LA POLONIA TRA HITLER E STALIN — MEIN KAMPF E LE ” RAZZE SLAVE ” — IL PATTO ( 1939-1941 ) DI CLAUDIA WEBER, EINAUDI 2021 + altro

 

 

Mal di casa. Un ragazzo davanti ai giudici 1941-1942 - Chriatoph Schminck Gustavus - copertina

 

Mal di casa : un ragazzo davanti ai giudici : 1941-1942 / Christoph U. Schminck-Gustavus . con Un ricordo, di Nuto Revelli

Torino: Bollati Boringhieri, 1994

 

 

IL SOLE 24 ORE – 16 SETTEMBRE 2023

http://cinema.ilsole24ore.com/film/das-heimweh-des-walerjan-wrobel/

 

 

SCHEDA FILM — a cura di Cinematografo.it

 

DAS HEIMWEH DES WALERJAN WROBEL
( La nostalgia di casa di Walerjan Wrobel )

Anno: 1992
Durata: 94 Origine: GERMANIA Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Regia:

Specifiche tecniche:

Tratto da: https://www.cinematografo.it/NOVELLA DI C. U. SCHMINCK GUSTAVUS

Produzione: STUDIO HAMBURG, PROD. PER FILM E FERNSEHEN GMBH INCOPRODUKTION CON DEM ZDF

Distribuzione: FIFIGE, HAMBURG

 

TRAMA

Germania 1941: Walerjan Wrobel è un ragazzo molto ingenuo di 16 anni che viene da un piccolo villaggio della Polonia. E’ costretto a lavorare nella fattoria di una vedova di guerra, nelle vicinanze di Brema. Walerjan compie ogni sforzo per fare un “buon lavoro”, e mai un “cattivo lavoro”. Gli torna in mente il consiglio di suo padre: ” E’ molto importante che tu lavori bene quando sei con i Tedeschi e che tu sia sempre corretto ed educato, così niente andrà male”. Ma Walerjan ha nostalgia di casa e non riuscendo il suo tentativo di fuga, decide di appiccare il fuoco nel granaio, in modo da farsi cacciare per “cattivo lavoro”. Naturalmente le cose prendono un’altra piega; così come avveniva nella Germania di quei tempi: la polizia, l’ interrogatorio della Gestapo, il campo di concentramento, il processo e la condanna. Walerjan Wrobel non comprende la sua colpa; dopo tutto voleva soltanto tornare a casa.

 

 

HITLER  E LE ” RAZZE ” SLAVE TRA CUI I POLACCHI

 

Uccisione di civili polacchi – Sconosciuto 1939-1945.
Cierpienie i walka narodu polskiego, Zarząd Główny
Związku Bojowników o Wolność i Demokrację (da Wikipedia).



File:Public execution of 54 Poles in Rożki (1942).jpg
Pubblica esecuzione di 54 donne  Polacche a Rozki, villaggio vicino a Radon, 1942 -
 durante l'occupazione nazista della Polonia.
Autore sconosciuto. Fonte :1939-1945. Cierpienie i walka narodu polskiego, Zarząd Główny 
Związku Bojowników o Wolność i Demokrację, Warszawa 1958.




Il pensiero  elaborato da Hitler nel ” Mein Kampf ” sulle ” razze “,  non solo poneva gli ebrei al grado infimo, ma classificava ogni etnia in una scala gerarchica – utilizzando poi tale pseudo-filosofia a fini di potere.

Se nel grado più infimo della suddivisione in razze stavano gli ebrei, il penultimo posto era occupato dai popoli slavi e, fra di essi, in particolare, da polacchi, cèchi, ucraini e russi: per i nazisti andavano anch’essi annientati, anche se con modalità diverse da quelle scelte per gli ebrei.

L’invasione della Polonia non si configurava, nell’universo mentale nazista, come una conquista, al pari dell’occupazione della Francia o della tentata invasione dell’Inghilterra, bensì, ben più profondamente, rientrava in un piano di germanizzazione dell’Europa dell’est, secondo il quale la razza ariana avrebbe dovuto asservire i popoli slavi, colonizzare le loro terre e ridurre polacchi, cèchi, ucraini e russi al ruolo di servi della razza ariana.

A questo fine, Hitler procedette con una prassi e con leggi successive via via più oppressive giungendo infine alla completa sottomissione della nazione polacca, in vista dell’eliminazione del ceto intellettuale e borghese della nazione: solo i contadini e gli operai sarebbero rimasti in vita per lavorare a sevizio del Reich, ma avendo sottratto loro, per via di sterminio, ogni figura di riferimento culturale che potesse ricordare loro l’antica identità nazionale.

 

Shirernella sua Storia del Terzo Reich ( EINAUDI, 1962 //  2007 ), ricostruisce le dichiarazioni progettuali e poi la realizzazione del piano in vista dell’annientamento della nazione polacca, che procedette di pari passo con lo sterminio degli ebrei.

Egli mostra come l’intenzione di fare piazza pulita della nazione polacca è chiara prima ancora dell’invasione della Polonia. Nel capitolo relativo, intitolato “Il terrore nazista in Polonia: la prima fase” Shirer scrive:

«Il 18 ottobre Halder segnò nel suo diario i principali punti di un colloquio avuto col generale Eduard Wagner, generale d’amministrazione, che aveva conferito in quel giorno con Hitler intorno al futuro della Polonia, un futuro sinistro.
Non abbiamo intenzione alcuna di ricostruire la Polonia… Non deve essere un vero Stato secondo il modello tedesco. All’intelligentsia polacca si deve impedire di costituirsi in classe dirigente. Deve essere mantenuto un basso tenore di vita. Schiavi a buon mercato..
Si deve creare un’assoluta disorganizzazione. Il Reich darà al governatore generale i mezzi per attuare questo piano diabolico.

E il Reich glieli diede.
Proprio quando stava per iniziarsi l’attacco contro la Polonia, nella conferenza all’Obersalzberg del 22 agosto Hitler aveva detto ai suoi generali che sarebbero accadute cose «di scarso gradimento per loro», ma li aveva anche avvertiti «di non interferire in simili cose e di limitarsi a fare il loro dovere di militari».

 

 

IL PATTO HITLER — STALIN- 1939-1941

 

EINAUDI, 2021

Ancora oggi il celebre patto Hitler- Stalin è considerato alla stregua di uno scomodo incidente storico o, nel migliore dei casi, una sorta di preludio alla guerra vera e propria, che sarebbe iniziata solo con l’invasione nazista dell’Unione Sovietica. Al contrario, proprio la collaborazione dei due dittatori, oltre che causare l’inizio della guerra in Europa, trasformò radicalmente nel corso di ventidue mesi la cartina politica del continente.
Basato su fonti storiche e documenti d’archivio, questo libro ricostruisce accuratamente in che modo Hitler e Stalin, tra il 1939 e il 1941, si spartirono il continente, come i loro tirapiedi negoziarono e perché quest’alleanza mortale arrivò a concludersi.
Claudia Weber rilegge la collaborazione russo-tedesca nel contesto della politica demografica e di reinsediamento della popolazione in base all’appartenenza etnica condotta dalle due potenze e ricostruisce le terribili azioni di cui entrambe si resero responsabili contro i profughi ebrei, polacchi e ucraini.

 

 

IL MANIFESTO, 3 OTTOBRE 2021
https://ilmanifesto.it/stalin-hitler-le-ragioni-geopolitiche-di-una-alleanza-fatale

 

Stalin-Hitler, le ragioni geopolitiche di una alleanza fatale

 

PASSAGGI STORICI. Da quando gli archivi sovietici hanno rivelato il Protocollo segreto che accompagnò «Il patto», una riconsiderazione dell’evento e delle sue conseguenze è sembrata imprescindibile: da Einaudi

 

Stalin-Hitler, le ragioni geopolitiche di una alleanza fatale

Leonid Sokov, «L’ombra di Hitler e di Stalin», 2014

 

All’inizio della seconda guerra mondiale, dal 23 agosto 1939 al 22 giugno 1941, la Germania Nazista e l’Unione Sovietica furono alleate grazie al famoso Trattato di non aggressione, firmato a Mosca dal ministro sovietico, Molotov e da quello nazista von Ribbentrop e perciò conosciuto come «il patto Molotov-Ribbentrop».

Già il fatto che esso sia ricordato così, e non come «il patto Stalin-Hitler», dice molto sul fatto che, nella memoria collettiva, esso è stato a lungo considerato da un lato come uno stratagemma voluto da Stalin per preparare il suo paese all’inevitabile, durissimo scontro militare, e dall’altro come una mossa tattica, intrapresa da Hitler per annettersi gran parte della Polonia, senza rinunciare in fondo all’intenzione di annientare l’Unione Sovietica.

 

Nuovi elementi

A partire dagli anni Novanta, tuttavia, dagli archivi sovietici è emerso il Protocollo segreto che aveva accompagnato il Trattato, mutando considerevolmente la comprensione di quell’evento e delle sue decisive conseguenze. A questo ripensamento è ora dedicato il libro di Claudia WeberIl patto Stalin, Hitler e la storia di un’alleanza mortale 1939-41 ( Einaudi, traduzione di Monica Guerra, pp. 264, € 28,00 ).

Le ragioni della stipula del Trattato, pur potendosi giovare della tradizionale cooperazione economica russo-tedesca che nel libro viene attentamente ricostruita, furono squisitamente geopolitiche.

Nel settembre del 1938 la conferenza di Monaco, seguita all’invasione tedesca dell’Austria e alla cosiddetta crisi dei Sudeti, aveva visto un accordo internazionale tra le principali potenze europee che escludeva l’URSS.

La politica franco-britannica dell’appeasement (  acquiescenza grave ad un nemico con l’illusione di evitare il peggio  ) fece concessioni sostanziali a Hitler ma tenne Stalin fuori dai giochi, negandogli ciò che chiedeva, vale a dire una serie di territori confinanti con l’URSS, in modo da creare un’area di diretta influenza sovietica.

Nacquero da qui i contatti russi con la Germania: il 23 agosto del 1939, a Mosca veniva così firmato il Trattato che sanciva la divisione d’Europa tra Germania e Russia.

Non solo la Polonia veniva spartita tra le due potenze ma i nazisti riconoscevano il predominio sovietico sull’area Baltica e sulla Bessarabia.

 

( un po’ nascosto -1940 )

 

SPARTIZIONI IN BASE AGLI ACCORDI —- SPARTIZIONE EFFETTIVA

Spartizione territoriale tra Germania e Unione Sovietica che vede a sinistra la suddivisione come sarebbe dovuta avvenire in base agli accordi, a destra la spartizione effettivamente avvenuta; in blu il Reich tedesco; in celeste gli obiettivi tedeschi, in arancione gli obiettivi sovietici; in rosso l’Unione Sovietica: in realtà gli scopi militari di Hitler andavano ben oltre quelli indicati dalle cartine, tanto che nel 1941 la Germania avrebbe aggredito l’Unione Sovietica.
Peter Hanula Translator: Bukkia –

da : https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1b/Ribbentrop-Molotov_it.svg

 

 

Malgrado l’antibolscevismo fosse stata una delle principali ragion d’essere del nazionalsocialismo e benché lungo gli anni Trenta l’ideologia comunista fosse stata sostenuta dall’antifascismo di matrice moscovita, l’alleanza fu sancita ed è come se l’interesse di potenza avesse temporaneamente ma crucialmente sconfitto le ideologie di sostegno del totalitarismo. Ne seguì un generale sconcerto tra le fila comuniste, simboleggiato dall’allontanamento di Arthur Koestler, che avrebbe pubblicato l’anno dopo Buio a mezzogiorno, ma anche un preciso malessere tra quelle tedesche cui diede voce Alfred Rosenberg, l’ideologo nazista, uno dei pochi che potevano permettersi di esprimerlo.

Soprattutto, il Trattato consentì a Hitler, una settimana dopo, di invadere la Polonia, atto di inizio della seconda guerra mondiale.

 

Tra lo sconcerto tedesco le truppe russe non intervennero immediatamente, ma solo quindici giorni dopo, il 17 settembre; Stalin intendeva, infatti, presentare falsamente l’intervento sovietico come una misura difensiva, affermando che, a causa del crollo dello stato polacco i «fratelli di sangue ucraini e bielorussi» erano rimasti indifesi e il governo sovietico non poteva restare indifferente rispetto alle minacce che gravavano sul loro destino.

Insieme alle deportazioni di massa, ai reinsediamenti e agli spostamenti di popolazione, l’interscambio e i contatti fra l’occupante tedesco e quello sovietico – coordinati da commissioni congiunte tra SS, Gestapo e l’Nkvd – sfociarono in stragi di massa: la cosiddetta operazione Ab di «purificazione» nazista dell’élite polacca, e quella stalinista di Katyn’, uno dei più famigerati crimini di guerra dello stalinismo.

 

NOTA : Nkvd — Commissariato del popolo per gli affari interni.

Nel 1934 l’OGPU fu assorbito dall’NKVD dell’URSS, appena creato, diventando Direttorato principale per la sicurezza dello Stato. Come risultato, l’NKVD divenne anche responsabile di tutte le strutture di detenzione, tra cui i campi di lavoro forzati, altrimenti noti come Gulag, come anche della polizia ordinaria così come del controspionaggio militare

La pacificazione della Polonia occupata fu occasione per la collaborazione di NKVD e Gestapo, i cui rappresentanti si incontrarono nel marzo del 1940, per una settimana a Zakopane.

da : https://it.wikipedia.org/wiki/Commissariato_del_popolo_per_gli_affari_interni

 

Ma gli effetti del Patto sarebbero andati ben al di là della Polonia consentendo al nazismo i cosiddetti Blitzkriege ( guerra lampo ): il Terzo Reich occupò la Francia, gli stati del Benelux e parte della Scandinavia mentre l’Unione Sovietica inglobò i paesi baltici, la Bessarabia e la Bucovina settentrionale.

Al termine delle campagne militari Hitler aveva ampliato il suo dominio di 800.000 chilometri quadrati, mentre Stalin era riuscito a estendere la sua area di influenza diretta di 422.000 chilometri quadrati.

A quel punto, nella primavera del 1940, ottenuta la spartizione dell’Europa, l’alleanza iniziò la sua parabola discendente. In particolare l’occupazione sovietica di Bessarabia e Bucovina ne misero in crisi la tenuta politica. Hitler propose a Stalin di espandersi in Asia verso l’India, dove un conflitto britannico-sovietico sarebbe stato inevitabile, e in sostanza di abbandonare strategicamente l’espansione in Europa ma davanti al rifiuto sovietico maturò la decisione di attaccare l’URSS.

 

Incertezza sovietica

Per quanto informato in dettaglio dei piani nazisti di apertura di un fronte orientale antisovietico, Stalin fu restio a trarne le conclusioni e questa incertezza, pagata tragicamente sul piano militare, rafforzò però il mito sovietico della «grande guerra patriottica», contribuendo a far dimenticare i primi ventidue mesi di guerra, quelli in cui il patto fu in vigore.

Il 22 giugno 1941, giorno dell’invasione sovietica dell’Urss, Winston Churchill, ricevette la notizia della fine del patto Hitler-Stalin con uno smile of satisfaction ( sorriso di soddisfazione ), e prontamente promise all’Unione Sovietica «ogni sostegno tecnico o economico che sia in nostro potere». L’alleanza con Washington era stata già avviata, e il patto Hitler-Stalin dimenticato. La sua fine coincise così con la nascita dell’alleanza occidentale con Stalin. Per Churchill era the lesser of the two evils, il male minore ( lett. ” il minore dei due mali “)

 

*** 

LIGURIA — BUSINESS JOURNAL

 — 13 SETTEMBRE 2021

https://liguria.bizjournal.it/2021/09/il-patto-stalin-hitler-e-la-storia-di-unalleanza-mortale-di-claudia-weber/

 

CITIAMO SOLO QUESTO BRANO DELLA RECENSIONE DI ODOARDO SCALETTI di cui il link subito sopra::

 

A rendere possibile l’alleanza furono le analogie totalitarie, la volontà di potere imperiale e le correlazioni storiche. Al centro dell’accordo di trovava il Protocollo aggiuntivo segreto, di cui Ribbentrop Molotov e Stalin negoziarono i contenuti nell’agosto a Mosca e di cui Mosca negò sempre l’esistenza fino al dicembre 1992 quando Gorbaciov consentì la consultazione dell’originale russo conservato negli archivi del Cremlino il quale documentava un accordo che avrebbe scosso dalle fondamenta il mito dell’antifascismo comunista. Il protocollo aggiuntivo attestava che Stalin non accondiscese al patto solo per differire l’attacco di Hitler e la guerra all’Unione Sovietica. Entrambi i dittatori condividevano la volontà di espansione politico-ideologica. Il protocollo definiva le “sfere di interesse” di entrambi o meglio i confini dell’Europa orientale. Nella regione baltica essi coincidevano con il confine settentrionale della Lituania, la Lettonia, l’Estonia e la Finlandia rientravano nella sfera di interesse sovietico, la Lituania in quella tedesca. Nel caso di una “riorganizzazione politico-territoriale” della Polonia (cioè di una spartizione, ndr) il confine sarebbe stato la linea dei fiumi Narew, Vistola e San.

Il 1° settembre 1939 la Wehrmacht invase la Polonia. L’Armata Rossa varcò il confine con la Polonia solo due settimane più tardi, il 17 settembre. Grazie a questo ingresso ritardato la propaganda sovietica riuscì a presentare l’Unione Sovietica come una potenza di pace e alternativa rispetto alle forze imperialiste aggressive, intervenuta per difendere i  fratelli ucraini e bielorussi, dopo l’invasione tedesca. Agli avversari di Hitler conveniva crederlo o fare finta di crederlo e la versione sovietica è riuscita a imporsi fino al crollo dell’Urss.

Ma, avverte Claudia Weber, autrice del libro::

«Fin dall’inizio la repressione della resistenza polacca fu attuata con azioni militari e atti di violenza coordinati degli occupanti tedeschi e sovietici».

Nel “Protocollo aggiuntivo segreto” del 28 settembre 1939 è scritto: «Tutte e due le parti non tollereranno alcuna agitazione polacca che estenda la sua azione ai territori dell’altra parte. Impediranno ogni accenno del genere nei loro territori e si metteranno reciprocamente al corrente delle misure adottate per raggiungere questo scopo».

 Qui vorremmo ricordare lo splendido libro “La mia testimonianza davanti al mondo” di Jan Karski (Adelphi).

Unitosi alla Resistenza nel 1939, Karski, giovane ufficiale della riserva era stato incaricato di tenere i collegamenti fra lo Stato segreto polacco e gli organi ufficiali del governo in esilio a Londra. Nel 1939 dopo l’invasione della Polonia era stato catturato e rinchiuso in un campo di prigionia sovietico; era riuscito però a scappare e a unirsi alla Resistenza, mentre la maggior parte dei suoi compagni venne fucilata dai russi.

 

La storica CLAUDIA WEBER documenta le stragi di ucraini e polacchi compiute dai sovietici compresa quella di Katyn, eseguita su ordine  del Politbjuro del 5 marzo 1940

e osserva:

«Nel terrore delle operazioni di annientamento come le esecuzioni in massa di Katyn si manifestò chiaramente l’interscambio tra l’occupazione nazionalsocialista e quella stalinista: un capitolo cui viene riservata scarsa attenzione nella storia del patto Hitler-Stalin».

 

SE VUOI APRI QUI --
https://it.wikipedia.org/wiki/Massacro_di_Katyn%27

** NON E' FATTO DA PERSONE FAVOREVOLI ALL'UNIONE SOVIETICA..

















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1 risposta a LA POLONIA TRA HITLER E STALIN — MEIN KAMPF E LE ” RAZZE SLAVE ” — IL PATTO ( 1939-1941 ) DI CLAUDIA WEBER, EINAUDI 2021 + altro

  1. DONATELLA scrive:

    Per anni abbiamo sentito dire, e abbiamo creduto, che il patto Stalin-Von Ribentrop fosse stato un accorgimento dell’URSS, che si trovava ancora impreparata alla guerra contro Hitler, per poter mettersi in grado di combattere il nazismo. La realtà, venuta fuori dopo decenni, è agghiacciante: le vite umane non avevano alcuna importanza per i due dittatori e neanche molta per gli Alleati. Il disprezzo per la vita umana è il collante del potere, l’unico “valore” effettivo non solo per le dittature.

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