MUSICA CLASSICA OTTOMANA –– durata, 53 minuti ca
Mimar Sinan- a sinistra
SOLIMANO IL MAGNIFICO
Museo del Palazzo di Topkapi.
– Library of the Topkapi Palace Museum, Hazine
Sinān, noto anche come Mi’mār Sinān (Mi’mār, lett. “architetto”, era il titolo dato all’architetto imperiale) o Mi’mār Koca Sinān (“grande architetto Sinān”) (Cesarea in Cappadocia, 1489 – Istanbul, 1588), è stato un architetto ottomano che fu contemporaneo di Michelangelo e Palladio.
KAYSERI, ANTICA CESAREA DI CAPPADOCIA, di cui è la capitale
CARTINA : https://mattinopadova.gelocal.it/
Lavorò per i sultani Solimano I, Selim II, e Murad III, e fu, nel corso di un periodo di cinquanta anni, responsabile per la costruzione o la supervisione di tutti gli edifici più importanti dell’Impero ottomano.
Più di trecento furono le strutture accreditate a suo nome in tutto l’Impero : 84 moschee, 51 piccole moschee (mescit), 57 scuole di teologia (medrese), 7 scuole per recitatori del Corano (darülkurra), 22 mausolei (türbe), 17 mensa dei poveri (imaret), 3 ospedali (darüssifa), 48 locande e alloggi (caravanserragli), 35 palazzi e ville, 8 volte e 46 bagni, a cui vanno aggiunte altre opere di pubblica utilità come ponti ed acquedotti ( 7 ).
Notevole fu l’opera di Sinān per l’alimentazione idrica di Istanbul. Incaricato da Solimano verso il 1550 di soddisfare le crescenti esigenze di approvvigionamento della città, sviluppò un sistema di captazione delle acque nella zona a nord di Istanbul chiamata Foresta di Belgrado, recuperando parzialmente l’antica rete romana. Le canalizzazioni del sistema idrico (denominato Kirkçesme), per circa 50 km, sono tuttora in uso.
Acquedotto di Istanbul
– Opera propria
Istanbul
SALT Research
Acquarello di von Jules Laurens (1847)
IL PONTE SULLA DRINA, situato nella cittadina di Višegrad, località che si trova nella parte orientale della Bosnia, al confine con la Serbia.
FOTO TRECCANI
«Le lunazioni si susseguivano e le generazioni sparivano rapidamente, ma il ponte restava, immutabile, come l’acqua che scorreva sotto le sue arcate.»
Il ponte sulla Drina, Ivo Andrić tra il 1942 e il 1943 e pubblicato nel 1945.
Rilevante opera di Sinān è anche uno dei più antichi bagni turchi di Istanbul, il Süleymaniye Hamam, che sorge nel complesso della moschea di Solimano. Edificato nel 1557, è tutt’oggi in funzione.
Nato cristiano ortodosso, venne reclutato secondo la pratica del devşirme nella regione anatolica di Cesarea in Cappadocia e portato a Istanbul per la formazione militare; successivamente entrò a far parte del corpo dei giannizzeri. Partecipò alle numerose campagne militari di espansione dell’impero ottomano, in particolare nell’artiglieria e nel genio. Prese parte alle spedizioni contro Belgrado, la Siria e l’Egitto, nel 1534 divenne ufficiale. Ebbe così l’opportunità di conoscere le realizzazioni architettoniche nell’Europa mediterranea e centro-orientale e nel Vicino Oriente.
Membro della corte imperiale dal 1536, fu nominato architetto capo dell’impero (Mimarbaşı) nel 1539 dal sultano Solimano il Magnifico. Sinān conserverà la carica anche sotto i due successori Selim II e Murad III.
altro:
https://it.wikipedia.org/wiki/Sin%C4%81n
MOSCHEA DI SOLIMANO IL MAGNIFICO COSTRUITA TRA IL 1550 E IL 1557
Foto di: Giovanni Dall’Orto
Questa moschea è situata sul terzo colle di Istanbul, nella parte occidentale della città, il terreno di questo colle declina rapidamente verso il Corno d’oro e perciò furono necessarie vaste fondazioni in pietra.
Solimano il Magnifico (r. 1520-1566), uno dei più grandi e conosciuti sultani ottomani, commissionò l’edificazione della quarta moschea di Istanbul, per ordine di tempo, dopo quelle di Fatih, Bayezid e Selim (Selimiyye), a un famoso architetto imperiale di quel tempo: Mimar Sinan, il quale volle essere seppellito in questa moschea, probabilmente conscio del fatto che sarebbe stato ricordato dai posteri per quest’opera più che per la più piccola Selimiye Camii a Edirne, ritenuta da lui il suo più grande capolavoro. I registri dell’epoca della costruzione mostrano che per la realizzazione della moschea parteciparono 3523 artigiani. Inoltre Goodwin ci rende noto che la maggior parte di questi artigiani era armena.
CONTINUA:
https://it.wikipedia.org/wiki/Moschea_di_Solimano
MOSCHEA DI SOLIMANO VISTA IN DISTANZA
– Opera propria
Андрей Бобровский
Валерий Дед
Maris Teteris
Opera propria
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LA CUPOLA
– Opera propria
IL CORTILE
Photo: Myrabella / Wikimedia Commons
LE CUPOLE DALL’INTERNO
– Opera propria
INTERNO DELLA MOSCHEA DI SOLIMANO
– Opera propria
AhmetSelcuk
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Cornelius Gurlitt (1850-1938) – 1912
MISTER NO
ISTANBUL DALLA MOSCHEA
– Opera propria
Opera propria
–
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DALLA MOSCHEA, VISTA SUL BOSFORO FINO A GALATA
Rucci
HALUK COMERTEL
qwesy qwesy
UNIVERSITA’ DI MIMAR SINAN
UNIVERSITA’ DI MINAR SINAN
UNIVERSITA’
MOSTRA ALLA CASA DELL’ARCHITETTURA DI ROMA
Il 12 aprile 2010 nello spazio espositivo della Casa dell’Architettura di Roma, è stata inaugurata la mostra fotografica “MIMAR SINAN. L’ARCHITETTO”, realizzata dalla società Doku Film di Istanbul in collaborazione con l’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia in Italia e con la Casa dell’Architettura di Roma.
Mimar Sinan è conosciuto in Occidente come il “Michelangelo Ottomano”, fu contemporaneo di Michelangelo e Palladio.
E’ un’iniziativa nell’ambito dell’anno di Istanbul capitale della cultura 2010.
MIMAR E PALLADIO – MOSTRA
L’anno di Istanbul capitale culturale europea si chiude con una mostra di architettura dal titolo evocativo: Mimar Sinan incontra Palladio a Istanbul. Una mostra organizzata dalla Mimar Sinan Fine Arts University di Istanbul
e dal Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio di Vicenza.
La mostra mette in scena il dialogo a distanza fra i due massimi architetti del mondo ottomano e occidentale del Rinascimento. Mimar Sinan (1490-1588) è il grande progettista turco che realizzò quasi cinquecento edifici, fra grandi moschee, palazzi, terme, ponti. Andrea Palladio (1508-1580) è forse l’architetto più famoso di ogni tempo.
Molto più di quanto ci appaia evidente oggi, Venezia e Istanbul erano due potenze gemelle che si contendevano costantemente il dominio del Mediterraneo. Certamente nemiche, erano anche legate da una fitta rete di scambi e interessi commerciali comuni, dai beni di lusso sino al grano, che – come gli USA dall’URSS durante la “guerra fredda” – i Veneziani compravano largamente dal mercato turco fino a quando le campagne bonificate dalle ville non misero fine alla pericolosa dipendenza.
Palladio e Sinan non si conobbero mai personalmente, ma avevano un amico in comune, Marcantonio Barbaro, il committente della villa e del tempietto di Maser, che dal 1568 al 1574 è ambasciatore veneziano a Istanbul, è amico di Sinan e visita spesso i suoi cantieri.
Tramite Barbaro fra i due architetti si istaura un dialogo a distanza, con scambi da entrambe le parti. Dopo l’uscita dei Quattro Libri di Palladio (1570), alcune moschee di Sinan cominciano a mostrare elementi sorprendentemente simili a facciate di ville pubblicate nel trattato.
MOSCHEA SEMSI PASA
MOSCHEA DI SAMSI PASA
VENEZIA
FOTO : https://istanbulperitaliani.it/post/628422070374662144/mimar-sinan
Del resto, chiunque guardi il retro della chiesa del Redentore di Venezia, realizzata da Palladio a partire dal 1576, non può non riconoscere nei due campanili cilindrici con copertura conica due minareti, e come tali dovevano essere visti dalla residenza degli ambasciatori ottomani, che si trovava in palazzo Mocenigo poco lontano.
SEGUE:
https://www.palladiomuseum.org/exhibitions/PalladioSinan/about
HURREN ( ” L’allegra “), moglie di Solimano il Magnifico e MIMAR SINAN, architetto del Sultano
Hurren Sultan in una copia di un dipinto del pittore Tiziano del 1550 circa.
Il 15 aprile 1558 muore Hurrem Sultan, nata Aleksandra Anastazja Lisowska e conosciuta in Europa semplicemente come Roxelana, “la rossa” per i suoi capelli rossi, che da schiava dell’harem imperiale ottomano era divenuta moglie del sultano Solimano il magnifico, il quale fu il decimo e più longevo sultano regnante dell’Impero Ottomano dal 1520 fino alla sua morte nel 1566.
Le fonti indicano che Hurrem Sultan era originaria della Rutenia, che allora faceva parte dei domini della corona polacca. È nata nella città di Rohatyn, 68 km a sud-est di Lwów (Lviv), una delle principali città del Voivodato ruteno della Corona del Regno di Polonia, in quella che oggi è l’Ucraina.
Durante il regno di Selim I, che significa circa tra il 1510 e il 1520, i tartari di Crimea la rapirono durante una delle loro incursioni a caccia di schiavi tra Crimea e Nogai nell’Europa orientale. I tartari potrebbero averla portata per la prima volta nella città di di Kaffa, un importante centro della tratta degli schiavi ottomana, prima che fosse portata a Istanbul. A Istanbul, Valide Hafsa Sultan, la moglie di Selim I, padre di Solimano, scelse Hurrem come regalo per suo figlio. Hurrem in seguito riuscì a diventare Sultan Haseki o “concubina preferita” dell’harem imperiale ottomano. Michalo Lituanus scrisse nel XVI secolo che “la moglie più amata dell’attuale imperatore turco, madre del suo primo [figlio] che governerà dopo di lui, fu rapita dalla nostra terra“.
Il suo spirito gioioso e il suo temperamento giocoso le hanno fatto guadagnare un nuovo nome, Hurrem, dal persiano Khorram, “l’allegra“. Nota era la sua passione per la poesia, che probabilmente contribuì molto a farla entrare nelle grazie di Solimano, il quale era un estimatore della poesia e poeta egli stesso. Nell’harem di Istanbul, Hurrem divenne una rivale di Mahidevran e la sua influenza sul sultano divenne presto leggendaria. A Hurrem fu permesso di dare alla luce più di un figlio, il che era una grave violazione del vecchio principio imperiale dell’harem, “una madre concubina – un figlio“, che era progettato per prevenire sia l’influenza della madre sul sultano che le faide tra fratelli di sangue per il trono.
Ritratto del sultano ottomano Solimano il Magnifico, marito di Hurrem, del 1530 circa
Nel 1533 o 1534 (la data esatta è sconosciuta), Solimano sposò Hurrem con una magnifica cerimonia formale. Mai prima di allora una ex schiava era stata elevata allo status di legittima sposa del sultano, uno sviluppo che stupì gli osservatori nel palazzo e la gente in città. Hurrem divenne anche la prima consorte a ricevere il titolo di Haseki Sultan.
Hurrem divenne anche la prima donna a rimanere alla corte del sultano per tutta la durata della sua vita.
Bagno turco fatto costruire ha Hurren a Istanbul.
Oltre agli affari di stato, Hurrem si è impegnata in diversi importanti lavori di edifici pubblici, fatti costruire dalla Mecca a Gerusalemme. Tra le prime opere pubbliche che fece costruire c’erano una moschea, due scuole coraniche (madrassa), una fontana e un ospedale femminile vicino al mercato delle schiave (Avret Pazary) a Istanbul (Complesso Haseki Sultan). È stato il primo complesso costruito a Istanbul da Mimar Sinan nella sua nuova posizione di capo architetto imperiale. Ha anche costruito complessi di moschee ad Adrianopoli e Ankara.
Hurren ha anche commissionato un bagno pubblico per servire la comunità di fedeli nella vicina Hagia Sophia. A Gerusalemme fondò nel 1552 l’Haseki Sultan Imaret, una mensa pubblica per nutrire i poveri che si diceva sfamasse almeno 500 persone due volte al giorno. Ha anche costruito una mensa pubblica alla Mecca.
Mausoleo di Hurrem a Istanbul
Hurrem morì il 15 aprile 1558 a Costantinopoli. Negli ultimi anni della sua vita era molto cagionevole di salute. Si dice che il Sultano, allo scopo di non disturbare la quiete dalla sua sposa nel decorso della malattia, ordinò di bruciare tutti gli strumenti musicali del palazzo. Solimano non si allontanò dal letto di Roxelana fino all’ultimo giorno, quando ella morì. Possiamo dire con relativa sicurezza che Solimano nutriva un grande sentimento d’amore per Hurrem, basta leggere le dediche d’addio scritte dal Sultano alla defunta moglie dopo la sua morte. Queste dediche si sono conservate fino ai giorni nostri. Roxelana venne inumata nel mausoleo (türbe), decorato in squisita ceramica di İznik con scene del paradiso terrestre, forse in omaggio alla sua natura allegra. Il suo mausoleo è adiacente a quello di Solimano, una struttura separata e più cupa, annessa alla Moschea di Solimano (Süleymaniye camii).
Anche quando Hurrem era in vita, Solimano, usando il suo nome di penna, Muhibbi (che significa “amante”), le aveva dedicato poesie, come questa:
“Trono del mio rifugio solitario, mia ricchezza, mio amore, mia luce della Luna .
Mia più sincera amica, mia confidente, mia stessa esistenza, mia Sultana, mio solo e unico amore.
La più bella tra le belle…
Mia primavera, mio amore dal volto lieto, mio giorno, mia cara, foglia allegra…
Mia pianta, mia dolce, mia rosa, la sola che non mi reca affanno in questo mondo…
Mia Istanbul, mia Caraman, la terra della mia Anatolia
Mia Badakhshan, mia Baghdad e Khorasan
Mia donna dai bei capelli, mio amore dalle oblique sopracciglia, mio amore dagli occhi maliziosi…
Canterò sempre le tue lodi
Io, amante dal cuore tormentato, Muhibbi dagli occhi pieni di lacrime, sono felice.“
da : PAESE SERA– 15 APRILE 2020
Muore Hurrem Sultan, moglie del sultano Solimano il Magnifico