DEIRDRE MASK, LE VIE CHE ORIENTANO, Storia, identità e potere dietro ai nomi delle strade– BORINGHIERI 2020 + commenti da quotidiani e riviste

 

 

 

 

Le vie che orientano. Storia, identità e potere dietro ai nomi delle strade

 Deirdre Mask

Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente
Traduttore: Francesca Pe’
Editore: Bollati Boringhieri
Collana: Nuovi saggi Bollati Boringhieri
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 29 ottobre 2020
Pagine: 402 p., Rilegato
25 euro, prezzo pieno

«Un libro che apre gli occhi».

«Kirkus Reviews»

«L’incantevole studio di Mask è ricco di informazioni illuminanti sul modo in cui gli indirizzi stradali influenzano la gente comune in giro per il mondo».

«The Guardian»

«Una ricerca spassosa che risale alle origini e alle implicazioni dei nomi delle strade in cui viviamo. [..] Mask è una maestra nell’infilarsi in digressioni avvincenti, e perfino poco inerenti, solo per il gusto di divertirci.. le sue inchieste sono popolate da una serie di commoventi ficcanaso, la cui curiosità, indignazione e idealismo li porta ad affrontare problemi che inerti burocrazie ignorano».

«The New York Times Book Review»

I nomi delle strade sono la nostra eredità culturale, ciò che decidiamo di tenere o buttare via del passato. Orientano i cittadini a livello topografico ma soprattutto identitario, agendo in modo diffuso e inconscio. Potenti dispositivi pubblici, gli odonimi ( nota 1 ) riattualizzano il passato riconosciuto come fondante di una collettività. Al contempo rappresentano un efficace termometro sociale, in grado di riflettere gli umori e le proteste dei cittadini. Fino a che punto la denominazione di una strada rivela le narrazioni storiche che guidano il presente? Chi decide che cosa conta e quali nomi ricordare? E se le piazze intorno a noi commemorano carnefici e re tiranni? Perché ci sono così poche vie dedicate a donne? Può un indirizzo salvare la vita delle persone? Deirdre Mask, avvocatessa giramondo, ci offre un’esplorazione nelle memorie urbane, dall’antichità a oggi. Da Roma a Londra, da New York a Calcutta, da Berlino a Soweto: un intreccio di storie nascoste, basate su documenti sorprendenti, interviste e incontri bizzarri. Questo saggio ironico e provocatorio, eppure drammaticamente serio, esorta a riflettere sulle strutture più contraddittorie dell’ambiente che ci circonda. Allo stesso tempo indica gli spazi del possibile che si dischiudono quando iniziamo a riappropriarci dei significati delle nostre città.

 

 

 

 

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DEIRDRE MASK

 

Deirdre Mask è un’avvocatessa e scrittrice afroamericana. Cresciuta negli Stati Uniti del sud, ha studiato Legge a Harvard e a Oxford e ha seguito un master di scrittura in Irlanda. Ha insegnato a Harvard e alla London School of Economics. Vive e lavora a Londra, dove collabora anche per «The Guardian», «The Atlantic» e «The New York Times». Le vie che orientano è il suo primo libro.

DA :

https://www.bollatiboringhieri.it/autori/deirdre-mask/

 

 

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NOTA 1 — ODONIMIA

L’odonomastica (dal greco ὁδός (hodós) ‘via’, ‘strada’, e onomastikòs, ‘atto a denominare’) è l’insieme dei nomi delle stradepiazze, e più in genere, di tutte le aree di circolazione di un centro abitato e il suo studio storico-linguistico.

CONTINUA:
https://it.wikipedia.org/wiki/Odonomastica

 

INTERNAZIONALE

17 NOVEMBRE 2020

https://www.internazionale.it/opinione/giuliano-milani/2020/11/17/vie-che-orientano-mask

LIBRI

” L’epoca degli indirizzi  “

Giuliano Milani, storico

17 novembre 2020

 

Deirdre Mask   Le vie che orientano   Bollati Boringhieri, 400 pagine, 25 euro

 

“Il viale Giulio Cesare mette capo al largo Ermenegildo Fregnetti. E tal è di noi. Amen”.
Così Carlo Emilio Gadda ironizzava sulla toponomastica urbana.

Di nomi delle strade parla anche questo libro divertente e ben informato che fa riflettere sull’importanza della nozione di residenza nel mondo in cui viviamo.

Senza un indirizzo (com’è il caso di moltissimi abitanti delle baraccopoli) oggi non si riesce ad aprire un conto in banca. Grazie alla mappatura delle residenze in passato sono state combattute epidemie. Non tutte le società sentono il bisogno di nominare le strade: nella Roma antica si procedeva per descrizioni vaghe (“la strada tra i due archi”), a Tokyo ci si orienta con i numeri degli edifici e il progetto di attribuzione dei nomi alle vie del West Virginia è cosa recente e piuttosto discussa.

 

Virginia Occidentale - Wikipedia

VIRGINIA OCCIDENTALE

 

La svolta è avvenuta nell’ottocento nella maggior parte dell’occidente, quando si è affermata una nuova idea di città più razionale, pianificata e socialmente divisa. Nei consigli comunali sono allora cominciate le polemiche che ancora vanno avanti: mantenere i nomi tradizionali, talvolta buffi o osceni, oppure celebrare qualcuno? Ma, in questo caso, chi?

In Sudafrica e negli Stati Uniti si scende spesso a manifestare in piazza per il nome di una piazza, mentre i senzatetto, che forse sarebbe meglio chiamare senza indirizzo, esclusi dal sistema, cercano nuovi modi di sopravvivere.

 

IL GIORNALE 

14 NOVEMBRE 2020

https://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/lunghissima-guerra-colpi-strade-e-indirizzi-1903181.html

Quella lunghissima guerra a colpi di strade e indirizzi

Governi e politici da sempre vogliono controllare i nomi delle vie e le mappe. Ma non è un vezzo..

Avatar di Matteo SacchiMatteo Sacchi

 

Quella lunghissima guerra a colpi di strade e indirizzi

Le strade e gli indirizzi non sono una cosa neutra. Non lo sono mai stati. Giusto per fare un esempio dopo il Risorgimento e l’Unità d’Italia moltissime strade, magari con nomi molto neutri ma dalla lunga storia, sono stati rapidamente sostituiti da corso Mazzini, viale Vittorio Emanuele II, Piazza Cavour, Corso Garibaldi. Scelte sedimentate oggi, ma non sempre neutre all’epoca. Sai che gioia per qualcuno originario di Bronte passare ogni giorno in piazza Nino Bixio. Ogni rivoluzione che passa, ogni guerra, vinta o persa, cambia i nomi delle strade e questo si sapeva. In Italia non sono mai mancate le battaglie per tenersi via Stalin o levare via Almirante e viceversa. Ci fu anche chi riuscì a far arrabbiare tutti con l’idea della via bipartisan: Almirante/Berlinguer. E di questo si discute moltissimo anche in questa fase dove, nel nome del politicamente corretto, si ragiona sul levare questa o quella strada. Per questo il libro Deirdre Mask, avvocatessa afroamericana che scrive per giornali come il New York Times e il Guardian, è diventato da subito uno dei motori del dibattito internazionale. Ora è stato pubblicato anche in italiano per i tipi di Bollati e Boringhieri; Le vie che orientano. Storia identità e potere dietro ai nomi delle strade (pagg. 396, euro 25).

Il libro della Mask è enormemente stratificato quindi, anche se ovviamente è stato preso a bandiera da quelli che vorrebbero scalpellare via pezzi di storia, non può essere affatto ridotto a quel tema.

Ad esempio, prima ancora di parlare di vie bisognerebbe parlare di indirizzi. Per secoli gli indirizzi non sono esistiti e andare a cercare una persona in una grande città, come l’antica Roma, si trasformava in una sorta di rimpiattino. Oggi gli effetti di questa mancanza possono essere devastanti: l’ambulanza non ti trova, le lettere nemmeno, senza indirizzo non si riesce neppure ad avere una carta d’identità. Può sembrare ridicolo, ma il problema affligge milioni di persone sulla Terra. La Mask racconta due casi molto distanti tra loro. Uno è quello del West Virginia, una zona estremamente selvaggia e dai grandi spazi.

Wrapped Canvas West Virginia Almost Heaven Epic Sunset - Etsy | West virginia, Landscape, Scenery

PAESAGGIO DELLA VIRGINIA OCCIDENTALE– PINTEREST

Pinterest

 

Charleston After COVID: Change Is Coming - Worth

CHARLESTON E’ LA CAPITALE DELLA VIRGINIA OCCIDENTALE– foto: Worth

Charleston Tourism Is Built on Southern Charm. Locals Say It's Time to Change. - The New York TimesCharleston, foto New York Times

Nessuno si è mai posto il problema di dare un nome alle vie, figurarsi i numeri. Pompieri, polizia, chiamate d’emergenza. Spesso chi deve non trova le persone, tutti la posta devono ritirarla all’ufficio postale a chilometri di distanza. Ecco che allora lo Stato si è impegnato in una mappatura completa delle vie. Tutti contenti? No, presi dalla fregola hanno dato alle strade nomi assurdi. Voi vorreste abitare a «Beer Can Hollow» (la «Valletta della lattina di birra»)? Ma al di là di questo c’è anche chi si è posto il problema che avere un indirizzo significa essere sempre sorvegliabili dal governo, tassabili, investiti da pubblicità indesiderata.

E gli indirizzi sono iniziati proprio così: anche come uno strumento voluto dall’alto per il controllo centrale delle persone. Chi non è libertario, il problema non se lo porrà; gli abitanti del West virginia e la Mask sì.

Molti abitanti di Calcutta invece di problema se ne pongono un altro. Vivono in degli slum in cui non esistono numeri civici, nomi di vie, nemmeno quelle che noi considereremmo delle vie. In questo caso la priorità è rendersi identificabili per poter avere quanto meno la copertura sanitaria. È dovuta intervenire una Ong che utilizza un sistema Gps per creare indirizzi univoci. Per migliaia di persone è un servizio fondamentale, anche per ottenere cose banali come un conto in banca. Così scoprite, seguendo le pagine del libro, che uno degli sforzi più notevoli in corso sul pianeta è quella di inventare un sistema di indirizzi che vada bene per tutti.

C’è una start up What3words, che vorrebbe utilizzare un sistema di tre parole per identificare ogni punto della terra, tre parole per una griglia fatta di quadrati di 3 metri che definiscano tutto il pianeta. Incubo o sogno? Lo vedremo. Certo ogni Paese ora usa il suo sistema e questo porta ad effetti non sempre semplici a livello commerciale. Ci sono poi persino le eccezioni nazionali, basti pensare al sistema numerico a insulario che Venezia ha mantenuto dai tempi dell’amministrazione austriaca.

Ecco la vera guerra per le strade è soprattutto questa, sospesa tra tradizione, libertà dei cittadini ed efficienza. Giusto per dire, il medico che riuscì per primo a mappare la trasmissione del colera a Londra nel 1854 fu John Snow. Altro che miasmi come credevano tutti, la malattia si prendeva attraverso l’acqua infetta dei pozzi neri. Lui riuscì a dimostrarlo attraverso la mappatura degli indirizzi dei malati.

Sì poi ovviamente nel libro si parla anche molto della battaglia per i nomi delle strade, dell’uso politico che se ne fa. Ad esempio largo spazio è dato al caso di Benjamin Israel, ebreo afroamericano che a Hollywood Florida ha combattuto per anni per cancellare la strada dedicata a Nathan Bedford Forrest (1821-1877), piazzata in mezzo al quartiere afroamericano della città che si chiama Liberia. Forrest, generale confederato molto brillante nell’uso della cavalleria, è altresì famoso per essere stato tra i fondatori del Ku Klux Klan e per il fatto che le sue truppe, nella battaglia di Fort Pillow, massacrarono la guarnigione nordista accanendosi particolarmente sui soldati di colore (crocefissi, bruciati vivi). Tutte cose che a lungo negli Usa sono state messe sotto un tappeto. Però Mask non è ideologica e spiega bene come il fatto che in Sud Africa qualcuno voglia dedicare una strada all’attivista nero Andrew Zondo, che mise una bomba in un centro commerciale uccidendo 5 persone tra cui un neonato, crei comprensibilmente il risentimento di molti.

E ha intervistato Werner Human, avvocato di AfriForum che difende i nomi delle vie e gli indirizzi in Afrikaans, e fatto i conti con l’evidenza che in Sud Africa essere bianco può non essere facile. Perché trovare equilibri tra storia, morale e politica è sempre difficile e Mask lo sa. Poi purtroppo in questa grande complessità c’è sempre chi penserà che cancellare via Cristoforo Colombo sia una bella idea per poi, magari, tenersi per ignoranza Via Bava Beccaris.

 

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1 risposta a DEIRDRE MASK, LE VIE CHE ORIENTANO, Storia, identità e potere dietro ai nomi delle strade– BORINGHIERI 2020 + commenti da quotidiani e riviste

  1. DONATELLA scrive:

    Divertente e appassionante la storia del nome delle strade, tutt’altro che una piccola storia.

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