ANSA.IT — 8 NOVEMBRE 2022 :: A San Casciano come a Riace, dall’acqua 24 bronzi. “Una scoperta che cambierà la storia”. Sangiuliano “Eccezionale”

 

 

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A San Casciano come a Riace, dall’acqua 24 bronzi.

“Una scoperta che cambierà la storia”. Sangiuliano “Eccezionale”

 

Dell’inviata Silvia Lambertucci

 

 

 

Adagiato sul fondo della grande vasca romana, il giovane efebo, bellissimo, sembra quasi dormire.

Accanto a lui c’è Igea, la dea della salute che fu figlia o moglie di Asclepio, un serpente arrotolato sul braccio.

 

 

San Casciano – I dettagli anatomici delle statue femminili. Le statue sono state portate ora in un laboratorio di restauro a Grosseto.

 

Poco più in là, ancora in parte sommerso dall’acqua, si intravvede Apollo e poi ancora divinità, matrone, fanciulli, imperatori. Protetto per 2300 anni dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre, è riemerso in questi giorni dagli scavi di San Casciano dei Bagni, in Toscana, un deposito votivo mai visto, con oltre 24 statue in bronzo di raffinatissima fattura, cinque delle quali alte quasi un metro, tutte integre e in perfetto stato di conservazione.

 

 

Alcuni reperti provenienti dagli scavi di San Casciano

 

 “Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo” annuncia in anteprima all’ANSA l’archeologo Jacopo Tabolli, il giovane docente dell‘Università per Stranieri di Siena, che dal 2019 guida il progetto con la concessione del ministero della Cultura e il sostegno anche economico del piccolo comune.

 

Alcuni reperti provenienti dagli scavi di San Casciano

 

 

Un tesoro “assolutamente unico”, sottolinea, che si accompagna ad una incredibile quantità di iscrizioni in etrusco e in latino e al quale si aggiungono migliaia di monete oltre ad una serie di altrettanto interessanti offerte vegetali.

 

Il sito degli scavi di San Casciano

 

San Casciano – La testa di un bimbo. Foto Jacopo Tabolli

 

Insediato da una manciata di giorni, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha già visitato il laboratorio di restauro che ha appena accolto le statue e ora applaude: “Un ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici.La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”, si appassiona il responsabile del Collegio Romano.

 

 

L’area degli scavi con le piscine, San Casciano dei Bagni. Foto Jacopo Tabolli

 

“La scoperta più importante dai Bronzi di Riace e certamente uno dei ritrovamenti di bronzi più significativi mai fatti nella storia del Mediterraneo antico”, commenta accanto a lui il dg musei del MiC Massimo Osanna, che ha appena approvato l’acquisto del palazzo cinquecentesco che ospiterà nel borgo di San Casciano le meraviglie restituite dal Bagno Grande, un museo al quale si aggiungerà in futuro un vero e proprio parco archeologico.

 

 

Foto Jacopo Tabolli

 

 

Luigi La Rocca, direttore generale per l’archeologia, condivide l’entusiasmo e sottolinea “l’importanza del metodo usato in questo scavo”, che come è stato per le scoperte più recenti di Pompei, anche qui ha visto all’opera “specialisti di ogni disciplina, dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli esperti di epigrafia e numismatica”.

 

San Casciano – Fasi di scavo di una statua maschile. Cinque delle statue recuperate sono alte quasi un metro. Sono tutte intatte. Foto Jacopo Tabolli

 

Realizzate con tutta probabilità da artigiani locali, le 24 statue appena ritrovate – spiega Tabolli affiancato dal direttore dello scavo Emanuele Mariotti e da Ada Salvi della Soprintendenza- si possono datare tra il II secolo avanti Cristo e il I dopo. 

 


San Casciano L’efebo orante.
FOTO JACOPO TABOLLI università per gli stranieri di Siena

 

Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., racconta, quando in epoca cristiana venne chiuso ma non distrutto, le vasche sigillate con pesanti colonne di pietra, le divinità affidate con rispetto all’acqua.

 

 

Foto Jacopo Tabolli

 

È anche per questo che, rimossa quella copertura, gli archeologi si sono trovati davanti un tesoro ancora intatto, di fatto “il più grande deposito di statue dell’Italia antica e comunque l’unico di cui abbiamo la possibilità di ricostruire interamente il contesto”, ribadisce Tabolli.

 

 

 

San Casciano come Riace, dall’acqua 24 statue di bronzo

 

Disposte in parte sui rami di un enorme tronco d’albero fissato sul fondo della vasca, in molti casi appunto ricoperte di iscrizioni, ricoperte spesso di uova (“un mistero ancora tutto da studiare” sottolinea Tabolli) le statue come pure gli innumerevoli ex voto, arrivano dalle grandi famiglie del territorio e non solo, esponenti delle élites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e addirittura imperatori.

 

 

Qui, a sorpresa, la lingua degli etruschi sembra sopravvivere molto più a lungo rispetto alle date canoniche della storia, così come le conoscenze etrusche in fatto di medicina sembrano essere riconosciute e accettate come tali anche in epoca romana.

 

San Casciano – Una delle teste votive iscritte in etrusco. Le statue sono datate tra il II sec. a C. e il I sec.. d. C.

 

Un grande santuario che sembra raccontarsi, insomma, come un luogo unico anche per gli antichi, una sorta di bolla di pace, se si pensa, come spiega Tabolli, “che anche in epoche storiche in cui fuori infuriano i più tremendi conflitti, all’interno di queste vasche e su questi altari i due mondi, quello etrusco e quello latino, sembrano convivere senza problemi”.

 

San Casciano – La statuetta di un giovane riemerge dal fango. Nell’ultima fase dello scavo sono state recuperate 24 statue in bronzo. Foto Jacopo Tabolli

 

 

Chissà, ragiona l’archeologo, forse perché fin dalle origini il nume qui è sempre rimasta l’acqua con la sua divinazione, la sua forza, il suo potere: “Qui passa il tempo, cambia la lingua, cambiano persino i nomi delle divinità, ma il tipo di culto e l’intervento terapeutico rimangono gli stessi”.

 

 

 

Il cantiere adesso si chiude, riprenderà in primavera. L’inverno servirà per restaurare, studiare, capire. “Sarà un lavoro di squadra, com’è stato sempre finora”, sorride orgoglioso Tabolli. Università, ministero, comune, specialisti di altri atenei del mondo. Tutti insieme, con l’occasione unica per scrivere un capitolo integralmente nuovo della storia antica.

 

 

San Casciano – L’archeologo Jacopo Tabolli al lavoro nello scavo. Nelle sue mani un piede. Si tratta di un ex voto (Foto Jacopo Tabolli)

 

 

 

San Casciano .Dettaglio della mano di una statua. Foto Jacopo Tabolli

 

 

San Casciano – La vasca sacra: nell’antico santuario era la piscina più grande dove però non ci si poteva immergere: era riservata alle divinità

 

San Casciano – Alcune monete. Nello scavo ne sono state ritrovate più di 5 mila, in oro, argento, oricalco e bronzo. Foto Jacopo Tabolli

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