TRIENNALE – MILANO — Mostra Saul Steinberg — Milano New York / 15 ottobre 2021 – 13 marzo 2022 + ARTSFILE, 30 settembre 2021 + M. M. Ravasio, Repubblica, 21 – 10 – 2021+ al fondo : Omaggio a Steinberg di Mario Bardelli— rivisto oggi, 7 gennaio

 

 

ALCUNE OPERE DI SAUL STEINBERG — DA PINTEREST :: bellissime !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Saul Steinberg drawings

 

 

 

 

 

 

 

SEGUE DA WIKIOO.ORG

 

 

 

SAUL STEINBERG DLM 53-54 Page 20 15" x 11" Lithograph 1953 Modernism da Steinberg, Saul: (1953) Unsigned Arte / Stampa / Poster | Art Wise

FOTO ABEBOOKS

 

 

 

 

 

gallina - Saul Steinberg | Wikioo.org – L'Enciclopedia delle Belle Arti

GALLINA

 

 

DA: https://wikioo.org/it/paintings.php?refarticle=ARC8ZV&titlepainting=Hen&artistname=Saul%20Steinberg

 

 

 

 

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foto da :

Facebook : The Saul Steinberg Foundation

link:

https://www.facebook.com/saulsteinbergfoundation/photos/500807773407882

 

 

 

 

 

cartina : http://www.renatocapparotto.it/romania.html

Ramnicu Sarat dista ca 36 km da Buzau– è in quella zona

 

 

 

 

 

 

Saul Steinberg nel 1952 (Archivi Scala) -foto Repubblica, IL VENERDI’, 13-10-2021

 

 

 

Saul Steinberg (Râmnicu Sărat, 15 giugno 1914 – New York, 12 maggio 1999) è stato un disegnatore e illustratore rumeno naturalizzato statunitense, tra i più importanti disegnatori del XX secolo.

 

Cresciuto in una famiglia della media borghesia ebraica, Saul Steinberg passò la giovinezza in Romania, che ricordò sempre come “un paese in maschera”. Trasferitosi con la famiglia nella capitale, frequentò il liceo Matei Basarab di Bucarest in un clima pesantemente antisemita e poi si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia; nel 1933 decise di optare per Architettura, ma non venne ammesso perché la facoltà prevedeva un limite per gli studenti ebrei. Nel 1933 partì per Milano, dove si iscrisse alla facoltà di Architettura del Politecnico.

 

Qui l’accademismo del corpo docente (Pietro Portaluppi, Gaetano Moretti, Ambrogio Annoni) convive tranquillamente con l’entusiasmo degli studenti per il modernismo di Le Corbusier e di Gropius. Steinberg ebbe comunque modo di frequentare i corsi anche del più innovativo Giò Ponti.

 

Propostosi come vignettista al settimanale satirico Bertoldo, venne favorevolmente accolto dal caporedattore Giovanni Guareschi e divenne un regolare collaboratore a partire dal 1936. All’epoca risiedeva in un alloggio sopra il bar del Grillo in zona Città Studi, bar che divenne presto il suo ritrovo preferito. Nel 1938, dopo due anni e più di 200 tra disegni e collage, abbandonato il Bertoldo, cominciò a lavorare per Settebello, rivista diretta da Cesare Zavattini e Achille Campanile, ma proprio in quell’anno vennero promulgate le leggi razziali: gli ebrei stranieri dovevano essere espulsi.

 

Aiutato da Luigi Fontana, titolare della FontanaArte che gli commissionò paralumi, paraventi e ante di mobili, e da alcuni amici quali Vito Latis, che gli fece ottenere la decorazione di un mobile destinata a una villa in Liguria, e Luciano Pozzo, presso il cui studio fu ospitato (e nascosto) per alcuni mesi, il 4 marzo 1940 riuscì comunque a completare gli studi di architettura laureandosi al Politecnico.

 

In una riflessione di molti anni dopo (1985) ebbe a scrivere:

 

«Questo Diploma del 1940 è soprattutto un Diploma di discriminazione e pregiudizio (di “razza ebraica” ha questa funzione). Ora: Sua Maestà è sparita quattro anni dopo e morì nel ‘47 in esilio, in Egitto. Il Regno d’Italia? Finito. E d’Albania? Che scherzo! Imperatore d’Etiopia? Che tempo crudele e imbecille. Tutto sparito. (…) Il mio diploma stesso, stampato in finto Bodoni su pergamena finta si sta disintegrando e presto sparirà. Il titolo di dottore in architettura non l’ho mai usato e sono stato fortunato a non dover praticare l’architettura che per me è un supplizio. Il Dottore in Architettura è sparito. È rimasto solo Saul, figlio di Morits, di razza ebraica. Infatti questo è un diploma di Ebreo.»

 

 

Saul Steinberg S.Valentino - Illustrazioni Seriali

SAN VALENTINO

 

DA :

https://www.illustrazioniseriali.it/

 

 

 

 

 

NEW YORK, 1953: il disegnatore Saul Steinberg insieme all’amico Aldo Buzzi

da : https://www.rivistastudio.com/aldo-buzzi/

 

 

 

Il periodo italiano lasciò un segno importante nella vita di Steinberg, che per tutta la vita mantenne contatti con artisti e intellettuali italiani (in primo luogo Aldo Buzzi), tornando più volte a lavorare in Italia. Nel 1940 fu detenuto per alcuni giorni nel carcere di San Vittore a causa delle leggi razziali e successivamente trasferito in Abruzzo nel campo di internamento di Tortoreto; infine fu costretto a lasciare l’Italia imbarcandosi per il Nordamerica.

Arrivato a Ellis Island, dovette ripiegare su Ciudad Trujillo (oggi Santo Domingo) in attesa del visto di ingresso negli Stati Uniti. A New York arrivò il 1º luglio 1942 e un mese dopo ottenne la cittadinanza statunitense. Qui cominciò a lavorare per il New Yorker. Fu l’inizio di un sodalizio fruttuoso (642 illustrazioni e 85 copertine), durato per quasi sessant’anni.

 

continua :

https://it.wikipedia.org/wiki/Saul_Steinberg

 

 

 

 

 

 

dal Facebook : saul steinberg foundation

https://www.facebook.com/saulsteinbergfoundation/

 

 

 

 

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Saul Steinberg, Gli americani. Downtown – Big City , particolare, 1958

The Americans di Saul Steinberg è un enorme murale di quasi 250 piedi (= 76, 2 m) realizzato per il padiglione degli Stati Uniti all’Esposizione Universale di Bruxelles del 1958

 

 

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dal facebook della Fondazione — link subito sopra

 

 

Saul Steinberg's "The Americans" at Museum Ludwig | Pace Gallery

Gli Americani  –  Big City ( grande città )

Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique, Bruxelles © The Saul Steinberg Foundation / VG Bild-Kunst 2013

 

 

 

 

 

Saul Steinberg: The Americans : Prinzing, Andreas: Amazon.it: Libri

dettaglio

da AMAZON

 

 

 

The Americans. Baseball", Saul Steinberg | Saul steinberg, Saul, Retro illustration

PINTEREST

 

 

 

penccil : : : Saul Steinberg - The Americans | Saul steinberg, Saul, New yorker covers

PINTEREST

 

 

 

 

 

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Riverhead, Long Island , 1985

Matita colorata, pastello, inchiostro e acquerello su carta

36,8 × 58,4 cm

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inge Morath – la serie di scatti che la resero celebre

 

Nel 1958 la fotografa austriaca Inge Morath si recò a casa di Steinberg a New York per realizzare un ritratto dell’artista, che la accolse indossando una delle sue maschere di cartone. Nacquero così, im maniera del tutto casuale i primi scatti di questa straordinaria sequenza.

In seguito i due collaborarono per sette anni a ritratti fotografici, singoli o di gruppo, in cui i soggetti posavano con le maschere di Steinberg.

Steinberg partiva dall’ idea, centrale nella sua arte, secondo cui ognuno di noi indossa una maschera reale o metaforica. Questa ne è la sua controprova.

 

 

 

 

 

 

 

 

TESTO E IMMAGINI DA :

http://ilmuseoimmaginario.blogspot.com/2013/04/saul-steinberg-la-vita-e-una-maschera.htm

 

 

 

 

 

 

Saul Steinberg (1914-1999

 

 

 

La mostra, a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari e realizzata insieme alla casa editrice Electa, presenta Saul Steinberg: artista e illustratore di fama mondiale che nella sua carriera ha collaborato con i principali periodici statunitensi, tra cui “Life, “Time”, “New Yorker” e “Harper’s Bazaar”.

 

Un omaggio che Milano doveva al grande artista, che ha dedicato molte delle sue opere di tagliente intelligenza alla città in cui ha soggiornato negli anni di formazione.

 

 

Image from Steinberg’s The Art of Living, 1949 - © The Saul Steinberg Foundation-ARS, NY

DALLA MOSTRA AL POLITECNICO DI MILANO, 2015-

 

 

 

 

Un’esposizione ricca di disegni a matita, a penna, a pastello; opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, oggetti/sculture, stoffe, collages, a documentare la intensa e multiforme attività artistica di Steinberg.

Ad accompagnare le opere, un’ampia selezione di apparati documentali e fotografici, utili per una più attenta comprensione della vita dell’artista, nonché una scelta accurata di riviste e libri originali, che – a partire dalle famose copertine del “The New Yorker” – hanno accolto alcuni dei contributi più significativi di Steinberg.

 

 

Milano - My room - Bar del Grillo, 1937 - © The Saul Steinberg Foundation-ARS, NY

MILANO, MY ROOM, BAR DEL GRILLO, 1937 –THE SAUL STEINBERG FOUNDATION, ARS, NY

 

 

L’allestimento al primo piano di Triennale nella Curva, punto privilegiato del Palazzo delle Arti, è disegnato da Italo Lupi, Ico Migliore, Mara Servetto in dialogo sensibile con l’architettura.

350 prestiti circa, provenienti da importanti istituzioni, quali la Saul Steinberg Foundation, il Jewish Museum e la Hedda Sterne Foundation di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, nonché da collezionisti e amici di Steinberg, in Italia e all’estero.

 

 

Milano Via Pascoli in 1936 from Memory, 1970 - The New Yorker, October 7, 1974 - © The Saul Steinberg Foundation-ARS, NY

VIA PASCOLI, 1936, FROM MEMORY 1970- THE NEW YORKER, 7,1974THE SAUL STEINBERG FOUNDATION, ARS, NY

 

 

In questa occasione, verrà inoltre mostrata in anteprima parte dell’importante donazione di opere dell’artista che la Biblioteca Nazionale Braidense ha recentemente ricevuto dalla Saul Steinberg Foundation.

 

Milano Via Pascoli in 1936 from Memory, 1970 - Originally published in The New Yorker, October 7, 1974 - © The Saul Steinberg Foundation-ARS, NY

Milano Via Pascoli in 1936 from Memory, 1970 – Originally published in The New Yorker, October 7, 1974 – © The Saul Steinberg Foundation-ARS, NY

PUBBLICATA DA ARTRIBUNE, 26 MAGGIO 2015

 

 

Ad accompagnare la mostra  un libro organizzato come una ‘enciclopedia’ contemporanea in circa 100 lemmi firmati da studiosi, storici dell’artecritici, giornalisti.

 

 

Saul Steinberg a Milano - veduta della mostra al Politecnico di Milano, 2015 - photo Gerardo Semprebon

Saul Steinberg a Milano – veduta della mostra al Politecnico di Milano, 2015 – photo Gerardo Semprebon

 

Un volume a cura di Marco Belpoliti che analizzerà l’opera di Saul Steinberg nei suoi molteplici aspetti, dall’architettura al disegno, dal rapporto con Milano a quello con New York, alle mappe, all’epistolario con Aldo Buzzi, agli artisti che gli furono amici e compagni come Costantino Nivola e Alexander Calder, ma anche Alberto Giacometti e Le Corbusier.

 

 

 

 

INFORMAZIONI:

more info www.triennale.org

 

 

 

 

DA ARTSFILE :

 

 

La grafica in punta di matita di Saul Steinberg in mostra a Milano - Foto | Foto 1 | LivingCorriere

MANIFESTO FESTIVAL DI SPOLETO 1969

 

CAMOUFLAGES / IL NASO, Saul Steinberg, Manifesto per Festival di Spoleto, 1969, pastello, matita, inchiostro e timbro di gomma su carta da pacchi tagliata e strappata, applicata su carta. Collezione privata, Ph. Michele Sereni, Pesaro© The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

 

 

 

 

 

 

Saul Steinberg | Spoleto Festival (1969) | MutualArt

SPOLETO 1969

 

 

 

VIAGGIO IN ITALIA – MILANO Saul Steinberg, Galleria di Milano, 1951 Inchiostro, matita grassa e acquerello su carta Collezione privata © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

VIAGGIO IN ITALIA – MILANO, Saul Steinberg, Galleria di Milano, 1951, Inchiostro, matita grassa e acquerello su carta. Collezione privata © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

 

 

 

GEOGRAFIE E ARCHITETTURE / MAPPE Saul Steinberg, Senza titolo, 1965 inchiostro e matita su carta The Saul Steinberg Foundation, New York © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

GEOGRAFIE E ARCHITETTURE / MAPPE, Saul Steinberg, Senza titolo, 1965, inchiostro e matita su carta. The Saul Steinberg Foundation, New York © The Saul Steinberg Foundation/Artists Rights Society (ARS) New York

 

 

ArtsLife

 

di Fabio Tallone

 

 

 

 

REPUBBLICA.IT — 21 OTTOBRE 2021

https://www.repubblica.it/design/2021/10/21/news/la_milano_di_saul_steinberg_in_mostra_alla_triennale-323173322/

 

 

 

La Milano di Saul Steinberg in mostra alla Triennale

 

di Manuela Mimosa Ravasio

 

 

Domestic Animals, matita, matite colorate e inchiostro su carta piegata a metà, un disegno di Saul Steinberg del 1983

 

 

“C’è un termine latino, ductus, che letteralmente indica la specificità del segno di un autore, e che si può utilizzare per definire il segno di Saul Steinberg, la sua riconoscibilità. Dipende dal fatto che si tratta di un segno di inchiostro, una linea che si sviluppa in modo continuo, come un filo che si srotola da un gomitolo. Essendo qualcosa di unico e artistico insieme, chi si trova davanti a un suo disegno lo riconosce immediatamente, anche senza saperne indicare l’autore”.

 

Saul Steinberg (1914-1999) con le sue maschere di carta nel 1959  (Inge Morath/ Magnum/ Photos/ Contrasto) 

 

 

Marco Belpoliti spiega così l’originalità dell’opera del disegnatore rumeno, poi naturalizzato statunitense, a cui la Triennale di Milano dedica una mostra (dal 15 ottobre al 13 marzo 2022) curata dallo stesso Belpoliti con Italo Lupi e Francesca Pellicciari.

Belpoliti cura anche un volume di 550 pagine edito da Electa, che analizza l’opera di Steinberg attraverso un centinaio di voci firmate da vari specialisti…

 

 

 

La copertina del New Yorker del marzo 1976

DA REP.IL VENERDI’, 13-10-2021

 

 

 

“La figura di Steinberg è inclassificabile”, continua Belpoliti. “Insieme è illustratore, studioso della percezione, scrittore, artista, e persino critico sociale. Il suo amore per l’architettura e gli interni si deve alla sua formazione (si laurea in Architettura al Politecnico di Milano), ma anche al fatto che era un grande osservatore di ciò che succedeva nelle tante case che lui frequentava”.

 

 

 

Sphinx II, 1966

DA

REP. IL VENERDI’, 13-10-2021

 

Sigrid and Buzzi, matite colorate e matita su carta, 1980, di Saul Steibnerg, in mostra alla Triennale

In una lettera del 1950 scritta all’amico Aldo Buzzi di ritorno da Las Vegas Steinberg commentava: “Ogni casa è un casinò o un casino o entrambi”. Ma è forse leggendo la voce Architettura-Interni scritta da Claudio Franzoni per il libro di Electa che capiamo meglio il suo rapporto con gli arredi.

 

Arredi che Steinberg richiama nei dettagli quasi fossero più importanti dello spazio stesso, e che ci dicono qualcosa sia sul rapporto con tempo e memoria (e l’eccessivo entusiasmo verso la modernità), che sulla personalità di chi li abita. In tutto questo, Milano ha un ruolo centrale, e non solo perché è in una delle vignette per Bertoldo, la rivista umoristica per cui lavorò da studente e che lo avvicinò a personalità come Cesare Zavattini e Giovannino Guareschi, che arredi e interni domestici cominciano a essere uno dei temi centrali dei suoi lavori, ma perché è nel capoluogo lombardo che Steinberg entra in contatto con l’avanguardia architettonica.

“Negli anni Trenta, al Politecnico di Milano c’erano professori come Gio Ponti, che avevano respirato l’aria del Modernismo. Di quell’ambiente intellettuale facevano parte anche un giovane Bruno Munari, Alberto Lattuada e naturalmente Aldo Buzzi”.

 

Senza titolo, un disegno in inchiostro su carta di Saul Steinberg

 

Alle amicizie è dedicata una sezione della mostra milanese. “In uno scritto inedito Steinberg rivela di aver conosciuto la maggior parte delle celebrità del tempo, dallo scultore Alberto Giacometti alla scrittrice Simone de Beauvoir, ma gli amici più stretti rimanevano tre, oltre a Buzzi, gli artisti Costantino Nivola e Alexander Calder”.

È invece l’architetto Ernesto Nathan Rogers dello studio Bbpr a chiamarlo a Milano a disegnare i graffiti per il Labirinto per ragazzi in occasione della X Triennale del 1954. I quattro leporetti realizzati costituiscono il nucleo centrale della mostra. Lunghe strisce di disegni che rappresentano una summa dei temi e dei segni artistici che l’illustratore aveva sviluppato e svilupperà.

 

«Il tema dei riflessi, per esempio, è uno di questi. Lo ritroviamo nel gondoliere che si specchia nelle acque di Venezia, nei palazzi che si raddoppiano nell’acqua, un gioco di sopra e sotto, dritto e rovescio… Ma ci sono anche le strutture di ferro sottili, i ponti e le metropolitane e il tema del labirinto e del ghirigoro”. L’esule Steinberg nutriva d’altra parte i suoi disegni dei viaggi che aveva compiuto in giro per il mondo. “Da ufficiale della marina militare americana era stato in Cina, India, nord Africa, aveva visto le città italiane da studente, l’Europa nel 1946…”, conclude Belpoliti.

 

Milano. Particolare dell’atrio di Villa Mayer realizzata su progetto dello studio di architetti BBPR, decorato con un graffito di da Saul Steinberg. Foto di Paolo Monti

 

 

 

UN’INTERVISTA INTERESSANTE A ITALO LUPI, UNO DEI CURATORI DELLA MOSTRA ALLA TRIENNALE

 

 

Saul Steinberg, poesia in linea

 

di Alba Solaro

 

 

REPUBBLICA DEL 13 OTTO BRE 2021

https://www.repubblica.it/venerdi/2021/10/13/news/saul_steinberg_mostra_triennale_milano_electa_italo_lupi_curatore_intervista_grafica_illustrazione_new_york-320267594/

 

  1. Mario Bardelli scrive:
    14 Dicembre 2021 alle 19:23 (Modifica)

    Steinberg è stato un disegnatore notevole e importante. Più di una generazione di disegnatori si sono “ispirati” a lui. Nei casi in cui si trattò di autentico furto, dell’idea più che del suo segno, Steinberg si arrabbiava e faceva causa al malfattore . E vinceva. La qualifica di illustratore, anche se di raffinatissime copertine del New Yorker, gli va un po’ stretta. Con tutto il rispetto per gli illustratori. Del resto anche Gustavo Dorè e tanti altri hanno fatto illustrazione. Se ci riesco vorrei includere qui un mio disegnino ” alla maniera di Steinberg “Non ci sono riuscito. Chiederò a Chiara se me lo lascia pubblicare come post.

     

 

Omaggio a Saul Steimberg — importante mostra alla Triennale di Milano — di mario bardelli

 

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1 risposta a TRIENNALE – MILANO — Mostra Saul Steinberg — Milano New York / 15 ottobre 2021 – 13 marzo 2022 + ARTSFILE, 30 settembre 2021 + M. M. Ravasio, Repubblica, 21 – 10 – 2021+ al fondo : Omaggio a Steinberg di Mario Bardelli— rivisto oggi, 7 gennaio

  1. ueue scrive:

    E’ un “divertimento” continuo: guardando le sue opere si migliora il proprio grado di umanità.

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