ORIETTA MOSCATELLI, La politica umanitaria della Russia e altre notizie interessanti –LIMESONLINE DEL 6 SETTEMBRE 2022

 

LIMESONLINE DEL 6 SETTEMBRE 2022
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La politica umanitaria della Russia e altre notizie interessanti

 

 

 

 

Carta di Laura Canali – 2022

 

La rassegna geopolitica del 6 settembre. 

analisi di Orietta Moscatelli

LA DOTTRINA UMANITARIA DI PUTIN 

 

di Orietta Moscatelli

 

Il presidente Vladimir Putin ha confermato il Concetto di politica umanitaria della Federazione Russa – in sostanza le linee generali di cooperazione estera – che nell’accezione moscovita mira a promuovere e difendere l’immagine della Russia nel mondo. Un articolato documento che illustra quanto lo Stato intende fare per contrastare il deficit di soft power, problema cronico che con la guerra in Ucraina ha assunto forma acuta, quantomeno sul versante occidentale delle frontiere russe.

 

Perché conta: Le 31 pagine del decreto presidenziale firmato il 5 settembre prospettano programmi culturali, scientifici, mediatici, formazioni di specialisti stranieri, sport e turismo come mezzi da utilizzare per conquistare cuori e menti fuori dai confini federali. E definiscono la difesa e la promozione dei valori tradizionali (patria, famiglia, radici), quindi del “primato della dimensione spirituale sul materialismo” occidentale come priorità in una fase “di trasformazione degli assetti politici mondiali”.

In questo momento di riorganizzazione degli assetti mondiali, la storia russa va tutelata dal “revisionismo di certi paesi” e proposta nella visione putiniana di un unicum che unisce l’impero zarista all’attuale Federazione, passando per l’Urss.

 

Implicitamente, il  concetto prende atto che la nuova cortina calata tra Russia e Occidente allargato non sarà risollevata per chissà quanto tempo. Del conflitto in corso e dell’Ucraina non vi è menzione, se non un riferimento alle Repubbliche di Donec’k e Luhans’k, cuore della visione e dell’azione a difesa del Russkij Mir, il mondo dei russi all’estero, che è capitolo centrale del documento approvato da Putin.

L’Europa è invece liquidata con l’obiettivo minimo di “mantenere la partecipazione nel sistema di cooperazione culturale” e con l’auspicio di “aumentare la presenza culturale russa nel Centro-Est Europa, in base alla disponibilità dei paesi della regione”.

Mosca guarda inevitabilmente a Este immagina praterie nel Sud globale, dove conquistare cuori e menti grazie all’unicità della sua cultura di fondamenta bicontinentali e alla sua diversità valoriale, o rivendicata tale.

L’alberatura dei paesi su cui puntare segue gli sviluppi della politica estera degli ultimi dieci anni e l’accelerazione impressa dalla guerra: continuare a sviluppare i rapporti con la Cina e con l’India, espanderli con Vietnam, Laos, Mongolia; con i paesi africani e dell’America Latina va “alzato il livello” di cooperazione e grandi potenzialità sono attribuite alla regione mediorientale e del Golfo.

In pratica Mosca guarda agli abbondanti due terzi della popolazione mondiale che abitano nei paesi non allineati o ostili alle posizioni americane ed europee sul conflitto in Ucraina.

Contando che restino fuori dal coro occidentale nei mesi e anni a venire, immaginati di tempesta economica e quindi sociale e politica, sullo sfondo della guerra che sempre più convintamente la Russia descrive come scontro diretto con gli Usa. E professando la “non ingerenza” ideologica e politica.

Nemmeno gli Stati Uniti vengono citati nel nuovo documento, e non stupisce: la diplomazia umanitaria riguarda possibili sintonie e sinergie. L’America sarà al centro del più ampio “Concetto di politica estera della Federazione russa”. È fermo dal 2016, quando la traiettoria russa era già segnata, ma ai vertici si coltivava ancora un certo possibilismo. “Ci si sta lavorando attivamente”, assicura il Cremlino.

 

Per approfondireIl resto del mondo siamo noi, editoriale de “La Guerra Grande

 

Carta di Laura Canali - 2022

Carta di Laura Canali – 2022


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ALTRE NOTIZIE INTERESSANTI

 

a cura della redazione di Limesonline

Ana Brnabic, July 3, 2018.jpgAna Brnabić (in serboАна Брнабић?Belgrado28 settembre 1975) è una politica ed economista serbaprima ministra della Serbia dal 29 giugno 2017.

 

  • La premier della Serbia Ana Brnabić si è recata in Kosovo, nella regione a maggioranza serba di Kosovska Mitrovica/Mitrovicë. Le forze dell’ordine di Pristina hanno garantito la sicurezza del primo ministro, nonostante Belgrado non abbia mai riconosciuto l’indipendenza e la sovranità kosovara. Sebbene Brnabić abbia speso chiare parole di pace volte ad alleviare i recenti attriti interetnici, gli innumerevoli residenti accorsi a vederla hanno intonato slogan nazionalpatriottici sulla “santa terra serba”. Il paese dei merli resta una calamita delle tensioni balcaniche.

 

 

 

  • NOTA DA WILIPEDIA ” Ana Brnabić “:
    In un’intervista del 14 novembre 2018 con l’emittente pubblica tedesca Deutsche Welle, Brnabić ha negato che i massacri di bosniaci del luglio 1995 da parte delle forze serbo-bosniache a Srebrenica fossero stati un atto di genocidio.] Due settimane dopo, il Parlamento europeo adottò una risoluzione in cui deplorava la continua negazione del genocidio di Srebrenica da parte delle autorità serbe e ricordava che la piena cooperazione con il Tribunale penale per l’ex Jugoslavia, e l’istituzione che lo ha succeduto, comprendeva l’accettazione delle sue sentenze. La Corte dell’Aia criticò Brnabić per la negazione del genocidio di Srebenica.

 

  • Il presidente della Francia Emmanuel Macron e il cancelliere della Germania Olaf Scholz hanno annunciato un accordo all’insegna della “solidarietà europea” per cui in caso di bisogno quest’inverno Parigi fornirà gas a Berlino e quest’ultima fornirà elettricità alla prima. La probabile interruzione dei flussi di idrocarburi russi verso l’Unione Europea sta rafforzando il legame tra i due soci di maggioranza dell’Ue, contrariamente ai desiderata di Putin.

 

  • Negli Stati Uniti, negli ultimi 10 anni almeno 20 aziende produttrici di armi, munizioni e materiale accessoriohanno trasferito la propria sede o produzione dagli Stati democratici a quelli repubblicani, dislocando migliaia di posti di lavoro e centinaia di milioni di dollari di investimenti verso Texas, Wyoming, Alabama e GeorgiaLe imprese sono attratte dalle agevolazioni fiscali e dalla manodopera a basso costo, ma contano anche le leggi più severe sulle armi approvate in molti Stati democratici.
  • L’industria delle armi è sempre più radicata nel Sud e in misura minore nell’Ovest, mentre si riducono i legami con il MidWest. Ciò dovrebbe esacerbare il già polarizzato agone politico: i membri del Congresso eletti dal profondo Sud saranno sempre più contrari a legislazioni stringenti sul diritto di possedere armi, mentre i parlamentari democratici saranno sempre più in difficoltà nel condurre campagna elettorale sul secondo emendamento in questa parte d’America.

 

 

 

William Ruto - Wikipedia
William Samoei Arap Ruto (Nairobi21 dicembre 1966) è un politico keniota, vicepresidente del Kenya a partire dal 9 aprile 2013, è stato poi eletto presidente nelle elezioni del 9 agosto 2022.

 

  • La Corte suprema del Kenya ha confermato il risultato delle elezioni presidenziali del 9 agosto, sancendo la vittoria di misura dell’«hustler» (indaffarato) William Ruto. L’accusa di «colpo di stato civile» rivolta dai partiti sconfitti alla commissione elettorale è stata rigettata, sancendo la sconfitta dell’establishment di Nairobi plasmato sulle figure del candidato perdente Raila Odinga e l’attuale presidente Uhuru Kenyatta (in carica fino al 13 settembre).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

KENYA

 

 

 

 

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1 risposta a ORIETTA MOSCATELLI, La politica umanitaria della Russia e altre notizie interessanti –LIMESONLINE DEL 6 SETTEMBRE 2022

  1. DONATELLA scrive:

    Sembra proprio che la guerra sia connaturata al genere umano.

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