dal Facebook di Simona Abate Sommelier:
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BAIA E IL SUO PARCO SOMMERSO
Il complesso archeologico di Baia è un’area archeologica situata a Baia, frazione di Bacoli, nell’area dei Campi Flegrei. Rimane oggi soltanto quella che allora era la parte collinare della città, trovandosi la rimanente sotto il livello del mare, sprofondata a causa di fenomeni bradisismici.
Gli importanti resti archeologici, sottoposti a intense campagne di scavo dal 1941, rivelarono una stratificazione di costruzioni, ville e complessi termali, appartenenti ad un periodo storico che interessa la tarda età repubblicana e le età augustea, adrianea e severa.
L’abbassamento del suolo al di sotto del livello del mare, a causa del bradisismo, pare essersi verificato in due fasi: tra il III ed il V secolo d.C., ancora in epoca tardo imperiale, che fu seguita da una più consistente invasione marina qualche secolo dopo. Baia fu in gran parte sommersa dal mare verso il VII – VIII secolo d.C.
Tra i resti più significativi sono da segnalare alcune strutture voltate a cupola come il grande Tempio di Diana, il Tempio di Mercurio e quello di Venere (si tratta in ogni caso di strutture termali e non di luoghi di culto, per i quali però è sopravvissuta la denominazione popolare)
TEMPIO DI DIANA
TEMPIO DI MERCURIO
TEMPIO DI VENERE
TEMPIO DI VENERE
Il tempio di Venere a Baia in una gouache di Giuseppe Scoppa — metà XIX secolo
– Galerie Grand-Rue
villa dell’Ambulatium
Adagiata scenograficamente verso il mare è la “Villa dell’ambulatio” dotata di una serie di terrazze collegate tra loro da un complesso di scale delle quali l’ultima conduce al “settore di Mercurio”.
BAIA ( BAIAE )–
RICOSTRUZIONE DA : https://jeanclaudegolvin.com/en/project/italy/
NEL LINK POTETE VEDERE LA DETTAGLIATA RICOSTRUZIONE IN DISEGNO DI MOLTE CITTA’ ROMANE FAMOSE.
Baia è situata nel comprensorio dei Campi Flegrei ovvero Ardenti (dal latino phlegrāea e dal greco phlégra = che arde) poiché tutta l’area rappresenta la caldera dell’omonimo vulcano nato circa 15000 anni fa durante l’eruzione del Tufo giallo napoletano (dal nome del deposito di ceneri che si depositò sulle zone attigue) e il cui cratere è rappresentato dall’attuale golfo di Pozzuoli. Tale evento però, si verificò all’interno di un altro cratere molto più grande i cui resti costituiscono l’attuale golfo di Napoli, ossia l’eruzione dell’Ignimbrite campana avvenuta circa 39000 anni fa.
POZZUOLI – PUTEOLI -PORTUS JULIUS
Per comprendere meglio la storia di Baia, si deve lavorare un po’ di immaginazione e tornare indietro nel tempo di circa 2.400 anni, quando l’attuale porto era in larga parte occupato dalla terraferma ed ai suoi lati, i promontori di Punta dell’Epitaffio e di Punta del Castello, si chiudevano in un abbraccio formando un bacino, il lacus baianum. Successivamente su questo istmo fu praticata un’apertura al centro costruendo un canale largo 32 metri e lungo più di 200 che dava sull’attuale golfo di Pozzuoli.
Particolare del plastico ricostruttivo rappresentante l’area dei Campi Flegrei in epoca romana. E’ possibile scorgere partendo dal centro della foto: il lago Averno, di forma circolare, adiacente a quello Lucrino che è separato dal mare da una striscia di terra. A destra del lago Lucrino si scorge il piccolo golfo di Baia com’era in origine. Alle sue spalle il lago Fusaro e a sinistra l’insediamento di Cuma. In alto, sullo sfondo, l’antica Pozzuoli.
Da questa piccola baia di origine vulcanica prese il nome la località. La leggenda invece vuole che derivi da Bajos, timoniere e compagno di Ulisse morto e sepolto in questa zona.
Parco Archeologico di Baia – Foto dell’attuale golfo di Baia. Al centro sullo sfondo si nota Punta Epitaffio. |
I primi insediamenti abitativi nacquero nel III secolo a.C. e raggiunsero il massimo splendore nel I sec. a.C., quando non si riuscivano più a distinguere i confini di Baia da quelli di Bauli (l’antica Bacoli) e di Puteoli (Pozzuoli). Le villae, rispecchiando la ricchezza ed il grado sociale dei rispettivi proprietari, avevano un aspetto maestoso, finemente rifinite e dotate quasi tutte di peschiere o piscine per l’allevamento delle murene: vera prelibatezza culinaria a quell’epoca.
Al termine della Repubblica, Baia (soprannominata “la piccola Roma”) fu eletta residenza estiva degli imperatori romani e ciò contribuì ad accrescere la grandiosità ed il lusso delle proprie costruzioni.
Il luogo emanava un fascino intenso con la lussureggiante vegetazione che dal mare s’inerpicava fin sopra la collina. Da quel podio naturale si ammirava un panorama d’ineguagliabile bellezza.
Baia in un quadro di William Turner (1823)
Lo stesso Orazio (65 a.C.- 8 d.C.), grande poeta lirico e satirico latino, come si legge sulla lapide all’ingresso del viale d’accesso, scrive “Nullus in orbe sinus Baiis praelucet amoenis“: nulla al mondo splende più dell’ameno golfo di Baia.
Un po’ ovunque sgorgavano sorgenti d’acqua termale e lo storico Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.) racconta che un console romano, di nome Cornelio, alleviò i postumi di una caduta da cavallo proprio con queste acque.
In virtù di tali prerogative, si può facilmente intuire con quale fervore, i più ricchi e famosi personaggi dell’antica Roma, si riversarono su questa zona, per costruire le loro ville soprattutto lungo il litorale.
Baia da Villa Schiano Di Pepe
– Opera propria
Gli archi del viale d’ingresso denominato “criptoporticum”
Al termine del criptoporticum, scendendo pochi gradini, andando a destra si entra nelle Terme di Sosandra così denominata perché dedicata a Sosandra, dea protettrice degli uomini, la cui statua (attualmente al Museo Nazionale) fu ritrovata alla base della nicchia centrale situata sulla parete di fronte.
L’Afrodite Sosandra ( = che salva gli uomini ) al museo archeologico nazionale a Napoli
– Opera propria
Testa dell’Afrodite Sosandra (II secolo) del Museo del Louvre,
chiamata Aspasia, è una copia di Calamide, del 460 a C. realizzata in bronzo. ?Dell’opera di Calamide, si conoscono una ventina di copie marmoree di età romana.
foto: Baldiri
Ottaviano Cesare Augusto, primo imperatore romano, durante il suo governo (27 a.C.- 14 d.C.) mise ordine nella selva abitativa di Baia. Incaricò l’architetto Sergio Orata di inglobare tutte le ville in un unico complesso termale. Questi incanalò le varie sorgenti d’acqua calda in modo da servire i diversi ambienti realizzati ed attrezzati per la cura del corpo.
A Baia furono sperimentate ed eseguite le più moderne, ardite e raffinate tecniche architettoniche come il “Tempio di Mercurio“, la cui cupola non solo è più antica ma misura la metà del Pantheon a Roma, per cui si può supporre che ne fosse il prototipo.
Col passare del tempo le Terme Romane di Baia subirono numerosi ampliamenti e modifiche, tali da rendere molto difficile l’identificazione di alcuni ambienti, avendone perso la funzione originaria. Dopo Augusto, infatti, esse furono ingrandite da Nerone, Adriano, Antonino Pio, Alessandro Severo fino a costituire un’immensa città termale. Furono costruiti ampi edifici per i bagni, gli svaghi, biblioteche, palestre e giardini secondo la regola “mens sana in corpore sano“.
I portici furono una caratteristica del luogo. Essi assunsero grande rilievo architettonico perché sorreggevano i vasti terrazzamenti che si spingevano verso il mare ed ai fini pratici permettevano agli ospiti di ripararsi dai temporali o dalla gran calura estiva.
Della ricchezza e lo sfarzo dell’antica Baia, oggi rimane ben poco anche a causa degli eventi bradisismici che hanno lasciato sott’acqua la parte più interessante ed antica della cittadina. Ad ogni modo dalle strutture messe in luce dagli scavi iniziati nel 1941, interrotti causa la guerra e ripresi nel 1950 ad opera del prof. Amedeo Maiuri, si ha già l’idea della sontuosità delle costruzioni. Dai lavori di dragaggio lungo il lido, dal 1923 al 1928, sono emersi numerosi frontoni e manufatti di marmo finemente lavorati che da soli testimoniano il lusso e la sontuosità delle ville che ricoprivano il territorio.
Parco Archeologico di Baia – Manufatto in marmo
raffigurante un’aquila simbolo dell’impero romano
Parco Archeologico di Baia – Manufatto in marmo
raffigurante una conchiglia e un pesce
QUELLO CHE SI VEDE SOTT’ACQUA DELLA VILLA DEI PISONI:
VILLA DEI PISONI – SOMMERSA
UNA RICOSTRUZIONE DELLA VILLA DEI PISONI
BAIAE, VILLA DI PISON- LA NINFA DI CLAUDE
Testa di Apollo dell’Omphalos, di Calamide, da Baia, copia romana il cui originale di Calamide si data intorno al 470 a.C –Museo archeologico di Napoli
– Opera propria
Veduta del lago Lucrino alle pendici di Monte Nuovo
Scorcio del lago Averno
Veduta del Castello Aragonese dalle Terme Romane di Baia
Nerone, proprio qui prese la decisione di liberarsi definitivamente della perversa madre Agrippina minore: la prima volta cercò di farla perire nelle acque del golfo architettando un incidente, cui la donna scampò fortunosamente, successivamente raggiunse lo scopo affidandosi alle più sicure lame dei suoi luogotenenti.
A tal proposito si precisa che il monumento situato a Bacoli, chiamato “Tomba di Agrippina“, è in realtà un teatro per audizioni musicali (odeon); la vera dislocazione del monumento funebre rimane ancora un mistero.
In seguito, tutti gli altri imperatori, da Vespasiano a Diocleziano, chi in modo più evidente chi meno, hanno lasciato un’impronta del proprio passaggio o del loro governo.
Riprendendo l’itinerario di visita, dalle Piccole Terme diamo uno sguardo nel settore di Sosandra.
Dall’alto della terrazza è ben visibile il Teatro Ninfeo, una costruzione ad emiciclo con varie nicchie e prospetto a colonne con una vasca al centro, scenograficamente molto interessante.
Esso era utilizzato per rappresentazioni, come luogo di frescura e belvedere.
Parco Archeologico di Baia – Settore di Venere
Mosaico delle Terme di Adriano
Parco Archeologico di Baia – Settore di Venere |
La maggior parte delle rappresentazioni grafiche, siano esse dipinte, scolpite o musive, non hanno solo scopo ornamentale bensì il proposito di trasmettere un messaggio specifico a chi le guarda. Il mosaico in questione non fa eccezione.
Narra la grande storia d’amore tra l’imperatore Adriano ed Antinoo, un giovinetto che incontra durante una visita in Bitinia, nel nord dell’attuale Turchia, nel 123 d.C. Ha 12 anni, quando lo prende nella sua corte e lo fa trasferire a Roma per educarlo ed istruirlo. Al suo ritorno in patria nel 125, lo segue con particolare interesse. Resta affascinato da questo adolescente le cui forme fisiche vengono modellate dalla crescita.
Parco Archeologico di Baia – Parte centrale del mosaico raffigurante un erma virile |
Parte inferiore del mosaico raffigurante il bambino con la lepre |
Il consenso del giovane consolida il rapporto e la sua presenza diventa sempre più partecipe nonostante la rivalità della moglie Vibia Sabina. La passione diventa travolgente e nel 128 Adriano riparte per le sue campagne militari nelle province dell’Impero assieme al suo favorito diventato oramai inseparabile compagno di vita.
Scultura raffigurante Antinoo
Antinoo prende il posto che una volta era di Vibia Sabina, lo segue ovunque e ne condivide le gioie ma anche l’apprensione per lo stato di salute del suo amato che soffriva di idropisia. Secondo gli àuspici ad Adriano restavano pochi anni di vita e avevano anche trovato la soluzione: offrire agli Dei la vita di una persona a lui molto cara in cambio della sua. Consiglio rifiutato sdegnosamente e mai preso in considerazione nonostante l’insistenza degli indovini ad ogni manifestazione di una crisi.
Nel 130 d.C. durante un’escursione in barca sulle acque del Nilo, accade la tragedia. Antinoo muore in circostanze misteriose. Molto probabilmente è annegato ed è stato smembrato dai coccodrilli. Aveva 19 anni.
La disperazione dell’Augusto è indiscutibile, talmente evidente da essere criticato e persino deriso per i suoi pianti. Deve sopportare anche le dicerie delle malelingue che insinuano sia stato ammazzato o perlomeno indotto al suicidio dall’entourage di corte. Invece Dione Cassio afferma che si è trattato di suicidio meditato, un gesto sacrificale nei confronti del suo amato imperatore: offrì volontariamente la sua vita agli Dei in cambio di Adriano.
La narrazione musiva inizia proprio da qui, dal racconto dello stesso Adriano che pretendeva di approvare personalmente tutte le opere dedicate ad Antinoo.
Nella parte inferiore si vede il giovane Antinoo, nel pieno della sua gioventù, correre con una lepre in mano. Ovidio afferma che tra amanti era uso comune offrirla come pegno d’amore e Antinoo offre la sua vita correndo, senza esitazione, avvolto in una sciarpa svolazzante con due cuori a testimonianza del suo amore.
Parco Archeologico di Baia – Parte inferiore del mosaico raffigurante un fanciullo che corre stringendo una lepre in mano |
Parco Archeologico di Baia – Parte centrale del mosaico raffigurante Antinoo “vegetante”, l’amico e amante dell’imperatore Adriano |
Per mitigare la grave perdita e perpetuarne la memoria, Adriano fa riprodurre le sembianze del giovane amante in tutte le sconfinate province dell’impero. In suo onore nomina una costellazione e fonda addirittura una città: Antinopolis.
Ne proclama perfino la divinizzazione, privilegio riservato esclusivamente ai componenti della famiglia imperiale. Nasce così il dio Antinoo.
Lo vediamo nella parte centrale, ritratto da adulto con la sua inconfondibile capigliatura ma dal piglio serioso che si addice ad una divinità. Adriano l’ha consacrato al dio Osiride, il dio egizio della Resurrezione, e non poteva essere altrimenti visto che ha subito lo stesso destino nelle stesse acque, seppure in circostanze diverse. Viene rappresentato come “Osiride vegetante” ovvero con l’aureola di germogli di grano a simboleggiare la sua potenza rigenerativa. Il simbolo della resurrezione ripresodalla religione cattolico-cristiana con l’usanza dei Sepolcri.
Alcune rappresentazioni di Osiride vegetante |
Nella parte superiore invece è rappresentato l’addio terreno e la promessa di Adriano di raggiungerlo nell’aldilà. Il calice con l’acqua zampillante simboleggia la vita, la fons perennis ovvero la fonte della rinascita. Sulle sue anse poggiano due colombe poste una di fronte all’altra. Esse rappresentano le anime di Adriano ed Antinoo che dissetandosi danno origine alla trasmigrazione e alla conseguente ricongiunzione nell’eternità.
Parco Archeologico di Baia – Parte superiore del mosaico raffigurante |
Adriano visse altri 8 anni dopo la perdita di Antinoo. Gli ultimi li trascorse qui a Baia e chissà quante volte, contemplando questo mosaico, il suo sguardo si sarà perso nei ricordi.
Morì a Baia il 10 luglio del 138. Aveva 62 anni.
LA VISITA PROSEGUE NEL LINK :
https://www.ulixes.it/italiano/Visita_Terme_Romane_di_Baia_2.html
CHIUDIAMO CON UNA VISIONE D’INSIEME DI POMPEI – ED ALTRE IMMAGINI
ITALIA- POMPEI- VISIONE GENERALE
PUTEOLI -POZZUOLI
PUTEOLI – POZZUOLI
PUTEOLI – POZZUOLI
Che bella questa carrellata sulle località tra le più suggestive dell’architettura romana.