ANSA.IT — 7 DICEMBRE 2021 — 11.28 :: Sciopero generale contro la manovra, Palazzo Chigi tratta. + MASSIMO FRANCHI, IL MANIFESTO DI OGGI

 

 

 

ANSA.IT — 7 DICEMBRE 2021 — 11.28

https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2021/12/06/manovra-cgil-uil-sciopero-di-8-ore-il-16-dicembre_232bef14-aa75-4983-8061-d05f8c82ec4c.html

 

Sciopero generale contro la manovra, Palazzo Chigi tratta.

Annunciata una manifestazione a Roma. La replica di Palazzo Chigi: ‘Facciamo tanto per famiglie, lavoratori e pensionati’

 

 

UNA MANIFESTAZIONE- ARCHIVIO

 

 

CGIL E UIL — ARCHIVIO

 

 

MAURIZIO LANDINI, SEGRETARIO GEN. CGIL

 

 

Arriva lo sciopero generale contro la manovra e la riforma che taglia Irpef e Irap, ma i sindacati sono spaccati sulla scelta.

Dopo le avvisaglie emerse al termine dell’incontro con Daniele Franco e la sfida più o meno velata lanciata in seguito al faccia a faccia con Mario Draghi la scorsa settimana, Cgil e Uil hanno confermato il loro giudizio negativo e proclamato per il 16 dicembre un fermo di otto ore con manifestazione nazionale a Roma.

 

La Cisl invece riunirà la segreteria domani: il segretario Luigi Sbarra aveva però già dichiarato di non vedere ragioni per una mobilitazione.

ORLANDO – Il ministro del Lavoro Andrea Orlando non nasconde “una certa sorpresa”. “La manovra è una manovra che come tutte può avere luci ed ombre ma sicuramente rafforza le garanzie per i lavoratori, aumenta le risorse sul fronte del sociale, e anche con la scelta investire gran parte tesoretto fiscale sul fronte Irpef”, ha detta Radio anch’io su Radio 1. “Sicuramente non è una riforma che penalizza lavoratori e pensionati – ha aggiunto – Ritengo legittima la scelta del sindacato, rispettabile, ma non la definirei affatto scontata o dovuta”.

 

LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO – Anche Palazzo Chigi, sorpreso per la reazione sindacale, riaffermando che la legge di bilancio “è espansiva e sostiene con i fatti lavoratori, pensionati e famiglia”, è intenzionato ad avviare una trattativa per trovare una soluzione che scongiuri lo sciopero. Tant’è – si apprende in ambienti di governo – che sono già previsti nuovi incontri nei prossimi giorni con le forze sindacali.

 

“Non è vero che questa manovra dà meno a chi ha meno. I numeri dicono altro – si ragiona sempre in ambienti dell’Esecutivo – questa è una manovra espansiva che accompagna fuori da questa drammatica emergenza fronteggiando le molte situazioni di disagio e di potenziale impoverimento”.

Ma per i segretari generali Maurizio Landini e Pier Paolo Bombardieri le scelte sono “insoddisfacenti”, in particolare le scelte su fisco, pensioni, scuola, politiche industriali, che alla luce delle risorse disponibili avrebbero dovuto essere più incisive, per ridistribuire davvero la ricchezza.

 

PRIMA VOLTA DOPO LA LOTTA AL JOBS ACT –

L’iniziativa, dirompente, arriva sette anni dopo l’ultimo sciopero generale proclamato dalle stesse due sigle il 12 dicembre del 2012 contro il Jobs act firmato Matteo Renzi. Allora i segretari generali erano Susanna Camusso alla guida della Cgil e l’appena eletto Carmelo Barbagallo alla guida della Uil. Ora la protesta è affidata a Landini e Bombardieri, contrari soprattutto a come vengono distribuiti gli 8 miliardi per il taglio delle tasse.

 

I PARTITI – Oltre che sul fronte sindacale, la partita sul fisco non sembra peraltro chiusa nemmeno su quello parlamentare. Il Senato è pronto a ricominciare e i partiti, impegnati a far calare gli emendamenti alla manovra dagli oltre 6000 depositati ai 690 ‘segnalati’, approfittano del processo di sfoltimento per rilanciare le loro battaglie.

Forza Italia torna a chiedere l’abolizione dell’Irap per le persone fisiche e le società di persone, e il Movimento 5 Stelle rilancia su una ‘easy tax’ come scivolo in uscita dalla flat tax di autonomi e partite Iva, oltre al cashback fiscale, ovvero i rimborsi automatici su conto corrente delle detrazioni di alcune spese come quelle sanitarie, e alla rottamazione quater.

 

E se la Lega caldeggia l’innalzamento della flat tax sugli autonomi, per la sottosegretaria all’Economia, Maria Cecilia Guerra, sarebbe invece “inconcepibile” portare la soglia di fatturato a 100.000 euro, perché “aumenterebbe ancora in modo molto significativo la distanza di tassazione a parità di reddito”. Guerra dà la misura dello scontro in vista: “Ci sarà un confronto molto aspro nella maggioranza”, sottolinea.

 

LA RIFORMA FISCALE- Intanto, l’emendamento del governo sul taglio delle tasse è atteso a breve in Senato, forse già domani, dove verranno fissati i termini per i sub-emendamenti. Sebbene i partiti di maggioranza sostengano largamente l’accordo raggiunto la scorsa settimana, provano comunque a far passare dei ritocchi.

Forza Italia ad esempio, oltre a tornare sull’abolizione dell’Irap, che costerebbe tre miliardi di euro, in un altro dei circa 170 emendamenti alla manovra indicati come ‘segnalati’ chiede un’aliquota Irpef al 15% per i redditi fra i 12mila e i 15mila.

Il M5S propone la ‘easy tax’, per rendere più dolce l’uscita dalla flat tax di autonomi e partite iva che dichiarano più di 65mila euro.

Sul tavolo resta inoltre il tema del caro-bollette con il deputato di LeU Stefano Fassina che arriva a proporre “uno scostamento di bilancio ad hoc da fare al più presto”. Infine continua a far discutere l’Iva sul terzo settore: il governo sarebbe pronto ad intervenire per ‘correggere’ il decreto fiscale.

 

IL MANIFESTO DEL 7 DICEMBRE 2021

«Sciopero generale», finalmente Cgil e Uil sfidano il governo

 

La Mobilitazione. Otto ore giovedì 16 contro una manovra «insufficiente nonostante ci siano risorse disponibili». L’ultimo nel 2014 sempre senza la Cisl. Dopo il Direttivo di Landini venerdì, ieri l’Esecutivo di Bombardieri si accoda «per cambiare la legge di bilancio a favore di lavoratori, pensionati, giovani e donne»

 

Massimo Franchi

EDIZIONE DEL  07.12.2021

PUBBLICATO6.12.2021, 23:59

 

Sciopero generale di otto ore giovedì 16 dicembre con manifestazione nazionale a Roma e in altre quattro città. Cgil e Uil hanno deciso la massima forma di mobilitazione per protestare contro una legge di bilancio che taglia le tasse più ai ricchi che a lavoratori e pensionati.

Dopo il Direttivo della Cgil di venerdì che aveva all’unanimità proposto lo sciopero, ieri sera anche l’Esecutivo della Uil ha espresso la stessa posizione con le due confederazioni che hanno già deciso insieme le modalità. Oggi la decisione sarà spiegata da Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri in una conferenza stampa, mentre il segretario Uil ieri ha anticipato con un tweet lo spirito della scelta: «Le battaglie si possono anche perdere ma nessuno ci perdonerà per non averle fatte fino in fondo». Se la decisione era nell’aria, la scelta dell’intera giornata non era per niente scontata.

 

«PUR APPREZZANDO lo sforzo e l’impegno del premier Draghi e del suo esecutivo – scrivono in una nota comune Landini e Bombardieri– la manovra è stata considerata insoddisfacente in particolare sul fronte del fisco, delle pensioni, della scuola, delle politiche industriali e del contrasto alle delocalizzazioni, del contrasto alla precarietà soprattutto dei giovani e delle donne, della non autosufficienza, tanto più alla luce delle risorse, disponibili in questa fase, che avrebbero consentito – concludono Landini e Bombardieri – una più efficace redistribuzione della ricchezza,per ridurre le diseguaglianze e per generare uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile».

 

L’ultima volta di uno sciopero generale di otto ore fu nel 2014 contro il Jobs act di Renzi che cancellava l’articolo 18 e creava l’apartheid nei diritti nel lavoro. Anche in quel caso fu uno sciopero Cgil e Uil (segretari Camusso e Barbagallo) senza la Cisl: il 12 dicembre 2014.

 

SETTE ANNI DOPO la mobilitazione arriva dopo un tira e molla con il governo Draghi dopo l’accordo nella maggioranza sull’utilizzo degli 8 miliardi di bonus fiscale (7 all’Irpef con riduzione da 5 a 4 scaglioni e «vantaggi per tutti» e 1 all’Irap per le imprese) conclusosi con la promessa non mantenuta dal presidente del consiglio di aumentare le detrazioni sotto i 30 mila euro, azzerandole per chi ha più di 70 mila euro.

Il «no» della destra e di Italia viva è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza di Cgil e Uil, finora abbastanza capiente da digerire le comunicazioni senza discussione del governo e l’accondiscendenza della Cisl di Luigi Sbarra che si è detto soddisfatto del solo miliardo e mezzo di decontribuzione una tantum per il 2022 promesso da Draghi.

 

Senza dimenticare che l’emendamento del governo non è ancora stato depositato anche perché le modalità della decontribuzione e il valore delle detrazioni sulle varie fasce di reddito non sono ancora state decise definitivamente.

 

La mobilitazione unitaria decisa tre settimane fa nell’incontro Sbarra, Landini, Bombardieri è ancora in corso nei territori. Ma già i metalmeccanici di Fiom (inizialmente accusata a torto di «fuga in avanti» per le 8 ore decise dal Comitato centrale del 28 ottobre) e Uilm avevano deciso scioperi generali «separati», ultimo dei quali quello tenuto ieri in Leonardo con manifestazione molto partecipata sotto la sede centrale di piazza Montegrappa a Roma.

Gli scioperi metalmeccanici già programmati – per esempio in Emilia Romagna venerdì 10 – «confluiranno nella protesta del 16».

La recrudescenza della pandemia ha poi portato Landini e Bombardieri a decidere di «esonerare il settore della sanità pubblica e provata comprese le Rsa a fini di salvaguardare il diritto prioritario alla salute».

 

Proprio il precedente del 2014, che non scalfì l’unità confederale ricostruita faticosamente dopo gli accordi separati del 2008 e l’era Marchionne, porta Cgil e Uil a non definire quella con la Cisl una «spaccatura» ma una semplice «divisioni ma di sensibilità e valutazioni diverse», stessa espressione scelta da Luigi Sbarra due giorni fa nel spiegare il giudizio diverso sugli ultimi sviluppi sulla legge di bilancio.

Oggi si riunirà la segreteria Cisl, ieri bocche cucite dalla confederazione di via Po che rinvia la risposta al termine della riunione del parlamentino Cisl.

 

LE CRITICHE DI CGIL E UIL riguardano naturalmente anche il capitolo pensioni.

I sindacati sono ancora in attesa di una convocazione sia per migliorare le poche risorse – 611 milioni – in questa manovra che per l’apertura del confronto sulla modifica strutturale della Fornero che doveva partire a «inizio dicembre». L’ennesima promessa non mantenuta di un governo che pende a destra.

 

Nessun commento da Draghi, fonti di palazzo Chigi limitano a dichiarare che «la manovra è fortemente espansiva e il governo ha sostenuto lavoratori pensionati e famiglie con fatti, provvedimenti e significative risorse».

«Scelta giusta e coraggiosa», commenta subito il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. «Benvenuto sciopero generale!», brinda Rifondazione comunista.

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1 risposta a ANSA.IT — 7 DICEMBRE 2021 — 11.28 :: Sciopero generale contro la manovra, Palazzo Chigi tratta. + MASSIMO FRANCHI, IL MANIFESTO DI OGGI

  1. ueue scrive:

    Speriamo che lo sciopero generale riesca!

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