Murat Cinar, Erdogan grida al «genocidio» palestinese mentre continua a vendere armi a Israele — IL MANIFESTO  13 DICEMBRE 2023

 

NOTA IMPORTANTE DA LEGGERE

QUESTO E’ IL TERZO ARTICOLO SCRITTO DA MURAT CINAR, CHE RIFERISCE LE INCHIESTE DI METIN CIHAN– IN SEGUITO  C’E’ IL SECONDO ARTICOLO  – E INFINE IL LINK DEL PRIMO.
FORSE PARTENDO DA QUESTO, FAMILIARIZZANDOSI ANCHE UN PO’ CON I NOMI, SI PUO’ RIUSCIRE A SEGUIRE  LA VICENDA.

OPPURE POSSIAMO ACCONTENTARCI DELLA TESI  PRESENTE NEL TITOLO E SAPERE CHE PUO’ ESSERE DOCUMENTATA.

 

 

III.

IL MANIFESTO  13 DICEMBRE 2023
https://ilmanifesto.it/erdogan-grida-al-genocidio-palestinese-mentre-continua-a-vendere-armi-a-israele

 

 

Erdogan grida al «genocidio» palestinese mentre continua a vendere armi a Israele

 

Immagine

@metcihan– X 

 

INTERSCAMBI COMMERCIALI. Il reporter in esilio Metin Cihan racconta le sue nuove scoperte. Export e business malgrado i raid su Gaza. Ecco le aziende vicine al governo turco coinvolte

 

 

 

Erdogan grida al «genocidio» palestinese mentre continua a vendere armi a Israele

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – Ap

 

Mentre il governo turco continua a presentarsi come salvatore dei palestinesi e accusa Israele di «genocidio», Metin Cihan, giornalista in esilio, continua a rivelare la continuità dei rapporti commerciali tra i due Paesi. Secondo dati resi pubblici dall’Assemblea degli esportatori di Turchia, a novembre, nonostante i bombardamenti a Gaza, Ankara è rimasta il principale fornitore mondiale d’acciaio di Israele, per un valore di 43,9 milioni di dollari. Materiale bellico incluso. Anche in ottobre, a guerra in corso, la Turchia ha venduto a Tel Aviv pistole, armi varie e numerosi pezzi di ricambio.

 

 

IL TEMA DEL COMMERCIO militare è stato sollevato anche in parlamento dall’esponente di opposizione Ömer Faruk Gergerlioglu, sulla base delle informazioni divulgate da Metin Cihan: «Un video girato in un porto di Israele mostra i militari israeliani che ricevono abbigliamento militare prodotto in Turchia dall’azienda Kismet. Sono prodotti del catalogo 2023-2024 dell’azienda e il video è stato girato solo pochi giorni fa». La veridicità dei video è stata confermata dal sito di fact-checking turco Teyit e dall’israeliano The Whistle.

 

 

IN QUESTO VASTO SCAMBIO commerciale, emerge anche un altro attore significativo. «Içdas è la principale azienda turca che fornisce acciaio a Israele, soddisfacendo oltre il 65% del suo fabbisogno di provenienza turca.

Dal 7 ottobre a oggi l’azienda ha trasportato 50 mila tonnellate di merci nei porti israeliani», racconta Metin al manifesto.

Içdas è nota per i premi ricevuti da Erdogan per la costruzione di moschee in varie regioni della Turchia.

 

Tra le nuove scoperte giornalistiche di Metin c’è anche il coinvolgimento di Erkam Yildirim, figlio dell’ex primo ministro, Binali Yildirim.

«Le navi dell’azienda turca Oras Denizcilik – aggiunge Metin – hanno trasportato merci in Israele per tre settimane durante i bombardamenti su Gaza. Il proprietario dell’azienda è Salih Zekir Cakir, un caro amico dell’ex premier, socio del parlamentare del governo, Vehbi Koç, nell’azienda 15 Temmuz.

Questi dati sono pubblici e presenti nei registri delle camere di commercio. Infine Cakir risulta essere il rappresentante legale in Turchia dell’azienda Nova Worries, attiva a Malta, di proprietà di Erkam Yildirim». Il quale, proprio a causa delle sue aziende marittime, era stato coinvolto nello scandalo dell’evasione fiscale dei Paradise Papers nel 2017.

 

 

OVVIAMENTE, il parlamentare Vehbi Koç non si è ancora dimesso e continua a diffondere messaggi contro Tel Aviv sui suoi canali social ufficiali. Inoltre, ha dichiarato, durante un suo intervento parlamentare di non conoscere affatto Salih Zeki Cakir, suo amico e socio.

Oggi Metin Cihan ( Il giornalista in esilio che rivela le cose ), deve anche fare i conti con una decisione giuridica presa con straordinaria rapidità: «Il giudice Hayrullah Kut – dice – ha accolto la richiesta degli avvocati di Binali Yildirim e mi chiede di rimuovere i post su X (Twitter). Kut è il genero del parlamentare del governo Selim Agci, nonché ex sindaco di Bilecik. Ho detto anche a X che tutto è documentato, quindi non rimuoverò i miei messaggi».

Infine, appare il nome di un’altra azienda, la Kolin. «Nella città di Yalova – afferma ancora Metin – nel 2009 una serie di imprenditori, tra cui il parlamentare Vehbi Koç, hanno costruito un cantiere navale chiamato Sefine, poi ceduto all’azienda Kolin.

Secondo il sito di monitoraggio Marintraffic, una nave che appartiene allo stato d’Israele ha ricevuto servizio (manutenzione e carburante) presso questo cantiere dall’11 ottobre al 30 ottobre».

 

KOLIN È UNA DELLE CINQUE aziende che hanno avuto una crescita sproporzionata negli ultimi vent’anni, ottenendo la maggior parte degli appalti pubblici e costruendo numerose opere dannose e inutili.

Una delle aziende a cui pensava sicuramente Erdogan quando ha detto, recentemente: «Siamo pronti a ricostruire Gaza con il nostro impegno e in collaborazione con il Qatar».

 

 

L’AUTORE

 

 

MURAT CINAR

Si definisce “giornalista in bilico tra Italia e Turchia”: dopo gli studi in economia e le prime esperienze nel campo giornalistico, nel 2002 si trasferisce in Italia, dove si specializza in riprese e montaggio video, fotografia e giornalismo. in Turchia scrive per la rivista nazionale KaosGL, per il quotidiano nazionale Birgun e per vari portali di notizie indipendenti come Bianet, Sol e Sendika. In Italia ha scritto per Il Manifesto, BabelMed, Prospettive Altre ed E- il mensile. Tra i fondatori del freepress mensile Glob011 e uno dei redattori di Pressenza Italia. È autore di Una guida per comprendere la storia contemporanea della Turchia (Simple) e coautore di Ogni luogo è Taksim (Rosenberg&Sellier).

 

 

 

DAL : FESTIVAL DELLE LETTERATURE MIGRANTI

Murat Cinar

 

II.

 

IL MANIFESTO 30 NOVEMBRE 2023

https://ilmanifesto.it/metin-cihan-ecco-le-aziende-turche-vicine-al-governo-che-fanno-affari-con-israele?fbclid=IwAR3So2TPGstqE-GUKihyyc_M0ffUtGhq6WhiyKs-X5qfa-vzHWsnfDMaTZ8

 

 

Metin Cihan: «Ecco le aziende turche vicine al governo che fanno affari con Israele»

MENTRE ERDOGAN ACCUSA NETANYAHU DI «GENOCIDIO» . 335 navi piene di merci dal 7 ottobre tra Ankara e Tel Aviv. Parla il giornalista che ha rivelato il coinvolgimento di società legate agli alleati politici del presidente. E di quella di suo figlio

Metin Cihan: «Ecco le aziende turche vicine al governo che fanno affari con Israele»

 Erdogan con l’allora premier della Striscia e leader di Hamas, Ismail Haniyeh – Ap

Di fronte ai fatti di Gaza, il governo turco continua la sua dura campagna politica contro il governo israeliano, associata a una serie di boicottaggi verso aziende legate a Israele e Usa. Tuttavia emergono nuovi dettagli sui rapporti commerciali ancora attivi con Tel Aviv, che coinvolgono personaggi di rilievo legati alla coalizione governativa.

 

TRA LE AZIENDE BOICOTTATE c’è la nota catena internazionale di caffetterie Starbucks. L’azienda statunitense ha 663 locali in Turchia e in alcuni di questi si sono svolte proteste filo-palestinesi promosse dal Bbp, partito nazionalista e fondamentalista che governa in coalizione con il partito del presidente Erdogan, l’Akp.

Tuttavia, secondo le indagini condotte dal giornalista freelance Metin Cihan, uno dei fondatori del Bbp farebbe ancora oggi affari con Israele. «Secondo i dati dello Standards Institute of Israel – racconta al manifesto – la Pamukkale Kablo, azienda turca che produce cavi elettrici, commercia attivamente con Israele. Il suo proprietario, Mustafa Semerci, è uno dei fondatori del Bbp». Semerci si candidò nelle liste del Bbp nel 2018 e oggi fa parte del Consiglio di amministrazione del partito, che non smentisce.

 

DAL 7 OTTOBRE A OGGI, comunque, ben 335 navi hanno alimentato l’interscambio commerciale Turchia-Israele, trasportando circa 3,5 milioni tonnellate di merci. Tra queste navi ve n’è una particolarmente legata alla famiglia di Erdogan. Secondo Cihan «la nave, chiamata Halit Yildirim, appartiene alla compagnia di navigazione turca Manta Denizcilik. Dal sito di monitoraggio Marintraffic risulta che è salpata senza carico l’11 ottobre dal porto di Iskenderun, in Turchia, ha raggiunto il porto di Ashdod in Israele e da lì è ripartita per la Florida, negli Usa, forse per scaricare la merce prelevata in Israele. Dai dati ufficiali della Camera di Commercio di Istanbul (Ito) risulta che l’azienda è di proprietà di Mert Cetinkaya, che detiene l’1% di un’altra compagnia di navigazione, MB Denizcilik. Sempre i dati dell’Ito indicano che queste due aziende hanno la stessa sede legale e condividono lo stesso sito web, il che suggerirebbe un’affiliazione o l’esistenza di un’unica azienda».

Dalle indagini del giornalista emergono dati molto interessanti: «Il restante 99% di MB Denizcilik – prosegue Cihan – è ufficialmente di proprietà di Burak Erdogan, uno dei figli del presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan, nonché amico d’infanzia di Mecit Mert Cetinkaya».

Ieri, 29 novembre, Manta Denizcilik ha annunciato azioni legali contro il giornalista, senza tuttavia smentire il coinvolgimento della nave in transazioni commerciali con Israele in quei giorni, né fare alcun commento sulla società condivisa con il figlio di Erdogan.

NELLE STESSE ORE anche gli avvocati della famiglia Erdogan hanno annunciato una querela contro Cihan. Il quale apre anche un altro capitolo: «In particolare – aggiunge – 78 di quelle 335 navi sono partite dall’ex porto statale di Iskenderun, in Turchia, privatizzato e venduto alla società Limak Holding». Il porto ora è chiamato LimakPort. La società che lo controlla è legatissima all’Akp ed è uno dei simboli principali di clientelismo, opere pubbliche inefficaci e fallimentari (come Tap/Tanap), corruzione ed evasione fiscale.

Tutto ciò avviene mentre Ankara accusa Netanyahu di «crimini di guerra» e di perpetrare un «genocidio». E mentre vari ministri si fanno fotografare insieme ai pazienti oncologici di Gaza che sono stati accolti negli ospedali turchi.

 

 

I.

Doppia faccia turca: critica a Israele ma il business non si tocca

MEDIO ORIENTE. Erdogan incendario a parole, intanto le navi piene di merci continuano a salpare. Affari legati a membri del partito del presidente. Il boicottaggio è solo di base

Doppia faccia turca: critica a Israele ma il business non si toccaL’incontro, nel 2022, tra il presidente turco Erdogan e l’israeliano Herzog – LaPresse

 

IL MANIFESTO 21 NOVEMBRE 2023

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a Murat Cinar, Erdogan grida al «genocidio» palestinese mentre continua a vendere armi a Israele — IL MANIFESTO  13 DICEMBRE 2023

  1. DONATELLA scrive:

    Beh, gli affari sono affari, tutto il resto non conta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *