Una diciassettene ormai antica che non si vede più come le lucciole—Voi le sentite-le vedete ancora ? —La nostra ” lucciola ” che canta come una bimba – quasi – è Donatella ( D’Imporzano.) — Sentitela voi !

 

CHARLES BYRD E STAN GETZ SUONANO ” DESAFINADO — 1962

 

 

 

 

 

aquarello mini su tela di Mario Bardelli

 

 

 

Perdono di tagliare le persone a metà

Perché siamo noi troppo piccoli.

 

Ma perdono di averle santificate

Per adorarle senza il fastidio di conoscerle.

 

Perdono della serietà severa

nell’usare la nostra grande presunzione.

 

Perdono ancora della nostra sensibilità da elefanti

E perdono agli elefanti per la loro umana sensibilità.

 

Perdono dell’indistruttibile nostro sistema tolemaico

E perdono all’Io di Tolomeo come ai nostri… amen.

 

Perdono del flauto che sull’altro vogliamo suonare

Senza darci la briga di conoscere una nota.

 

Perdono delle persone che sono altro

e perdono agli altri che sono come noi persone.

 

Perdono delle parole dette per parlare…

Perdono delle non dette per tacere…

 

Perdono di tutto quello che siamo stati e siamo

E perdono ancora di più per quello che saremo.

 

Ma perdono infine di chiedere perdono…

E  ancor più  “perdono al perdono” per non significare granché

 

 

 

 

 

 

riviera di ponente di  mario bardelli

 

 

 

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2 risposte a Una diciassettene ormai antica che non si vede più come le lucciole—Voi le sentite-le vedete ancora ? —La nostra ” lucciola ” che canta come una bimba – quasi – è Donatella ( D’Imporzano.) — Sentitela voi !

  1. Chiara Salvini scrive:

    chiara : la musica di questa ” ballata ” o ballatella, e il suo fascino – è dato dal saper toccare con mano e cuore leggeri- cose molto profonde degli umani e dei loro rapporti sempre così pasticciati per una serie di non ” messe a fuoco ” ( equivoci ) che qui l’autore tocca con giocosità e senza giudicare ; inoltre, senza fermarsi né approndire o addirittura spiegare, subito passa ad un altro tema,
    / pasticcio di relazione per evitare la brutale parola ” conflitto “.
    La frase sul flauto, la riconoscete, è l’accusa di Amleto all’amico, mi pare sia Rosenkranz che- su istruzioni della madre di Amleto- pretende ” suonarlo ( farlo confessare sui suoi mali ) come un flautista di professione fa suonare lo strumento. Amleto gli passa un flauto ordinandogli di suonarlo,l’altro si rifiuta, non lo so fare e lo ripete varie volte sconsolato.. Allora Amleto: ” E voi credete io sia più facile da suonare che un flauto ? “. Riporto a memoria, ci sarnno inesattezze.

    Segue un altro verso : perdono per le persone che sono altro da noi—- altro da come vorrei, da come me le immagino e anche pretendo siano / io sempre più spesso –scordandomi- in questo movimento aggressivo verso di loro- che loro prima di tutto sono “persone ” quanto noi stessi e per questo dovremmo riconoscere loro – la stessa libertà di essere che riconosciamo, meglio, che pretendiamo per noi- Notte bella, chiara
    p.s.
    Nella speranza, vana, di volere suggerire la profondità nascosta nella semplicità delle parole usate dall’autore, disperatente spero di non avervi rovinato la poesia che, come è stato affermato dai grandi, ha il suo fascino nel ” non detto” e men che meno, trova il suo senso quando questo e’ ” esplicitato “: Donatella mi taglierà la testa, domani alle 11 di mattina in Piazza Gramsci a Cinisello davanti ad una sacra chiesa ! Io ci sarò sicuramente per una visita medica.
    chiedo un perdono per gli errori di stanchezza..ch.

  2. DONATELLA scrive:

    Grazie per questo bellissimo commento e per avere resuscitato ricordi gentili e profondi della nostra giovane vita “desafinada”.

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