ENZO JANNACCI, L’ARMANDO –di Jannacci e Dario Fo ( 1965 ) — per chi volesse, segue ” Vivere ” di Cesare Andrea Bixio – 1937

 

 

 

Era quasi verso seraSe ero dietro, stavo andandoChe si è aperta la portiera, è caduto giù l’Armando

Commissario, sì l’Armando era proprio il mio gemelloPerò ci volevo bene come fosse mio fratelloStessa strada, stessa osteriaStessa donna, una sola, la miaMacché delitto di gelosiaIo c’ho l’alibi a quell’ora son quasi sempre via

Era quasi verso sera, se ero dietro stavo andandoChe si è aperta la portiera, è caduto giù l’Armando

Commissario, sa l’Armando mi picchiava col martelloMi picchiava qui sugli occhi per sembrare lui il più belloPer far ridere gli amici, mi buttava giù dal ponteMa per non bagnarmi tutto mi buttava dov’è asciutto

Ma che dice, che l’han trovatoDenudato, senza scarpe, già sbarbato?Ma che dice, che gli han trovatoUn coltello con la lama di sei dita nel costato?

Commissario, ‘sto coltello non lo nego, è roba miaMa ci ho l’alibi, a quell’ora sono quasi sempre via

Era quasi verso seraSe ero dietro, stavo andandoChe si è aperta la portieraHo cacciato giù, pardon, è caduto giù l’Armando

 

*****

nota su ” Vivere ” di Jannacci :

Nel 1976 Enzo Jannacci la incluse nell’album O vivere o ridere, in una sua tipica interpretazione parodistica, stonata e antiretorica. Secondo Nando Mainardi si tratta di un’evidente presa in giro delle canzonette che – ieri come oggi – mettono al centro il cuore e l’amore. Il verso finale “perché la vita è bella e la voglio vivere sempre più” viene storpiato in “perché la vita è bella e la voglio vivere senza tu”.

 

Nando Mainardi, L’importante è esagerare Storia di Enzo Jannacci Vololibero 2017

da : 

https://it.wikipedia.org/wiki/Vivere_(brano_musicale)

 

 

 

 

 

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1 risposta a ENZO JANNACCI, L’ARMANDO –di Jannacci e Dario Fo ( 1965 ) — per chi volesse, segue ” Vivere ” di Cesare Andrea Bixio – 1937

  1. DONATELLA scrive:

    Ho amato moltissimo le canzoni di Jannacci, apparentemente senza senso e strampalate. Ho amato moltissimo la Milano di Jannacci, assurda e dolcissima.

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