manifesto da : https://cineuropa.org/it/film/50970/
La pellicola ci trasporta al principio del ventesimo secolo, nell’anno 1918 quando Klimt (John Malkovich) giaceva sul letto di morte. Utilizzando tal momento come punto di partenza, rivivremo attraverso le sue visione febbrili, la sua vita a ritroso.
Raúl Ruiz si serve di fatti, citazioni e conversazioni attorno alla vita di Klimt, per dotare di autenticità il suo lavoro. Come ad esempio, la profonda relazione che lo unì con il pittore Egon Schiele, alla quale è dedicata molto spazio nella pellicola. La opera stessa di Klimt, quanto la pellicola di Ruiz, sono una magistrale lezione di storia, una “evocazione visuale” sulla Vienna del ventesimo secolo e sulla Belle Époque, che contribuisce a creare l’atmosfera che fa da sfondo alle vicende.
Il cineaste cileno, Raúl Ruiz, riceve riconoscimenti internazionali dall’inizio degli anni 80′, dove fu considerato uno dei registi più innovatori degli ultimi anni. Pare addirittura che sia considerato uno fra i massimi sperimentatori subito dopo Jean-Luc Godard.
da : https://www.cineblog.it/post/trailer-di-klimt-con-john-malkovich
nota sul regista :
Raúl Ruiz Pino, regista cileno , 1941-2011 fotografie di Stefano Fogato
continua:
..la sua opera è un universo poetico di sensibilità barocca che intende rappresentare una riflessione continua sul linguaggio e le modalità narrative del cinema.
RAUL RUIZ
(Puerto Montt, 25 luglio 1941 – Parigi, 19 agosto 2011), è stato un regista e sceneggiatore cileno. Dal 1974 viveva e lavorava a Parigi.
Nominato consigliere per il cinema durante il governo di Salvador Allende, è costretto all’esilio dopo il colpo di Stato di Augusto Pinochet. Si rifugia in Francia, dove prosegue l’attività cinematografica
Cineasta eccentrico e prolifico, poco classificabile nel registro dei generi, può oggi essere considerato uno dei registi più atipici del panorama cinematografico internazionale. In bilico tra reale e fantastico, la sua opera è un universo poetico di sensibilità barocca che intende rappresentare una riflessione continua sul linguaggio e le modalità narrative del cinema.
La difficile comprensibilità dei film di Ruiz ne ha reso per anni difficile la loro circolazione, rendendolo un regista apprezzato soltanto da una nicchia di estimatori. Alla fine degli anni novanta, alcuni attori di fama (tra gli altri Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve e John Malkovich) hanno chiesto di lavorare con lui, dandogli modo di contare su budget più consistenti e di una migliore distribuzione.
Il film su Gustav Klimt è del 2006.
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Articolo 21 — LOCARNO– agosto 2017
Raul Ruiz, autore di una “telenovela errante” che inquieta e fa pensare
Raul Ruiz, autore di una “telenovela errante” che inquieta e fa pensare
La “descrizione” nelle parole dello stesso Ruiz: “il film è imperniato sul concetto di telenovela e strutturato sul presupposto che la realtà cilena non esiste, ma è un collage di soap. Ci sono quattro province audiovisive, e si teme la guerra fra fazioni, i problemi economici e politici sono immersi in una gelativa di fiction e divisi in episodi seriali. L’intera realtà cilena è inquadrata dal punto di vista della telenovela, che fa da filtro della realtà stessa”. Si puo’ forse capire perché Ruiz non riesce a completare il film, in un Cile che non è piu’ oppresso dalla dittatura, ma dove Pinochet non viene chiamato a pagare i suoi crimini, i suoi complici restano sostanzialmente impuniti, i grandi potentati, chiesa cattolica compresa, lo vedono ancora come il suo alfiere e nume protettore-
Questo film restaurato e montato dalla moglie, che cofirma la regia, “racconta” il Cile in forma di telenovela. Il film – che certo risente del fatto che Ruiz non lo ha potuto completare, e chissà come lo immaginava nella sua forma “finita” – è una sorta di parodia della storia cilena dopo la dittatura.
Grazie a un sapiente dosaggio di metafore e simbolismi Ruiz prima, Sarmiento poi colpiscono le istituzioni ridicolizzandole nei loro stereotipi e luoghi comuni, con “leggerezza” e implacabili, e centrano l’antico ovidiano obiettivo: dire la verità, ridendo.
Ma la domanda: ma “La telenovela errante” è cosa solo cilena? E tanto per dire: anche noi in Italia non s’avrebbe bisogno di un Ruiz, di una Sarmiento?
Tra le opere più importanti di Ruiz sono “Le tre corone del marinaio” del 1982; “La ville des pirates”, del 1983, ispirato alla storia di Peter Pan. Nel 1996 il suo primo film con un budget consistente: “Tre vite e una sola morte”, con Mastroianni. L’anno dopo vince ‘Orso d’argento a Berlino, con “Genealogia di un crimine”, interpretato dalla Denevue e da Michel Piccoli. Vengono poi “Autopsia di un sogno” con Anne Parillaud e William Bakdwin; “Il tempo ritrovato”, con Malkovich, Emmanuelle Béart e ancora la Denevie; “Il figlio di due madri”, con Isapebee Huppert; “Klimt”, ancora Malcovich. Un’infezione polmonare lo uccide a 70 anni, mentre lavora a “As Linhas de Torres Vedras”.
LA TELENOVELA ERRANTE DI RAUL RUIZ E VALERIA SARMIENTO (Valparaíso, Cile, 1948)
per chi fosse interessato, abbiamo trovato il film completo in spagnolo, sottotitoli in inglese:
VIDEO, 1h 17 min. ca-
https://www.youtube.com/watch?v=H7QQ1kmSow4
Non conosco, purtroppo, l’opera di questo grande regista, ma il motto ovidiano ” dire la verità ridendo”, a cui pare ispirarsi la sua opera, mi entusiasma.