Roland Topor nel film Ratataplan (1979)—- –
Panico
Il Viaggio Immobile, 1969
Panico
senza titolo, litografia
Il ritorno di Roland Topor
Torna in Italia, dopo quasi dieci anni, una mostra delle opere di Roland Topor. Roi malgré lui è il titolo dell’esposizione (chine, acquarelli, dipinti a la bombe) che la galleria milanese Nuages, che pubblica anche un catalogo esaustivo, presenterà dal 26 maggio (inaugurazione ore 18) fino al 18 luglio. Cinquanta opere che permetteranno di riprendere il discorso su un artista e grafico tra i più importanti della fine del secolo scorso.
La risata di Pinocchio
Andrea Rauch
Chi ebbe la fortuna di conoscere, anche solo superficialmente, Roland Topor non riesce a dimenticare la sua risata; forte, acuta, invadente, sfrontata, continua. Quasi un segno di distinzione, una griffe di nobiltà smodata tutta proiettata all’esterno, capace di colpire come una frustata e creare scandalo. Tutta il contrario della sua arte, comunque, ridondante anch’essa, rigonfia di idee e segni febbrili e inquieti, ma proiettata sempre all’interno di sé, un’arte angosciante e ‘panica’ .
“Per guadagnare da vivere – diceva – io non dispongo che dei prodotti derivati dalla mia paura… La realtà in sé è orribile, mi dà l’asma. La realtà è insopportabile senza gioco, il gioco consente una immagine della realtà. Io non posso perdere il contatto con la realtà, ma per sopportarla ho bisogno di questo gioco astratto che mi permette di trovare quello che può essere ancora umano”.
Nei suoi giochi onirici e folli, specchio di una realtà che fa paura, Topor rappresenta quindi sempre l’uomo con le sue frustrazioni e le sue angosce e ce ne racconta un quotidiano allucinante e assurdo che diventa normalità, ricorda Gianmaria Giorgi, “… con la perversione del realismo, la crudeltà della verità, l’inquietudine dell’ironia più dissacrante.”
Alice
Marathon sur la tete
Education culturelle, 1981
L’ULTIMA VENTINA DI DISEGNI SONO PRESI DA PINTEREST SOTTO IL NOME TOPOR ROLAND
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Bellissimi e terrorizzanti questi disegni, mediati solo dalla voglia di descrivere un mondo alla rovescia per fuggire da una realtà ancora più terribile. Come dice Topor, la realtà è tremenda e allora la creatività e l’ironia ci mettono momentaneamente al sicuro. Penso che avrebbe illustrato magnificamente l'”Inferno” di Dante.