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Gli artisti, Gentile e Giovanni Bellini
0:29 L’opera, Predica di san Marco in Alessandria d’Egitto
2:31 Il nostro racconto.
La città moderna 4:36
Gentile Bellini, 1429-1507 –
Giovanni Bellini,1433 ca-1516
Predica di san Marco in Alessandria d’Egitto, 1504-1507, olio su tela, cm 770×347, Pinacoteca di Brera – Milano –
di Fabiola Giancotti- legge Gualtiero Scola
Gentile e Giovanni bellini, predica di san marco in Alessandria
La Predica di san Marco ad Alessandria d’Egitto è un dipinto olio su tela (347×770 cm) di Gentile e Giovanni Bellini, databile al 1504-1507 e conservato nella Pinacoteca di Brera a Milano.
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Miguel Hermoso Cuesta – Opera propria
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Predica di san Marco ad Alessandria
Autore: Gentile e Giovanni Bellini
1504-1507
Milano, Pinacoteca di Brera
Gentile Bellini, fratello maggiore di Giovanni nonché figlio di Jacopo, fu un pittore molto particolare, affascinato dalle sperimentazioni prospettiche, dalle scene affollate, dalla ricchezza di particolari, tanto che in molti vedono in lui una sorta di “anticipatore” del vedutismo veneziano. Sono tutte caratteristiche che ritroviamo nel suo ultimo dipinto, la “Predica di san Marco ad Alessandria”, iniziato nel 1504 ma lasciato incompiuto nel 1507 (anno della scomparsa del pittore), quand’era ormai quasi terminato. Il lavoro fu poi finito da Giovanni Bellini. Gentile si dedicò spesso alla realizzazione dei grandi teleri come questo, e la “Predica di san Marco ad Alessandria”, che gli fu commissionato per un ciclo dalla Scuola Grande di San Marco di Venezia (oggi si trova invece alla Pinacoteca di Brera di Milano) è uno dei teleri più grandi che siano mai stati realizzati. Ricordiamo che cos’è un telero: si tratta di una grande realizzazione su tela che a Venezia “sostituiva” un po’ gli affreschi, perché data l’umidità della città gli affreschi si deterioravano molto facilmente, quindi i muri degli edifici erano tappezzati con questi dipinti spesso spettacolari.
Tra il 1479 e il 1480, Gentile Bellini aveva compiuto un soggiorno a Costantinopoli, e vediamo come la “Predica di san Marco ad Alessandria” sia un dipinto ricco di particolari esotici ed orientaleggianti: le torri che compaiono sullo sfondo, l’abbigliamento di certi personaggi come quelli con il turbante, gli animali (notiamo un cammello e una giraffa tra gli altri), la vegetazione, l’edificio principale che sembra quasi un “incrocio” tra la Basilica di San Marco di Venezia e quella di Santa Sofia di Costantinopoli. Il santo è leggermente decentrato, sulla sinistra, in piedi su un podio mentre arringa gli astanti, tra i quali ci saltano subito all’occhio un gruppo di donne ottomane (ricordiamo che Costantinopoli diventò ottomana nel 1453) in abito bianco e con il volto coperto. Alle sue spalle vediamo invece un gruppo di gentiluomini veneziani.
FINESTRE SULL’ARTE– 16 gennaio 2013