Ensemble des XVII. Jahrhunderts
Jan Van Elsacker, Fabio Maciel – Tenor
Saloum Diawara – Bass Giulia Cantone – Laute
Iván Darío García García – Barockguitarre
Tobias Emmerich – Theor
Carla Escuredo – Blockflöte
Elvira Martinez – Barockvioli
Huda Knobloch – Barockviola
Soshi Nishimura – Violone
Dominik Johannes Richter – Percussion
Jan Van Elsacker und Lorenz Duftschmid Musikalische Leitung
Tu, bella ca lu tieni lu pettu tundu
Tu, bella ca lu tieni lu pettu tundu
Nun sacciu ci su menne o su cutugna
Nun sacciu ci su menne o su cutugna
Maria ti chiammi tu, ci bellu nommi
Maria ti chiammi tu, ci bellu nommi
Stu nommi ti l’ha mmisu la Madonna
Stu nommi ti l’ha mmisu la Madonna
Stateve citte, stateve ‘nzulenzia
Stateve citte, stateve ‘nzulenzia
Vogghiu ca vuje sintiti lu mia cantare
Vogghiu ca vuje sintiti lu mia cantare
Bellu è lu mare e bella la marina
Bellu è lu mare e bella la marina
Bella è la figlia di lu marinaru
Bella è la figlia di lu marinaru
La ni na ninina na ni ninena
La ni na ninina na ni ninena
Ha dettu l’amuri miu staseri vena
Ha dettu l’amuri miu staseri vena
Marange e marangelle vogghiu chiantari
Marange e marangelle vogghiu chiantari
Nu limoncellu pi lu beni mia
Nu limoncellu pi lu beni mia
Bella che tra li belle tu bella sei
Bella che tra li belle tu bella sei
Ca de li belle tu porti la palma
Ca de li belle tu porti la palma
Tu, rondine ca rundini lu mare
Tu, rondine ca rundini lu mare
Ferma quandu ti dicu doje parole
Ferma quandu ti dicu doje parole
https://lyricstranslate.com
NOTA I – :
Athanasius Kircher (1601-1680), tedesco originario di Geysen (Fulda), gesuita dotato di una insaziabile curiosità intellettuale e tra le più famose personalità del XVII secolo, fu un erudito assai versatile. Fuggì dalla Germania per vivere ad Avignone e a Roma, dove insegnò e vi morì, lasciando le sue raccolte di antichità che costituirono il Museo detto poi Kircheriano al Collegio Romano.
Nel 1638 compì un viaggio a Malta, nell’Italia meridionale e in Sicilia per esplorare a fondo i vulcani del Vesuvio e dell’Etna e per studiare lo Stretto di Messina.
Il suo trattato Musurgia universalis (1650) è una rilevante testimonianza sulla musica barocca. Pubblicò una quarantina di opere dedicate all’archeologia, alla geografia, alle scienze naturali, all’astronomia, alla matematica, alla filologia, alla liturgia sacra, alla fisica, alla musicologia.
Fu il più celebre “decifratore” di geroglifici e ritenuto il fondatore dell’egittologia. Scrisse un’enciclopedia della Cina, scoprì che la peste era causata da un microrganismo infettivo osservando i microbi attraverso un microscopio e propose misure efficaci per prevenire la diffusione della malattia.
Contribuì all’invenzione della lanterna magica nota per la sua capacità di proiettare ingranditi disegni e pitture su vetri trasparenti, utilizzando lanterne a petrolio o candele.
A lui, appassionato studioso di tecnologia e meccanica, si deve l’anticipazione della combinatoria computeristica ma anche l’invenzione di orologi magnetici, sofisticati automi, del primo megafono.
Per dirla con Umberto Eco, Kircher «lo sentiamo come il più contemporaneo dei nostri antenati e il più inattuale dei nostri contemporanei».
Il Museo Kircheriano nel Collegio Romano – Amsterdam, 1679
Il Museo kircheriano fu una raccolta pubblica di antichità e curiosità (Wunderkammer), fondata nel 1651 dal padre gesuita Athanasius Kircher nel Collegio Romano.
Considerato il primo museo al mondo, le sue collezioni andarono gradualmente disperse nel corso dei secoli.
https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_kircheriano
La melodia dell’ “Antidotum tarantulae” del gesuita Athanasius Kircher (1602-1680) che trattò del tarantismo e della relativa terapeutica in ben tre opere: Magnes, Musurgia e Phonurgia, tutte ricche di preziosi dati sulle credenze popolari, i comportamenti dei tarantati, gli strumenti musicali utilizzati e soprattutto le trascrizioni degli esempi più antichi di antidoti musicali contro il morso della tarantola (come appunto il celebre Antidotum Tarantulae).
Questa illustrazione è tratta da “Magnes sive de magnetica arte” (1644)
Magnes sive de arte magnetica opus tripartitum by Athanasius Kircher. Un lungo capitolo è dedicato al magnetismo della musica che insieme al movimento della tarantella sono un antidoto alla tarantola.
La Tarantola
https://soundcloud.com/
Nel 1630, dopo un viaggio in Puglia per approfondire le terapie musicali legate al culto di Dioniso, l’abate gesuita Athanasius Kircher (1602-1680) esaltò in “Musurgia universalis” il valore terapeutico della musica per curare gli effetti del morso della tarantola. Il più celebre dei brani da lui riportato è “Antidotum tarantulae”.
Frontespizio dell’opera “Musurgia Universalis” di Athanasius Kircher (1650)
Athan Kircher, Musica per la danza dei tarantati, 1654
H.-P.Haack
commons.wikimedia.org –– Tarantella
NOTA II –
Tarantella
Il nome “tarantella” deriva da “taranta”, termine dialettale delle regioni meridionali italiane per designare la Lycosa tarentula, un ragno velenoso diffuso nell’Europa meridionale e in particolare nelle campagne di Taranto, da cui prende il nome. In quelle zone il ballo della tarantella è in parte legato alla terapia del morso della tarantola. La tradizione affidava al veleno di questo ragno effetti diversi, a seconda delle credenze locali: malinconia, convulsioni, disagio psichico, agitazione, dolore fisico e sofferenza morale.
Chi veniva morso o credeva di essere stato morso da una tarantola (ma anche da scorpioni, insetti o rettili vari) tendeva a un esagerato dinamismo e ricorreva a terapie coreo-musicali, particolarmente efficaci durante la festività dei santi Pietro e Paolo che, mediante l’insistenza della pratica della danza, provocassero l’espulsione del veleno attraverso sudori e umori. Per lo studio del fenomeno del tarantismo in Italia è fondamentale l’opera di Ernesto De Martino (v. La terra del rimorso). Non tutte le forme di danza erano comunque legate a questo fenomeno: si danzava anche in occasioni pubbliche (festività religiose, pellegrinaggi ai santuari, ricorrenze agricole) e private (matrimoni, battesimi, ecc.) come espressione di religiosità e gioia.
Per l’origine della parola, non è trascurabile l’ascendenza che alcuni storici della musica attribuiscono alla città di Taranto per le origini del ballo, chiamato anticamente Tarantedde.
In entrambi i casi il termine sarebbe poi passato a descrivere tutte le forme di musica e ballo “non colte” del Centro-Sud Italia.
Fratelli Alinari – Tarantella di donne a “Baia, Campania. Il Tempio di Mercurio” (in realtà le sale voltate antistanti) – Inizi ‘900
Tarantella a Napoli
sconociuto
Danza della ” Pizzica ” o tarantella italiana
L’Apulia è la zona dove è diffusa la tarantola e dove sono stati trovati rimedi contro il suo morso. Dal libro di Samuel Hafenreffer (1587-1660).
NOTA III –
ERNESTO DE MARTINO
Salento, «terra del rimorso», «terra del cattivo passato che torna e opprime col suo rigurgito». Qui, nel giugno 1959, un’équipe guidata da Ernesto De Martino e formata da uno psichiatra, uno psicologo, un musicologo e un sociologo condusse una ricerca etnografica per studiare il tarantismo, antico rito contadino caratterizzato dal simbolismo della taranta – il ragno che morde e avvelena – e dalla potenza estatica e terapeutica della musica e della danza. L’obiettivo era verificare se il tarantismo fosse una patologia medica specifica o, piuttosto, la manifestazione molto fisica di un rito di passaggio. Il gruppo di De Martino raccolse interviste a donne e uomini morsi dalla taranta, o che avevano avuto un congiunto a sua volta colpito, oltre ad assistere in prima persona al delirio dei tarantati. Dall’analisi dei dati e dal confronto tra le esperienze singole, De Martino colse alcuni elementi simbolici ricorrenti: il periodo della vita – la pubertà e, per le donne, il menarca – e l’ora del giorno, le dodici, in cui si consuma il primo morso; la recrudescenza ciclica, in alcuni casi annuale, dei suoi effetti; l’esorcismo e la visione di san Paolo, che annuncia ai posseduti l’imminente guarigione. Ogni elemento contribuisce a una rappresentazione liminale tra sacro e profano e avvalora la tesi del rito iniziatico, ripetuto nel tempo e ordinato da regole antichissime. Il Saggiatore rinnova la sua lunga tradizione legata agli studi antropologici e riporta in libreria un classico imprescindibile, che interpreta il fenomeno dei tarantati dal punto di vista storico, culturale e religioso. Con un’impostazione inedita rispetto a tanta letteratura meridionalista di stampo folcloristico, De Martino permette al lettore di seguire l’indagine sul campo e dimostra come quelle pratiche rituali abbiano la funzione di scongiurare le ansie di un’esistenza segnata dalla povertà e dall’emarginazione.
Documenti musicali e commento parlato (1961) di E. De Martino e D. Carpitella
Magnifica questa esplorazione dell’inconscio collettivo, una profonda “cultura” che sta dentro di noi.
Che bella “Tu bella tra le belle”!