Dal 16 marzo al 31 luglio 2022
MARC CHAGALL
UNA STORIA DI DUE MONDI
A cura di:
Ronit Sorek
La mostra
Marc Chagall. Una storia di due mondi al MUDEC Museo delle Culture di Milano, presenta un progetto espositivo dedicato in particolare ai lavori grafici di Chagall e alla sua attività di illustratore editoriale.
Nato quasi 140 anni fa, Marc Chagall(1887-1985) è oggi uno degli artisti moderni più popolari e amati così come la sua opera, che continua a riscuotere interesse in tutto il mondo. La biografia di Marc Chagall si intreccia con gli eventi cruciali dell’Europa del Novecento: dall’urbanizzazione e dalla secolarizzazione alla Rivoluzione Russa, dalle due guerre mondiali alla migrazione coatta di milioni di persone. I suoi capolavori sono riconosciuti da un pubblico estremamente eterogeneo perché entrati ormai nella memoria collettiva mondiale.
Marc Chagall. Una storia di due mondi ripercorre alcuni temi fondamentali della vita e della produzione dell’artista: dalle radici nella nativa Vitebsk (oggi Bielorussia), descritta con amore e nostalgia nella serie Ma vie, all’incontro con l’amata moglie Bella Rosenfeld, della quale illustrò i libri Burning Lights e First Encounter.
Questi ultimi sono dedicati ai ricordi della vita di Bella nella comunità ebraica e vennero pubblicati dopo la morte prematura della donna: in mostra ne sono esposti i disegni originali.
Marc Chagall. Una storia di due mondi mette in mostra anche una serie di acqueforti dedicate a Le anime morte di Gogol’ che l’editore francese Ambroise Vollard commissionò nel 1923 all’artista e una serie di lavori successivamente realizzati da Chagall per l’edizione illustrata delle Favole di La Fontaine e La Bibbia.
Il progetto espositivo ideato per Marc Chagall una storia di due mondi mette in relazione queste opere con il contesto culturale da cui nacquero: la lingua, gli usi religiosi e le convenzioni sociali della comunità ebraica yiddish, così come i colori e le forme che Chagall assimilò da bambino ed espresse al meglio da adulto, il rapporto esistente nell’opera di Chagall tra arte e letteratura e tra linguaggio e contenuto
foto di Ansa.it
ISRAEL MUSEUM DI GERUSALEMME
ISRAEL MUSEUM DI GERUSALEMME CON LA KNESSET SULLO SFONDO
Lo “Shrine of the book”, il padiglione dei rotoli
– Opera propria
FOTO INEXIBIT
Anish Kapoor, Turning the World Upside Down , Gerusalemme, 2010. Foto © The Israel Museum, Gerusalemme. Eli Posner
UNA STORIA DELL’UMA
NITA’
ARCHEOLOGIA
MONETE DEL PARCO NAZIONALE DI CESAREA
PICCOLE FIGURE UMANE
SONO ZANGOLE E SERVONO PER PREPARARE IL BURRO
GLI ASINELLI CHE TRASPORTANO MERCI
Vaso a forma di pesce di Tel Poleg (periodo cananeo medio, XIX-XVIII secolo a.C.):
Il pesce a bocca aperta era un regalo di sepoltura. Il suo viso e l’interno della bocca sono decorati con punteggiatura e incisione.
QUESTE BELISSIME IMMAGINI DELL’ISRAEL MUSEUM DI GERUSALEMME CONTINUANO NEL LINK :
MARC CHAGALL — ARTRIBUNE
Artribune, 17 maggio 2022
https://www.artribune.com/arti-visive/arte-contemporanea/2022/05/mostra-marc-chagall-milano-mudec/
Marc Chagall a Milano. No, non è la solita mostra
Silvia Zanni
Photo © Carlotta Coppo
PRENDE IN ESAME L’ATTIVITÀ GRAFICA DI MARC CHAGALL E I SUOI LEGAMI CON L’EBRAISMO LA MOSTRA ALLESTITA AL MUDEC. UN’OCCASIONE PER ANDARE OLTRE L’ESTETICA DEGLI INNAMORATI CHE DA SEMPRE ACCOMPAGNA LA LETTURA DELL’OPERA DELL’ARTISTA
Mette in risalto “un altro Chagall” la mostra allestita al Mudec di Milano e curata dall’Israel Museum di Gerusalemme che, per l’occasione, ha prestato più di cento opere. Una mostra inedita che, oltre l’artista della serie degli innamorati, descrive l’illustratore e le sue memorie familiari, in un intreccio di affetti ed ebraismo che ne ha influenzato l’evoluzione poetica e artistica.
CHAGALL IN MOSTRA A MILANO
La mostra, composta da una selezione di opere donate in prevalenza dalla famiglia e dagli amici di Marc Chagall (Vitebsk, 1887 – Saint-Paul-de-Vence, 1985) è dedicata principalmente ai lavori grafici dell’artista e alla sua attività di illustratore editoriale, ed è divisa in quattro macro-sezioni: Cultura ebraica e Yiddish; Nostalgia; Fonti di ispirazione; Francia, la nuova patria. A corollario delle opere sono esposti anche oggetti d’uso nella ritualità ebraica.
Il percorso espositivo ripercorre alcuni temi fondamentali della vita e della produzione dell’artista: dalle radici nella nativa Vitebsk (oggi in Bielorussia), descritta con amore e nostalgia nella serie Ma vie, all’incontro con l’amata moglie Bella Rosenfeld, della quale Chagall illustrò i libri Burning Lights e First Encounter, dedicati ai ricordi della vita di Bella nella comunità ebraica, di cui sono in mostra i disegni originali di accompagnamento. Emerge poi un legame diverso, quello tra l’artista e Parigi, dove Chagall scelse di stabilirsi e che ebbe un’influenza decisiva sul suo stile e sui suoi temi. Chiude la mostra l’installazione multimediale di fiori lavorati a tombolo e a fuselli di Cantù che, tingendosi man mano, sprigionano i vitali colori della tavolozza dell’ultimo Chagall.
LA RELIGIONE, GLI AFFETTI, L’AMORE SECONDO CHAGALL
La prima parte della mostra parla della liturgia e della cultura ebraica e yiddish. La Vitebsk di Chagall, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, faceva parte dell’allora “zona di residenza” dell’Impero russo, una regione con confini geografici ben delimitati, al di fuori della quale agli ebrei non era concesso risiedere: lì si parlava l’yiddish, lingua che creava forte senso di appartenenza, un’identità e una cultura specifiche di cui sono testimonianza le decine di pezzi della liturgia ebraica esposti in questa sezione, simbolo della terra e dei riti della comunità religiosa, delle tradizioni e delle feste. Chagall ci conduce qui in un universo intimo, nelle scene di vita familiare, nella casa della nonna, in un mondo antico e ironico al contempo, aneddotico, in cui il nonno scompare durante un pranzo di famiglia, nascondendosi sul tetto a mangiare tzimmes, dolce tipico della tradizione culinaria ashkenazita. Ma c’è anche l’angoscia dei pogrom, come nell’illustrazione omonima del 1940: nel raffigurare questo tema Chagall colma il vuoto iconografico, la mancanza nell’ebraismo di una tradizione visuale.
La seconda sezione della mostra è dedicata al tema della nostalgia. Ci viene presentato uno Chagall privato, che ci porta con sé nella sua città con le carrozze che volano sui ciottoli e le donne dalle ampie gonne che fanno roteare i loro ombrellini. Ci mostra la sua casa, una capanna storta, così misera e fatiscente che sembra stare per accartocciarsi su se stessa, e il negozio di gioielli del padre di Bella. Ci porta al loro primo incontro, dove già li risucchia un turbinio di linee sinuose e curve, le forme si attorcigliano, i contorni sfumano e si sovrappongono.
Trovo fantastici i pesci dell’ Israel Museum di Gerusalemme e anche gli asinelli.
Meravigliosi quei fiori che sprigionano luce.
ripeto i commenti di Donatella