Luca Zane @LucaZane 10 ( scoperto da ) :: Anne Morelli (Autore) – Silvio Calzavarini  (Traduttore) Futura, 2004 — I 10 PRINCIPI ELEMENTARI DELLA PROPAGANDA DI GUERRA-

 

 

Principi elementari della propaganda di guerra - Futura Editrice

Principi elementari della propaganda di guerra. Utilizzabili in caso di guerra fredda, calda o tiepida…

di Anne Morelli (Autore)

Silvio Calzavarini (Traduttore)

Futura, 2004

 

Prefazione di Giulietto Chiesa

 

 

Principi elementari della propaganda di guerra (Utilizzabili in caso di guerra fredda, calda o tiepida) è un libro della storica Anne Morelli, docente in quiescenza alla Libera Università di Bruxelles e specialista in critica storica applicata ai media moderni, pubblicato nel 2001. È stato tradotto in olandeseitalianospagnolotedesco e giapponese.

 

Basandosi sul libro del politico britannico Arthur Ponsonby del 1928 Falsehood in Wartime, Anne Morelli descrive i meccanismi essenziali della propaganda moderna utilizzati sia durante la prima guerra mondiale che nei conflitti più recenti

Jugoslaviaguerra del GolfoKosovo e Metohija, Afghanistan e Iraq

(nota —  Metochia è una provincia autonoma della Serbia. La maggior parte del territorio è de facto controllato dall’autoproclamata Repubblica del Kosovo. https://it.wikipedia.org/wiki/Kosovo_e_Metochia )

 

 

I dieci “comandamenti” proposti sono soprattutto una griglia di analisi pedagogica e critica. Non si tratta di prendere posizione o di difendere i “dittatori”, ma di notare la regolarità di questi principi nel campo mediatico e sociale. Sul banco degli imputati troviamo sia gli sconfitti che i vincitori:

“Non cercherò di sondare la purezza delle intenzioni di entrambe le parti. Non sto cercando di scoprire chi mente e chi dice la verità, chi è in buona fede e chi no. Il mio unico scopo è quello di illustrare i principi della propaganda, che sono universalmente utilizzati, e di descriverne i meccanismi.”

Nelle prime pagine del suo libro, Anne Morelli ringrazia il diplomatico laburista britannico Arthur Ponsonby, un pacifista che fu ostile all’entrata in guerra della Gran Bretagna nel 1914 e che contribuì notevolmente allo sviluppo dei “principi della propaganda di guerra”. Dopo avere pubblicato vari pamphlet durante la prima guerra mondiale, nel 1928 Ponsonby pubblicò Falsità in tempo di guerra. Morelli riprende questo libro aggiornandolo e sistematizzandolo in dieci principi elementari.

Per Serge Halimi, “alcune di queste massime – la parte avversa è l’unica responsabile del conflitto; stiamo difendendo una causa nobile, non interessi egoistici; il nostro avversario commette atrocità, noi siamo solo responsabili degli errori; coloro che ci criticano sono agenti del nemico – sono, ahimè, abbastanza attuali.

Dalla storia degli alleati nella prima guerra mondiale sulle mani dei bambini belgi tagliate dai tedeschi ai bambini kuwaitiani presumibilmente estratti dalle loro incubatrici dai soldati iracheni, per non parlare dell’infame etichetta di “complici di Milosevic” attribuita agli avversari della NATO durante la guerra del Kosovo, le stesse tecniche di intimidazione sono state usate più volte. A volte con l’appoggio di intellettuali che non hanno il coraggio di pensare contro il potere”.

 

 

 

In una serie di dieci capitoli, Anne Morelli illustra ciascuno dei principi con degli esempi:

 

  1. Noi non vogliamo la guerra, è l’affermazione di ogni capo di Stato prima di dichiarala.  Persino Von Ribbentrop prima che la Germania invadesse la Polonia dichiarava: “Il Führer non vuole la guerra. Si risolverà a farla a malincuore”
  2. l’avversario è l’unico responsabile dell’intero conflitto.
    Ci si dichiara costretti a fare la guerra a causa dell’avversario che non ha rispettato i trattati, o ha aggredito il paese. È il nemico che deve portare l’intera responsabilità del conflitto.

    3. il capo della parte avversa ha il volto del diavolo.
    Il nemico deve avere un volto e questo volto sarà quello del capo avversario chiaramente ributtante. La guerra sarà dunque contro il volto di Saddam, di Milosević, di Ahmadinejad, di Gheddafi Occorre dimostrare che questo personaggio è immondo, un folle, un barbaro, un criminale, un macellaio, un perturbatore della pace, un nemico dell’umanità etc., da lui deriva tutto il male possibile.

    4 . noi difendiamo una nobile causa, non degli interessi particolari.

Possiamo sbizzarrirci ampiamente con esempi recenti come per la guerra all’Iraq, in cui siamo corsi in difesa del Kuwait “invaso” dall’Iraq; la guerra della NATO alla Jugoslavia
ufficialmente intervenuta peer mantenere il carattere multietnico del Kosovo e impedire che le minoranze fossero maltrattate; per l’Afghanistan, il burqa… per arrivare ad oggi: la Libia “in difesa dei civili”. Scopriamo più tardi che l’obbiettivo “nobile” non è stato
raggiunto, ma quello degli interessi precisi sì!

 

5. il nemico commette consapevolmente atrocità, mentre se noi commettiamo degli “errori” è assolutamente involontario;

I racconti delle atrocità commesse dal nemico
costituiscono un elemento essenziale della propaganda di guerra.
Ciò che occorre è far credere che sia solo il nemico che le commette e che invece il nostro esercito è al servizio della popolazione.

 

6. il nemico usa delle armi non autorizzate.
Chi non ricorda le armi di “distruzione di massa” di Saddam?

 

7. noi subiamo pochissime perdite, invece quelle del nemico sono enormi.

In generale gli esseri umani preferiscono aderire a cause
vittoriose per cui in caso di guerra è sempre meglio nascondere
le proprie perdite ed esagerare quelle del nemico. Soprattutto se i
risultati non sono tanto buoni.

 

8. gli artisti e intellettuali sostengono la nostra causa.

La propaganda come ogni forma di pubblicità si basa sulle emozioni.
È la leva usata permanentemente per mobilitare l’opinione pubblica. Quanti pennivendoli, “intellettuali” e artisti a sostegno delle
guerre? Non si contano!

9. la nostra causa ha un carattere sacro.

Gott mit Uns, In God we Trust, God Save the Queen.. In effetti la religione
ha sempre
avuto molto a che fare con le guerre, ma oggi c’è anche una nuova
religione: la “democrazia” che naturalmente si esporta.

 

10. coloro che mettono in dubbio la nostra propaganda sono traditori.

In caso di guerra la libertà di stampa non esiste più; chi
viola questa regola viene definito “traditore”.
La propaganda di guerra dal 1915 non è cambiata, anzi caso
mai si è perfezionata. Dobbiamo sempre tenerlo presente: ogni
guerra viene preceduta da una grande campagna di menzogne
mediatiche per far sì che l’opinione pubblica si orienti dalla parte

 

nota finale : 

La propaganda di guerra dal 1915 non è cambiata, anzi caso
mai si è perfezionata. Dobbiamo sempre tenerlo presente: ogni
guerra viene preceduta da una grande campagna di menzogne
mediatiche per far sì che l’opinione pubblica si orienti dalla parte
dell’intervento.

 

da:

http://www.rifondazione.be/aurora/num30/A3005.pdf

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1 risposta a Luca Zane @LucaZane 10 ( scoperto da ) :: Anne Morelli (Autore) – Silvio Calzavarini  (Traduttore) Futura, 2004 — I 10 PRINCIPI ELEMENTARI DELLA PROPAGANDA DI GUERRA-

  1. DONATELLA scrive:

    Siamo sempre dalla parte dei buoni contro i cattivi: stiamo in un “fumetto”, dove i buoni vincono sempre. Purtroppo non è così.

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