ALESSANDRA QUATTROCCHI, Mamma squalo fa tutto da sé: in Sardegna una piccola è nata senza padre — REPUBBLICA / IL VENERDI’ — 4 FEBBRAIO 2022 + altri link

 

 

video, VIRGILIO, 2.21 minuti- 26 novembre 2021

https://video.virgilio.it/guarda-video/in-sardegna-il-primo-caso-di-partenogenesi-di-squalo-palombo_bc6283920270001

 

 

REPUBBLICA / IL VENERDI’ — 4 FEBBRAIO 2022

https://www.repubblica.it/venerdi/2022/02/04/news/mamma_squalo_fa_tutto_da_se_-335597279/?ref=drrt-4

 

 

Mamma squalo fa tutto da sé: in Sardegna una piccola è nata senza padre

di Alessandra Quattrocchi

 

 

 

La squaletta Ispera (speranza, in sardo) nuota nell’Acquario di Cala Gonone (Nuoro), con accanto un carango  (Salvatore Grispu)

 

 

 

Nell’acquario di Cala Gonone il primo caso di partenogenesi tra palombi mediterranei. Ma anche altre specie, come i condor, possono fare a meno del seme dell’altro sesso

 

la piccola Ispera

foto da : https://www.torinoggi.it/2021/11/28/leggi-notizia/argomenti/attualita-8/articolo/aspetta-e-ispera-torino-conferma-lesistenza-di-una-squaletta-nata-senza-lintervento-di-un-pap.html

 

La mattina del 23 maggio 2021 il biologo che ha acceso le luci dell’acquario di Cala Gonone in Sardegna ha trovato una sorpresa: uno squalo appena nato. In quella vasca di esemplari da mare aperto, in 350 mila litri d’acqua, vivono cernie, ricciole, tartarughe e due squali palombi, entrambe femmine. La piccola è stata subito recuperata e spostata in ambiente protetto. In novembre, poi, le analisi del Dna hanno confermato che si tratta di un caso di partenogenesi, cioè di riproduzione senza seme maschile.

“L’abbiamo chiamata Ispera, speranza in sardo, un nome di buon auspicio per questi tempi bui” racconta Flavio Gagliardi, direttore dell’acquario di Cala Gonone (Nuoro), attualmente chiuso al pubblico. La squaletta intanto è cresciuta, misura 80 centimetri per un chilo e mezzo: “mangia pesce azzurro, calamari e gamberi freschi tutti i giorni”.

Di fatto la sua nascita è un evento straordinario: è il primo caso di partenogenesi per uno squalo del Mediterraneo, ricorda Marino Prearo, responsabile del laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, che ha effettuato le analisi.

“In questi squali” spiega “ci possono essere anche accoppiamenti in cui la femmina può trattenere lo sperma del maschio per anni”. Ma le squale di Cala Gonone sono arrivate piccole già dieci anni fa. E già l’anno prima nella vasca pelagica era stata ritrovata una neonata, ma senza vita. “Alla fine abbiamo fatto biopsie e analisi genetiche sulle due madri, su Ispera e sul campione morto, e abbiamo visto che le piccole erano copie esatte delle due madri”. Non c’è stato dunque un solo caso di partenogenesi a Cala Gonone, ma due, da due femmine diverse.

ISPERA

Ad oggi Ispera pesa circa 1200 grammi e misura 45 centimetri. È ospitata in una delle vasche curatoriali dell’Acquario di Cala Gonone, dove si alimenta con regolarità seguendo una dieta a base di gamberi, calamari e piccoli pesci, e sembra godere di ottima salute. 

Secondo gli studi e le analisi effettuate a Torino, presso l’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, infatti è emerso che la piccola è nata per partenogenesi. Insomma: ha fatto tutto la mamma. È il primo caso al mondo di riproduzione virginale documentata scientificamente in questa specie. 

Ma la notizia straordinaria è che a dare alla luce questa “piccola” non è stata la mamma di Ispera, ma l’altra femmina adulta ospitata nella vasca pelagica.  

Il Mustelus mustelus è uno squalo della famiglia dei Triakidae, conosciuto comunemente come palombo. Diffuso nell’Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo, non è pericoloso per l’uomo, può raggiungere la taglia massima di 2 metri e 24 anni di età.

FOTO  E TESTO DA TORINO OGGI, link foto sopra

 

 

Nel 2001 la stessa cosa accadde a uno squalo martello femmina in uno zoo del Nebraska, mentre una squala tigre, Leonie, nel 2016 ha prodotto ben tre cucciole in un acquario australiano.

La nascita di Ispera è importante anche perché il palombo è una specie a rischio, troppo pescato a scopo alimentare per decenni.

 

 

la piccola Ispera

 

 

 

Anche piccioni e tacchini

 

“Gli squali palombo al contrario delle altre specie sono vivipari” continua Prearo “cioè incubano l’embrione, e non l’uovo. In condizioni normali, l’ovulo ha metà del corredo genetico e si unisce allo spermatozoo, che ha l’altra metà. Nella partenogenesi, l’ovulo della femmina si sdoppia e si avrà un corredo cromosomico diploide (cioè ogni cromosoma è presente in due copie, ndr). È un metodo che le femmine adottano in condizioni particolari, come la cattività; potrebbe succedere anche in natura ma ovviamente non è dimostrabile”.

Quel che sappiamo però è che la partenogenesi avviene in numerose specie di invertebrati (fra cui api, afidi, alcune vespe) e in oltre ottanta specie di vertebrati, tra cui altri pesci, rettili (come alcune lucertole e varani) e anche in alcuni uccelli come piccioni, tacchini e polli.

Nel novembre 2021 lo zoo di San Diego in California ha annunciato che erano nati per partenogenesi anche due esemplari di condor, il più grosso uccello del Nord America. Insomma: la femmina, in condizioni avverse, si arrangia.

 

Il varano, una specie che è in grado di riprodursi per partenogenesi (Getty images)

Coi mammiferi è impossibile

Ci sarebbe di che immaginare un futuro distopico ma, per fortuna, coi mammiferi non funziona. “Più si procede nella scala evolutiva, più aumenta la complessità del patrimonio genetico. A livello di efficienza genetica la partenogenesi non è il massimo, il nuovo individuo si porta avanti tutte le eventuali tare della madre; manca lo scambio di materiale genetico che fortifica la specie” dice Prearo.

Scendiamo più nel dettaglio con Tiziana Brevini, ordinaria di Embriologia veterinaria alla Statale di Milano e autrice di numerosi studi sulla riproduzione partenogenetica: “Nei mammiferi e quindi nell’uomo la partenogenesi ha una possibilità bassissima se non inesistente di accadere. Lo sviluppo dell’uovo si sblocca grazie a un picco di calcio, portato dall’entrata dello spermatozoo. Esiste, sì, una piccolissima percentuale di casi di autoattivazione nella donna, ma l’agglomerato di cellule che si crea non è un embrione, è un tumore, un’accozzaglia di tessuti non organizzati.

 

Un’ altra specie che è in grado di riprodursi per partenogenesi: le api (Getty images)

 

In laboratorio il picco di calcio può essere simulato, ottenendo in vitro dei partenoti, cioè degli embrioni da partenogenesi, che però non si sviluppano. Primo, non si determina la divisione cellulare tipica dei gameti, la meiosi, che permette all’ovocita di dimezzarsi mantenendo solo metà del suo corredo ed espellendo l’altra metà per fare posto al corredo dello spermatozoo. Secondo, le cellule del nostro organismo presentano tutte una duplice copia dei geni, una derivata dall’ovocita l’altra dallo spermatozoo. Ma non sono entrambe attive; o funziona quella di derivazione materna o quella di derivazione paterna, secondo un meccanismo tipico delle specie superiori, che si chiama imprinting. In particolare, la copia paterna dei geni è legata alla funzionalità della placenta e quindi, anche se un embrione partenogenetico dovesse svilupparsi, non potrebbe attecchire”.

 

Il topo ingegnerizzato

Neanche in laboratorio? “In Giappone sono riusciti a creare topi da partenogenesi, ma solo riaggregando un partenota con elementi paterni; un esperimento di ingegneria genetica”. Ovviamente, ci sono problemi etici a fare questi esperimenti su umani

.Intanto Ispera cresce, e se tutto va bene in primavera potremo vederla in una vasca da esposizione (oggi è in una provvisoria). “Sempre da sola” spiega Gagliardi “Perché fra ricciole da quaranta chili e squale adulte da due metri, sarebbe difficile verificare che si alimenti correttamente”.

Sul Venerdì del 4 febbraio 2022

 

qualcosa sull’ ACQUARIO DI CALA GONONE

 

 

Dorgali - Cala Gonone - Acquario (01).JPG

Acquario di Cala Gonone (Dorgali)

Gianni Careddu – Opera propria

 

 

L’acquario di Cala Gonone è una moderna struttura dedicata alla fauna acquatica che si affaccia nel golfo di Orosei, in Sardegna.

L’acquario, inaugurato nel luglio 2010, dispone di 40 vasche, delle quali 15 di ambientamento e cura e 24 espositive con specie tipiche del Mediterraneo più una dedicata alla fauna ittica dei mari tropicali. Complessivamente le specie ospitate sono circa 300 per un totale di circa 2000 esemplari. È presente anche una vasca tattile dove i visitatori possono toccare razze, paguri e stelle marine.

La progettazione della struttura è dell’architetto Sebastiano Gaias, l’allestimento degli interni e gli impianti tecnologici sono stati curati dall’architetto Peter Chermayeff.

 

DA :

https://it.wikipedia.org/wiki/Acquario_di_Cala_Gonone

 

 

 

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1 risposta a ALESSANDRA QUATTROCCHI, Mamma squalo fa tutto da sé: in Sardegna una piccola è nata senza padre — REPUBBLICA / IL VENERDI’ — 4 FEBBRAIO 2022 + altri link

  1. ueue scrive:

    Insomma, ci toglieranno la parte più divertente della maternità, l’accoppiamento?

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