Mantas Kvedaravičius, regista lituano di 45 anni, è stato ucciso mentre tentava di lasciare Mariupol, città ucraina assediata da giorni dai militari russi. L’auto che stava guidando è stata colpita da un razzo, e condotto in ospedale, non c’è stato nulla da fare. Kvedaravicius era molto conosciuto per alcuni documentari che sono stati premiati nei principali festival europei, tra cui Barzakh (2011) sulla Cecenia e Mariupolis (2016), è stato anche ospite in Italia de La settimana internazionale della critica. Mantas Kvedaravičius seguiva da anni e con attenzione le vicende e tensioni tra Russia e Ucraina, infatti, in passato un suo documentario sul Paese oggi devastato dalla guerra è stato presentato a Berlino nel 2016. Al centro del suo racconto c’era la vita sotto la quotidiana minaccia del conflitto, durante le battaglie nel Donbass del 2014, la netta scissione tra separatisti filorussi e nazionalisti ucraini. Mantas Kvedaravičius aveva posto la sua attenzione di regista sulle giornate apparentemente normali che la popolazione cercava di condurre nonostante il clima teso e consapevole che qualcosa poteva accadere da un momento all’altro. ( Artribune, link sotto )
TRAILER DEI SUOI FILM– NOTIZIE SOTTO
Trailer di Mariupolis, film del 2016– primo film su Mariupol.
SEGUE SUBITO IL TRAILER DI BARZAKH — sulla Cecenia
trailer di Parthenon
SUL FILM PARTHENON :
Il regista lituano aveva presentato in anteprima il suo visionario Parthenon alla Settimana internazionale della critica, durante la Mostra del Cinema di Venezia, nel 2019. Dalla trama ufficiale del film: in un misero bordello ai piedi di una fortezza ateniese, un uomo ripercorre le incredibili vicende della sua vita. La sua ricerca di amore e gloria è raccontata e rivissuta attraverso molti personaggi: una prostituta dal passato irredimibile, un gangster perseguitato dalla sfortuna, un pittore di icone senza fede… In una delle storie l’uomo trova la ricchezza; in un’altra diventa un profeta vagabondo; in un’altra ancora torna a casa dalla moglie. La memoria lo tradisce, ma quello che sa per certo è che, in una di queste vite, lui verrà ucciso.
NOTIZIE SUL REGISTA DA WIKIPEDIA
Mantas Kvedaravičius (23 giugno 1976-2 aprile 2022) è stato un regista, antropologo e archeologo lituano noto per i reportage di guerra in aree ostili.
E’nato a Biržai, nel ’76, SSR lituano , URSS (ora Lituania )-
nota : Nel 1990 la Lituania fu la prima degli Stati Baltici a dichiarare la sua indipendenza.
Kvedaravičius ha conseguito un dottorato di ricerca in antropologia sociale presso l’ Università di Cambridge ed è stato professore associato presso l’Università di Vilnius . La sua tesi di dottorato riguarda “Nodi di assenza: morte, sogni e sparizioni ai limiti del diritto nella zona antiterrorismo della Cecenia” (Cambridge University, 2012). La Cecenia dilaniata dalla guerra , una delle repubbliche della Federazione Russa, è anche l’ambientazione del suo film documentario del 2011, Barzakh (“Limbo”). Il suo prossimo film documentario, pubblicato nel 2016, è incentrato sulla città portuale ucraina di Mariupol , che negli anni 2014-15 era stata attaccata dalle truppe separatiste. Nel 2019 è apparso il primo lungometraggio di Kvedaravičius, Partenonas (Parthenon), ambientato ad Atene, Odessa e Istanbul. Basato su diversi anni di ricerca etnografica, è un film sull’enigmatico funzionamento della memoria. Nell’arrestare immagini spesso sconnesse, il personaggio centrale fa rivivere varie vite che potrebbe aver vissuto. “I ricordi lo tradiscono, ma sa per certo che in una di queste vite verrà ucciso”.
Lavorando a un altro documentario su Mariupol, Mantas Kvedaravičius è stato ucciso il 2 aprile 2022 durante l’ assedio di Mariupol . Lyudmyla Denisova, difensore civico ucraino per i diritti umani, ha affermato che Kvedaravičius ” è stato fatto prigioniero da ‘ razzisti ‘ , che in seguito gli hanno sparato. Gli occupanti hanno gettato il corpo del regista in strada”. La vedova di Kvedaravičius, Hanna Bilobrova, riferì che due giorni dopo la sua morte, un soldato russo l’aveva condotta al suo corpo. Ha detto che gli avevano sparato allo stomaco, ma “non c’era sangue per terra” e nessun foro di proiettile nei vestiti che indossava. La Bilobrova, che ha portato il corpo del marito a casa in Lituania, intende completare il suo film Mariupol.
da :
https://en.wikipedia.org/wiki/Mantas_Kvedaravi%C4%8Dius
Il film sulla Cecenia girato nel 2011
una foto del documentario ” Mariupolis ”
Quella di Kvedaravicius è un’altra vita sacrificata per mostrare al mondo la guerra. La stessa sorte era toccata neanche tre settimane fa a Maks Levin, il fotoreporter ucraino trovato morto in un villaggio vicino a Kiev. Anche lui scomparso mentre documentava le atrocità del conflitto. Kvedaravicius lo ha fatto fino all’ultimo istante della sua esistenza nel cuore di una città rasa al suolo, segnata dalla tragedia e dal lutto.
foto e ultimo testo da : https://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2022/04/03/news/mantas_kvedaravicius_morto_mariupol_ucraina-343889790
MAKS LEVIN
Levin, nato nella regione di Kiev nel 1981, collaborava con testate nazionali e internazionali tra cui Reuters, Bbc e Ap. Lascia moglie e quattro figli minori. Nessuna notizia ancora del collega che lo accompagnava nel servizio giornalistico del 13 marzo scorso, Oleksiy Chernyshov.
“Ogni fotografo ucraino vuole scattare la foto che fermerà la guerra”, usava dire. Levin si era però dedicato a diversi progetti a scopo umanitario, legati a organizzazioni internazionali come Oms, Unicef e Osce.
un’altra foto di Maks
da :
ANSA.IT — 13 MAGGIO 2022 –17.28
Cannes: Mariupolis 2, montato grazie a vedova del regista ucciso.
Hanna Bilobrova, “il suo zaino lo porto sempre con me”
Carbonia Film Festival
DI STEFANO AMBU
Non un documentario di guerra.
Non una spiegazione del conflitto.
Nessun dato statistico. È l’uomo, con la sua vita quotidiana, le sue paure e le sue speranze, il protagonista di Mariupolis 2, il film del regista lituano Mantas Kvedaravicius, ucciso ad aprile da un razzo in Ucraina mentre era a bordo della sua auto in fuga dal Paese in guerra.
Lo racconta in Sardegna la compagna Hanna Bilobrova al Carbonia Film Festival: la vedova ha salvato e completato il lavoro del regista insieme al montatore Dounia Sichov. E ora l’opera sarà presentata a Cannes.
Bilobrova ha aperto la giornata inaugurale del Festival. E in sala, davanti al pubblico, ha portato con sé anche lo zaino del compagno. Se lo è sfilato, lo ha poggiato sul palco, quasi come per metterlo al centro dei riflettori. E poi lo ha rimesso in spalla. “Era una parte di lui – ha raccontato quasi piangendo – non se ne liberava mai. L’ho portato da Mariupol e lo porto sempre con me. Perché così è come se Mantas fosse ancora e per sempre con me. E questo zaino testimonia che lui è qui, insieme a noi”.
Parole dal fronte che hanno portato, in una Sardegna che ormai viaggia su temperature estive, il gelo della guerra. L’intento dell’autore del film, ha spiegato Bilobrova, era quello di “catturare la vita in una città sotto assedio”.
Un racconto “su come la gente vive in quella situazione e su come continua ad apprezzare la vita nonostante il conflitto”. Un lavoro sugli sguardi, i sorrisi, le piccole cose di ogni giorno. “Non ci sono statistiche – ha spiegato – ma un lavoro che era importante documentare per non far dimenticare che in una guerra ci sono persone, esseri umani. È un’opera sulla condizione umana in un contesto così difficile visto dallo sguardo di un antropologo. Mantas ha voluto mostrare l’aspetto invisibile o meno visibile della guerra”.
La vedova ha quindi chiarito, leggendo delle note di regia del compagno, qual è il senso del lavoro che ora andrà a Cannes: “È il racconto di uno scenario fatto di fabbriche, mare, passaggio incessante di soldati e del suono del violino, non è un racconto di guerra, ma del clima surreale che si è venuto a creare. E di come l’uomo può vivere di fronte a una situazione come questa”. Un racconto di morte che può arrivare in qualsiasi modo, da un momento all’altro. Ma anche una storia di vita che continua. “Non posso raccontare io quello che Mantas stava facendo: è tutto nelle immagini del suo film. Guardate – ha esortato – e troverete le risposte, il senso di quello che voleva dire. E il senso di quello che sta succedendo”.
A Cannes Mariupolis 2 sarà proiettato giovedì 19 maggio nel Teatro Buñuel alle 11.30 e venerdì 20 alle 11 nel Teatro Agnès Varda per la stampa.
CARBONIA NEL SULCIS
Il Sulcis (Meurreddìa o Surcis in sardo) è un territorio della Sardegna che si estende nella porzione sudoccidentale dell’isola, parte integrante della regione storico-geografica del Sulcis-Iglesiente.
Prende il nome dall’antica città di Sulki o Sulci, oggi Sant’Antioco, una delle città più antiche d’Italia, fondata dai Fenici.
Opera propria
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Il Sulcis-Iglesiente (Meurreddìa-Igresiènti in sardo) è una regione storica della Sardegna sud-occidentale comprendente, come suggerisce il nome stesso, il territorio del Sulcis e dell’Iglesiente. Anticamente il territorio apparteneva al Giudicato di Cagliari, ed in particolare alle curatorie di Cixerri, Sulcis e Nora.
La subregione che comprende anche le isole di Sant’Antioco e San Pietro, è conosciuta soprattutto per l’attività estrattiva di molti minerali nel territorio di Iglesias e per quella riguardante l’estrazione del carbone nel Sulcis, delle cui numerose miniere carbonifere oggi nessuna è più operativa.
I volti delle persone che subiscono la guerra sono più eloquenti di qualsiasi altra testimonianza.