Spunta la Luna dal monte è la versione in italiano della canzone Disamparados, scritta da Luigi Marielli, componente dei Tazenda, che la affidarono ancora inedita a Pierangelo Bertoli per presentarla al Festival di Sanremo 1991. La versione in gara, eseguita da Bertoli insieme ai Tazenda, si piazzò al quinto posto della classifica finale ed è l’unione della versione originale con il testo in italiano scritto dallo stesso Bertoli, che poi la inciderà individualmente nell’album Italia d’oro. (fonte: wikipedia)
[1991]
Parole e musica di Luigi Marielli dei Tazenda
Nel disco intitolato “Murales”, Gabriella Carlucci (conduttrice del Cantagiro, edizione 1991): “Cominciamo dal titolo: chi sono i disamparados?”
Andrea Parodi: “Disamparados significa rifiutati, emarginati, abbandonati… Sono i bambini che si lasciano sulle autostrade, sono i vecchi che si trascurano, sono tutta quella parte del mondo che vive con i rifiuti della nostra società.”
Notte ‘e anneu
Chena una lumera
E in coro meu
No b’at un’ispera
Mì sa die
Chi istoccad’ una nue
E rie – rie
Beni’ innoe…
Beni’ intonende unu dillu…
Beni’ intonende unu dillu…In sos muntonarzos, sos disamparados
Chirchende ricattu, chirchende
In mesu a sa zente, in mesu
A s’istrada dimandende
Sa vida s’ischidat pranghendeBois fizos ‘e niunu
Chin sos annos irmenticados
Tue nd’has solu chimbantunu
Ma parent chent’annosDae sos muntonarzos de sa tziviltade
Sa ‘oghe ‘e sos disamparados
Ponimus una cantone
Ei chena alenu picare
Cantamus pro no irmenticare
Bois jajos ‘e niunu
Chin sos annos irmenticados
Sa vida ue bos at juttu?
In sos muntonarzos!
Coro meu
Fuente ‘ia, gradessida
Gai puru deo
Potho bier a sa vida
Mì sa die
Chi istoccad’ una nue
E rie – rie
Beni’ innoe…
Beni’ intonende unu dillu…
Beni’ intonende unu dillu…
Nois fizos ‘e niunu
In sos annos irmenticados
Sa vida ue nos hat juttu?
In sos muntonarzos!
In sos muntonarzos, sos disamparados
Chirchende ricattu, chirchende
In mesu a sa zente, in mesu
A s’istrada dimandende
Sa vida s’ischidat pranghende
Bois fizos ‘e niunu
Chin sos annos irmenticados
Tue nd’has solu chimbantunu
Ma parent chent’annos
In sos muntonarzos, sos disamparados
Chirchende ricattu, chirchende
In mesu a sa zente, in mesu
A s’istrada dimandende
Sa vida s’ischidat pranghende
In sos muntonarzos, sos disamparados
Chirchende ricattu, chirchende
In mesu a sa zente, in mesu
A s’istrada dimandende
Sa vida s’ischidat pranghende
Beni’ intonende unu dillu…
Beni’ intonende unu dillu…
DISPERATI
Notte d’affanno
Senza una luce
E nel mio cuore
Non c’è speranza
Ecco il giorno
Che trafigge una nuvola
E ridendo
Arriva fin qui…
Viene intonando un dillu…
Viene intonando un dillu…
Nelle discariche, i disperati
Cercando da mangiare, cercando
In mezzo alla gente, in mezzo
Alla strada domandando carità
La vita si sveglia piangendo
Voi figli di nessuno
Negli anni dimenticati
Tu ne hai solo 51
Ma sembrano cent’anni
Dagli immondezzai della civiltà
La voce degli abbandonati
Scriviamo una canzone
E senza prendere respiro
Cantiamo per non dimenticare
Voi vecchi di nessuno
Con gli anni dimenticati
Dove vi ha portato la vita?
Negli immondezzai!
Cuore mio
Fonte viva, gradita
Così anch’io
Posso bere alla vita
Ecco il giorno
Che trafigge una nuvola
E ridendo
Arriva fino a qui…
Viene intonando un dillu…
Viene intonando un dillu…
Noi figli di nessuno
Negli anni dimenticati
Dove ci ha portato la vita?
Negli immondezzai!
Nelle discariche, i disperati
Cercando da mangiare, cercando
In mezzo alla gente, in mezzo
Alla strada domandando carità
La vita si sveglia piangendo
Voi figli di nessuno
Negli anni dimenticati
Tu ne hai solo 51
Ma sembrano cent’anni
Nelle discariche, i disperati
Cercando da mangiare, cercando
In mezzo alla gente, in mezzo
Alla strada domandando carità
La vita si sveglia piangendo
Nelle discariche, i disperati
Cercando da mangiare, cercando
In mezzo alla gente, in mezzo
Alla strada domandando carità
La vita si sveglia piangendo
Viene intonando un dillu…
Viene intonando un dillu…
traduzione inviata da Bernart Bartleby – 29/5/2014 – 21:31
PIER ANGELO BERTOLI
COSA SAREBBE ::
” su dillu ” / il dillu: ?
ballo originario del Goceano composto da un solo movimento che consiste in due saltelli sul piede destro e due sul piede sinistro. Di derivazione profana, pare venisse anticamente eseguito come forma di scongiuro per le vittime della puntura della malmignatta (s’argia o arza), un ragno velenoso, per allontanare il pericolo della morte.
Tale ipotesi sarebbe suffragata non solo dal fatto che da esso deriva su ballu ‘e s’arza (il ballo della malmignatta), eseguito a passo di dillu, ma anche dal nome stesso del ballo.
La parola dillu sarebbe infatti una contrazione di “dilliriu” che significa delirio; inoltre le parole che accompagnano spesso la danza “dilliri, dilliri, dilliriana“, richiamano per assonanza la stessa parola “dillirium”.
Una seconda ipotesi invece fa risalire il nome del ballo da “dillisu” (“beffa, scherno”) e sostiene che nei tempi antichi il ballo venisse eseguito dopo una razzia di bestiame (“bardana”) come festeggiamento per essere riusciti a beffare i proprietari della mandria. (it.wikipedia)
GOCEANO
Il Goceano (letto Gocèano e chiamato Sa Costèra in sardo)
” SU DILLU ” BALLATO
Gruppo Folk di Sorgono – Su Ballu Sorgonesu
https://www.youtube.com/watch?v=lhUFaIVVOS8
LE ATTUALI REGIONI DELLA SARDEGNA-
SORGONO è un comune in provincia di Nuoro
Magnifica questa “canzone” di dolore e di resistenza.