L’ultimo bollettino settimanale sul Covid-19 parla di circa seimila nuovi casi e una sessantina di decessi, anche se con meno di centomila test effettuati in sette giorni sono cifre poco affidabili. Più probanti i dati sui ricoveri: i pazienti positivi occupano meno del 2% dei posti letto disponibili in area medica e sono ben sotto l’1% in terapia intensiva.

Sono queste le cifre rassicuranti che giustificano la recente fine dell’obbligo di isolamento per le persone sintomatiche, ora declassato a «raccomandazione» senza più forza di legge.

Ma la situazione è in evoluzione, e per questo alla vigilia di ferragosto il ministero della Salute ha emanato la circolare che disciplina la nuova campagna di vaccinazione anti-Covid-19 prevista per l’autunno. Ne saranno destinatari gli ultra-sessantenni, i residenti delle Rsa, gli operatori sanitari e le persone «con patologie o con condizioni che aumentano il rischio di Covid-19 grave» (segue lunga lista). A questi gruppi verrà somministrata una nuova versione dei vaccini adattata alla variante XBB.1.5 denominata «Kraken», per le quali le aziende produttrici attendono nel giro di poche settimane l’autorizzazione da parte dell’Agenzia del farmaco europea.

Il neo-direttore della prevenzione al ministero della Salute Francesco Vaia rassicura: «Nessun allarmismo ma anche nessuna sottovalutazione». Dalle agenzie internazionali infatti arrivano segnali non certo preoccupanti, ma che invitano a non abbassare la guardia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità nei giorni scorsi ha elevato al grado di «variante di interesse» il ceppo EG.5 del coronavirus, già soprannominato «Eris». Differisce di poco dalla «Kraken» ma presenta la mutazione F456L che le conferirebbe una maggiore trasmissibilità. La maggior parte delle segnalazioni sulla variante provengono da Cina, Corea del Sud, Giappone e Australia. Ed è proprio la costa ovest del Pacifico, secondo l’ultimo bollettino Oms, l’unica area del mondo a osservare una crescita del contagio.

Il Centro europeo per il controllo delle malattie prevede un aumento della circolazione del virus nelle prossime settimane nell’Ue. Ma ritiene «improbabile» che l’incidenza dei casi gravi raggiunga i picchi del passato, o che la variante presenti una gravità maggiore e una riduzione dell’efficacia dei vaccini rispetto a quelle precedenti. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità «anche in Italia la proporzione di sequenziamenti attribuibili a EG.5 risulta in aumento, come osservato a livello internazionale». Dati più aggiornati arriveranno dalla prossima indagine relativa al periodo 21-27 agosto. «Il ministero della Salute e gli Enti deputati, pur in una situazione di assoluta tranquillità – fa sapere Vaia – mantengono inalterato il sistema di sorveglianza, incluse le varianti».

Nonostante il proliferare di sigle e soprannomi, i ceppi circolanti sono tutti parenti stretti di Omicron, la variante diffusa a livello globale ormai dal 2021 e rivelatasi poco pericolosa per la popolazione vaccinata. Tuttavia, per la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali le nuove varianti «stanno determinando un aumento dei casi in diversi Paesi, che richiede pertanto la massima attenzione per valutare l’andamento futuro». In Italia, si legge in una nota della società, «si sta verificando un incremento del numero dei casi e persistono circa dieci decessi ogni giorno, cifra tutt’altro che trascurabile. Ci troviamo pertanto di fronte a una situazione epidemiologica complessa, in quanto i soggetti ultrasessantenni hanno un’immunità ridotta dovuta al fatto che hanno eseguito l’ultimo richiamo vaccinale più di sei mesi fa».