Storie di amicizie : Mama e Jan van Hoof – video, 2.19 + altro

 

 

video, 2.19

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https://storieamicizia.wordpress.com/tag/jan-van-hooff/

 

…UNO SCIMPANZE’ DI 59 ANNI, LA MATRIARCA DELLA COLONIA DEL ROYAL BURGERS ZOO DI ARNHEM, IN OLANDA, CHE E’ GRAVEMENTE AMMALATA…

 

Drone invadente, lo scimpanzé lo abbatte - Focus.it

una foto dello zoo di Arnhem-
Focus.it

 

 

JAN VAN HOOFF (PROF. DI BIOLOGIA COMPORTAMENTALE AD UTRECHT E CO-FONDATORE DELLA COLONIA BURGERS ) CONOSCEVA MAMA DAL 1972;

LA VISITA UNA SETTIMANA PRIMA CHE MUOIA DI VECCHIAIA NELL’APRILE DEL 2016.

CI VOLLE UN PO’ PRIMA CHE LEI SI ACCORGESSE DELLA PRESENZA DI JAN.

LA SUA REAZIONE, QUANDO LO VIDE, FU FORTISSIMAMENTE AMOROSA.

MAMA AVEVA RICOPERTO UN RUOLO IMPORTANTE NELLA COLONIA DI BURGERS.

QUESTO RUOLO  ERA STATO DESCRITTO COME ” POLITICA DELLO SCIMPANZE’ ” DA FRANS DE WAAL, CHE STUDIO’ LA COLONIA DAL 1974.

MAMA SI E’ SPENTA POCO DOPO AVER SALUTATO IL SUO AMICO.

MAMA HA AVUTO UNA BUONA VITA COME ANZIANA DELLA COLONIA DI SCIMOPANZE’ E UNA VITA SOCIALE RICCA. NEI SUOI ULTIMI GIORNI E’ STATA CIRCONDATA DALLE PERSONE CHE PIU’ L’AVEVANO ACCUDITA E AMATA

 

 

*** NON POSSIAMO SAPERE SE SAREBBE STATA PIU’ FELICE NELLA SUA FORESTA DOVE  FORSE ERA NATA ..

 

Devo dire che è una cosa che mi sono chiesta parecchie volte vivendo con il nostro Didi’: mi sono incolpata di non avergli dato una famiglia con i suoi simili, una compagna, dei figli..Non è dipeso  solo da me visto che non abito sola. In qualche modo l’avevo educato a stare solo con gente che non parla la sua lingua e che in più sono fatti in modo così diverso da lui.. anche se alcune volte ci parlavano abbaiando l’un l’altro. In dieci anni aveva imparato a capire quasi tutto di quello che gli dicevo, anche se a volte mi chiedevo se non stessi  allucinando. Ma anche Mario. ogni tanto, lo pensava.

Lui, Didì,  era stato strappato alla madre in qualche posto nell’Europa orientale ( così ci hanno detto ben due veterinari )  e da quello che ci hanno descritto, aveva fatto una vita dura prima di approdare in un negozio a Milano, dove l’avevo trovato che aveva meno di due mesi. Gliene era rimasta, a mio avviso, una ferita affettiva per cui anche ricolmandolo di affetto ( è un modo, come sapete, di riceverlo noi stessi come in uno specchio ), sembrava non gli bastasse mai. Alla sera, quando andavamo al computer sia io che Mario, verso le nove, e lui rimaneva solo nella nostra camera, Didì, cominciava ad abbaiare : andavo subito e gli dicevo di venire con noi nella saletta  a farci compagnia, a volte si decideva, a volte no, allora mi sedevo sul letto con lui e lo accarezzavo finché si stufava.. poi andavo via e lui stava tranquillo aspettando che arrivassimo. Appena mi mettevo a letto, portava uno dei suoi bastoncini che aveva nascosto nei capelli delle bambole, e voleva dire : ” Adesso giochiamo “. E così facevamo, anche se negli ultimi tempi si addormentava– giocando gli si chiudevano gli occhi e poverino si sforzava di tenerli aperti; così gli dicevo che adesso era ora della nanna, anch’io mi toglievo gli occhiali e chiudevo gli occhi per dirgli che era nanna per tutti. Stava lì a farsi accarezzare finché era pronto a dormire: allora se ne andava al fondo del nostro letto e appoggiava il suo bel musino sui capelli biondi delle bambole. E dormiva tranquillo facendo, sempre ultimamente, dei versi piuttosto baritonali per un esserino così piccolo.

 

 

qui è in un dipinto di mario bardelli, era più o meno appena arrivato, ma non aveva quest’aria così infelice e tristissima..

ne metto un’altra:

 

questa foto è di STE che lo ha amato molto, quasi come noi..

 

Anche se adesso non c’è più, mi ha lasciato un tepore dolce nel cuore, un’infinita tenerezza, qualcosa più sfumato di quello che queste parole dicono nella loro granicità, direi piuttosto un soave sentimento di gratitudine.  E’ forse al mondo la persona che ho amato con meno ambivalenza, ci bisticciavo, lui mi teneva i musi per molto, un vero testone, ma poi la pace era intera. Ci abbracciamo — come l’ho abbracciato l’ultima volta, senza riuscire a staccarmi da lui e forse anche lui da me. Mi da pace pensare e poter parlare di lui, se fossi capace vorrei scrivere un libro lungo e bello come ” Guerra e pace ”  per tenermelo sempre accanto.

 

 

 

 

 

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1 risposta a Storie di amicizie : Mama e Jan van Hoof – video, 2.19 + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Caro Didì, vorremmo tanto reincontrarti ed essere felici insieme a tutte le persone che amiamo e che abbiamo amato.

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