Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale ( Panicale, 1383 – Firenze, 1440/1447 ), è stato un grande pittore italiano alle origini del Rinascimento fiorentino. + altro

 

ARTE.IT
https://www.arte.it/opera/annunciazione-4694

 

 

DESCRIZIONE:

L’opera venne dipinta per l’altare della cappella Guardini sulla parete sinistra della chiesa di San Niccolò Oltrarno a Firenze. Non è chiaro se l’opera sia stata dipinta prima o dopo la Cappella Brancacci (dove Masolino lavorò nel 1424-1425) e ciò è legato alla complessa questione della capacità di Masolino di usufruire della prospettiva, che alcuni ritengono conquista ed altri invece attribuiscono sempre a un intervento diretto del collaboratore Masaccio. Verso il 1567 la tavola venne trasferita in un’altra cappella e nel 1576 fu posizionata in sacrestia, quando fu sostituita da una più moderna annunciazione dipinta da Alessandro Fei. Rimase nella chiesa fino all’inizio del XIX secolo, a giudicare da alcune informazioni indirette offerte dai commenti alle varie edizioni delle Vite di Vasari nelle quali l’opera è citata. Fu forse allora esportata da Firenze e acquistata, pare, da Francis Weymss-Charteris-Douglas, duca di Wemyss, che l’avrebbe portata nella residenza di Gosford House, a Longniddry, in Scozia. Passata ai suoi eredi, nel 1915 circa si trovava a Londra, dall’antiquario Robert Langton Douglas, che la piazzò nel 1916 a Henry Goldman di New York. Il 26 aprile 1937 fu acquistata dal A.W. Mellon Educational and Charitable Trust di Pittsburgh e nel 1937 venne donata alla National Gallery.

L’Annunciazione di Masolino è un’importante opera di passaggio dall’iconografia trecentesca del tema (improntata massimamente da Simone Martini nell’Annunciazione degli Uffizi) all’iconografia quattrocentesca e, quindi, rinascimentale. Masolino ambientò la scena, invece che in un mistico fondo oro, in una stanza con gli elementi dell’arredo e dell’architettura ben compiti, anche se non rinunciò a un richiamo alla tradizionale separazione in pannelli, tramite la giustapposizione della colonna centrale, che spartisce in due la scena. Ben calibrato è il gioco di archi, che spinge lo sguardo dello spettatore in profondità fino alla porta socchiusa, grazie a un uso equilibrato della prospettiva, che arriva a far vedere l’ornamentazione dei soffitti. L’effetto è però più decorativo che realistico e non mancano incertezze, come proprio il raccordo della colonna, che alla base si trova in primissimo piano e al capitello invece sembra più arretrata. I due protagonisti non sembrano così abitare lo spazio, ma appaiono semplicemente giustapposti in primo piano ad esso. L’angelo è abbigliato sontuosamente e tiene le braccia incrociate in segno di reverenza alla Vergine. Essa è seduta in un trono ed ha in mano il tradizionale attributo del libro, simbolo delle Scritture che si avverano. Con un gesto eloquente sembra accettare con remissione l’incarico affidatole dal Signore, mentre una luce divina le illumina la testa dal soffitto. La sua figura è di elegante aristocraticità, con un manto che crea un panneggio dalle linee articolare e mosse, in linea col gusto gotico internazionale. Tipica di Masolino è la mano con le dita affusolate, che si appoggia eterea e senza sforzo alcuno, elegante ma irreale. L’effetto generale dell’opera è quello di una scena delicata e ornamentale, con preziosi accordi cromatici estremamente curati.

 

MASOLINO DA PANICALE

 

Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale (Panicale1383 – Firenze1440/1447), è stato un pittore italiano.

Per molti anni è stato considerato il maestro di Masaccio, del quale era effettivamente più anziano, mentre oggi la critica è sostanzialmente orientata a credere che il loro rapporto fosse basato su una semplice collaborazione professionale paritaria.

I primi quarant’anni della sua vita restano un mistero; persino il luogo di nascita è oggetto di discussioni. Vasari identifica – per alcuni storici in modo approssimativo – il luogo natale con Panicale in Valdelsa, località inesistente e della quale non si ha alcuna traccia storica.

Secondo alcuni storici e ricercatori umbri (G. B. Vermiglioli, Brami, A. Mariotti, C. Corsetti, G. Grifoni, C. Caprini, L. Lepri), Masolino sarebbe nato a Panicale, in Umbria, nel 1383. Il contesto storico è caratterizzato dal dominio della famiglia Visconti, Signori di Milano e da Gian Galeazzo (1351-1402), che al momento della nascita del pittore, escluse Firenze e Venezia, era a capo di tutta l’Italia settentrionale e di gran parte dell’Italia centrale (compresa Perugia). Il padre di Masolino, Cristoforo Fini, identificato dal Vasari come “imbianchino”, fu per lungo tempo al fianco del giovane, occupandosi di tutte le pratiche amministrative (affitto, catasto, stipula di contratti, denuncia dei redditi, iscrizione alla corporazione dei Medici e Speziali e molto altro). La qualità e competenza con le quali Cristoforo Fini si prese cura di Masolino, fanno pensare ad una occupazione diversa da quella di semplice imbianchino, descritta dal Vasari. Seguendo questa ipotesi e considerando come i moderni critici d’arte siano unanimi nel riconoscere in Masolino tratti pittorici di impostazione lombarda, si potrebbe ipotizzare che Cristoforo Fini si trovò ad essere al servizio dei Visconti e curare i loro interessi nel territorio del perugino, forse come “gabelliere” o altro funzionario (esattore, Maestro di Posta). Dal 1303 e buona parte del secolo XIV, la famiglia Fini è citata nel Volume TUSCIA, Libro delle Decime del XIII e XIV secolo, riguardante la diocesi di Chiusi e la parrocchia di Pozzuolo; inoltre, secondo la tradizione, i Fini furono titolari o gestori, della “Posta” di Pozzuolo, che a quel tempo era molto ricca e ambita, assieme all’antica Posta della Panicarola, altra località nelle immediate vicinanze di Panicale. Secondo le ricerche degli storici umbri, è possibile che la famiglia Fini, al momento della nascita di Masolino, soggiornasse nel castello di Panicale, avamposto militarizzato sicuro, collocato tra le Poste di Pozzuolo (Umbro) e Panicarola; queste località, oggi tutte in Umbria, a quel tempo facevano parte della Toscana (Tuscia), quindi geograficamente e politicamente, legate al territorio della Val di Chiana e alla Diocesi di Chiusi, fino al 1601.

Si può supporre che il soggiorno dei Fini a Panicale fu dovuto ad un incarico temporaneo e in seguito agli eventi politici, seguiti alla caduta del regime visconteo a Perugia, abbia indotto la famiglia Fini a trasferirsi altrove, quando Masolino era ancora giovanissimo.

La prima notizia certa sul suo conto è del 1422, anno in cui, stabilendosi a Firenze, prende in affitto una casa. L’anno successivo, poi, nel gennaio 1423, si immatricola nell’Arte dei Medici e Speziali che fungeva anche da corporazione dei pittori. Masaccio vi si era iscritto un anno prima, nel 1422.

Fu solo con gli studi del 1940 di Roberto Longhi (Fatti di Masolino e Masaccio) che si operò una sistematica divisione tra le opere e gli apporti dei due artisti. Se ormai è chiara la distinzione tra le diverse mani anche nelle stesse opere, alcuni punti della biografia di Masolino restano oscuri, come i suoi spostamenti prima del 1423 o i suoi rapporti, se esistettero, con Donatello e Brunelleschi.

Gradualmente l’opera di Masolino ha conosciuto una continua rivalutazione, che ha tenuto conto dell’altissima qualità della sua pittura. Attribuzioni che davano come altalenanti le scelte di Masolino tra il Rinascimento e il Gotico internazionale sono oggi state chiarite da studi come quelli di Miklós Boskovits, e non escludono più la partecipazione di Masolino alle novità del Rinascimento fiorentino, del quale è innegabile comunque la sua opera di mediatore e diffusore in Italia settentrionale.

 

da : https://it.wikipedia.org/wiki/Masolino_da_Panicale#

 

 

 

 

Masolino, Vergine col BambinoEmpolichiesa di Santo Stefano

LupoCapra di Wikipedia in italiano

 

 

NOTA SU :

Miklós Boskovits

Miklós Boskovits, storico dell'arte (1935-2011) | librolandia

foto di Miklós Boskovits da  librolandia

Miklós Boskovits (Budapest26 luglio 1935 – Firenze19 dicembre 2011) è stato uno storico dell’arte ungherese. Fu tra i più importanti studiosi dell’arte medievale italiana e, in particolare, toscana.

Studiò a Budapest, ma ostacolato dal regime comunista nei suoi spostamenti di studio, appena poté, nel 1968, lasciò il suo paese e si recò in Italia, senza un soldo. All’inizio venne aiutato da Carlo Volpe. Avvicinatosi a Roberto Longhi, nel 1977 divenne professore all’Università della Calabria.

Dal 1980 insegnò all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove rimase fino al 1995, quando venne chiamato a prendere il posto di Mina Gregori all’Università degli Studi di Firenze.

opere in italiano :

  • Miklós Boskovits, La scuola di Giotto, Milano, Fratelli Fabbri, 1966.
  • Miklós Boskovits, Giovanni da Milano, Firenze, Sadea, Sansoni, 1966.
  • Miklós Boskovits, Pittura umbra e marchigiana fra Medioevo e Rinascimento: studi nella Galleria Nazionale di Perugia, Edam, 1973.
  • Miklós Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, 1370-1400, Firenze, Edam, 1975.
  • Miklós Boskovits, Puccio Capanna, Voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, 1975.
  • Miklós Boskovits, Le chiese degli ordini mendicanti e la pittura ai primi del Trecento tra la Romagna e le Marche, in Arte e spiritualità negli ordini mendicanti, Roma, Árgos, 1992, 125-149.
  • Miklós Boskovits, Immagini da meditare. Ricerche su dipinti di tema religioso nei secoli XII-XV1994, Milano, Vita e pensiero, ISBN 8834326644.
  • Miklós Boskovits, Per Stefano da Ferrara, pittore trecentesco, in Hommage a Michel Laclotte: etudes sur la peinture du Moyen Age et de la Renaissance, Milano – Electa; Paris – Réunion des Musées Nationaux, pp. 56–67, 1994 ISBN 2711831167.
  • Miklós Boskovits, Giorgio Fossaluzza, La collezione Cagnola. I dipinti, Nomos Edizioni, Busto Arsizio, 1998.
  • Miklós Boskovits, Giotto: un artista poco conosciuto?, in Angelo Tartuferi (a cura di), Giotto. Bilancio critico di sessant’anni di studi e ricerche, catalogo mostra Firenze Galleria dell’Accademia, Firenze, Giunti, 2000ISBN 8809016874.
  • Miklós Boskovits, Giotto di Bondone, Voce in Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, 2001.

+++ altro in: https://it.wikipedia.org/wiki/Mikl%C3%B3s_Boskovits

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1 risposta a Tommaso di Cristoforo Fini, noto come Masolino da Panicale ( Panicale, 1383 – Firenze, 1440/1447 ), è stato un grande pittore italiano alle origini del Rinascimento fiorentino. + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Soavi gli angeli e le madonne di Masolino, che ci portano in un mondo di serenità ultraterrena.

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