Frammenti di Milano di Giorgio Lo Cascio
I suoi scatti digitali fanno del paesaggio un pretesto da cui partire per approdare in un’altra dimensione, gettando sempre lo sguardo alla realtà, all’irrealtà e al surreale.
Giorgio Lo Cascio, New York artstreet
IMMAGINI E TESTO DA :
SEGUE DA:
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Gloc (Giorgio Lo Cascio) nasce a Inverigo (Como) il 22 maggio 1943 da madre pittrice e padre industriale tessile. Si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1970. Fare l’architetto è una passione che dura tuttora e che gli ha permesso di girare il mondo, di progettare, disegnare, fotografare e dipingere… ogni tanto.
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Una volta entrato nel mondo fotografico digitale, si rende conto della infinita creatività resa possibile dalla nuova tecnologia.
Nel 2008 ha inizio la sua ultima esperienza creativa, che utilizza come elemento base proprio la fotografia. La foto rappresenta l’immagine del reale. La foto digitale riproduce questa realtà attraverso l’aggregazione di particelle, i “pixel”. Si potrebbe quindi dire che la foto digitale è un’immagine che segue i concetti del divisionismo, un nuovo “divisionismo digitale”. I singoli punti di colore sono connessi tra loro in modo tale da tradursi nell’immagine fotografata; intervenire sull’aggregazione, sul colore, sulla trasparenza e su ogni altra caratteristica di questi punti significa alterare la realtà e dare spazio a una nuova e illimitata possibilità espressiva. Il processo di elaborazione digitale dà luogo alla rappresentazione di una realtà virtuale nella quale l’immaginario e il reale giocano le loro parti con l’intento di creare nuove atmosfere e suggestioni in un linguaggio che si esprime attraverso una diversa percezione dell’azione creativa.
OPERE
Paesaggi “lunari”, fiabeschi che potrebbero illustrare fiabe extraterrestri.