ANGELA CAPONNETTO, Ecatombe Lampedusa. I morti che non fanno più notizia–ARTICOLO 21- 22 NOVEMBRE 2023 + note

 

Articolo21

 

22 novembre 2023

Ecatombe Lampedusa. I morti che non fanno più notizia

 

Ecatombe Lampedusa. I morti che non fanno più notizia

 

Angela Caponnetto

 

Mastica e sputa: così fa da tempo il mondo dell’informazione dando in pasto a ondate notizie che vengono masticate ma non digerite, non metabolizzate. Come quelle sui flussi migratori e sulle tragedie ad essi correlate. Mentre le persone migranti assumono sempre di più contorni diluiti e impalpabili, perdendo forma Umana.
Succede così che da alcune settimane si parla di immigrazione per le decisioni prese in politica per frenare i flussi lasciando invece ai margini i fatti che raccontano di continui approdi e di naufragi. Non si fa in tempo a dare notizia di uno che se ne registra un altro.  Neanche il tempo di piangere una vittima che se ne recupera un’altra. A Lampedusa ormai é uno stillicidio continuo. Nel silenzio sempre più imbarazzante dei media. Poche notizie corredate da sparute immagini  fornite dalla Guardia Costiera. Mentre l’opinione pubblica rimane impassibile di fronte all’ennesima tragedia in cui muore una bimba di neanche due anni e altri due risultano dispersi.

La piccola sarebbe rimasta schiacciata dalle lamiere di una delle solite  bagnarole in ferro con dentro decine di persone. Lo ha capito il medico di Lampedusa che ha effettuato una prima analisi sul corpicino della bambina. Era partita da Sfax con i genitori originari della Guinea insieme ad una cinquantina di subsahariani . Forse caricati prima su un peschereccio tunisino che li ha poi lasciati alla deriva su quel barchino che si é aperto in due davanti gli scogli.

24 ore dopo, mentre ancora si cercano i dispersi di quel naufragio, a 28 miglia da Lampedusa, una unità della Guardia di Finanza intercetta un’altra bagnarola, con altre persone dentro:  l’imbarcazione si ribalta e una ragazza di 26 anni ivoriana, spira poco dopo il soccorso.

In quelle ore, sull’isola arrivano più di mille persone: tra pescherecci stracarichi partiti dalla Libia e barche dalla Tunisia. Sempre in quelle ore il nostro parlamento approva gli accordi con l’Albania per il trattenimento di alcune migliaia di persone migranti durante il periodo di esame della richiesta di asilo e prima dell’eventuale rimpatrio in caso di diniego. Un altro accordo con un paese extra UE dopo quelli con la Libia nel 2017 e con la Tunisia quest’anno, che al momento non risolve il problema se non allontanandolo temporaneamente alla vista dei cittadini italiani.

Intanto I flussi migratori affidati ai trafficanti proseguono senza sosta e le morti in mare aumentano a dismisura. Lampedusa resta porta d’Europa ma é anche cimitero per migliaia di migranti.

Con le navi umanitarie  obbligate ad un solo soccorso e a raggiungere porti lontani, le nostre Guardia Costiera e Finanza si sobbarcano quasi il 90% dei salvataggi di barche che si avviano da sole verso le coste italiane.

A loro tocca intercettare non solo i barchini con alcune decine di persone sopra ma anche i pescherecci con fino a 600 a bordo che sempre di più arrivano dalla Libia sulla maggiore delle Pelagie .
A loro tocca scortarli cercando di evitare ogni movimento che metta in pericolo vite umane. A loro tocca recuperare i corpi senza vita degli annegati anche quando sono da giorni in mare , decomposti e irriconoscibili.

Quanto ancora gli uomini e le donne della Guardia Costiera e Finanza potranno recuperare in silenzio cadaveri ? Quanto ancora potranno andare avanti i medici del Cisom a vedere morire uomini donne e bambini sulle motovedette ? Quanto resisteranno ancora i dottori del Poliambulatorio di Lampedusa costretti a turni massacranti?

Quanto gli psicologi e i mediatori culturali della Croce Rossa nell’hotspot di Contrada Imbriacola?

Quanto tempo ancora potranno resistere alla rassegnazione i lampedusani ?
Quanto ancora lasceremo invece l’opinione pubblica anestetizzata di fronte all’enorme tragedia che si continua a consumare nel Mare Nostrum?

 

 

 

1. CISOM 

Cisom

 

Con oltre nove secoli di storia, il Sovrano Militare Ordine di Malta è l’unico erede dell’Ordine degli Ospedalieri di San Giovanni di Gerusalemme, riconosciuto dalla Chiesa cattolica nel 1113. L’Ordine di Malta è il solo ad essere al tempo stesso ordine religioso laicale della Chiesa cattolica ed Ente di diritto internazionale.

Il Sovrano Militare Ordine di Malta rilascia passaporti, emette francobolli e dà vita ad enti pubblici melitensi dotati di autonoma personalità giuridica. La vita dell’Ordine è governata dalla Carta costituzionale e dal Codice. Oggi il Sovrano Ordine di Malta intrattiene relazioni diplomatiche con oltre 100 Stati tra cui la Santa Sede e la Repubblica Italiana. Più di trenta le rappresentanze ufficiali e gli osservatori permanenti presso le Nazioni Unite, l’Unione Europea e numerose organizzazioni internazionali.

Al vertice dell’Ordine vi è il Gran Maestro che governa sia come capo di Stato che come capo di un ordine religioso, assistito dal Sovrano Consiglio.

La sua missione è riassunta nel suo motto “Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum”: testimoniare la fede (tuitio fidei) e servire i poveri e gli ammalati (obsequium pauperum).

Numerosi gli ospedali, i centri medici, gli ambulatori, i corpi di soccorso, le fondazioni e le strutture specializzate che operano in 120 paesi. I suoi 13.500 membri, gli 80.000 volontari permanenti, coadiuvati da personale di alto profilo professionale composto da oltre 42.000 tra medici, infermieri, ausiliari paramedici e collaboratori, si dedicano alla cura dei poveri, degli ammalati e di tutti coloro che soffrono.

L’attività di soccorso d’urgenza in caso di catastrofi naturali e di conflitti armati, caratterizzata dall’assistenza medica alle vittime e ai profughi e dalla distribuzione di medicine, acqua e generi di prima necessità, rappresenta un aspetto importante dell’azione umanitaria dell’Ordine di Malta.

Per maggiori informazioni: www.orderofmalta.int

DA : https://www.cisom.org/ordine-di-malta/

 

 

 

2. POLIAMBULATORIODI LAMPEDUSA E LINOSA

 

 

 

 

Poliambulatorio di Lampedusa, al via da domani le attività del nuovo punto pediatrico | Le persone prima di tutto | Regione Siciliana

 

 

3.  isole Pelagie

 

ISOLA DI LAMPEDUSA

È la più estesa dell’arcipelago delle Pelagie nel mar Mediterraneo, nonché il territorio italiano più meridionale in assoluto e fa parte del libero consorzio comunale di Agrigento. Amministrativamente forma, assieme a Linosa, il comune di Lampedusa e Linosa (di cui è la sede municipale), che conta 6 373 abitanti complessivi. Con una superficie di 20,2 km², è la quinta per estensione delle isole siciliane. In greco antico era nota come Λοπαδοῦσσα Lopadoûssa, poi latinizzato in Lopadusa. Appartiene alla placca africana.

Le altre isole Pelagie sono :  cinque tra isole, isolotti e scogli e cioè LampedusaLinosaLampioneisola dei Conigli e lo scoglio del Sacramento, di cui solo Lampedusa e Linosa sono abitate.

 

 

 

lA PORTA D’EUROPA, A LAMPEDUSA. OPERA DELL’ARTISTA
MIMMO PALADINO – 2008

 

DA : https://it.wikipedia.org/wiki/Isola_di_Lampedusa

 

 

4. Contrada  Imbriacola– Lampedusa

 

In questa zona si trova L’Hot Spot di Lampedusa

 

https://www.globaldetentionproject.org/countries/europe/italy/detention-centres/2028/lampedusa-contrada-imbriacola-hotspot

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1 risposta a ANGELA CAPONNETTO, Ecatombe Lampedusa. I morti che non fanno più notizia–ARTICOLO 21- 22 NOVEMBRE 2023 + note

  1. DONATELLA scrive:

    Come fa questa piccolissima isola a contenere tanto dolore?

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