1. Adagio 0:00
2. Fuga (Allegro) 4:28
3. Siciliana 10:02
. Presto 13:10
Nell’Adagio Bach presenta una scrittura estremamente espressiva in cui gli accordi che conducono il discorso armonico – generalmente, ma non esclusivamente posti sul primo e terzo tempo delle battute – sono collegati da scorrevoli linee melodiche dense e da altre voci in polifonia. Il violino diviene così una sorta di alter ego sublimato della voce umana, come spesso Bach ha dimostrato anche nelle Cantate e nelle Passioni (si pensi alla meravigliosa Erbarme dich nella Matthäus Passion).
L’Adagio non è percepito come un pezzo a sé stante, ma piuttosto come un movimento introduttivo, un vero e proprio Preludio, alla celeberrima Fuga che segue, trascritta da Bach anche per liuto (in sol minore) e per organo (in re minore).
Il terzo movimento, Siciliana, è una sorta di eccezione nelle Sonate di Bach che, a differenza delle Partite, non presentano movimenti legati alla danza. Il compositore allenta la tensione serrata e inesorabile creata dalla Fuga con un andamento lento e malinconico, in si bemolle maggiore, gestito con sapienza attraverso la creazione di una sorta di dialogo interno al violino fra i registri – basti ascoltare l’inizio per averne subito un’idea – e la scrittura polifonica (i temi musicali girano tra le diverse voci).
Il Presto finale, bipartito, è un travolgente caleidoscopio in moto perpetuo, un prisma cangiante che viaggia tra le due importanti aree del percorso armonico (dalla tonica alla dominante e ritorno) con un continuo cambiamento di arcate e fraseggi che si susseguono all’interno di un disegno ritmico sempre uguale, che procede quasi senza sosta. In questo modo Bach gioca continuamente con gli accenti delle battute, assecondandoli o eludendone la spinta, con le legature delle note, senza mai far cessare un senso chiaro di fluidità e scorrevolezza.
Roberto Grisley
Testo tratto dal programma di sala del Concerto dell’Accademia di Santa Cecilia, Roma, Auditorium Parco della Musica, 9 marzo 2007
L’Orchestra Virtuale del Flaminio
https://www.flaminioonline.it/Guide/Bach/Bach-Sonata1001.html
Itzhak Perlman (Giaffa, 31 agosto 1945) è un violinista e direttore d’orchestra israeliano naturalizzato statunitense.
Perlman è nato a Tel Aviv, in Israele, il 31 agosto 1945. All’età di 4 anni viene colpito da poliomielite, malattia che gli ha poi impedito l’utilizzo delle gambe. Inizia a studiare il violino dopo averlo ascoltato, casualmente, per radio
nel 1958
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A causa di problemi fisici negli ultimi anni si è dedicato alla direzione d’orchestra, per questo è stato più volte chiamato a dirigere la Detroit Symphony Orchestra. Vive a New York con sua moglie Toby.
con la moglie, forse anche lei è musicista, hanno 5 figli e 12 nipoti !
in una foto con Frank Sinatra in cui la coppia era molto più giovane
SE PER CASO, DOPO UN PO’, VI ANNOIA ASCOLTARE UN CONCERTO PER UN SOLO STRUMENTO – VI SUGGERISCO :
Mentre suonano musicisti e direttori d’orchestra sembrano appartenere ad una specie umana sublimata.