zenu, appartenenti alle famiglie delle lingue arawakana, chibcha e caribe. Parte del sud fu abitato dagli Inca.
Nel XV secolo i conquistadores spagnoli occuparono e colonizzarono il territorio, istituendovi il vicereame della Nuova Granada.
Nel 1819, con le campagne di Simón Bolívar, la Colombia ottenne l’indipendenza dalla Spagna insieme alle attuali Panama, Venezuela ed Ecuador, unite in un’unica repubblica chiamata Gran Colombia[12].
Tuttavia già nel 1830 la Grande Colombia si divise in seguito a guerre intestine che portarono alla separazione delle attuali Venezuela ed Ecuador.
SEGUE —
https://it.wikipedia.org/wiki/Colombia
*** ULTIME ELEZIONI IN COLOMBIA
20 giugno 2022 IL SOLE 24 ORE- Roberto Da Rin
Il senatore Gustavo Petro è il nuovo presidente della Colombia in base al conteggio rapido realizzato dal Registro nazionale elettorale a Bogotà. È la prima volta nella storia colombiana che un leader della sinistra assume la massima carica dello stato.
Con lo scrutinio dei voti del 97,06% dei seggi, Petro ha raccolto assieme alla sua vice Francia Marquez 10.984.247 suffragi (50,57%), mentre lo sfidante Rodolfo Hernández si attesta su 10.242.763 voti (47,16%). Il leader della sinistra colombiana celebra la sua affermazione con un tweet, parlando di «giorno di festa per il popolo».
Petro ha assicurato la notte scorsa a Bogotà che «quello che sta arrivando per il nostro Paese è un vero cambiamento, un cambiamento reale; per il quale intendo impegnare la mia esistenza e la mia stessa vita». Il presidente eletto, 62 anni, ha sottolineato: «Non tradiremo le promesse fatte agli elettori» e cioè che «da oggi la Colombia cambia, la Colombia è un’altra».
Parlando davanti a migliaia di persone, il leader del Pacto Historico ha affermato che il suo governo sarà basato sulla «politica dell’amore» e della «vita», motivo per cui ha chiarito che la sua promessa di trasformazione «non sarà mai quella di vendicarsi dei suoi oppositori. Non è più il momento dell’odio», ha proseguito, sostenendo che «questo governo che inizierà il 7 agosto è un governo della vita, è un governo che vuole costruire la Colombia come potenza mondiale della vita». E per fugare infine i timori riguardanti un suo eventuale governo simile a quello del Venezuela, Petro ha promesso pluralismo economico, affermando che «svilupperemo il capitalismo in Colombia, non perché lo adoriamo, ma perché dobbiamo superare la premodernità».
La sua vittoria arriva dopo che nel 2021 Cile, Perù e Honduras hanno ugualmente eletto candidati di sinistra alla presidenza e mentre in autunno sono attese le elezioni in Brasile, dove Lula potrebbe tornare al Planalto.
DA .-
20 giugno 2022 IL SOLE 24 ORE
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PROFILO DEL VINCITORE : ” UN RIVOLUZIONARIO “
DA IL SOLE 24 ORE – 29 MAGGIO 2022– link al fondo
Colombia, un ribelle per voltare pagina: favorito Petro il rivoluzionario
Di sinistra, ex miliziano di M-19 (organizzazione terroristica che proponeva un mix di socialismo e nazionalismo rivoluzionario) è in testa nei sondaggi
di Roberto Da Rin
Stop al narcostato. L’agenda di Gustavo Petro, favorito nel voto di oggi, prevede una vera transizione post-droga, con incentivi ad altre coltivazioni
Di sinistra, ex miliziano di M-19, organizzazione terroristica che proponeva un mix di socialismo e nazionalismo rivoluzionario, Gustavo Petro, 62 anni, parrebbe il candidato sbagliato nel Paese sbagliato. Invece è ampiamente favorito nei sondaggi. Ci riprova, capolista di “Colombia Humana”, dopo esser stato bocciato nel 2010 e poi nel 2018; stavolta le proiezioni lo spingono al 36,6% delle preferenze, ben oltre i suoi due avversari. «Io sono un rivoluzionario» – ha ripetuto Petro in campagna elettorale – anche se ribadisce «di non essere comunista, di non voler espropriare nessuno».
Il Petro-pensiero, rimanda all’Europa, agli stilemi proposti dai candidati progressisti: transizione energetica, attenzione ai temi ambientali, una rete di solidarietà per i più svantaggiati, un patto di convivenza e di rinascita culturale. Vi sono, certo, richiami alla storia recente della Colombia, al superamento di quella conflittualità e violenza che ha prodotto, per mezzo secolo, decine migliaia di morti. Lo spettro del narcotraffico non è un fantasma del passato, il Paese rimane innervato di traffici illeciti, pur ricchissimo di ricchezze naturali e risorse umane. Petro va oltre la retorica della lotta ai narcos e scardina il modello di sfruttamento delle risorse naturali: «Il carbone colombiano lo lasciamo lì, sottoterra; e questo è un messaggio della scienza».
Maria Fernanda Gonzalez Binetti, docente di Comunicazione politica a Parigi, Science Po, spiega che «il petrismo cerca di innescare un cambio nella mente dei cittadini: una migrazione verso forme di convivenza meno mercantili, soprattutto quelle legate alla droga. L’irruzione di Petro potrebbe essere paragonabile a quella di Mitterrand, in Francia, nel 1981. Sarebbe dirompente, una discontinuità, una vera alternanza politica».
“Le idee di un ribelle” è un programma elettorale che affonda radici in pensatori europei sui quali Petro si è formato. Da Rousseau ha mutuato il “contratto sociale”, un patto che rende plausibile la convivenza civile, ribattezzato da Petro Patto storico . Da Foucault, il “cambio di potere”; nuove relazioni sociali e modelli più evoluti di produzione e di consumo. Marx induce invece Petro a immaginare un ripensamento della società, modulata su una filosofia di vita orientata più all’essere che all’avere. Infine Garcia Marquez, il totem della cultura colombiana: un grido di libertà di fronte a una élite dominante ed escludente, incrostata nel potere.
A chi lo associa ai leader venezuelani “dirigisti”, Chavez e Maduro, risponde così: il Venezuela dipende dal petrolio, sono i miei avversari che puntano a una Colombia petrolifera. Credo in un Paese dipendente da agricoltura, turismo e conoscenza. La riforma agraria, appunto. Un obiettivo politico mancato da 60 anni. Decine di spregiudicati latifondisti estorcevano piccoli e medi proprietari, obbligati a vendere a prezzi irrisori. «Se non firmi oggi – era la frase di rito – domani trattiamo con la vedova».
IL SOLE 24 ORE– ROBERTO DA RIN — 29 MAGGIO 2022
chiara : ci siamo persi un pezzo di mondo di sinistra che è anche molto grande: l’America Latina : un pullulare di sinistra dal 2021 ( oltre Maduro) .. ultimo, il Brasile di Lula- Ci sarebbe stato necessario – saperlo – per respirare. Tutto cose da vedere.