GIANFRANCO CAPITTA, Le istituzioni culturali, territori di conquista per le destre –Le nomine di Sangiuliano: una partita giocata con metodo–IL MANIFESTO – 12 NOVEMBRE 2023 + altro

 

 

IL MANIFESTO – 12 NOVEMBRE 2023
https://ilmanifesto.it/le-istituzioni-culturali-territori-di-conquista-per-le-destre

 

Le istituzioni culturali, territori di conquista per le destre

 

ARTE E POLITICA. Geronimo La Russa scelto per il cda del Piccolo è solo l’ultima mossa di una partita giocata con metodo. Le nomine di Sangiuliano, il teatro milanese nato in opposizione al fascismo

La Milanesiana - L'ordine del tempo e lo strano ordine delle cose - Piccolo Teatro

Il Teatro Grassi, Milano / Piccolo Teatro / Teatro Strheler

 

Bisogna dare atto al governo Meloni di una particolare forza di volontà, che non teme alcuna vergogna. E portabandiera si può riconoscere, anche per il posto che occupa, il ministro della «cultura» Sangiuliano. Un uomo forte evidentemente, delle proprie idee e convinzioni, che da piccolo deve aver giocato molto (se si può usare una immagine indicativa) con i soldatini e le guerre di conquista.

Ora che dalla direzione di un tg (quello della rete 2 Rai) non particolarmente seguito né accattivante, si ritrova ministro della cultura nazionale, deve sentirsi letteralmente, come si diceva da bambini, «a cavallo». E terre di conquista sono i fortini che fino ad ora non era evidentemente mai riuscito a conquistare (o forse neanche frequentare): quelli culturali. Ma proprio in questo campo, finirà col riabilitare (rimpiangere sarebbe troppo, per tutti) il suo predecessore Franceschini.


QUINDI
 le istituzioni culturali si trovano ad essere terreni e patrimoni di conquista, insieme a operazioni più limitate ma non meno curiose, come il vanto di aver fatto arrivare un treno veloce da Roma a Pompei, nuova caput mundi di un paesaggio non proprio inesplorato… Forse ha guardato troppo qualche film in cui si vedeva un treno sferragliante arrivare tra gli «indiani». Non si può negare del resto che la sua marcia proceda implacabile, come se in un film neorealista un personaggio, fino ad allora perdente, gridasse a un certo punto «ora glielo faccio vedere io!». Con metodo, e senza dover rendere conto a nessuno, ha così cominciato con l’istituzione geograficamente più vicina, il museo di arte contemporanea Maxxi di Roma. Qui la ragnatela veltroniana aveva affidato la direzione a Giovanna Melandri, che però col tempo e con l’esperienza di chi la circondava, una identità a quello spazio è riuscita a darla. È stata immediatamente sostituita, ex abrupto, da Alessandro Giuli, giornalista di cui si conosceva solo il quieto conservatorismo nei talk show televisivi.

 

LA REDAZIONE CONSIGLIA:

Destra e cultura, occupare ma per fare cosa?

 

 

 

Il colpo più grosso il ministro Sangiuliano l’ha sferrato poi, poche settimane fa, all’istituzione culturale italiana più conosciuta nel mondo, la Biennale di Venezia. Alla scadenza del mandato del presidente Ciccutto, affabile e coltissima personalità cosmopolita (di professione produttore cinematografico, di film anche piuttosto importanti, da Olmi in giù) arriverà

 

Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore cresciuto tra Fronte della gioventù, Movimento sociale e altre entità di estrema destra, ma approdato di recente niente meno che ad un Panegirico dell’arcitaliano Silvio Berlusconi.

 

 

Il ministro della cultura Sangiuliano

https://it.wikipedia.org/wiki/Gennaro_Sangiuliano +++ VALE DARCI UN’OCCHIATA

 

QUESTA SETTIMANA però il ministro Sangiuliano ha voluto superarsi, sferrando il colpo più «crudele» a quella che lui immagina come egemonia della sinistra sulla cultura. Ha nominato infatti al cda del Piccolo teatro di Milano Geronimo La Russa. Avvocato, 43 anni, figlio del presidente del Senato, il cui nome di battesimo evoca gli indiani di cui si diceva prima, e il cognome una fedeltà ad un passato di destra estrema contro il quale proprio il Piccolo era nato.

 

NINA VINCHI GRASSI

 

La magia del fare #1 | Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi

DA SIN.   GIORGIO STREHLER E PAOLO GRASSI

 

 

Si sa che nel 1947, condividendo con Giorgio Strehler, Paolo Grassi e Nina Vinchi la necessità di una istituzione teatrale radicata nella cultura e nella città,

 

Antonio Greppi (Publifoto)

il sindaco Greppi affidò alla nuova istituzione quasi il compito di «esorcizzare» quella sede di via Rovello dove i repubblichini di Salò avevano interrogato, seviziato e massacrato oppositori e antifascisti.

 

NOTA : LA LAPIDE IN VIA ROVELLO 6

 

ANPI –LAPIDE –Via Rovello, 6 – Palazzo Carmagnola

 

L’11 settembre 1943, con la consegna da parte del generale Vittorio Ruggero, Milano venne occupata dalla Prima Divisione Granatieri Corazzati Leibstandarte “Adolf Hitler” della Waffen SS. Pochi giorni dopo, il 18 settembre 1943, fu costituita ufficialmente la “Squadra d’Azione Ettore Muti” inglobando altre quattro squadre formatesi precedentemente sotto il comando dell’ex squadrista Francesco Colombo. Le prime reclute furono arruolate tra fascisti di provata fede, a cui si aggiunse anche un variegato gruppo di detenuti per reati comuni provenienti dal riformatorio di Vittuone e dal Carcere di San Vittore. La sede assegnata fu il palazzo di via Rovello 6. La Legione Autonoma Mobile Ettore Muti nacque ufficialmente il 18 marzo 1944. Fu posta alla dipendenza del Ministero degli Interni e, essendo un reparto militare, ebbe la qualifica di “Forza armata di Polizia”. Francesco Colombo ne divenne comandante; il Ministro dell’interno lo nominò questore, grado corrispondente nell’esercito al grado di colonnello, mentre nell’esercito, fino ad allora, aveva raggiunto solo il grado di caporale. Al momento della costituzione ufficiale della Legione circa quindici squadristi furono espulsi per indegnità o allontanati.

( ANPI MILANOhttps://anpimilano.com/memoria/lapidi-milano-citta/municipio-1/centro/via-rovello-6-palazzo-carmagnola/ )

 

In quel segno è nato il Piccolo teatro di Milano, istituzione che i fondatori hanno poi reso grandissima per i decenni successivi. Il cui fine era la cultura ma anche, e insieme, la crescita di una città, la lotta contro ogni tirannia, la scoperta di nuove potenzialità dell’arte a confronto con nuove generazioni di spettatori/cittadini. Un nuovo umanesimo che voleva ripulire la società dalla scia di guerra e di sangue lasciata dal fascismo. Una funzione che ebbe la clamorosa «benedizione» di Bertolt Brecht in persona, quando poco prima di morire venne nel 1956 ad assistere (entusiasta) alla regia di un suo testo messo in scena da Strehler al Piccolo.

 

GIÀ IN BASE a questi pochi elementi, il ministro Sangiuliano dovrebbe spiegare il perché dei nomi scelti. Non perché Geronimo La Russa non abbia i diritti di ogni altro cittadino, ma perché dal suo ampio curriculum non emergono elementi che lo avvicinino al teatro, alla sua comprensione, alle sue esigenze, alle scelte e ai conti di cui dovrà occuparsi.

Non è detto certo che nel cda debbano stare attori o artisti e nemmeno manager o produttori, quanto piuttosto esperti di finanza, è ovvio. Ma certo, per poter gestire un campo così delicato come la cultura, in particolare teatrale, dovrebbero almeno avere una certa pratica da spettatori, per essere in grado di valutarne il valore, le scelte, i conti. Nel curriculum del consigliere nominato emergono altre affinità, che forse non sono tanto relazionabili al teatro. Emerge il nome certo, e se è vero che le colpe dei padri non devono ricadere sui figli, è altrettanto notorio che la visione del mondo di papà La Russa sembra coltivare piuttosto altre affinità.Per poter gestire un campo così delicato bisognerebbe almeno avere una certa pratica da spettatori, per essere in grado di valutarne il valore, le scelte, i conti. Forse per questo la nomina suona «sinistra» (non in senso storico e naturale, of course), che ha solo il sapore sanguinario di quel rovesciamento vendicatore di valori universalmente riconosciuti, cui il ministro Sangiuliano sembra applicarsi, quasi avesse trovato la sua nuova ragion di vita. Ma per «rovesciare» di senso le cose e le istituzioni bisogna conoscerle in profondità. Senza rifarsi alla rivelazione degna proprio di un Premio Strega, per i cui concorrenti il ministro ha votato senza averli letti. Ma sarebbe allora da nominare Geppi Cucciari direttrice dei teatri nazionali. Allora sì che il ministro ci stupirebbe positivamente!

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a GIANFRANCO CAPITTA, Le istituzioni culturali, territori di conquista per le destre –Le nomine di Sangiuliano: una partita giocata con metodo–IL MANIFESTO – 12 NOVEMBRE 2023 + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Credo, abbastanza realisticamente, che stiamo avvicinandoci ad un regime autoritario che si imporrà senza colpo ferire. Ultimo atto è stato ieri la bocciatura dello sciopero generale da parte dell’esecutivo, con argomentazioni di lana caprina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *