IL MANIFESTO — 5 APRILE 2023
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La Spagna festeggia il record dell’occupazione con 20,4 milioni di lavoratori.
Effetto della riforma del 2021 dopo l’accordo con sindacati e imprese
Elena Marisol Brandolini
Il primo trimestre dell’anno in corso ha confermato la buona dinamica dell’occupazione spagnola degli ultimi dodici mesi, da quando cioè è pienamente in vigore la riforma del mercato del Lavoro del governo di coalizione progressista. Marzo, in particolare, si è rivelato un mese da record: la disoccupazione è infatti diminuita di quasi 49.000 persone rispetto a febbraio (-1,7%), registrando così la maggiore discesa negli ultimi due decenni. E il numero di assicurati alla Sicurezza Sociale è asceso a quasi 20 milioni e 400.000 persone, un valore mai raggiunto prima: «Un dato specialmente positivo in un contesto economico e finanziario internazionale di incertezza», si legge sul sito del ministero del Lavoro.
Il totale dei disoccupati è di poco superiore ai 2.860.000, il livello più basso dal 2008 segnalato in un mese di marzo.
La disoccupazione scende tra le donne di 26.000 unità (-1,5%), fissandosi su un totale di oltre 1.700.000, la cifra più bassa negli ultimi 15 anni.
La disoccupazione maschile in termini assoluti si riduce meno di quella femminile (-23.000), ma in misura percentualmente maggiore (quasi il 2%), portandone il valore totale a oltre 1.100.000. Negli ultimi due anni, la disoccupazione femminile è diminuita di 560.000 unità.
I giovani minori di 25 anni senza lavoro sono 215.000, la cifra più bassa in un mese di marzo.
Nell’ultimo anno, la disoccupazione totale si è ridotta di 247.000 persone (-8%).
Il mese di marzo, normalmente, è favorevole all’occupazione seppure stagionale, perché settori come quello alberghiero e la ristorazione si attrezzano per fare fronte alle festività pasquali.
Ma del 1.300.000 di nuovi contratti di lavoro accesi nell’ultimo mese di marzo, ben il 47% è a tempo indeterminato.
Con l’ultima riforma del mercato del lavoro, è perciò cambiato il modello di contrattazione, tanto da ridurre alla metà i contratti a termine che prima erano assolutamente prevalenti.
Nell’insieme, ci sono 2.100.000 persone in più con contratto a tempo indeterminato rispetto al dicembre 2021, quando la riforma fu approvata dal parlamento. E, complessivamente, è cresciuto come non mai il numero degli occupati: il record di assicurati alla Sicurezza Sociale di 20 milioni e 400.000 persone, ottenuto grazie alle oltre 200.000 nuove posizioni assicurative di marzo, consolida la tendenza alla crescita del numero dei lavoratori che, per 12 mesi consecutivi, si è mantenuto costantemente al disopra dei 20 milioni.
La riforma del mercato del lavoro approvata alla fine del 2021, traduceva in legge l’accordo con sindacati e imprese siglato dalla ministra Yolanda Díaz per conto del governo, con l’obiettivo di migliorare la stabilità dell’occupazione. I primi effetti della riforma si videro nell’incremento di contratti a tempo indeterminato, che fino a quel momento non rappresentavano più del 10% del totale.
Quelli a termine non solo erano allora prevalenti, ma erano anche di brevissima durata.
Oggi, invece, la temporalità si è ridotta al 16%.
La buone notizie sull’occupazione accompagnano una performance dell’economia spagnola complessivamente positiva. Il 2022 si è chiuso con una crescita del Pil del 5.5% e, secondo tutte le previsioni, la Spagna guiderà la crescita dell’eurozona nel 2023.
L’inflazione è scesa a marzo al 3,3%.
Un insieme di misure che hanno rappresentato un vero e proprio scudo sociale, unitamente all’intervento su tariffe e prezzo del gas, hanno salvaguardato il lavoro e sostenuto le fasce più deboli della popolazione, consentendo così la ripresa economica.
E’ incredibile che queste riforme, così essenziali per la maggior parte della popolazione, non possano essere fatte anche in Italia.