Palazzo Fondi, via Medina – Napoli
foto da Altranotizia
ARTE.IT ––13 dicembre 2021
http://arte.it/calendario-arte/napoli/mostra-branding-dal%C3%AD-la-costruzione-di-un-mito-63379
Dal 25 Ottobre 2019 al 02 Febbraio 2020
NAPOLI. PALAZZO FONDI
BRANDING DALÍ. LA COSTRUZIONE DI UN MITO
Salvador Dalí, Divina Commedia, Inferno, Canto 33 ( Conte Ugolino )
Salvador Dalí (Figueres 1904 – 1989) va in scena a Napoli con una mostra inconsueta, ricca di sorprese.
Organizzata da LelesArt, in collaborazione con con-fine edizioni e Mediterranea Art, con il patrocinio del Comune di Napoli, Branding Dalí. La costruzione di un mito è a cura di Alice Devecchi e mette in luce l’operazione di branding di se stesso, attuata dal genio catalano durante tutta una vita, in anticipo sulla definizione medesima di brand.
Allestita nella suggestiva cornice di Palazzo Fondi in centro storico, dal 25 ottobre 2019 al 2 febbraio 2020, la mostra prende in considerazione una produzione sicuramente meno nota al grande pubblico, che tuttavia aiuta a capire come il processo di “dalinizzazione” perseguito insistentemente dal grande surrealista, si servisse di canali che esulano dall’ambito auratico dell’arte pittorica tradizionalmente intesa.
Salvador Dalí, Banderoles en forme de papillon ( bandierine in forma di farfalle )
Da ammirare preziosi esempi delle sue poliedriche creazioni in ambito di arti applicate, in un percorso che va dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta: pregiate serie grafiche, manifesti, libri, oltre ad oggetti in porcellana, vetro, argento, terracotta, per un insieme di più di 150 opere, provenienti dalla collezione privata di uno dei segretari personali di Dalí, oggi nella raccolta della società francese Mix’s Art, e orchestrate in un suggestivo allestimento ideato da ART.URO Arte e Restauro.
Salvador Dalí, Tauromachia surrealista, Giraffa in fiamme
“Avida Dollars”, il celebre anagramma del nome di Salvador Dalí coniato da André Breton, non solo rivela l’intuito affilato del teorico francese, padre del Surrealismo, ma prefigura anche la ricerca ossessiva di successo e denaro dell’artista, e insieme la sua incredibile abilità di trasformare in oro (leggi dollari) tutto ciò che toccava. Novello Re Mida, Salvador Dalí con metodo e convinzione granitica “dalinizza” l’intera realtà a lui circostante. Sceglie tecniche di moltiplicazione meccanica dell’immagine che garantiscono una tiratura, seppur limitata.
Salvador Dalí, Tauromachia surrealista, Mulini
È il caso della Tauromachia surrealista (1970), eliotipie a punta secca, de I dodici apostoli (1977), litografie con oro, e delle incisioni a punta secca Il Bestiario di La Fontaine dalinizzato (1974), tutte documentate in mostra insieme alle illustrazioni xilografiche della Divina Commedia (1960-1963), esposta integralmente, in cui ogni canto dispiega tutto il suo immaginario onirico intrecciato ad un registro quasi pop.
Così come concettualmente pop è l’apposizione del “marchio Dalí” su oggetti d’uso come serie di piatti e bottiglie o addirittura triviali come le carte da gioco.
Salvador Dalí, Divina Commedia, Inferno, Canto 20 ( indovini, e origini di Mantova )
Sala per sala si svela un mondo da cui emergono storie collezionistiche intriganti e poco conosciute, come per La suite Catalane (1954), serie di rare mattonelle in terracotta destinate in origine ad una piscina, oppure le bottiglie in edizioni limitate per Rosso Antico-Vermouth (1970) e quella commissionata per il brandy Conde de Osborne (1964) di cui realizza il design in porcellana bianca e l’etichetta.
Anche la collaborazione nel 1969 con la SNCF, la compagnia ferroviaria francese, per firmare manifesti pubblicitari che rappresentano le principali regioni della Francia, racconta di una capillare e pervasiva presenza di Salvador Dalí sui media. Altra opera singolare è il piccolo dipinto a tempera e collage Banderoles en forme de papillon (1954) dedicato a sua moglie Gala, con doppia firma e data.
Salvador Dalí, Divina Commedia, Inferno, Canto 29 ( seminatori di discordie, falsari, gli alchimisti
Il fatto che ancora nel 2017 La casa de Papel, acclamato successo della produzione televisiva prima spagnola e poi americana, costruisca la sua trama su un protagonista di nome Salvador e sull’esplicito riferimento a Dalí come volto eroico di una nuova Resistenza, conferma che il brand, l’icona coi baffi all’insù plasmata su se stesso dal grande surrealista, ha superato la prova del tempo e sia ancora un marchio vincente.
Salvador Dalí, Divina Commedia, Inferno, Canto 18 ( I e II Bolgia, ruffiani e adulatori )
L’esposizione accompagna dunque il visitatore a scoprire un altro Salvador Dalí. Parallelamente alla produzione artistica più tradizionale e conosciuta che ha dimostrato di saper padroneggiare disinvoltamente, ha tessuto il suo longevo successo su scelte di materiali e tecniche che gli assicurassero di raggiungere più pubblico possibile. Scopo ultimo: trasferire l’aura di unicità dall’opera d’arte all’unicità dell’artista, dai suoi capolavori a se stesso.
A documentazione della mostra sarà pubblicato un catalogo edito da con-fine edizioni con testi critici di Alice Devecchi.
LelesArt Sa è una piattaforma di consulenza nel settore dell’arte moderna e contemporanea con sede a Lugano. Si occupa della gestione di collezioni private internazionali e di organizzazione di mostre. La rete di collezionisti permette infatti di avere un accesso privilegiato a importanti opere per la realizzazione di esposizioni tematiche e antologiche di spessore museale, in Italia e all’estero.
Tra le più recenti Salvador Dalí in Belgio nel 2016, Marc Chagall in Korea e Lucio Fontana in Italia nel 2018.Le opere presentate a Napoli sono prestate da Mix’s Art, società francese specializzata in collezioni del Maestro surrealista.
Salvador Dalí, Divina Commedia, Inferno, Canto 27 ( VIII Cerchio di Malebolge, consiglieri fraudolenti. Guido da Montefeltro accusa Bonifacio VIII )
Il suo presidente, Mickael Mamou, insieme a Xavier Plovie, ha collaborato a diverse mostre dedicate al’artista catalano, in particolare in California, e al Royal Artistic Circle di Barcellona, in stretta collaborazione con uno dei segretari personali di Salvador Dalí, da cui proviene la raccolta esposta a Palazzo Fondi.
Me-diterranea Art si occupa di scouting per location e allestimenti al fine di realizzare eventi espositivi nella zona di Napoli e provincia. A Palazzo Fondi ha già realizzato Brikmania nel 2018.
Palazzo Fondi è un progetto speciale di valorizzazione immobiliare temporanea dell’agenzia del Demanio, coordinato e sviluppato dall’agenzia di Marketing Ninetynine divisione Urban Value.
Il Palazzo Fondi (già palazzo Genzano) è un edificio monumentale di Napoli, ubicato in via Medina.
Il primo palazzo fu eretto nel XVIII secolo su commissione del marchese di Genzano Gian Giacomo De Marinis che affidò le decorazioni a Giacomo del Pò e a Paolo De Matteis; lo stesso marchese, alla metà del secolo, incaricò del restauro Luigi Vanvitelli, del quale restano il portale con la balaustra del balcone.
Il palazzo fu ulteriormente rimaneggiato nel 1799 e nel 1824, assumendo pertanto l’aspetto attuale grazie al restauro voluto da Maria Costanza De Marinis e dal marito Giuseppe Sansevero di Sangro, principe di Fondi. I principi di Fondi conservarono all’interno del palazzo una ricca collezione di quadri appartenuti ai De Marinis[non chiaro], ai Gaetani e ai Sansevero.
Oggi l’edificio ospita mostre di arte contemporanea e produzioni televisive. Dal 2021 è destinato a diventare la sede dell‘AGCOM ( autorità per le garanzie della comunicazione con sede principale a Napoli e secondaria a Roma )
da :
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Fondi
foto Gazzetta di Napoli
foto Corriere del Mezzogiorno
La corte di Palazzo Fondi
foto Palazzo Fondi
FOTO DALLA MOSTRA DA NAPOLI MAGAZINE –– link in fondo
foto sopra da Napoli Magazine- link
Che bella questa mostra e che bello il palazzo che la accoglie.