AGI.IT — 14 FEBBRAIO 2022 –19.41
Uno studente è morto a 17 anni durante uno stage.
Il furgone sul quale viaggiava, guidato da un operaio di una ditta di termoidraulica, si è schiantato frontalmente contro un albero ed è stato praticamente tagliato a metà.
© Minichiello / AGF – Ambulanza
AGI – Uno studente di 17 anni è morto a causa di un incidente stradale: il furgone sul quale viaggiava, guidato da un operaio di una ditta di termoidraulica, si è schiantato frontalmente contro un albero ed è stato praticamente tagliato a metà. Il ragazzo era iscritto al corso triennale presso il centro di formazione professionale ‘Artigianelli’ di Fermo e, da quanto si è appreso, stava svolgendo un percorso di alternanza scuola-lavoro proprio in termodinamica.
L’incidente è avvenuto a Serra dè Conti in provincia di Ancona. Per cause che sono in corso di accertamento, il Ford Transit è finito fuori strada e ad avere la peggio è stato lo studente che viaggiava accanto all’autista, che è morto sul colpo. L’urto è stato violentissimo e l’uomo che era alla guida è stato sbalzato fuori dal furgone ed è stato ricoverato all’ospedale regionale di Torrette in gravi condizioni.
Il sedicenne era originario di Monte Urano: ha parlato di “tragedia indescrivibile” e di “un dramma che distrugge una famiglia” Moira Canigola, sindaco del comune della provincia di Fermo
L’Uds: “Abolire lo stage, sistema malato”
“Dopo tre settimane dall’omicidio di Lorenzo Parelli un altro ragazzo è morto durante uno stage, questa volta di sedici anni. Il ragazzo era passeggero su un autocarro che si è schiantato contro un albero, stava studiando in un centro di formazione professionale in regione e stava svolgendo un periodo di stage curriculare nel campo della termo idraulica”, dichiara in una nota l’Unione degli studenti.
“Questa morte si aggiunge a una lunga lista di morti sul lavoro e all’interno delle scuole – commenta Luca Redolfi, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti – morti causati da un sistema malato, volto solamente al profitto. Esprimiamo solidarietà e vicinanza alla famiglia, i compagni di scuola e gli amici del ragazzo”.
“Vogliamo sicurezza dentro e fuori le scuole – continua – vogliamo che l’alternanza scuola-lavoro e gli stage vadano aboliti a favore dell’istruzione integrata che metta in critica il sistema produttivo attuale per costruire dai luoghi della formazione un modello diverso di società”. “Ci troviamo di fronte – conclude Redolfi – ad un’altra morte in un luogo di lavoro, dove uno studente non dovrebbe stare. Ci chiediamo quanti altri studenti e giovani debbano morire prima l’idea di un sistema unicamente volto al profitto e allo sfruttamento, cambi, una volta per tutte”.
Queste morti terribili e assurde dovrebbero fare cambiare rotta alla scuola: va bene la conoscenza del mondo del lavoro da parte dei giovani, perché la scuola non può essere un’isola, ma la scuola serve, o dovrebbe servire, ad aprire le menti dei giovani, a mettergli dentro la curiosità per il mondo che hanno attorno. Sembra invece che debba “abituarli” ad una realtà ristretta, dove lavoro è dissociato dai termini “creatività”, “curiosità”, “ricerca”, una visione ridotta e mortificante del lavoro stesso, oltre che dell’uomo.