Una poesia di Refaat Alrareer, poeta palestinese ucciso da un bombardamento a Gaza, IL MANIFESTO — 12 DICEMBRE 2023 + ANSA.IT  8 DICEMBRE 2023  – 8 dicembre 2018, 19.28 : Ucciso in un attacco il poeta palestinese Alareer ++ altro sul poeta palestinese

 

chiara: se riuscite a leggere almeno un po’ di questo ammasso di testi, vi consiglio dopo, prima di chiudere, di rileggere la prima poesia qui pubblicata perché vi desterà un sentimento diverso dalla prima lettura- Non c’è posto per i commenti…

 

Refaat Alareer Killed, Refaat Alareer Death News, Wikipedia - NAYAG Today

REFAAT ALRAREER ( pr.  romanizzato :  Rifaʿat al-ʿAriʿīr )

foto : NAYAG Today

 

 

 

 

IL MANIFESTO — 12 DICEMBRE 2023
https://ilmanifesto.it/se-dovessi-morire-fa-che-io-sia-un-racconto

 

 

Se dovessi morire fa che io sia un racconto

 

GAZA. L’ultima poesia di Refaat Alrareer-  pubblicata il 1 novembre di quest’anno sul suo X-  un intellettuale e poeta palestinese, professore di inglese e fondatore del progetto «We are not Numbers». Alrareer è stato ucciso da un bombardamento mirato israeliano il 6 dicembre 2023 nella Striscia di Gaza

 

 

 

Palestinesi fuggono nel nord di Gaza mentre i carri armati israeliani bloccano la strada Salah al-Din nella Striscia di Gaza durante il cessate il fuoco di quattro giorni foto ApPalestinesi fuggono nel nord di Gaza mentre i carri armati israeliani bloccano la strada Salah al-Din nella Striscia di Gaza durante il cessate il fuoco di quattro giorni – foto Ap

 

 

 

Se dovessi morire,
tu devi vivere
per raccontare
la mia storia
per vendere le mie cose
per comprare un po’ di carta
e qualche filo,
per farne un aquilone
(fallo bianco con una lunga coda)
cosicché un bambino,
da qualche parte a Gaza,
guardando il cielo
negli occhi
in attesa di suo padre che
se ne andò in una fiamma
senza dare l’addio a nessuno
nemmeno alla sua stessa carne
nemmeno a se stesso
veda l’aquilone, il mio
aquilone che tu hai fatto,
volare là sopra
e pensi per un momento
che un angelo sia lì
a riportare amore.
Se dovessi morire,
fa che porti speranza
fa che sia un racconto!

 

 

 

 

ANSA.IT  8 DICEMBRE 2023  – 19.28

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/12/08/ucciso-in-un-attacco-il-poeta-palestinese-alareer_99526816-4ee6-4b08-865d-02ffe8420a74.html

 

 

Ucciso in un attacco il poeta palestinese Alareer

 

 

Refaat Alareer - RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Paragonò l’assalto di Hamas alla rivolta del ghetto di Varsavia

 

Eloisa Gallinaro

 

 

 

“Se dovessi morire…

che questo porti speranza, che questo sia un racconto”. Inizia e finisce così la lirica postata dal poeta palestinese Refaat Alareer su X, e divenuta virale, pochi giorni dopo l’inizio dell’offensiva di terra israeliana a Gaza. Versi che guardano più lontano della prigione a cielo aperto della Striscia, che parlano di vita e di futuro, oltre la guerra del presente. Il poeta aveva promesso di “gettare la (sua) penna in faccia ai soldati” come ultima risorsa se la sua casa fosse stata presa d’assalto, raccontano i suoi amici. Ora Alareer è morto sotto le bombe di Israele, hanno annunciato i familiari, e di lui rimangono pagine, ricordi e polemiche.

Come quella scatenata da una sua intervista alla Bbc quando aveva definito l’assalto di Hamas nel sud di Israele “legittimo e morale” paragonando il massacro del 7 ottobre alla rivolta del ghetto di Varsavia. O come quando aveva affermato che “tutte le accuse di stupro e violenza sessuale (da parte dei miliziani, ndr) sono bugie. Israele le usa come cortine fumogene per giustificare il genocidio di Gaza”.

Della gente di Gaza il poeta, che insegnava letteratura inglese all’Università islamica ed era considerato uno dei leader della generazione dei nuovi autori della Striscia, cercava di raccontare la vita. E’ stato uno dei cofondatori del progetto ‘We are not number’, che mette insieme autori di Gaza a mentori all’estero che li aiutano a scrivere storie in inglese sulle loro esperienze. Aveva curato il volume ‘Gaza writes back’, cronache della vita a Gaza di giovani scrittori palestinesi, e pubblicato ‘Gaza unsilenced’.

“Il mio cuore è spezzato, il mio amico e collega Refaat Alareer è stato ucciso con la sua famiglia”, ha scritto su Facebook il poeta di Gaza Mosab Abu Toha. “L’assassinio di Refaat è tragico, doloroso e oltraggioso. È una perdita enorme”, ha postato su X il suo amico Ahmed Alnaouq, giornalista palestinese basato a Londra, e anche il sito americano Literary Hub gli ha reso omaggio.

Aveva scelto di restare a casa sua, nel nord di Gaza, nonostante i massicci bombardamenti israeliani e nonostante gli avvertimenti di parenti e amici. “Sono solo un accademico, un civile, a casa. Non me ne vado”, aveva detto a un suo amico, Mohamed Al Arair, insegnante di storia a Shejaiya, a est di Gaza City, che l’ha raccontato all’Afp. “Refaat aveva solo una penna”, dicono familiari e amici di questo intellettuale appassionato di Shakespeare. Che sui social il 4 dicembre scriveva: “Siamo avvolti in spessi strati di polvere da sparo e cemento”. Poche, scarne parole, per descrivere senza retorica l’inferno di Gaza. Le ultime.

 

 

 

 

In “Gaza Writes Back” aveva scritto:

 

“Quando prevale l’oscurità mi siedo vicino alla finestra, per guardare oltre tutte quelle case senza elettricità, annusare il dolce profumo di una tranquilla notte a Gaza, sentire l’aria fresca che mi arriva dritta al cuore e pensare a te, a me, alla Palestina, alla crepa sul muro bianco, ancora a te, alla mamma, a te, alla mia lezione di storia, a te, a Dio, alla Palestina, alla nostra storia incompleta”.

 

 

da:

Israele ha ucciso Refaat Alareer: queste sono alcune delle sue ultime parole

 

Uno dei suoi più grandi progetti letterari è stato We Are Not Numbers , lanciato a Gaza dopo l’attacco israeliano del 2014 .

Il progetto era il suo modo di respingere il concetto di considerare la questione israelo-palestinese come una mera statistica – definita dal numero di palestinesi uccisi. “I numeri sono impersonali e spesso paralizzanti”, afferma il sito web del progetto, facendo luce sul suo concetto.

We Are Not Numbers (WANN) è stato lanciato per raccontare le “lotte e i trionfi personali quotidiani dei palestinesi, le lacrime e le risate e le aspirazioni che sono così universali che se non fosse per il contesto, risuonerebbero immediatamente praticamente a tutti” .”

 

 

 

WIKIPEDIA ::

https://en.wikipedia.org/wiki/Refaat_Alareer

 

Refaat Alareer (  Shuja’iyya nella città di Gaza,  23 settembre 1979 – 6 dicembre 2023 ) è stato un eminente scrittore, poeta, professore e attivista palestinese della Striscia di Gaza.

 

Alareer è nato a Gaza City nel 1979 durante l’ occupazione israeliana della Striscia di Gaza , che secondo lui ha influenzato negativamente ogni sua mossa e decisione.  Alareer ha conseguito una laurea in inglese nel 2001 presso l’ Università islamica di Gaza e un master presso l’University College di Londra nel 2007. Ha conseguito un dottorato di ricerca. in Letteratura Inglese presso l’ Universiti Putra Malaysia nel 2017 con una tesi su John Donne.

 

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l’entrata principale dell’Università Putra a Serdang ( si trova tra Kuala Lumpur e Putrajaya; nel distretto di  Petaling, Selangor / che è uno dei 13 stati della Malesia  -)
– la forma e la struttura dell’edicifio si è ispirata ad un ” vessel  “( = recipiente, nave ; fish vessel = peschereccio ecc.)

 

 

Ha insegnato letteratura e scrittura creativa all’Università islamica di Gaza e ha co-fondato l’organizzazione We Are Not Numbers , che metteva in contatto autori esperti con giovani scrittori di Gaza e promuoveva il potere della narrazione come mezzo di resistenza. 

Il 6 dicembre 2023, Alareer è stato ucciso in un attacco aereo israeliano, insieme a suo fratello, sua sorella e i suoi tre figli, durante l’ invasione israeliana della Striscia di Gaza del 2023. L’ Euro-Med Monitor ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che Alareer è stato deliberatamente preso di mira, “bombardato chirurgicamente dall’intero edificio”, e è arrivato dopo settimane di “minacce di morte che Refaat ha ricevuto online e telefonicamente da conti israeliani “.

 

Il quartiere di Al-Shuja’iya ( dove è nato il poeta ucciso a Gaza ):è  la porta orientale di Gaza e parla di storia e resistenza-
Le radici di questo quartiere risalgono alle battaglie tra gli Ayyubidi e i Crociati nel 637 dell’Egira/1239 anno domini, dove prende il nome dall’eroe curdo Shujauddin Othman Al-Kurdi, quando i musulmani vinsero una battaglia in quella zona a seguito di quella di Hittin.
da : infopal.it

 

 

Refaat Alareer è nato il 23 settembre 1979  Shuja’iyya nella città di Gaza.  Crescere a Gaza, ha detto, significa che “ogni mossa che ho fatto e ogni decisione che ho preso sono state influenzate (di solito negativamente) dall’occupazione israeliana “. 

Alareer ha conseguito una laurea in inglese nel 2001 presso l’ Università islamica di Gaza e un master presso l’University College di Londra nel 2007. Ha conseguito un dottorato di ricerca. in Letteratura inglese presso l’ Universiti Putra Malaysia  nel 2017 con una tesi dal titolo “Unframing John Donne’s Transgressive Poetry in Light of Bakhtin’s Dialogic Theories “.

 

Refaat Alareer ha ispirato molti giovani palestinesi con la sua natura speranzosa e allegra.

 

Alareer ha curato due volumi di racconti palestinesiGaza Writes Back  ( _ Gaza risponde _(2014) e Gaza Unsilenced _  Gaza non sta zitta (2015). In un’intervista, Alareer ha dichiarato: ” Gaza Writes Back è stato un tentativo di fornire una testimonianza per le generazioni future”.  Nel 2007,  Alareer è diventato professore all’Università islamica di Gaza, dove ha insegnato letteratura mondiale e scrittura creativa. Ciò includeva il lavoro del poeta israeliano Yehuda Amichai, che definì bello ma pericoloso. Ha co-fondato l’organizzazione We Are Not Numbers ( WANN) _ non siamo numeri_ ,  un programma di tutoraggio che abbina scrittori a Gaza con autori all’estero.  L’organizzazione promuove il potere della narrazione come mezzo di resistenza.

Oltre a permettere al mondo di ascoltare le diverse voci della Palestina e di percepirne la resistenza, WANN mirava a “creare una nuova generazione di scrittori e pensatori palestinesi che possano portare insieme un profondo cambiamento nella causa palestinese”.

“Passerà, continuo a sperare. Passerà, continuo a dire. A volte lo dico sul serio. A volte no. E mentre Gaza continua a ansimare per la vita, lottiamo perché passi, non abbiamo altra scelta che combattere-  tornare indietro e raccontare le sue storie. Per la Palestina”, ha scritto nel suo contributo, Gaza Chiede: Quando Passerà questo? , alla raccolta del 2022 Luce a Gaza: Scritti nati dal fuoco .

Anche durante i combattimenti in corso, il poeta e scrittore palestinese si è rifiutato di lasciare la sua amata città, continuando a twittare le sue esperienze personali sotto i brutali attacchi israeliani.

“Attualmente mi trovo a Shujayia e mi tremano il cuore e le mani mentre scrivo questo”, ha scritto su X la settimana scorsa. “Il quartiere di Al Shuja’iya è testimone di bombardamenti folli, di continue cinture di fuoco. I nostri cuori tremano di paura per tutti i nostri cari che hanno deciso di restare. Che Allah vi protegga, vi renda le cose facili e sia gentile con tutte le persone,” ha affermato.

“Potremmo morire quest’alba – ha twittato lunedì – Vorrei essere un combattente per la libertà, quindi muoio combattendo contro quei maniaci genocidi israeliani che invadono il mio quartiere e la mia città”.

 

Questo testo è, in traduzione automatica,  del link sotto ed è stato scritto da:

Murat Sofuoglu, uno scrittore dello staff di TRT World.

https://www.trtworld.com/magazine/if-i-must-die-how-poet-writer-refaat-alareer-inspired-young-palestinians-16151450

 

 

L’UNIVERSITA’ ISLAMICA DI GAZA : PRIMA E DOPO

 

- RIPRODUZIONE RISERVATA

UNIVERSITA’ ISLAMICA DI GAZA che è stata attaccata dall’esercito israeliano l’11 ottobre di quest’anno, con il pretesto solito, centro di raccolta armi e miliziani di Hamas.

 

 

 

X @ IDF — 1 ottobre 2013

da : quotidiano.net

 

continua da wikipedia:

Durante la crisi israelo-palestinese del 2021 , ha scritto un articolo d’opinione sul New York Times sulla guerra in corso nella Striscia di Gaza, concludendolo con una conversazione con sua figlia di 8 anni, Linah: 

Martedì, Linah ha posto di nuovo la sua domanda dopo che io e mia moglie non avevamo risposto la prima volta: possono distruggere il nostro edificio se manca la corrente? Volevo dirti: “Sì, piccola Linah, Israele può ancora distruggere il bellissimo edificio di al-Jawharah, o qualsiasi dei nostri edifici, anche nell’oscurità. Ognuna delle nostre case è piena di storie e storie che devono essere raccontate. Le nostre case infastidiscono la macchina da guerra israeliana, la deridono, la perseguitano, anche nell’oscurità. Non può sopportare la loro esistenza. E, con i soldi dei contribuenti americani e l’immunità internazionale, Israele presumibilmente continuerà a distruggere i nostri edifici finché non rimarrà più nulla”. Ma non posso dire niente di tutto questo a Linah. Quindi mento: “No, tesoro. Non possono vederci nell’oscurità.

 

Durante la guerra Israele-Hamas del 2023, Alareer è apparso sui media sulla BBC , Democracy Now! notizie di ABC . All’indomani dell’attacco condotto da Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023 , ha descritto l’attacco come “legittimo e morale” e ha affermato che era “esattamente come la rivolta del ghetto di Varsavia “.  Ha anche respinto le accuse secondo cui Hamas avrebbe commesso violenze sessuali durante l’attacco del 7 ottobre in quanto menzogne ​​utilizzate per “giustificare il genocidio di Gaza”.

Gli israeliani hanno visto Alareer come qualcuno che ha ripetutamente sposato opinioni odiose nei confronti di Israele e degli israeliani, incluso il paragone tra Israele e la Germania nazista. In risposta all’affermazione, poi rivelatasi falsa, secondo cui Hamas avrebbe ucciso un bambino mettendolo in un forno, ha risposto su Twitter “con o senza lievito” .

Il New York Times ha riferito che i commenti di Refaat riflettevano la sua rabbia verso Israele, aggravata dall‘uccisione di suo fratello in un attacco aereo israeliano durante la guerra del 2014, e dal fatto che il blocco israeliano su Gaza gli aveva impedito di lasciare la Striscia per studiare. e insegnare all’estero.  Rispondendo a qualcuno che lo ha definito un “essere umano disgustoso” per il tweet, Alareer ha detto che l’affermazione era “bugie e invenzioni israeliane”.

 

Alareer e sua moglie avevano sei figli.  Suo fratello, Hamada, così come il nonno, il fratello, la sorella e tre nipoti di sua moglie Nusayba furono uccisi durante la guerra di Gaza del 2014 in una campagna di bombardamenti israeliani. In totale, Israele uccise più di 30 parenti di Alareer e di sua moglie. Durante la crisi Israele-Palestina del 2021 , Alareer ha scritto un editoriale sul New York Times descrivendo gli effetti sui suoi figli.

 

Refaat Alareer è stato ucciso da un attacco aereo israeliano intorno alle 18:00 del 6 dicembre 2023.  Aveva 44 anni. Suo fratello Salah con il figlio Mohammed e sua sorella Asmaa con tre dei suoi figli (Alaa, Yahia e Mohammed)sono tra le persone uccise nello stesso attacco aereo.

Euro-Med Monitor ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che sembra che Alareer sia stato deliberatamente preso di mira, affermando che l’appartamento in cui Alareer si trovava con la sua famiglia è stato “bombardato chirurgicamente dall’intero edificio in cui si trovava, secondo testimoni oculari confermati e resoconti familiari”, dopo settimane di minacce di morte che Refaat ha ricevuto online e telefonicamente da numeri israeliani.”

Il rapporto Euro-Med Monitor afferma che prima della sua morte, Alareer si era rifugiato in una scuola dell’UNRWA a Gaza con sua moglie e i suoi figli quando ha ricevuto una minaccia telefonica in cui affermava che conoscevano la scuola in cui si trovava. Ciò ha spinto Alareer a evacuare la scuola e trasferirsi nell’appartamento di sua sorella. 

Nella sua ultima intervista prima di essere ucciso, con il rumore delle bombe israeliane che esplodevano in sottofondo, Alareer ha detto che gli abitanti di Gaza si sentivano impotenti e che, anche se non aveva armi, si sarebbe difeso se l’esercito israeliano fosse arrivato a casa sua: 

Sono un accademico. Probabilmente la cosa più difficile che ho a casa è un pennarello Expo . Ma se gli israeliani invadono, se irrompono contro di noi, ci caricano porta a porta per massacrarci, userò quel segnale per lanciarlo contro i soldati israeliani, anche se questa è l’ultima cosa che fossi in grado di fare. E questa è la sensazione di tutti. Siamo impotenti. Non abbiamo niente da perdere.

 

 

Edizioni Lorusso, 2015

Gaza Writes Back è una raccolta di ventitré racconti, tanti quanti i giorni dell’operazione Piombo Fuso dell’occupazione israeliana a Gaza, di quindici giovani palestinesi della striscia di Gaza. Una generazione tra i venti e i trenta anni che ha scoperto la scrittura e i social media, in particolare attraverso la lingua inglese, come strumento di resistenza per far arrivare la loro voce senza filtri né censure. In italiano, la prova che la cultura e la letteratura palestinese, nonostante l’apartheid israeliano, sono vive più che mai.

Refaat Alareer, nato a Gaza (Palestina) nel 1979, curatore di Gaza Writes Back, ecc.

 

da un saggio di Refaat Alareer :

  • Alareer, Refaat (20 giugno 2023)“Tengono anche i nostri cadaveri: muoiono nelle carceri israeliane” . Rivista Scalawag . Estratto l’11 dicembre 2023 . E in una dimostrazione di estrema crudeltà, le parole insensibili dell’ufficiale echeggiarono nell’aria, riverberando con il peso di mille notti senza padre. Con un sorrisetto, si vantò sfacciatamente con il figlio addolorato: “Ho ucciso tuo padre”. La stanza piombò in un abisso di silenzio. Il tempo si era fermato, sconvolto dall’impatto di quelle sillabe inquietanti. “Era come se avessero ucciso mio padre due volte.”

 

 

tutto da :

https://en.wikipedia.org/wiki/Refaat_Alareer ( wikipedia inglese, traduz. automatica )

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