( da finire ) –JEFFREY VEIDLINGER, L’OLOCAUSTO PRIMA DI HITLER ( 1918 – 1921 ) – I progrom in Ucraina e Polonia alle origini del genocidio degli Ebrei — RIZZOLI, 2023

 

 

 

L'olocausto prima di Hitler. 1918-1921. I pogrom in Ucraina e Polonia alle origini del genocidio degli ebrei - Jeffrey Veidlinger - copertina

L’olocausto prima di Hitler. 1918-1921. I pogrom in Ucraina e Polonia alle origini del genocidio degli ebrei

 

Rizzoli, 2023

 

 

Descrizione

Attraverso le storie di sopravvissuti e carnefici, funzionari governativi ed esponenti delle associazioni umanitarie, questo saggio dalla prosa avvincente ricostruisce uno dei passaggi fondamentali della storia del XX secolo. Un monito a non dimenticare quei pogrom e le loro vittime.

In Ucraina, tra il 1918 e il 1921, oltre centomila ebrei furono massacrati da contadini, cittadini e soldati: gente comune che li accusava dei disordini portati dalla Rivoluzione russa. Si registrarono centinaia di singoli episodi in cui gli ebrei furono derubati dai propri vicini; le loro case e attività devastate, le sinagoghe date alle fiamme, i rotoli della Torah distrutti. Le donne violentate, gli uomini uccisi.

Oggi di questi pogrom non si ha quasi più memoria, ma a quei tempi conquistarono le prime pagine dei più importanti giornali internazionali. Le testimonianze dei sopravvissuti, emigrati o sfollati, portarono le principali associazioni umanitarie a lanciare un grido d’allarme: sei milioni di ebrei erano a rischio di sterminio. Una profezia che si sarebbe tristemente avverata di lì a vent’anni.

Come ricorda l’autore di questo libro: «Gli storici hanno cercato spiegazioni all’Olocausto nell’antigiudaismo teologico cristiano, nelle teorie razziali del XIX secolo, nell’invidia sociale, nel conflitto economico, nelle ideologie totalitarie, nelle politiche governative che stigmatizzavano gli ebrei e nei vuoti di potere creati dal crollo statale.

 

Ma di rado hanno fatto risalire le radici dell’Olocausto alla violenza genocida perpetrata contro gli ebrei nella stessa regione in cui la “soluzione finale” avrebbe avuto inizio di lì a soli due decenni».

Recuperando documenti a lungo ignorati negli archivi o portati alla luce solo di recente – tra cui migliaia di testimonianze dirette, verbali di processi e ordini ufficiali – lo storico Jeffrey Veidlinger ricostruisce per la prima volta come quell’ondata di violenza abbia creato le condizioni per l’immane barbarie dell’Olocausto.

 

 

Home | Jeffrey Veidlinger | Professor and Author

Jeffrey Veidlinger

è professore di Storia e Studi giudaici alla University of Michigan. Oltre a essere presidente del consiglio consultivo accademico del Center for Jewish History e membro del comitato esecutivo dell’American Academy for Jewish Research, nonché del comitato accademico dello United States Holocaust Memorial Museum, è stato vicepresidente dell’Association for Jewish Studies, direttore del Frankel Center for Judaic Studies dal 2015 al 2021 e direttore del Borns Jewish Studies Program presso l’University of Indiana dal 2009 al 2013. Ha collaborato con diverse riviste, e i suoi saggi hanno ottenuto riconoscimenti importanti come il Natio-nal Jewish Book Awards e il Canadian Jewish Book Awards.

 

 

SE VOLETE LEGGERE QUALCHE PAGINA DEL LIBRO— *** è molto interessante


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NOTA 1–

PROGROM

pogrom sono sommosse popolari verso minoranze religiose avvenute nel corso della storia ( Enciclopedia Britannica ).

Il termine deriva dal russo погром (/pɐ’grom/, ‘devastazione’, ‘rivolta’); originariamente indicava gli attacchi di matrice antisemita, operati, spesso con l’appoggio delle autorità, nei confronti della minoranza ebraica, e i conseguenti massacri e saccheggi, durante il “periodo caldo” nella cosiddetta “zona di residenza” in Russia, nel quarantennio compreso tra il 1881 e il 1921

NOTA 2 —

” zona di residenza “ in Russia era il termine dato alla regione dell’Impero russo, lungo il suo confine occidentale, in cui gli ebrei avevano il permesso di risiedere in permanenza, e oltre la quale di solito la residenza era loro interdetta. Si stendeva dalla linea di demarcazione alla frontiera russa con l’Impero tedesco e l’Impero austro-ungarico.

Sebbene comprendesse solo il 20% del territorio dell’Impero russo, la Zona di residenza corrispondeva ai confini storici della Confederazione polacco-lituana e includeva gran parte delle attuali LituaniaBielorussiaPoloniaBessarabiaUcraina e parti della Russia occidentale. Inoltre, un certo numero di città all’interno della Zona erano escluse da essa.

Un numero limitato di ebrei aveva il permesso di vivere fuori dalla Zona, soprattutto coloro che si erano annobiliati, che avevano la possibilità di condurre studi universitari o che facevano parte delle gilde più potenti, soprattutto quella degli artigiani.

La Zona fu creata la prima volta da Caterina II di Russia nel 1791  dopo che i suoi predecessori, ebbero tentato più volte, senza successo, di espellere completamente gli ebrei dalla Russia, a meno che non si fossero convertiti alla religione ortodossa.

Le ragioni della sua creazione erano principalmente economiche e nazionalistiche. Mentre la società russa tradizionalmente era stata divisa in nobili, servi e clero, il progresso industriale portava a far emergere una classe media che si era rapidamente popolata di ebrei non appartenenti a nessuno di quei settori. Limitando l’area di residenza degli ebrei, il potere imperiale cercava di assicurare la crescita di una classe media non ebraica.

L’istituzione della Zona diventò particolarmente importante per le autorità russe in seguito alla seconda spartizione della Polonia nel 1793. Mentre la popolazione ebraica russa era stata, fino a quel momento, piuttosto limitata, l’annessione del territorio polacco-lituano fece aumentare sostanzialmente la popolazione ebraica. Nel momento della sua massima estensione, la Zona includeva i nuovi territori polacchi e lituani, con una popolazione di più di 5 milioni di persone, che a quel tempo rappresentavano la più grande concentrazione di ebrei (40 per cento).

 

 

ORIGINE DEGLI SHTETL–piccole città di provincia

 

Tra il 1791 e il 1917-  la Zona ufficialmente cessò di esistere. In più,
agli ebrei era proibito vivere in comunità agricole (come a KievSebastopoli e Jalta), e costretti a spostarsi in piccole città di provincia, incoraggiando la nascita degli shtetl (dallo yiddish שטעטל shtetl “piccola città, cittadina”, da שטאָט shtot “città”; cfr. tedesco standard Stadt “città”, Städtchen/Städtlein “piccola città, cittadina”, tedesco dialettale Städtl/Städtel “piccola città, cittadina”)

I mercanti ebrei della prima gilda, persone con istruzione superiore o speciale, artigiani, soldati, arruolati secondo la riforma della coscrizione del 1810, e i loro discendenti avevano il diritto di vivere fuori della Zona di residenza.

In alcuni periodi, agli ebrei venivano accordate dispense speciali per vivere nelle città imperiali più importanti, ma erano pochissime, e fino al 1891 varie migliaia di ebrei furono espulsi da San Pietroburgo e Mosca e obbligati a risiedere nella Zona.

 

I PROGRON PIU’ ANTICHI

 

Il primo massacro definibile come pogrom è avvenuto nell’anno 38 d.C. ad Alessandria, in occasione degli scontri tra la popolazione ebraica e quella romana, in conflitto perché la prima rifiutava di applicare una legge imperiale che imponeva la presenza di una statua di Caligola nei luoghi di culto.

Il primo massacro definibile come pogrom è avvenuto nell’anno 38 d.C. ad Alessandria, in occasione degli scontri tra la popolazione ebraica e quella romana, in conflitto perché la prima rifiutava di applicare una legge imperiale che imponeva la presenza di una statua di Caligola nei luoghi di culto

NOTA di chiara :

GLI EBREI ERANO UN POPOLO MONOTEISTA, CIRCONDATO DA POPOLI POLITEISTI, CHE DIFENDEVA CON MOLTA FIEREZZA IL SUO MONOTEISTO PERCHE’ QUESTO ERA L’ESSENZA  DEL LORO DIO CHE GARANTIVA LA SUPERIOERE IDENTITA’ DEL LORO POPOLO (  “ELETTO DA DIO ” ) RISPETTO A QUELLI CIRCOSTANTI.

QUESTO RIGORE DELLA LORO FEDE  IMPEDIVA DI ACCETTARE CHE UN ALTRO DIO, FOSSE ANCHE L’IMPERATOTE, POTESSE ENTRARE  E  PROFANARE LE LORO SANTE CHIESE-

PER I ROMANI, QUESTA RICHIESA DI RENDERE OMAGGIO ” ANCHE AD UN LORO DIO ” NON ERA UNA QUESTIONE RELIGIONE, MA ESCLUSIVAMENTE  ACCETAZIONE DI SUDDITANZA / OBBEDIENZA POLITICA, NON COME DISUBBIDIENZA RELIGIODSA.

 

 

 

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  1. DONATELLA scrive:

    L’odio è una grande, terribile e cieca forza da parte dell’uomo, più facile ed immediata della comprensione e del ragionamento. Per questo è terribile, più della stessa bomba atomica, perché ha radici solidissime in ognuno di noi.

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