DUE POESIE DA — GIUSEPPE UNGARETTI, VITA DI UN UOMO. IV. IL DOLORE ( 1937 – 1946 ), LO SPECCHIO, MONDADORI, 1956 pag. 64 e 14

 

Fede, politica e... L'Ungaretti segreto

 

Giuseppe Ungaretti (Alessandria d’Egitto8 febbraio 1888[1] – Milano1º giugno 1970) è stato un poetascrittoretraduttore e giornalista italiano.
È stato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo. Da alcuni critici come anticipatore dell’ermetismo.
SEGUE : https://it.wikipedia.org/wiki/Giuseppe_Ungaretti

foto : Ungaretti in divisa nella Prima Guerra Mondiale. Nel 1916 pubblica il diario di questo periodo con il titolo : ” Il porto sepolto “, Udine, 2016, stampato in 80 copie- Un diario della guerra a partire dal Natale 2015 fino all’ottobre 2016. La seconda edizione del 1923 ha la prefazione di Benito Mussolini.

 

rai cultura — giugno 2021 — RITRATTO FOTOGRAFICO DI GIUSEPPE UNGARETTI– 15 foto

apri qui:

https://www.raicultura.it/letteratura/foto/2021/06/Ritratto-fotografico-di-Giuseppe-Ungaretti-230f2cd9-7378-47c5-817f-5c0cb5f68f4e.html

 

 

 

POESIA  I 

 

Non gridate più

 

Cessate d’uccidere i morti,

non gridate più, non gridate,

se li volete ancora udire,

se sperate di non perire.

Hanno l’impercettibile sussurro,

non fanno più rumore

del crescere dell’erba,

lieta dove non passa l’uomo.

 

 

 

informazioni sulla poesia :— link in fondo

La raccolta Il dolore venne pubblicata nel 1947. E’ la terza raccolta di poesie.
La prima raccolta è L’Allegria (1931) e la seconda il Sentimento del tempo (1933). Il titolo di questa terza raccolta è riferibile sia alla tragedia della Seconda Guerra mondiale allora in corso, sia alle vicende personali del poeta. Nel 1937 morì il fratello Costantino; nel 1939 il figlio Antonietto a soli nove anni.

Il dolore è formata da 16 composizioni divise in sei sezioni. Una è dedicata al fratello morto (Tutto ho perduto). Un’altra è dedicata alle poesie scritte per la morte di Antonietto (Giorno per giorno). Altre sezioni sono dedicate alla guerra. L’ultima sezioni I ricordi (1942-1946) comprende la poesia : Non gridate più.

La poesia Non gridate più è un esplicito invito al silenzio contro la disumanità della guerra, che non si ferma neanche di fronte al bombardamento di un cimitero.  Per la composizione, l’autore prese spunto- infatti – da un fatto di cronaca. La notizia del bombardamento da parte delle forze alleate del cimitero romano del Verano il 19 luglio 1943. Ungaretti pose l’accento sulla violenza della guerra che non si fermava neanche di fronte ai morti.

Il tema principale della poesia è il rispetto dei morti, che sembra dimenticato nel corso di questa guerra senza fine. Per il poeta, infatti, il legame col mondo dei morti è molto importante, come spesso sottolineato anche nelle sue raccolte precedenti, perché ricorda a tutti la propria identità.

Il ruolo che il poeta assume è quello di difensore dell’umanità e, soprattutto, di uomo in grado di cogliere l’aspetto più profondo delle cose.

Il ricordo resta per il poeta uno degli elementi fondamentali della vita dell’uomo: dimenticare i propri morti e gridare non serve a nulla. Questo è il messaggio che Ungaretti vuole lanciare in questa lirica: basta utilizzare la violenza. Il silenzio è l’unica arma che si possiede per poter contrastare la barbarie e che gli uomini dovrebbero utilizzare molto più spesso.

Non gridate più è un’invocazione alla pace.

 

commento dal link:

Non gridate più, poesia di Ungaretti

 

 

 

II.   ALTRA POESIA DALLA RACCOLTA IV.   IL DOLORE

 

Se tu mio fratello

Se tu mi rivenissi incontro vivo,
con la mano tesa,
ancora potrei,
di nuovo in uno slancio d’oblio, stringere,
fratello, una mano.

Ma di te, di te più non mi circondano
che sogni, barlumi,
i fuochi senza fuoco del passato.

La memoria non svolge che le immagini
e a me stesso, io stesso
non sono già più
che l’annientante nulla del pensiero.

 

 

da ” Vita d’un uomo ” IV Il dolore  —1937 -1946

 Mondadori, I poeti allo ” Specchio “—1956–p. 14

 

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1 risposta a DUE POESIE DA — GIUSEPPE UNGARETTI, VITA DI UN UOMO. IV. IL DOLORE ( 1937 – 1946 ), LO SPECCHIO, MONDADORI, 1956 pag. 64 e 14

  1. DONATELLA scrive:

    Bellissime, intense, scritte con gli occhi asciutti queste poesie che scavano, fino a scarnificarla, un’umanità profonda.

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