ANSA.IT — 4 GIUGNO ’23 — 18.53
https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2023/06/04/polonia-mezzo-milione-in-piazza-a-varsavia-contro-il-governo-di-destra_59a5be87-f034-4790-8a84-88113cab5837.html
Polonia, mezzo milione in piazza a Varsavia contro il governo di destra.
La manifestazione più grande nel Paese dalla fine del comunismo. Convocata dall’ex premier Donald Tusk. Ha preso la parola Lech Walesa, storico leader di Solidarnosc
MARCIA DEL 4 GIUGNO A VARSAVIA
Centinaia di migliaia di polacchi sono scesi oggi in strada per protestare “contro il carovita, le menzogne del potere e la corruzione” e, in vista delle elezioni politiche del prossimo autunno, a favore di “una Polonia democratica, tollerante, ed europea”.
LECH WALESA (Popowo, 29 settembre 1943)
LECH WALESA — 2019
“La prima cosa da fare per iniziare la strada verso la vittoria è fare i conti per sapere quanti siamo”, ha detto loro lo storico leader di Solidarnosc Lech Walesa, primo presidente democraticamente eletto della Polonia e premio Nobel per la pace, nel discorso di avvio della marcia.
DONALD TUSK E LECH WALESA IN PRIMO PIANO
LA MARCIA DEL 4 GIUGNO 2023
DONALD TUSK
LA MARCIA DEL 4 GIUGNO
Mateusz Morawiecki, (Breslavia, 20 giugno 1968) è un politico, manager ed economista polacco, Primo ministro della Polonia a partire dall’11 dicembre 2017. E’ esponente del partito Diritto e Giustizia
Partito Diritto e Giustizia (in polacco Prawo i Sprawiedliwość, PiS) è un partito politico polacco di destra o estrema destra di ispirazione conservatrice clericale, nazionalista e illiberale. Il PiS è stato fondato nel marzo del 2001 dai gemelli Lech e Jarosław Kaczyński, dall’unione di una parte dell’Azione Elettorale Solidarność con il partito Accordo di Centro. A livello europeo fa parte del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei con a capo Giorgia Meloni )
https://it.wikipedia.org/wiki/Diritto_e_Giustizia
IL MANIFESTO DEL 4 GIUGNO 2023
https://ilmanifesto.it/opposizione-in-piazza-contro-la-lex-tusk
Opposizione in piazza contro la «lex Tusk»
POLONIA. Proteste contro la legge che vieta di fare politica a chi ha collaborato con la Russia»
Giuseppe Sedia, VARSAVIA
È «mezzogiorno di fuoco» oggi a Varsavia. Sono attese centinaia di migliaia persone per dire «nie» alla nuova commissione politica sulle «influenze russe» con un corteo che partirà proprio alle 12 in piazza Na Rozdrozu, a pochi passi dalla sede della cancelleria del Consiglio dei ministri.
Il riferimento è anche alla celebre «chiamata alle urne» del 1989 e al manifesto di Tomasz Sarnecki, ispirato al western di Fred Zinnemann e raffigurante lo sceriffo Will Kane (Gary Cooper) con un gilet accompagnato dal logo di Solidarnosc, il primo sindacato indipendente del blocco sovietico.
Il 4 giugno di 34 anni fa si svolsero le prime elezioni parzialmente libere nel Paese sulla Vistola in seguito alla trasformazione di Solidarnosc in un partito politico. Allora il sindacato e partito di Lech Wałesa avrebbe conquistato quasi tutto il conquistabile alle urne nonostante avesse soltanto il 35% dei seggi a disposizione al Sejm, la camera bassa del parlamento polacco.
A sfilare oggi dovrebbe esserci anche lo stesso Wałesa destinato a tagliare quest’anno il traguardo degli 80 anni: «Sono persone senza alcun valore o principio. Sono capaci di tirare in ballo persino il Signore in questi affari legati ai loro atti criminali. Per questo sono pronti a far sprofondare il paese in una guerra civile perché prima poi la nazione dice basta».
E in questi termini che Wałesa parla della destra populista di Diritto e giustizia (Pis), formazione creata dai fratelli Kaczynski che governa ininterrottamente la Polonia dal 2015.
Anche se lo scenario di una guerriglia, evocato dall’ex leader sindacale, appare assai improbabile, sono anni che va avanti la cosiddetta guerra «polsko-polska», un conflitto ideologico ed istituzionale nella società polacca tra sostenitori e oppositori del Pis, mentre il paese resta sempre spaccato in due.
Rinominata «lex Tusk» dalla stampa indipendente e dall’opposizione, la legge firmata lunedì scorso dal presidente polacco, Andrzej Duda – anch’egli espressione del Pis – prevede fino a 10 anni di interdizione dai pubblici uffici per chi sarà accusato di aver fatto gli interessi del Cremlino e dell’oligarchia russa nell’ultimo quindicennio.
L’opposizione, e almeno la metà del paese, sono convinti che il Pis abbia creato questa commissione soltanto per discreditare la figura dell’ex premier e presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, numero uno del centrodestra di Piattaforma civica (Po).
Dovrebbe essere lui infatti il principale rivale del Pis alle prossime parlamentari previste in autunno. Difficile definire l’ultima creatura del Pis, un organo imparziale, essendo destinata ad essere composta in maggioranza da deputati eletti tra le file del partito di Jarosław Kaczynski e dei suoi alleati, come gli ultraradicali di Polonia Solidale (Sp), di cui è leader il “superministro alla giustizia” e procuratore generale Zbigniew Ziobro.
Inoltre, i membri della commissione godranno di una speciale immunità che li proteggerebbe nel caso in cui le accuse da essi presentate vengano poi smentite dai fatti. Di certo oggi Tusk e il suo partito non sfileranno a braccetto con i ruralisti democristiani del Partito Popolare Polacco (Psl), né tantomeno con Polonia 2050 del giornalista Szymon Hołownia.
Eppure, il corteo di oggi servirà a ricompattare le forze all’opposizione.
Intanto Duda è corso ai ripari dopo gli strali del Dipartimento di stato Usa e il recente dibattito al parlamento europeo. In tali sedi la nuova legge è stata percepita come un attacco alla democrazia da parte di un potere politico che sembra disposto a tutto pur di non essere sconfitto alle urne. Da lì la proposta di cambiare l’attuale legge, garantendo tra l’altro ai futuri accusati il diritto a un ricorso effettivo. Comunque vada tutto lascia presagire che il Pis potrà infangare e denigrare i suoi rivali a proprio piacimento in vista della prossima tornata elettorale.
NOTA SUL PRESIDENTE DELLA POLONIA ANDRZEJ DUDA
Andrzej Sebastian Duda (Cracovia, 16 maggio 1972) è un politico e avvocato polacco, presidente della Repubblica di Polonia dal 2015 ed esponente del partito Diritto e Giustizia.
Nel novembre 2014 Jarosław Kaczyński propone Duda come candidato presidente del PiS; e il 6 gennaio 2015 la direzione del partito nomina Duda come candidato ufficiale del partito alle elezioni presidenziali polacche nel 2015. Al ballottaggio del 24 maggio 2015 Andrzej Duda ha sconfitto il rivale Bronisław Komorowski, col 51,55% dei voti contro il 48,45%, risultando eletto alla carica di Presidente della Polonia.
se dovesse interessarti capire di più sui partiti in Polonia::
Polonia, il nazionalista Duda nuovo presidente della Repubblica
dal nostro inviato ANDREA TARQUINI
REPUBBLICA DEL 24 MAGGIO 2015
https://www.repubblica.it/esteri/2015/05/24/news/elezioni_polonia-115176908/
Meno male che qualcosa si muove, anche se in altre nazioni!