GIANLUCA LIVA, Biancavilla ( Catania ) e la bonifica di quello che non si conosceva –LE SCIENZE DEL 20 MAGGIO 2021 + Biancavilla ed altro

 

 

 

Etna Biancavilla.jpg

DA BIANCAVILLA-CATANIA –VISTA DELL’ETNA
Davide Restivo from Lenzburg, Aarau, Switzerland

 

 

Antica incisione che mostra il percorso fino al mare delle colate laviche del 1669 e sotto
le città che esistono ancora
Worldtraveller di Wikipedia in inglese

 

 

Biancavilla

BIANCAVILLA

IL NOME : Un gruppo di esuli greco-albanesi, giunti in Sicilia nel XV secolo a causa delle pressioni islamiste turco-ottomane, decise di cercare riparo nel territorio ispanico-aragonese di Sicilia sulle falde dell’Etna, fondando nel 1488 una propria comunità nota inizialmente come “Terra di Callicari”. Il centro fu poi chiamato o noto come “Casale dei Greci”, “Poggio Rosso” o in latino “Albavillae”, per giunger poi, dal 1599, al nome di Biancavilla, forse in omaggio alla regina Bianca di Navarra.

 

 

67 Biancavilla Bilder und Fotos - Getty Images

Biancavilla (Biancavidda in siciliano) è un comune italiano di 22 822 abitanti ( gennaio 2022 ) della città metropolitana di Catania in Sicilia.

Il comune è situato alle falde dell’Etna, a 513 metri sul livello del mare, a nord-ovest della città di Catania ( CARTINA VERSO IL FONDO ), su un lastrone magmatico che strapiomba sulla valle del Simeto a meno di 4 km in linea d’aria dal fiume.

 

Simeto - Wikipedia

IL SIMETO

Catania, alla scoperta del Simeto nella valle delle meraviglie - la Repubblica

VALLE DEL SIMETO

 

Ponte Saraceni 1

IL PONTE DEL SARACENO AD ADRANO, POCO LONTANO DA BIANCAVILLA — vedi cartina verso il fondo-
Saraceno era il nome di un affluente del Simeto. Il ponte è di origine romana

 

 

 

 

Parco dell'Etna - Sicilia in Rete

 

È un comune appartenente al Parco dell’Etna ed è adiacente a quello dei Nebrodi.

 

Sicilia Orientale Itinerari

Parco dell’Etna e sulla sinistra, Parco dei Nebrodi.  CALTAGIRONE

 

In giornate terse il panorama permette di distinguere le colline dell’alto Calatino ( = il territorio composto da Caltagirone e le comunità direttamente limitrofe a essa, e dal Sud Simeto, un insieme di comuni poggianti geograficamente ed economicamente sulla Piana di Catania: è corrispondente all’intera parte meridionale della città metropolitana di Catania. Il suo capofila è la città di Caltagirone, da cui ne trae nome. È per la maggior parte coincidente con il soppresso circondario di Caltagirone. )

 

se vuoi.. verso il fondo varie immagini di Caltagirone

LE CERAMICHE DI CALTAGIRONE — TRADIZIONE ANTICA — PROVINCIA DI CATANIA–

 

 

 

Landscape With Mountain Range In Background

Grazie all’abbondante presenza di sorgenti naturali e di grotte laviche, il territorio di Biancavilla fu abitato sin dal paleolitico superiore, dai Sicani prima, e dai Siculi dopo, come testimoniato dai reperti conservati presso il museo civico di Adrano.

Gravitazione di popoli

Castello di Adrano, sede del Museo Civico

 

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Mappa MICHELIN Adrano - Pinatina di Adrano ViaMichelin

BIANCAVILLA E ADRANO — CATANIA

 

 

 

 

Biancavilla CT

Pinterest

 

 

Raccontiamo le risorse e le bellezze della città di Biancavilla - itBiancavilla

 

 

 

Archivi Foto - itBiancavilla

 

 

 

Comune di Biancavilla - Scopri i comuni dell'Etna su MyEtnaMap

 

 

 

LE SCIENZE DEL 20 MAGGIO 2021
https://www.lescienze.it/news/2021/05/20/news/biancavilla_cava_inquinamento_asbesto_amianto_bonifica-4931816/

 

Biancavilla e la bonifica di quello che non si conosceva

 

di Gianluca Liva

 

Il paese di Biancavilla in Sicilia (© DEA / R. CARNOVALINI/De Agostini/ Getty Images)

 

A fine degli anni novanta, nel comune di Biancavilla, in Sicilia, si registrò un numero eccezionale di casi di mesotelioma della pleura, solitamente associato all’inquinamento da amianto. La causa però era un minerale, fino ad allora sconosciuto, estratto nella roccia di una cava locale per costruire edifici e strade. La bonifica del sito, iniziata nel 2006, dovrebbe concludersi entro il 2025

Nota della redazione: Questo articolo è la seconda puntata di una serie dedicata ad alcuni dei Siti di interesse nazionale, o SIN, aree dell’Italia gravemente contaminate e per le quali sono previste bonifiche, rallentate però da molte difficoltà. Un quadro generale dei SIN e del loro stato è approfondito nell’articolo L’eredità del danno, sul numero di maggio di “Le Scienze”.

 

Prima puntata: Caffaro di Torviscosa, un’eredità pesante e il destino di un territorio
Terza puntata: Piombino, l’inquinamento e un’identità da ricostruire

 

Il Sito d’interesse nazionale (SIN) di Biancavilla, nel comune dell’omonima cittadina siciliana, rappresenta un caso unico. A Biancavilla la contaminazione è “naturale” e provocata da una sostanza che non era mai stata ritrovata in natura.La sorgente primaria di inquinamento è una cava da cui si estraeva una particolare pietra da usare come materiale da costruzione.La cava è sul Monte Calvario, un’altura che sorge sul lato sud-occidentale del vulcano Etna, ed è stata aperta negli anni cinquanta. Per alcuni decenni la sua pietra di origine vulcanica ha permesso la costruzione degli edifici e delle strade di Biancavilla. All’epoca, nessuno poteva conoscere il pericolo che si nascondeva in quelle rocce.

L’anomalia sospetta
Nel 1996 l’Istituto superiore di Sanità (ISS) pubblicò un rapporto (ISTISAN 96/40) dedicato allo studio della mortalità per tumore maligno della pleura in Italia negli anni 1988-1992. Nel 1992 l’Italia aveva bandito la produzione, la lavorazione e la vendita dell’amianto e si voleva monitorare l’andamento nel tempo dei casi di mesotelioma della pleura, il tumore provocato dalle fibre di quei particolari minerali. Il rapporto evidenziò aree in cui gli eccessi erano attesi, come nella zona di Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, dove per lunghi anni si produsse l’Eternit, il diffusissimo fibrocemento con amianto.

 

Biancavilla, bonifica Monte Calvario: inizio lavori in primavera. Aggiudicazione definitiva dopo stop per ricorsoMONTE CALVARIO – BIANCAVILLA

 

A stupire il personale di ricerca fu un particolare comune, Biancavilla, dove era emerso un incremento del tutto inaspettato di casi di mesotelioma pleurico. Nella località, il tasso di mortalità per questa patologia era da 20 a 40 volte superiore ai tassi di incidenza che in genere si registravano nelle aree non esposte a rischi specifici. A Biancavilla non c’erano infatti aziende produttrici di materiali con amianto; non c’erano miniere amiantifere; la popolazione non aveva lavorato, né allora né mai, in realtà a rischio. La causa di quell’eccesso di mesoteliomi sembrava essere inafferrabile. Nel 1997, nel corso di una conseguente indagine ambientale, si decise di studiare i materiali provenienti dalla cava di pietrisco lavico che si trovava vicino a Biancavilla, sul Monte Calvario.

La cava di Biancavilla (Gmarzioz – CC BY-SA 3.0)

Un minerale sconosciuto

Fu allora che i ricercatori si imbatterono in un minerale sconosciuto, appartenente al gruppo degli anfiboli, di cui fanno parte anche gli asbesti. Le ricerche hanno consentito di dare un nome a questa sostanza, che dal 31 gennaio 2000 è conosciuta in tutto il mondo come fluoro-edenite. A provocare il mesotelioma della pleura erano le fibre di questo particolare minerale racchiuso nella pietra del Monte Calvario, e che era ben presente nei muri delle case, nelle strade e nel campetto da calcio di Biancavilla.

Dopo un’iniziale incredulità da parte di molti soggetti coinvolti sul territorio, il 18 maggio 1998 l’ISS inviò al Comune e alla Regione Sicilia il parere definitivo, con cui si invitava a interrompere ogni attività produttiva nella cava di Monte Calvario e a intervenire al più presto. Fu così che il 18 settembre 2001 Biancavilla è stata inserita tra i SIN. Le iniziative di messa in sicurezza d’emergenza, di bonifica, e di monitoraggio avvennero negli anni successivi, a partire dal 2002.

“Nel 2003 venne approvata la caratterizzazione. Nel 2006 cominciarono gli interventi finanziati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM), che hanno interessato le strade, gli edifici e le attività da porre in essere per la bonifica definitiva del Monte Calvario”, spiega Francesco Lo Cascio, dirigente responsabile del Servizio 7 bonifiche del Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti della Regione Sicilia.

“Le strade sono state tutte bitumate per evitare la dispersione aerea, mentre sugli edifici si è intervenuto sugli intonaci, per cui è stato previsto l’incapsulamento oppure lo scrostamento e la sostituzione. I lavori, eseguiti anche grazie ai fondi comunitari 2000-2006 e 2007-2013, hanno permesso di limitare notevolmente l’emissione delle fibre di fluoro-edenite”.

 

Una lunga bonifica

Gli interventi hanno ridotto il rischio per la popolazione. I monitoraggi dell’aria, effettuati nel corso degli anni, hanno evidenziato una situazione in costante miglioramento. Oggi a Biancavilla la concentrazione di fibra di fluoro-edenite nell’aria è al di sotto della soglia di rischio indicata dall’Organizzazione mondiale della Sanità. Tuttavia, la bonifica non è ancora giunta al termine. Solo nei prossimi anni il luogo da cui è comparsa la fluoro-edenite verrà sigillato.

“A dicembre 2020 abbiamo sottoscritto un accordo con il MATTM grazie al quale attueremo una messa in sicurezza permanente delle cave di Monte Calvario. Gli interventi consistono nel confinamento con copertura delle cave, fino al recupero ambientale finale”, racconta Lo Cascio. “Le cave vengono coperte con alcune geomembrane: teli impermeabili al di sopra dei quali avviene la posa in opera di terreno e la semina di specie vegetali autoctone. La geomembrana serve a isolare il corpo contenente le fibre di amianto con l’esterno, per evitare scambi di qualsiasi natura. Possiamo immaginarlo come un sarcofago. Solo al termine di questa fase si potrà pensare a un uso sostenibile dell’area.”

“Attualmente – prosegue Lo Cascio – siamo alla definizione del progetto di bonifica e messa in sicurezza: è stato approvato nel 2019 dalla Commissione regionale lavori pubblici. Se teniamo conto dell’accordo di programma quadro con il MATTM sottoscritto nel 2020, si prevede di concludere la messa in sicurezza permanente nei prossimi tre anni. La restituzione dell’area agli usi civili potrebbe avvenire nel 2025.”

Un inquinamento così subdolo e pervasivo lascia alcuni margini di incertezza nell’immaginario comune, che si riducono via via che i lavori di bonifica procedono. Alcuni dubbi possono riguardare la probabilità che qualche abitazione includa ancora la fibra di fluoro-edenite.

Un altro timore è legato alla possibilità che la cava del Monte Calvario non sia l’unica a celare il pericoloso materiale. “Gli edifici interessati sono stati costruiti tra gli anni sessanta e settanta. Solo in quel periodo si sono usati i materiali provenienti da Monte Calvario. Oggi le possibilità di ripercussioni sulla salute sono state abbattute e l’emissione delle polveri è stata limitata al minimo”, puntualizza Lo Cascio, che chiarisce anche come “la fluoro-edenite è stata ritrovata anche in Giappone, ma presentava caratteristiche diverse da quella di Biancavilla. Sui terreni dell’Etna sono state fatte indagini estensive, per vedere se il problema fosse più diffuso. Grazie a questi studi, oggi sappiamo che la presenza di fluoro-edenite riguarda soltanto quella specifica area di Biancavilla”.

 

BIANCAVILLA. IL TENTATO OMICIDIO DELLA SORELLA. NOTA DELL'AVVOCATO: "NO RAPTUS MA ACUIRSI PATOLOGIA MENTALE" - TVA Tele Video Adrano

FOTO TV ADRANO

 

 

La singolare storia del SIN di Biancavilla rappresenta un caso più unico che raro, dove la contaminazione è avvenuta in modo inconsapevole. Vicende come questa ci ricordano che la nostra conoscenza della natura è sempre in divenire e ci fanno riflettere ancora una volta sull’illusione di potere vivere in un ambiente a “rischio zero”.

 

ULTIME NOTIZIE SULLA BONIFICA DELLA CAVA :

28 FEBBRAIO 2022

SIN Biancavilla, bonifica Monte Calvario: inizio lavori in primavera

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