SARDEGNA::: LA CITTA’ DI BOSA, IN PROVINCIA DI ORISTANO E LE SUE ” CASETTE COLORATE ” — da vari link — RIFATTO OGGI, 4 FEBBR.

 

 

 

 

Bosa – Veduta

vista aerea della città di BOSA

Ppf 23 – Opera propria

 

Bosa ( Bosa in sardo o, contratto, ‘Osa 9,  è un comune italiano di 7 499 [ DATI 2021 ] abitanti della provincia di Oristano, nella costa occidentale del centro-nord della Sardegna. Fa parte dell’Unione di comuni della Planargia e del Montiferru Occidentale. È il principale centro abitato della subregione della Planargia e si inserisce, storicamente, nel più vasto territorio del Logudoro, condividendo con quest’ultimo l’utilizzo della variante linguistica del sardo logudorese. Durante il dominio aragonese, ottenne il rango di città regia del quale attualmente permane, con l’abolizione dei privilegi feudali, il titolo onorifico di città. Insieme ad Alghero è sede vescovile della diocesi di Alghero-Bosa.

 

SEGUE CON UNA STORIA MOLTO RICCA:

https://it.wikipedia.org/wiki/Bosa

 

 

 

 

 

 

Bosa – Mappa

posizione di Bosa nella provincia di Oristano

Discanto – Opera propria

 

 

IL PONTE VECCHIO

Ugeorge – Opera propria

 

 

 

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Un esemplare di grifone in volo

MickMorton – Opera propria

 

 

 

 

 

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LA CITTÀ DI BOSA E LA SUA STORIA

 

La città di Bosa e la sua storia

[5 maggio 2018]

 

A Bosa in Sardegna dopo aver pranzato ci siamo diretti verso il castello che sta sulla collina che sovrasta la città.

Ai due lati della via, un labirinto di salite e scalinate, c’erano da una parte e l’altra  i muri delle case di tanti colori dalle tonalità pastello.

 

 

Qua e là erano appese come a decorare delle lattine colorate in cui erano coltivate delle piante e testimoniavano l’impegno di tutti per abbellire il paese.

Ora pioveva e ora smetteva e abbiamo proseguito aprendo e chiudendo gli ombrelli fino a giungere in un punto in cui si apriva la vista del panorama dell’intero paese.

 

 

Potevamo vedere la distesa dei tetti delle case che erano tutti arancioni.

Al di là del fiume Temo che scorreva sinuoso, si vedeva in lontananza il mare.

 

 

VEDUTA DEL CASTELLO DI SERRAVALLE O MALASPINA

 

 

 

Castello di Serravalle e Chiesa di Nostra Signora di Regnos Altos

Antonio Figoni – Opera propria

 

 

Siamo entrati nelle mura del castello e all’interno della dimora c’era una piccola chiesa.

Malgrado la chiesa fosse piccola il suo nome era molto lungo: Nostra Signora de sos Regnos Altos.

Dentro non si potevano fare foto, però c’era un’affresco molto bello che aveva un aspetto antico e in un momento in cui non c’era nessuno ho scattato rapidamente una foto.

 

 

 

 

Poiché non sapevamo nulla della chiesa e del castello, poi abbiamo acquistato un piccolo opuscolo su Bosa.

Su questo era scritto che prima Bosa era sull’altra sponda del fiume Temo a due chilometri all’interno.

Per sfuggire alle ripetute scorribande dei pirati arabi la popolazione abbandonò il villaggio.

In seguito, nell’undicesimo secolo, il villaggio venne ricostruito nella posizione attuale, vicino al porto sul fiume.

Il castello risalirebbe al XII o al XIII sec. e si pensa che prima, all’interno delle sue mura, ci fosse un piccolo villaggio.

La piccola chiesa (20,25 metri di lunghezza e 5,7 metri di larghezza) dal lungo nome era stata allargata e rimaneggiata molte volte e c’erano i resti dei lavori di restauro. Non ci sono documenti su quando il primo nucleo sia stato costruito, ma il portale pare sia stato fatto nel XIV sec.

Anche l’affresco si pensa risalga allo stesso periodo.

Nel medioevo la Sardegna era divisa in 4 regioni autonome chiamate Giudicato.

Bosa fu parte del Giudicato di Arborea per un lungo periodo, e sotto il dominio di un signore chiamato Mariano la sua economia, arte e cultura videro il loro massimo

splendore nella metà del XIV secolo.

 

 

 

 

In seguito in un periodo successivo nel 19 secolo fu sotto il dominio dei Savoia e c’erano lungo il fiume molte concerie di pelle e questa era l’attività principale del luogo.

Dopo essere scesi dal castello abbiamo passeggiato un po’ lungo il fiume.

Abbiamo saputo dopo, ma uno delle antiche fabbriche per la concia delle pelli era ora stato trasformato in un museo.

Intanto si avvicinava l’ora in cui dovevamo prendere il bus per tornare ad Alghero.

Da Alghero Bosa c’erano due autobus al giorno, ma per tornare ad Alghero ce n’era solo uno.

Per fortuna tutti hanno trovato posto,, ma ovviamente l’autobus era pieno.

Mi stavo appisolando e quando mi sono svegliata stava diluviando.

 

 

 

Facciata della Chiesa di San Pietro fuori le mura – 11 m  s.l.m.

Gianni Careddu – Opera propria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Particolare della carta Descripción de la isla y Reyno de Sardeña con Bosa e le ville della Planargia, XVII secolo

Sconosciuto –

 

 

 

Particolare della facciata della chiesa di sant’Antonio Abate

Gianni Careddu – Opera propria

 

 

 

 

Le vecchie concerie, lungo la sponda sinistra del fiume Temo

Tiuliano – Opera propria

 

 

 

 

 

 

 

 

Frontespizio delle Rime Diverse di Pietro Delitala, 1596

Pietro Delitala – Archivio di Stato di Cagliari

 

 

 

La torre costiera sull’Isola Rossa a Bosa marina

Gfss84 di Wikipedia in italiano

 

 

 

 

 

La torre costiera sul promontorio di Punta Argentina

Luca Poddighe – https://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/3/38/Torre_Argentina.JPG

 

 

 

 

 

 

 

Elementi architettonici gotico-romanici nel prospetto della chiesa di San Pietro

Gianni Careddu, sailko. – https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Bosa_

 

 

 

 

 

Cala Cumpoltitu

Ppf 23 – Opera propria

 

 

 

 

 

 

Jacques Petré – Vue de la Ville de Boze a L’ouest de l’Isle de Sardaigne entre le Cap de la casse et le gonfe de L’Oristan (1679-1680), Bibliothèque nationale de France, Parigi

TEMPERA

Salvatorangelo Spanu (a cura di) – Il castello di Bosa, Spanu & C., Torino, 1981.

 

 

 

 

 

 

Bosa Marina e Torre Aragonese

trolvag

 

 

 

 

 

 

 

 

Nostra Signora de Sos Regnos Altos, affresco con rappresentazione dei santi- 1300- 1350 ca

 Sailko – Opera propria

 

 

 

 

Panorama di Bosa, con il castello Malaspina,  xilografia di Barberis (1895)

Giuseppe Barberis – Strafforello Gustavo, La patria, geografia dell’Italia / Parte 5(continuazione). Sardegna, Corsica, Malta, Mari d’Italia, Unione Tipografico-Editrice, Torino, 1895.

 

 

 

Elementi di architettura barocca nella chiesa del Carmine

Gianni Careddu – https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Bosa_-

 

 

 

 

 

Sviluppo urbano di Bosa, sotto le pendici del colle di Serravalle- dal Castello di Malaspina

 

 

 

 

 

L’abito femminile di Bosa, acquerello della collezione Luzzietti, 1820 circa

Sconosciuto

 

 

 

 

L’abito maschile di Bosa, litografia di A. Portier, 1850 circa

 

 

 

Gli interni del Museo delle Conce

Antonio Furesi – Opera propria

 

 

Il Museo Casa Deriu

Valelan – Opera propria

La stazione di Bosa Marina, dal 1995 capolinea della ferrovia per Macomer

Gianni Careddu – Opera propria

 

 

 

 

Luci di Bosa Marina dopo il tramonto.

Leop81

L’ARTICOLO E’ INIZIATO DAL LINK SUBITO SOTTO SIA PER IL TESTO CHE PER LE FOTO, POI E’ PROSEGUITO ESSENZIALMENTE CON WIKIPEDIA – LINK ALL’INIZIO

La città di Bosa e la sua storia

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