STEFANIA BRAI ( Responsabile nazionale cultura Prc/Se ), Questo 25 aprile anche per Marisa Musu –IL MANIFESTO – 18 APRILE 2023

 

La ragazza di via Orazio - Marisa Musu - copertina

La ragazza di via Orazio

Ugo Mursia Editore, 1997

Nata e cresciuta durante il fascismo, l’autrice eredita dai genitori l’avversione per ogni forma di dittatura e l’amore per la libertà. Schieratasi giovanissima con i comunisti, nel 1942 è già attiva nella cospirazione; due anni dopo partecipa alla lotta armata, si sottrae alla fucilazione e si ritrova in una Italia libera, ma distrutta. Dalle lotte del dopoguerra per il pane e il lavoro a quelle per l’occupazione delle terre, per la democrazia e la pace, prosegue tenace e convinta il suo cammino: e vedrà gli anni Sessanta in una Cina colonizzata dall’Unione Sovietica, il ’68 a fianco degli studenti, la guerra di trincea in Vietnam, la repressione sovietica in Cecoslovacchia… Una vita “irrequieta”, ma protagonista di fatti salienti degli ultimi anni

 

 

 

IL MANIFESTO – 18 APRILE 2023
https://ilmanifesto.it/questo-25-aprile-anche-per-marisa-musu

 

Questo 25 aprile anche per Marisa Musu

25 APRILE. Il 18 aprile del 1925 nasceva Marisa Musu, partigiana e comunista. Mai come oggi, in occasione del 25 aprile, Marisa va ricordata

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Marisa Musu – foto Mausoleo Fosse Ardeatine

 

 

Il 18 aprile del 1925 nasceva Marisa Musu, partigiana e comunista. Credo che mai come oggi, in occasione del 25 aprile, Marisa vada ricordata. Mai come oggi che la Resistenza viene attaccata dal governo di destra e dalle Istituzioni che dalla Resistenza sono nate. Mai come oggi che è consentito ad un presidente del Senato, con le sue esternazioni su via Rasella, offendere la Resistenza e inquinare le “responsabilità storiche del fascismo e del nazismo”.

Marisa Musu a 16 anni entra nell’organizzazione clandestina del Pci, a 18 aderisce, col nome di “Rosa”, ai Gruppi di azione patriottica, guidati da Franco Calamandrei, insieme a Carla Capponi, Luigi Pintor, Rosario Bentivegna, Carlo Salinari, Pasquale Balsamo, Franco Ferri.

Nel ‘44 partecipa all’attacco contro una colonna tedesca di via Rasella, cui seguì l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Per le sue azioni durante la lotta partigiana – con il grado di tenente – ha avuto la medaglia d’argento al Valor militare.

Marisa è stata sempre comunista, prima nel Pci, poi in Rifondazione.

 

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Per me e per Citto anche compagna di una vita, legati a lei e al suo compagno Ennio Polito non solo per la lunga militanza comune nel Pci e nel Prc, ma per una amicizia che si è interrotta solo con la sua morte, nel 2002.

Si è battuta tutta la vita per i propri ideali e le proprie idee, con una coerenza oggi forse dimenticata, se non sconosciuta. E allora voglio ricordarla con alcune sue parole prese dal suo bellissimo libro autobiografico (curato da Ennio Polito – 1997) La ragazza di via Orazio. Vita di una comunista irrequieta.

“Ho vissuto tutta la mia esistenza lottando e lavorando perché si realizzasse il socialismo e oggi tutto sembra crollato, annientato, svanito nel nulla, o, peggio, nel disprezzo… Le grandi battaglie alle quali ho partecipato con tanto entusiasmo si sono risolte quasi tutte in grandi sconfitte…. È scomparso dalla mia vita, con la fine del Partito comunista, quel senso di comunanza umana che per oltre cinquant’anni, dovunque mi trovassi… annullava differenze di cultura, creava un linguaggio comune e un comune sentire, mi faceva naturalmente compagna di un ferroviere toscano come di un intellettuale americano” …

“Certo la mia nuova militanza (Rifondazione comunista) è cosa molto dissimile da quella ultraquarantennale nel Pci e sarebbe sbagliato fare paragoni. Innanzitutto non è per sempre, come credetti, sbagliando, che dovesse essere quella. Ma forse proprio sottoporla continuamente a verifica, secondo gli avvenimenti e le posizioni politiche, la rende valida e stimolante.
Sono convinta della necessità che vi sia in Italia una forza di sinistra non omologata, non rassegnata alla supremazia del sistema che sembra definitivamente vittorioso, una forza che, superata la tentazione di essere solo testimonianza, assolva giorno per giorno il ruolo di contestazione e di proposta, rimettendo in corsa valori che non hanno perduto la loro attualità” …

“Sono serena perché incorreggibilmente ottimista, sono convinta che le grandi cose che hanno costituito il filo conduttore del mio impegno – la fine delle ingiustizie sociali, una reale uguaglianza tra i popoli, la libertà, la pace – e quelle che sono venute dopo – un mondo libero dall’inquinamento, rispettoso delle leggi della natura, multietnico – ci mettono, per realizzarsi, più tempo di una vita, della mia certamente, ma alla fine si compiono”.

Penso che oggi il modo più giusto per ricordarla sia firmare l’appello per le dimissioni di La Russa. Anche per lei e in suo nome.

*Responsabile nazionale cultura Prc/Se

 

 

segue da Wikipedia  :

 

 

Marisa Musu (prima a destra in alto) fra i gappisti romani nel 1944
ignoto – Rosario Bentivegna, Achtung Banditen! Prima e dopo via Rasella, Milano, Mursia, 2004 [1983]

 

NELLA FOTO:

Gruppo di gappisti romani. Dall’alto e da sinistra: Alfredo Reichlin (1925-2017), Tullio Pietrocola (1922-1976), Giulio Cortini (1918-2006), Laura Garroni (1922-1996), Maria Teresa Regard (1924-2000), Franco Calamandrei (1917-1982), Valentino Gerratana (1919 2000), Duilio Grigioni (1890-1960), Marisa Musu (1925-2002) Sotto, accovacciati: Arminio Savioli (1924-2012), Francesco Curreli (1903-1972), Franco Albanese ?-?, Carla Capponi (1918-2000), Rosario Bentivegna (1922-2012), Carlo Salinari (1919-1977), Ernesto Borghesi (1917-1966), Raoul Falcioni (1913-1961). Seduti, davanti al gruppo: Fernando Vitagliano (1925-1983) e Franco Ferri (1922-1993). Sdraiato a terra: Pasquale Balsamo (1924-2005).

 

DA WIKIPEDIA – link sotto

Marisa Musu (Roma18 aprile 1925 – Roma3 novembre 2002) è stata una partigiana e giornalista italianaMedaglia d’argento al valor militare.

Nasce a Roma da una famiglia sarda di idee antifasciste; i genitori, Domenico e Bastianina Martini, erano infatti originari di Sassari e saranno tra i fondatori del Partito d’Azione (1942).

Nel 1942, a sedici anni e ancora studentessa del liceo classico Mamiani, tramite Lucio Lombardo Radice, Marisa entra nell’organizzazione clandestina del PCI insieme ad Adele Maria Jemolo, sua compagna di studi e futura moglie di Lombardo Radice. Si iscrive alla facoltà di fisica dell’Università di Roma.

Sin da giovanissima svolge attività illegali contro il fascismo e, dopo l’armistizio, partecipa alla battaglia per la difesa di Roma facendo la staffetta del comando militare. Aderisce poi ai Gruppi di Azione Patriottica, con il nome di battaglia di “Rosa”, nella formazione guidata da Franco Calamandrei, della quale fanno parte anche Carla CapponiMaria Teresa RegardRosario BentivegnaMario FiorentiniLucia OttobriniLuigi Pintor, Pasquale Balsamo, Carlo Salinari e Franco Ferri. È la più giovane della formazione partigiana (diciotto anni).

“Rosa” partecipa a varie azioni contro i tedeschi. Il giorno 3 marzo 1944 è presente all’assassinio di Teresa Gullace . Nel trambusto che segue, la “gappista” Carla Capponi estrae la pistola e la punta contro l’uccisore, ma è subito circondata dalle donne presenti e arrestata dai tedeschi. Nella confusione, Marisa ha la prontezza di sottrarle l’arma e di infilarle in tasca la tessera di un’associazione fascista, grazie alla quale la Capponi riesce a convincere l’ufficiale che la interroga della sua estraneità all’azione e riacquistare la libertà.

Il 23 marzo “Rosa” partecipa, armata di bombe da mortaio, all’attacco contro una compagnia della polizia tedesca del battaglione Bozen in transito su via Rasella, con il compito di “coprire” la fuga di Bentivegna e della Capponi. L’attacco provoca la morte di 33 militari tedeschi e due civili italiani. La rappresaglia all’azione è nota come eccidio delle Fosse Ardeatine. I gappisti non subiscono perdite.

La Musu è catturata dalla polizia il 7 aprile, insieme a Pasquale Balsamo e Ernesto Borghesi; fortunatamente i commissari Antonio Colasurdo e De Longis, che erano in collegamento con il CLN, li fanno passare per una banda di rapinatori comuni, facendoli rinchiudere nel carcere di Regina Coeli (Musu viene rinchiusa nel carcere femminile delle Mantellate). Viene condannata a morte dal tribunale di guerra nazista come criminale comune. Dopo il tradimento di Guglielmo Blasi, e prima che questi ne rivelasse l’appartenenza ai GAP, la Musu, fingendosi malata, si fa trasferire all’Ospedale Santo Spirito in Sassia, da dove, a fine maggio, riesce ad evadere. Esce dalla clandestinità con la liberazione di Roma.

Nel dopoguerra continua l’attività politica nel PCI, lavorando per anni con Enrico Berlinguer nella Federazione Giovanile Comunista Italiana, entrando poi a far parte del comitato centrale del partito.

Diventa giornalista professionista, lavora a Paese Sera e a L’Unità; per conto di questi quotidiani è stata inviata a Praga nel 1968, in Vietnam, in Mozambico, in Palestina e in America latina.

Nel 1976 è con Gianni Rodari tra i fondatori del Coordinamento genitori democratici, associazione impegnata ad insegnare e praticare i valori di una scuola antifascista, laica e democratica; ne è anche presidente nazionale per alcuni anni, per oltre dieci anni è stata direttrice, succedendo nell’incarico a Rodari, del mensile Il giornale dei Genitori.

È stata membro del Direttivo nazionale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI), vicepresidente dell’ANPI provinciale di Roma, membro del Consiglio nazionale degli Utenti, presidente del Comitato TV e Minori, membro della Commissione per le Revisioni cinematografiche.

È stata inoltre vicepresidente della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica e presidente dell’Associazione Ragazze d’Italia ed è anche stata per molti anni consigliere comunale per il PCI a Roma.

 

Opere

  • Marisa Musu, Enrico BerlinguerLa lotta della gioventù per la democrazia, Roma, Centro Diffusione Stampa del PCI, 1947
  • Marisa Musu, Elvira Pajetta, Alle ragazze d’Italia, Roma, CDS, 1949
  • Marisa Musu, a cura di Ennio Polito La ragazza di via Orazio. Vita di una comunista irrequieta, Mursia, 1997
  • Marisa Musu, Ennio Polito, Roma ribelle. La resistenza nella capitale 1943-1944, Teti, 1999
  • Marisa Musu, Ennio Polito, I bambini dell’Intifada. Venti storie di ragazzi palestinesi. Un’indagine sull’infanzia nei Territori occupati, Editori Riuniti, Roma, 1991
  • a cura di Marisa Musu e Luisa Quaranta, Il bambino violato, La Nuova Italia, 1991
  • Carlo Bernardini, Giorgio Celli, Tullio De Mauro, Emanuele Luzzati, Marisa Musu, Dire fare giocare con Gianni Rodari: Luoghi, personaggi, animali, invenzioni della fantasia dei bambini, Firenze, Fatatrac, 1990

 

tratto ciclopedonale Marisa Musu
Giorgio Pietrocola – Opera propria
commons.wikipedia

 

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