La scultura ovoidale, collocata all’inizio del lungomare nord di San Benedetto del Tronto, è composta da otto parole che riadattano e ricontestualizzano due versi dei Canti Orfici (1913) di Dino Campana. Le parole, sagomate in stampatello maiuscolo e dipinte in varie tonalità di azzurro, sono disposte su sei livelli sopra una possente struttura a tre piedi rosso fuoco. Secondo la spiegazione riportata dallo stesso artista nella targa posta sul monumento, l’opera critica gli aspetti negativi del lavoro, come l’avidità, l’invidia e il desiderio, che impediscono di godere dei doni e dei valori più genuini della vita. Insieme ai Bambini della Guerra (piazza Bambini del Mondo, 1993) e Allegro (viale Secondo Moretti, 1999), è una delle tre opere permanenti dell’artista piemontese presenti in città.
DA :
MARCHE, SAN BENEDETTO DEL TRONTO–ASCOLI PICENO
Ugo Nespolo (Mosso- Biella- Piemonte, 29 agosto 1941) è un artista italiano.
FOTO :
https://www.vinciarte.it/artisti/ugo-nespolo/
+++ indirizzo Facebook::
https://www.facebook.com/ugo.nespolo
SITO UFFICIALE DELL’ARTISTA UGO NESPOLO : https://www.nespolo.com/ita/index.php
QUI SOTTO, UNA BELLA BIOGRAFIA ESSENZIALE SELL’ARTISTA
https://www.vinciarte.it/artisti/ugo-nespolo/
UGO NESPOLO
PALAZZO REALE, MILANO
WINDOW POEM 1984 Acrilici su legno, 170 x 220 cm
TRIPERUNO 1967 Legno acciaio e anilina, 32 x 10 x 7,5 cm cad
NESPOLO. PALAZZO REALE, MILANO
LETTERATURA 1989 Maiolica dipinta, 35 x diam 50 cm
immagini da :
https://www.palazzorealemilano.it/mostre/fuori-dal-coro
SEGUE DA : immagini e testo scritto
ARTE.IT
http://www.arte.it/calendario-arte/milano/mostra-nespolo-fuori-dal-coro-61753
UGO NESPOLO, FUORI DAL CORO
La mostra “Nespolo fuori dal coro”, è una retrospettiva che ripercorre la carriera dell’artista italiano Ugo Nespolo dagli anni Sessanta ad oggi, raccontandone le sue multiformi evoluzioni.
Promossa dal Comune di Milano Cultura e prodotta da Palazzo Reale con lo Studio Nespolo, la mostra è curata da Maurizio Ferraris e si struttura come un viaggio non necessariamente cronologico, fatto di eclettismo e di ricerca, che rivendica un ruolo autonomo, originale, popolare dell’artista, per questo “fuori dal coro”.
Insofferente agli obblighi del conformismo creativo e critico, Ugo Nespolo ha dato vita ad una figura d’artista unica ed originale, tra cultura e ironia. Mai legata in maniera assoluta ad un filone, la sua produzione si caratterizza per un’accentuata impronta ironica, trasgressiva, un personale senso del divertimento che rappresenterà sempre una sorta di marchio di fabbrica.
Il percorso espositivo è articolato in diversi capitoli che mettono in luce aspetti del lavoro poliedrico di Nespolo, a partire dalle opere degli anni Sessanta presentate da Pierre Restany alla Galleria Schwarz di Milano, anticipazioni dell’Arte Povera, fino ai rapporti con la committenza in omaggio agli atteggiamenti delle Avanguardie Storiche.
Oltre alle sale dedicate a temi chiave della ricerca dell’artista come i Numeri e le Lettere, in mostra si potranno vedere le opere di grandi dimensioni, i disegni, i collages e le opere realizzate con materiali preziosi insieme ai libri d’artista.
Non manca una sezione dedicata al cinema sperimentale, linguaggio del quale Nespolo si appropria fin dagli esordi: ai suoi film partecipano come interpreti artisti quali Lucio Fontana, Enrico Baj, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti, Allen Ginsberg.
———————–
segue da :
MILANO.REPUBBLICA – 6 LUGLIO 2019
https://milano.repubblica.it/cronaca/2019/07/06/foto/milano_ugo_nespolo_mostra_palazzo_reale-230497892/1/
A Milano in mostra gli oggetti ipotetici di Ugo Nespolo, l’anarchico pop
Duecentottanta bottiglie di vetro con una miccia pronta a incendiarsi. In pieno Sessantotto l’opera fece discutere. Battezzata Molotov fu esposta alla mostra “Non generica” (recitava il titolo) e certamente non neutrale di Torino, con un’allusione palese al clima delle contestazioni. Così Ugo Nespolo, piemontese, 77 anni, esordì nel mondo dell’arte mostrando subito il suo piglio anarchico, insofferente alle regole, versatile nei contenuti. Che spaziavano dalla militanza al concettualismo estremo. Da un lato c’erano le scritte fatte con le setole d’acciaio: “potere” e “violenza”. Dall’altro lato assemblaggi neo-dada, morse di ferro e ceste di vimini, cartoni compressi o antenne delle radio a transistor. Senza escludere picchi di minimalismo e genialità nella famosa serie delle Macchine condizionali, ovvero oggetti ipotetici da muovere a piacimento. Tipo la striscia di gomma srotolata con andamento molle che serpeggia all’ingresso della mostra allestita da oggi a Palazzo Reale negli Appartamenti del Principe, curata da Maurizio Ferraris e realizzata col sostegno di Fondazione Bracco (catalogo Skira): duecento opere, dagli anni Sessanta in avanti, sono raccolte sotto il titolo “Fuori dal coro”. La mostra sarà aperta fino al 15 settembre.
SEGUE DAL BLOG:
Mistic Media Blog
una ricerca sulle arti visive nel loro insieme contestualizzate nella storia locale per valorizzare l’ambiente, i suoi prodotti e la gente
- LINK :
Un’arte gioiosa, che ci mette in collegamento con la nostra parte bambina.