De’ Visi Mostruosi e Caricature. Da Leonardo Da Vinci a Bacon –da CLASSIC CULT.IT ++ altri link

 

 

 

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Venezia, dal 28 gennaio 2023 la grande mostra “De’ Visi Mostruosi e Caricature. Da Leonardo Da Vinci a Bacon” promossa dalla Fondazione G. Ligabue

/ Venezia, Palazzo Loredan, dal 28 gennaio 2023 /

 

De’ Visi Mostruosi e Caricature. Da Leonardo Da Vinci a Bacon

 

 

 

Giovan Paolo Lomazzo (1538-1592),
Testa grottesca di donna volta verso destra, 1560 circa,
olio e tempera su tavola,
26 x 18 cm
Collezione privata, Milano
©Vivi Papi

 

 

 

Leonardo da Vinci e bottega
Quattro teste grottesche (part.) 1495-1505 c.
Penna e inchiostro, B: 64 × 47 mm
The Devonshire Collection, Chatsworth ©The Devonshire Collections, Chatsworth. Reproduced by permission of Chatsworth Settlement Trustees

 

 

 

Leonardo da Vinci (1452-1519) e bottega, Quattro teste grottesche, 1495-1505 circa, penna e inchiostro, A: 47 x 37 mm; B: 45 x 34 mm; C: 49 x 37 mm; D: 48 x 37 mm. The Devonshire Collections, Chatsworth ©The Devonshire Collections, Chatsworth. Reproduced by permission of Chatsworth Settlement Trustees

Leonardo da Vinci (1452-1519) e bottega, Quattro teste grottesche, 1495-1505 circa, penna e inchiostro, A: 47 x 37 mm; B: 45 x 34 mm; C: 49 x 37 mm; D: 48 x 37 mm. The Devonshire Collections, Chatsworth ©The Devonshire Collections, Chatsworth. Reproduced by permission of Chatsworth Settlement Trustees

 

 

 

 

Leonardo da Vinci (1452-1519), Testa grottesca, 1495-1505 circa, penna e inchiostro, A: 51 x 37 mm; B: 52 x 37 mm; C: 50 x 43 mm; D: 52 x 45 mm. The Devonshire Collections, Chatsworth. ©The Devonshire Collections, Chatsworth. Reproduced by permission of Chatsworth Settlement Trustees

Leonardo da Vinci (1452-1519), Testa grottesca, 1495-1505 circa, penna e inchiostro, A: 51 x 37 mm; B: 52 x 37 mm; C: 50 x 43 mm; D: 52 x 45 mm. The Devonshire Collections, Chatsworth.
©The Devonshire Collections, Chatsworth. Reproduced by permission of Chatsworth Settlement Trustees

 

 

 

 

Giovanni Agostino da Lodi (1495-1520),
Testa d’uomo maschile, 1500-1505 circa,
matita rossa su carta,
162 x 108 mm.
Kupferstich-Kabinett, Staatliche Kunstsammlungen Dresden
Photo: Herbert Boswank

 

 

 

 

 

Leonardo da Vinci (1452-1519),
Testa caricata e busto di profilo d’uomo verso sinistra, 1490 circa,
punta metallica, penna e inchiostro seppia su carta, incollata su carta di supporto,
153 x 112 mm.
Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca-Milano
©VENERANDA BIBLIOTECA AMBROSIANA /MONDADORI PORTFOLIO/ G. Cigolini

 

 

 

 

 

Giambattista Tiepolo
Caricatura di prelato che legge, seduto,
di profilo a sinistra, 1755-1760
Penna e inchiostro bruno e nero,
pennello e inchiostri diluiti, 173 × 140 mm
Milano, Castello Sforzesco, Gabinetto dei Disegni © Gabinetto dei Disegni, Castello Sforzesco, Milano

 

 

 

Wenceslaus Hollar (1607-1677),
Cinque teste grottesche, 1646, acquaforte,
240 x 185 mm.
Nuova Fondazione Rossana e Carlo Pedretti, Lamporecchio
© Nuova Fondazione Rossana e Carlo Pedretti

 

 

DA QUI AL SEGUITO  :

Aperta a Venezia la grande mostra sui visi mostruosi, da Leonardo a Bacon

 

 

Camillo Procaccini (1561-1629), Due teste femminili, figure femminili, 1590 circa, grafite e sanguigna su carta bianca, 199 x 178 mm. Galleria dell’Accademia di Venezia ©G.A.VE Archivio fotografico – “su concessione del Ministero della Cultura”

Camillo Procaccini (1561-1629), Due teste femminili, figure femminili, 1590 circa, grafite e sanguigna su carta bianca, 199 x 178 mm. Galleria dell’Accademia di Venezia ©G.A.VE Archivio fotografico – “su concessione del Ministero della Cultura”

 

 

 

Giambattista Tiepolo (1696-1770), Caricatura di uomo gobbo in piedi e di profilo, con tricorno in mano e spada, penna, inchiostro seppia chiaro acquerellato e bistro su carta, 197 x 142 mm. Collezione privata ©Matteo De Fina

Giambattista Tiepolo (1696-1770), Caricatura di uomo gobbo in piedi e di profilo, con tricorno in mano e spada, penna, inchiostro seppia chiaro acquerellato e bistro su carta, 197 x 142 mm. Collezione privata ©Matteo De Fina

 

 

 

Pietro Antonio Novelli (1729-1804), Sedici figure, penna e inchiostro seppia su carta tagliata agli angoli, 93 × 145 mm. Collezione privata ©Matteo De Fina

Pietro Antonio Novelli (1729-1804), Sedici figure, penna e inchiostro seppia su carta tagliata agli angoli, 93 × 145 mm. Collezione privata ©Matteo De Fina

 

 

 

Carlo Lasinio (1759-1838), Due teste grottesche di donna e uomo anziani, 1790-1800 circa, Acquaforte a colori, 373 × 262 mm. Ente Raccolta Vinciana, Castello Sforzesco Milano © Studio Fotografico Luca Carrà

Carlo Lasinio (1759-1838), Due teste grottesche di donna e uomo anziani, 1790-1800 circa, Acquaforte a colori, 373 × 262 mm. Ente Raccolta Vinciana, Castello Sforzesco Milano © Studio Fotografico Luca Carrà

 

 

 

De’ visi mostruosi non parlo, perché senza fatica si tengono a mente”, così si legge tra le annotazioni di Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico e nel Trattato della Pittura; e sicuramente rimarranno impresse nelle menti dei visitatori le tante “teste caricate” o “grottesche, i volti deformi, le figure esagerate o caricaturali realizzate dai grandi artisti attivi in Italia settentrionale tra il XVI e il XVIII secolo, esposte nella straordinaria mostra promossa a Venezia dalla Fondazione Giancarlo Ligabue.

Il nuovo ambizioso progetto dell’istituzione guidata da Inti Ligabue – in programma nella città lagunare a Palazzo Loredan-Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti dal 28 gennaio al 27 aprile 2023 – ci proietta in un mondo straniante quanto intrigante, collaterale rispetto al bello, al sublime o all’ideale oggetto privilegiato dalla pittura.

 

Anche questa esposizione ci induce a riflettere sulla nostra umanità” spiega Inti Ligabue, Presidente della Fondazione Giancarlo Ligabue. “In un modo certamente “diverso” rispetto a quanto fatto negli anni passati con le mostre di taglio archeologico, antropologico ed etnografico dedicate a culture e civiltà lontane, ma sempre aperti alla conoscenza e alla comprensione della società, dei suoi valori, delle sue espressioni culturali. È l’Uomo al centro dei nostri interessi; Venezia è il punto di partenza e di ritorno delle nostre esplorazioni e delle nostre ricerche e voglia di scoprire e di condividere è il motore della nostra Fondazione”.

 

All’inizio fu Leonardo. Per giungere alla caricatura, che esplode nel Settecento in laguna intrecciandosi in maniera assai peculiare con la grande tradizione musicale e teatrale veneziana, la mostra a Palazzo Loredan non poteva che partire dal grande da Vinci.

Se pure non possano definirsi caricaturali i disegni di Leonardo, ovvero diretti allo scherno, all’ironia o al sorriso, certamente le sue “teste caricate”, l’esasperazione dei tratti somatici, gli studi fisiognomici dei caratteri umani e dei “moti mentali”, la strenua analisi della deformazione a rimarcare una volontà di realismo, ma pure doti morali o virtù particolari al di là dei difetti fisici o dei segni del tempo – non possono non aver influenzato e ispirato questi esiti settecenteschi.

Pensiamo all’immediata fortuna dei suoi studi, ai tanti imitatori e seguaci attivi in laguna come Giovanni Agostino da Lodi o Giovan Paolo Lomazzo, alle riproduzioni nei secoli successivi (tra tutte le stampe seicentesche dell’incisore boemo Wenceslaus Hollar che propone in formato 1:1 i disegni appartenenti alla collezione del XXI conte di Arundel) e soprattutto alla ripresa leonardesca cui si assiste a Venezia, nei primi decenni del XVIII secolo, presso i maggiori artisti e collezionisti come Anton Maria Zanetti, “capostipite” della caricatura veneziana, e il nobile Zaccaria Sagredo.

La nota su Zanetti che appare nelle pagine manoscritte anteposte all’Album Cini – di cui sono in mostra alcuni importanti fogli – segna per il curatore Pietro Marani la pista da seguire per proporre innovativamente una linea tosco-lombarda e propriamente leonardesca nell’ispirazione dell’artista, accanto alla nota formazione emiliana pure ricordata in mostra attraverso i disegni e le grottesche di Creti, di Carracci (dalla Collezione del Duca di Devonshire anche l’unico disegno di Annibale Carracci proveniente dall’eredità Burlington) e della cerchia di Parmigianino.

Portava seco il suo matitatojo, e come Leonardo da Vinci, o altri pittori o al teatro, o altrove disegnava quell’oggetto che colpiva la sua fervida fantasia, e poi con li stessi posti in caricatura si prendea spasso. Vi si osserva franchezza di disegno non comune e fervida immaginazione capricciosa, gaja sorprendente”.

Sappiamo – come ci ricorda Marani – della presenza di Leonardo a Venezia nel 1500, breve ma significativa se pare abbia influito sulla pittura di Giorgione e sui lavori di Dürer; sappiamo pure dell’arrivo acclamato e fragoroso in laguna, nel 1726 nella collezione di Zaccaria Sagredo, di cartoni originali di Leonardo provenienti dai Casnedi di Milano:

un’acquisizione esaltante che lo stesso Zanetti riferisce nella sua corrispondenza; sappiamo infine che a Venezia Paolo Lomazzo, allievo ed erede dei manoscritti di Leonardo e guida goliardica degli artisti riuniti nell’Accademia della Val di Blenio, deve essere stato diverse volte.

Ma sono soprattutto le amicizie, le frequentazioni parigine e milanesi, la ricca biblioteca dell’artista veneziano a motivare la conoscenza dei disegni di Leonardo, diretta e indiretta, e l’influenza del Maestro su Anton Maria e sugli artisti della Serenissima.

A parte il legame di Zanetti con i Trivulzio e la frequentazione del “clan Zanetti-Carriera” con l’ambiente milanese e con i patrocinatori dei Clerici, committenti di Gian Battista Tiepolo, determinante dovette essere la presenza a Venezia di Pierre Crozat nel 1716 e di Pierre Mariette nel 1718-1719, con i quali Zanetti entrò presto in confidenza.

Furono loro a indurre il veneziano a fare un viaggio a Parigi nel 1720 insieme a Rosalba Carriera e ad Antonio Pellegrini, proseguito poi a Londra e nelle Fiandre; fu Crozat a possedere per alcuni decenni celeberrimi disegni a pennello su tela di lino di Leonardo, indicati precedentemente come lavori di Dürer ma riconosciuti dallo stesso Mariette come autografi del Maestro; fu Pierre Mariette ad acquistare un famoso Album con copie delle caricature di Leonardo, al tempo ritenute originali, molte delle quali, per altro, tratte dai disegni autografi di da Vinci conservati ora nella Collezione del Duca di Devonshire a Chatsworth, di cui questa mostra espone ben dodici esemplari.

Possibile che di tutto questo non abbiano discorso i due francesi con Zanetti? La domanda aleggia nell’esposizione e nel catalogo edito da Marsilio: possibile che egli non abbia visto e “annotato” tali opere?

Se a questo – sempre seguendo il ragionamento del curatore – aggiungiamo che nell’inventario della biblioteca di Zanetti compare proprio una copia dell’Album Marietteinciso nel 1730 dal Conte di Caylus, così come il Trattato della pittura di Leonardo nell’editio princeps, ovvero quella stampata a Parigi da Raphael du Fresne nel 1651, ma anche l’Idea del Tempio della Pittura del Lomazzo pubblicata nel 1590 a Milano, in cui egli ricorda i “visi mostruosi” del da Vinci, e il suo Trattato dell’arte della Pittura – tutti volumi ed edizioni esposti in questa occasione – allora gli indizi possono diventare prove.

I visitatori si potranno divertire nel notare come il gesto sintetico e immediato di certe caricature di Giambattista Tiepolo, ma anche quelle stesse dello Zanetti, richiamino quella che può considerarsi l’unica vera caricatura di Leonardo esistente – quella di un “Chierico in cui furbizia, arguzia e derisione si sposano perfettamente in pochi tratti – anch’essa eccezionalmente in mostra grazie alla generosità della Veneranda Biblioteca Ambrosiana; e come nasi esagerati, menti sporgenti, seni prorompenti, teste con parrucche siano di matrice leonardesca o comunque rivelino prototipi poi ripresi e variati dagli autori leonardeschi come Melzi, Battista Franco, Lomazzo, Figino: fra tutti la “caricatura di uomo con cappello conico” che ritroviamo nell’ “Homo ridiculo di ambito del Lomazzo prestato dall’Accademia Carrara di Bergamo, che trova un’eco nei lavori di Brambilla, Figino e Arcimboldo esposti in mostra.

Da segnalare, tra rarità e nuclei importanti, l’intrigante olio su tela con Testa grottesca di donna (1560), attribuito a Giovan Paolo Lomazzo già dal Longhi, e la straordinaria galleria di circa venti caricature tiepolesche: gobbi, prelati e macchiette di nobili signori di diverse datazioni, alcune già in Collezione Valmarana e poi Wallraf, altre provenienti dal “Terzo tomo de caricature”. Identikit queste ultime – secondo Enrico Lucchese in catalogo – di “maschere in carne e ossa”, tipi e caratteri universali della fauna umana, opere d’arte prima che lavori umoristici per la qualità dell’esecuzione, espressione del potere della pittura che può esaltare come demolire, evocare “angeli e nanerottoli”, provocare commozione o riso.

Il dipinto di Lomazzo invece, “animalesco e ottuso”, derivante da un fortunatissimo disegno di Leonardo copiato e riprodotto più e più volte, mostra il seguito, anche in pittura, della strada avviata dal Maestro, laddove gli effetti della deformazione fisiognomica qui appaiono ancora con più evidenza e sembrano avvalorare l’interpretazione delle teste grottesche di Leonardo data da Gombrich (1954), in cui affiorerebbe il tema dell’inconscio e della raffigurazione autobiografica.

 

NOTA : Ernst H. Gombrich – La storia dell’arte

La storia dell'arte - Ernst H. Gombrich - copertina

La storia dell’arte

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FRANCIS BACON 

 

De' visi mostruosi e caricature. Da Leonardo da Vinci a Bacon - Arte.Go: Mostre, Eventi, Corsi e Concorsi

da — Arte.Go

Francis Bacon (1909-1992), Tre Studi per il ritratto di Isabel Rawsthorne, 1965, Olio su tela Ogni pannello: 35,5 x 30,5 cm. Complessivo 47 x 115,5 cm Sainsbury Centre for Visual Arts, Norwich UEA 37 © The Estate of Francis Bacon. All rights reserved, DACS/ SIAE /Artimage 2022 Photo: Prudence Cuming Associates Ltd

Aperta a Venezia la grande mostra sui visi mostruosi, da Leonardo a Bacon

 

 

 

Three Studies of Isabel Rawsthorne (on white ground) | Francis Bacon

Francis Bacon

 

 

 

 

Ambiti che prefigurano i temi psicanalitici e visionari della pittura di Francis Bacon nei suoi ritratti. La mostra si chiude con uno scatto in avanti, un superlativo trittico dell’artista datato 1965: Tre studi per un ritratto di Isabel Rawsthorne prestati dal Sainsbury Centre-University of East Anglia di Norwich. Un invito a riflettere su come nel Novecento questa via dell’arte, di antica provenienza, prosegua assumendo nuovi significati, conducendo lo studio della natura umana alle destrutturazione, alla deformazione e alla manipolazione della forma, per manifestare l’interiorità e l’inconscio.

Testo e immagini dall’Ufficio Stampa Villaggio Globale International

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1 risposta a De’ Visi Mostruosi e Caricature. Da Leonardo Da Vinci a Bacon –da CLASSIC CULT.IT ++ altri link

  1. DONATELLA scrive:

    Mi sembra molto pertinente l’espressione “matitatojo” (“portava seco il suo matitatojo…) che viene usata per descrivere l’attività di un artista da parte di un suo contemporaneo. La caricatura ( o comunque la rappresentazione di alcuni particolari fisici reali ma sovente esacerbati) è uno strumento di indagine che sta tra il realistico e il crudele, quindi il “matitatojo” mi fa pensare al “mattatoio”.

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