Una bellissima città sulle rive del Mincio che si chiama —— ” Mantova ” — da Pinterest + altro

 

 

 

Postcards from Mantova, Italy. - Cityscape from the Mincio river at dusk. | Postcard, Italy, City lights

 

 

 

 

 

 

 

Provincia di Mantova, regione Lombardia

 

 

IL CAMMINO DEL MINCIO

 

Fiume Mincio

 

 

Il Mincio (Menzo in veneto, Mens in lombardo) è un fiume dell’Italia settentrionale, unico emissario del lago di Garda e ultimo affluente di sinistra del Po. Con l’immissario Sarca e lo stesso lago costituisce un unico sistema fluviale lungo 203 km (Sarca-Mincio).

Il Mincio esce dal lago di Garda presso Peschiera e prende a scorrere prima tra le colline moreniche del Garda fino a Valeggio sul Mincio, poi nella Pianura Padana con un certo dislivello (da Peschiera a Goito 4 m in 28 km), bagnando lungo il suo corso inferiore la città di Mantova. A meridione della città entra nel Po come affluente di sinistra presso Governolo, dove è regolato da alcune dighe per consentirne la navigazione.

CONTINUA:

https://it.wikipedia.org/wiki/Mincio

 

 

IL POETA LATINO VIRGILIO NACQUE VICINO A MANTOVA

 

 

 

PUBBLIO VIRGILIO MARONE

 

 

 

«Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet

nunc

Parthenope; cecini pascua rura duces»

 

 

«Mi ha generato Mantova, il Salento mi rapì la vita,

ora Napoli mi conserva; cantai pascoli [le Bucoliche],

campagne [le Georgiche],

comandanti [l’Eneide]»

 

Nacque alle Idi di ottobre del 70 a.C. vicino Mantova, e precisamente nel villaggio di Andes, località identificata dal XIII secolo con il borgo di Pietole (in tal senso si esprime Dante nella Divina Commedia (Purgatorio, 18,83). Il padre, di nome Stimicone Virgilio Marone (citato nelle Bucoliche, V,55), era un piccolo proprietario terriero arricchitosi tramite l’apicoltura, l’allevamento e l’artigianato mentre la madre, di nome Polla Magio, era la figlia di un facoltoso mercante, Magio, al servizio di cui aveva lavorato il padre del poeta. Virgilio studiò prima a Cremona, poi a Milano ed infine a Roma studiando lettere greche e latine ma anche matematica e medicina. Nel suo soggiorno romano, il futuro poeta fu infatti anche veterinario per cavalli per l’imperatore Augusto. Inoltre nella capitale portò a termine la propria formazione oratoria studiando eloquenza alla scuola di Epidio, un maestro importante di quell’epoca.

Lo studio dell’eloquenza doveva fare di lui un avvocato ed aprirgli la via per la conquista delle varie cariche politiche. L’oratoria di Epidio non era certo congeniale alla natura del mite Virgilio, riservato e timido, e dunque quanto mai inadatto a parlare in pubblico. Infatti nella sua prima causa come avvocato non riuscì nemmeno a parlare. In seguito a ciò Virgilio entrò in una crisi esistenziale che lo porterà a spostarsi dopo il 44 a.C. a Napoli, dove si recò alla scuola dei filosofi Sirone e Filodemo per apprendere i precetti di Epicuro, e dove conobbe diversi importanti personaggi nel campo politico ed artistico (tra cui Orazio).

 

Gli anni in cui Virgilio si trova a vivere sono anni di grandi sconvolgimenti a causa delle guerre civili: prima lo scontro tra Cesare e Pompeo, culminato con la sconfitta di quest’ultimo a Farsalo (48 a.C.), poi l’uccisione di Cesare (44 a.C.) in una congiura e lo scontro tra Ottaviano e Marco Antonio da una parte e i cesaricidi (Bruto e Cassio) dall’altra, culminato con la battaglia di Filippi (42 a.C.).

Virgilio fu toccato direttamente da queste tragedie: infatti la distribuzione delle terre ai veterani dopo la battaglia di Filippi mise in grave pericolo le sue proprietà nel mantovano che furono confiscate al padre ed ai fratelli, i quali si spostarono poi a Napoli con il poeta. Da allora per tutta la vita Virgilio, attraverso la sua opera, cercherà appoggi ed aiuto presso diversi personaggi politici (Pollione, Varo, Gallo, Mecenate e lo stesso Augusto) ma senza mai riuscire ad ottenere alcunché.

Dopo il successo delle Bucoliche, venne in contatto con Mecenate ed entrò a far parte del suo circolo, che raccoglieva molti letterati famosi dell’epoca. Il vate frequentava le tenute terriere di Mecenate, che egli possedeva in Campania nei pressi di Atella ed in Sicilia. Attraverso Mecenate Virgilio conobbe Augusto e collaborò (forse in maniera forzata) alla diffusione della sua ideologia politica. Divenne il maggiore poeta di Roma e dell’impero.

Morì a Brindisi il 21 settembre del 19 a.C. (calendario giuliano), di ritorno da un improvviso viaggio in Grecia, secondo i biografi per un colpo di sole. Infatti, prima di partire, Virgilio raccomandò ai suoi compagni di studio Tucca e Varo di distruggere il manoscritto dell’Eneide. Ma i due, per timore o per colpa, consegnarono i manoscritti all’imperatore.

I resti del grande poeta furono poi trasportati a Napoli, dove sono custoditi in un tumulo tuttora visibile, sulla collina di Posillipo. Purtroppo l’urna che conteneva i suoi resti andò dispersa nel Medioevo. Sulla tomba fu posto il celebre epitaffio: Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua, rura, duces; ovvero: “Mi generò Mantova, la Calabria [la Puglia] mi rapì: ora mi custodisce Partenope [Napoli]; cantai i pascoli [le Bucoliche], i campi [le Georgiche], i duci [l’Eneide].”

Tratto da wikipedia l’enciclopedia libera

DA : 

Brunda

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