+++ ALESSANDRO MASI, Covid e analfabetismo. Riflessioni a cinque anni dalla morte di Tullio De Mauro- AVVENIRE, martedì 15 febbraio 2022

 

 

Avvenire

 

martedì 15 febbraio 2022

https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/il-covid-aggrava-lo-tsunami-del-doppio-analfabetismo?utm_medium=Social&utm_source=Twitter#Echobox=1644932602

 

 

Covid e analfabetismo. Riflessioni a cinque anni dalla morte di Tullio De Mauro

Riflessioni a cinque anni dalla morte di Tullio De Mauro

Alessandro Masi ( Marino, Roma,  1960 ) storico dell’arte, accademico e scrittore, Segretario generale Società Dante Alighieri

 

MARINO ( città metropolitana di Roma ) — foto di Mauschia

Marino è un comune italiano di 44 762 abitanti ( dati 2020 ) della città metropolitana di Roma Capitale nel Lazio.

Situata a sud del capoluogo, sui Colli Albani nell’area dei Castelli Romani, stretta tra Rocca di Papa, Castel Gandolfo e Grottaferrata, la città è stata per tutto il Medioevo un importante avamposto militare sull’Agro Romano, un frequentato luogo di villeggiatura ed un importante centro commerciale grazie alla sua posizione strategica sulla via corriera tra Roma e Napoli frequentata fino alla riapertura della più rapida via Appia Nuova attorno al 1780.

Centro legato soprattutto alla viticoltura, è la patria dell’omonimo vino bianco a denominazione di origine controllata ed il suo nome è legato alla celebre Sagra dell’Uva, la manifestazione più antica in Italia nel suo genere. Ha un dialetto particolare, diverso da quello dei castelli romani, il dialetto marinese.

segue :

https://it.wikipedia.org/wiki/Marino_(Italia)

 

Via Roma Marino 2.jpg

via Roma

Edoardo Scialis – Opera propria

 

 

 

 

Image

Tullio De Mauro (Torre Annunziata, 31 marzo 1932 – Roma, 5 gennaio 2017) è stato un linguista, lessicografo, accademico e saggista italiano, ministro della pubblica istruzione dal 2000 al 2001 nel governo Amato II.

 

Cinque anni fa, era il 5 gennaio del 2017, ci lasciava all’età di 85 anni Tullio De Mauro, uno dei più grandi linguisti e accademici italiani. Pochi i ricordi, meno che mai le intitolazioni di aule o vie. Figuriamoci, in un Paese in cui terrapiattisti, no-vax e negazionisti sono proporzionalmente in crescita con i femminicidi e i raid di babygang, c’era da aspettarselo. C’è di tutto e di più in questo tempo di pandemia, dove le conseguenze della clausura e del distanziamento fisico (e purtroppo, a forza di dirlo, anche sociale) stanno producendo, soprattutto tra i più giovani, effetti devastanti.

Più che un allarme, ormai è uno tsunami quello che si va espandendo a macchia d’olio e che denuncia una deriva preoccupante. Nel suo lungo corso di studioso, De Mauro aveva classificato in due specie questo tipo di ignoranza: strutturale e funzionale, la prima relativa alla totale incapacità di decifrare un testo scritto; la seconda di passare dalla lettura alla comprensione.

Nei suoi due libri fondamentali, ‘Storia linguistica dell’Italia unita’ (Laterza, 1963) e ‘Storia linguistica dell’Italia repubblicana’ (Laterza, 2014), Tullio De Mauro si era preoccupato di indagare le origini e le ragioni del fenomeno, ma soprattutto di denunciare il peso sociale che l’aumento dell’analfabetismo giovanile avrebbe comportato per una nazione sviluppata come la nostra, ottava o nona tra le potenze industriali del mondo. Intervistati, i nostri giovani (ma non siamo soli al mondo), spesso non sanno collocare nel giusto spazio temporale date, fatti e personaggi della storia, hanno difficoltà a leggere, figuriamoci a scrivere. Un’indagine comparativa dell’Ocse effettuata nel 2014 su un campione di trenta Paesi al mondo, chiamata Piaac ( Programme for International Assessment of Adult Competencies), ripetuta nel 2019, definiva i cinque livelli di alfabetizzazione in literacy e numeracy delle popolazioni in età di lavoro (16-65 anni), dal primo livello di analfabetismo strumentale, a un secondo livello minimo, ma comunque insufficiente, fino ai successivi tre gradi di comprensione e scrittura dei testi, calcoli e grafici compresi.

Ai primi posti risultava l’Italia con un 28%, seconda solo alla Turchia e Cile, ed è probabile che, quando verranno conteggiati con la pandemia in atto, saranno destinati sicuramente a fotografare una situazione peggiorata. «L’analfabetismo – affermava Tullio De Mauro – è oggettivamente un instrumentum regni, un mezzo eccellente per attrarre e sedurre molte persone con corbellerie e mistificazioni. Il grave analfabetismo strumentale funzionale incide negativamente sulle capacità produttive del Paese ed è responsabile del grave ristagno economico che affligge l’Italia dai primi anni Novanta».

Che dall’anno di scomparsa del grande sociolinguista a oggi i dati non siano migliorati ce lo dice l’Istat nel 2020 con i numeri:

i laureati di I e II livello rappresentano solo il 13,9% della popolazione,

mentre il 35,6% ha un diploma di scuola secondaria;

il 29,5% la licenza di scuola media

e il 16,0% la licenza di scuola elementare.

Lo 0,4% sono coloro che possiedono il più alto livello di istruzione riconosciuto a livello internazionale.

La restante quota di popolazione si distribuisce tra analfabeti e alfabeti senza titolo di studio. Interessante anche il raffronto tra scuola e lavoro:

il 35,4% dei giovani tra i 18 e i 24 anni abbandona precocemente gli studi,

mentre i laureati occupati sono il 10% in meno della media europea

e solo il 24,6% è impiegato nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche (poche le donne).

 

La popolazione che tra i 25 e i 64 anni possiede un titolo di studio è pari al 62,2%, un valore decisamente inferiore a quello medio Ue (78,7%)

e molto al di sotto dei più grandi Stati dell’Unione che tocca un buon 86,6%.

Solo Spagna, Malta e Portogallo hanno valori inferiori all’Italia.

Questo, in sintesi, è stato il campanello d’allarme che De Mauro ha suonato per anni, un suono che non ha trovato e ancora oggi non trova orecchie nel frastuono dei talk-show e del dibattito politico corrente.

Segretario generale Società Dante Alighieri

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *