NIKO PIROSMANI ( Mirzaani, Georgia, 5 maggio 1862 – Tbilisi, 9 aprile 1918 ) + mostra Albertina Museum, + Franco Veremondi, Apre l’Albertina Modern nel cuore di Vienna, Artribune, 6 marzo 2020

 

 

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ALBERTINA MUSEUM – NEL CENTRO STORICO DI VIENNA

Andrew Bossi – Opera propria

 

 

State Rooms « The Albertina Museum Vienna” STATE ROOMS ”

 

L’ACCADEMIA ALBERTINA

 

REPUBBLICA – 7 MARZO 2021

https://torino.repubblica.it/cronaca/2021/03/07/news/
l_accademia_albertina_offre_uno_sportello_psicologico
_ai_suoi_studenti-290751364/

 

 

 

 

segue: 

MUSEO ALBERTINA – VIENNA

MOSTRA DI NIKO PIROSMANI DAL 26 OTTOBRE 2018 AL 27 GENNAIO 2019

https://www.albertina.at/en/exhibitions/niko-pirosmani/

 

 

 

Niko Pirosmanashvili, conosciuto anche come Niko Pirosmani (georgiano: ნიკო ფიროსმანაშვილი; Mirzaani, 5 maggio 1862 – Tbilisi, 9 aprile 1918), è stato un pittore georgiano primitivista.

 

 

Mappa Georgia - cartina geografica e risorse utili - Viaggiatori.net

 

 

qui sembra che si vedano meglio i paesi intorno ed è pià chiaro che l’Ossezia  e  l’Abcasia e l’ Agiaria sono indipendenti dalla Georgia.

 

 

 

Mirzaani Vacation Rentals & Homes - Kakheti, Georgia | Airbnb

Mirzaani

 

Tbilisi – Veduta

Tbilisi – Veduta

Vladimer Shioshvili – Flickr: Tbilisi sunset

 

 

Città vecchia di Tbilisi.

LeontinaVarlamonva – Opera propria

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Museo ALBERTINA dedica un’ampia mostra personale al pittore georgiano Niko Pirosmani (1862–1918).

Questo autodidatta, le cui opere radiose ed enfatiche mostrano spesso animali o scene della vita della vecchia Georgia e della sua gente, è diventato un eroe dell’avanguardia che merita di essere scoperto.

La concezione dell’arte di Niko Pirosmani è quella di un campo aperto in cui lui, da vagabondo, ha scelto consapevolmente di condurre una vita nomade. Vaga tra città e campagna, locande e bancarelle, occupando al tempo stesso il centro della sua comunità, con le sue opere – prodotte su commissione – presentate non in gallerie e musei, ma piuttosto in locande, osterie e botteghe.

Niko Pirosmani incarna così la visione dell’artista come un outsider perspicace.

 

 

Niko Pirosmani: La guerra russo-giapponese,

 

 

 

 

Niko Pirosmani: Orso in una notte di luna, 1914,

 

 

 

 

Niko Pirosmani: cammelliere tataro,

 

 

 

 

 

Niko Pirosmani: treno kakhetiano,

Treno Kakhetian | Museo nazionale georgiano © Fondazione Infinitart

 

 

 

 

 

Niko Pirosmani: Fruttiere tataro,

Niko Pirosmani | Frutta tartara | Museo nazionale georgiano © Fondazione Infinitart

 

 

 

 

Niko Pirosmani: Giraffa,

 

 

 

 

 

Niko Pirosmani: Cinghiale,

 

 

 

 

 

Niko Pirosmani: Scrofa bianca con suinetti,

Niko Pirosmani | Scrofa bianca con maialini | Museo nazionale georgiano © Fondazione Infinitart

 

 

 

Niko Pirosmani: L'attrice Margherita,

 

 

 

 

 

Niko Pirosmani: Capriolo e paesaggio, 1913,

 

 

 

 

Niko Pirosmani: Ragazzo venditore di legna da ardere,

 

 

 

 

 

 

Niko Pirosmani: Big Marani nella foresta,

 

 

 

 

 

Eduard Klar: Ritratto Niko Pirosmani, 1916

 

 

NEL LINK TROVATE UN VIDEO DI 4.39 minuti IN TEDESCO CON SOTTOSCRITTE INGLESE– SI VEDONO I QUADRI E L’ALBERTINA

https://www.albertina.at/en/exhibitions/niko-pirosmani/

 

 

 

 

la festa dei cinque principi, 1909

 

 

 

festa con organista, 1906

 

 

 

 

fattore con un toro,  (1916), Centro M.T. Abraham

 

 

 

donna e i suoi bambini vanno al ruscello, 1900 ca

 

 

 

 

Milionario senza figli e povera donna benedetta dai suoi figli. 1900 ca

 

 

 

 

1910

Festa Museo Statale di Arte Orientale, Mosca

 

 

 

 

Annuncio di bar a Zakatala ( 1895-1903 )

Museo di belle arti Shalva Amiranashvili,

Museo nazionale d’arte della Georgia, a Tbilisi.

 

 

 

Porto di Batumi, 1900 ca

 

 

 

Famiglia di orsi, 1917

 

 

 

Cinghiale nero selvaggio, 1906

 

 

 

 

 

 

 

Niko Pirosmani.JPG

Niko Pirosmani (1862 — 1918)

Orfeus – Opera propria

 

I suoi dipinti hanno spesso come soggetto animali, persone che mangiano e persone che servono cibo. Le sue opere non sono molto conosciute fuori della Georgia. Pirosmani è conosciuto in Russia anche per l’incontro romantico con un’attrice francese che visitò il suo paese; Pirosmani fu molto innamorato di questa donna e, per dimostrarlo, le comprò abbastanza fiori da riempire una piazza di fronte alla finestra del suo hotel (portandolo presumibilmente alla bancarotta). La storia divenne famosa quando fu raccontata in un poema di Andrej Andreevič Voznesenskij, e successivamente in una canzone di Alla Pugačëva, Million of Red Roses.

 

 

ავტოპორტრეტი, ნიკო ფიროსმანი.jpg

Autoritratto, 1900 ca

 

 

 

 

Pirosmani nacque nel villaggio georgiano di Mirzaani da una famiglia contadina, nella provincia della Cachezia. La sua famiglia possedeva un piccolo vigneto. Divenne poi orfano e dato alle cure delle sue due sorelle maggiori. Insieme a loro si trasferì a Tbilisi nel 1870. Nel 1872 lavorò come servo per famiglie ricche ed imparò a leggere e a scrivere russo e georgiano. Nel 1876 ritornò a Mirzaani e lavorò come pastore. Gradualmente imparò a dipingere.

Nel 1882 aprì un negozio a Tbilisi che fu però un fallimento. Nel 1890 lavorò come conduttore di treno e nel 1895 come disegnatore di insegne. Nel 1893 co-fondò una azienda casearia a Tbilisi che lasciò nel 1901.La miseria in cui viveva l’artista condizionò anche diversi aspetti della sua arte: si fabbricava da solo i suoi pennelli, nelle sue opere faceva largo uso del colore nero, che comprava a basso prezzo dai fabbricanti di bare, e invece delle normali tele utilizzava insegne pubblicitarie di latta, tanto che in alcuni punti la colorazione originale emerge dallo strato di pittura.

Morì nel 1918 di malnutrizione e insufficienza epatica. Fu sepolto nel cimitero della città di Nino, ma l’esatto loculo non è conosciuto dato che non fu registrato.

 

 

Film e documentari

 

  • documentario – Niko Pirosmanishvili di Giorgi Shengelaya (1961)
  • lungometraggio – Pirosmani di Giorgi Shengelaya (1969)
  • film tv – Gamarjoba kvelas di Amiran Darsavelidze e Giga Lortqipanidze (1980)
  • documentario – Arabeschi sul Tema Pirosmani di Sergej Paradžanov (1985)
  • cortometraggio – Epizodi Pirosmanis idumali tskhovrebidan di Péter Mészáros (1995)

 

testo e immagini da:

https://it.wikipedia.org/wiki/Niko_Pirosmani

 

e anche da:

https://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Niko_Pirosmani?uselang=it

 

 

 

 

 

 

QUALCOSA SULL’ALBERTINA MODERN

 

Künstlerhaus (Albertina Modern), Vista frontale © Rupert Steiner

 

DA :

 

 

 

 

 

 

6 MARZO 2020

Apre Albertina Modern: l’innesto di un museo nel cuore di Vienna

 

 

UNO SPAZIO ESPOSITIVO OTTOCENTESCO CHIAMATO KÜNSTLERHAUS SI RINNOVA NELLA PARTE STRUTTURALE E SI REINVENTA NEI CONTENUTI SOTTO L’EGIDA DEL BRAND ALBERTINA, FACENDO CONVERGERE STRATEGICAMENTE UNA PLURALITÀ DI ELEMENTI COME STORIA, POLITICA, ECONOMIA, RELIGIONE, MECENATISMO E TATTICHE RELAZIONALI PER UNA COMPETIZIONE APERTA SUL PALCOSCENICO INTERNAZIONALE DELL’ARTE. UN’AVVENTURA IN CUI TRASPARE L’ETICA CORALE DI UNA CITTÀ PER LE ISTITUZIONI CULTURALI.

 

 

 

ROBERT KLEMMER, RUNNING KLEDMMER, 1969- COLLECTION PH. KONZETT, VIENNA

 

 

 

 

Prof. Dr. Klaus Albrecht Schröder « The Albertina Museum Vienna

Prof. Dr. Klaus Albrecht Schröder

 

 

La principale esigenza che ha reso necessario trovare nuovo spazio al Museo Albertina di Vienna, al fine di poter competere globalmente sul piano museale, l’ha ben spiegata il suo direttore generale Klaus Albrecht Schröder in una conferenza a qualche settimana dal battesimo della creatura Albertina Modern: dedicata al contemporaneo, aprirà al pubblico il prossimo 13 marzo. L’attivissimo, biondo e longilineo personaggio, in sella da circa un ventennio, è in effetti colui che già dal suo insediamento ebbe carta bianca per un radicale cambiamento di rotta della illustre istituzione statale austriaca. La quale, a suo tempo, venne anche sottoposta a ristrutturazione con ampliamento, una operazione verso cui – vuoi anche per un certo effetto kitsch di superficie – molti storsero il naso.

 

 

REIMO WUKOUNIG, THE EMBITTERED PUPIL, 1974 – THE ALBERTINA MUSEUM, VIENNA

 

 

 

 

Fu criticato, in quanto non pertinente al contesto, anche l’intervento firmato dall’eroe nazionale Hans Hollein, riguardante l’installazione di una vistosa pensilina dalla linea dinamica che accompagna il visitatore fino al nuovo ingresso, posto a livello sopraelevato rispetto al piano stradale. Ma, in ultima analisi, il resto lo fece proprio il direttore Schröder: quella che era stata una ricca, ma quasi immobile istituzione artistica con la sua nobilitante patina di polvere antica, un luogo abitualmente accessibile solo per motivi di studio, lui, Schröder, l’ha resa una meta appetibile a un largo pubblico nel circuito espositivo internazionale. Ha agito mettendo in cartellone grossi nomi della storia dell’arte, i più in voga tra Otto e Novecento, ma sconfinando sia nel contemporaneo, sia – lodevolmente – in un territorio che le è più congeniale: il Rinascimento con Dürer, con Raffaello, e non solo. Il tutto utilizzando lo smisurato patrimonio insieme alle collezioni che custodisce, e potendo poi contare su prestiti d’eccezione. D’altronde lui, storico dell’arte, classe 1955, si era già fatto le ossa nel settore, realizzando dal nulla, a partire dal 1985,

 

 

 

 

Bank Austria Kunstforum Wien setzt Ausstellungsbetrieb vorübergehend aus | leisure communications | Pressebereich

il Kunstforum di Vienna per conto della Bank Austria. E – va detto – con un notevole risultato.

 

 

Bank Austria Kunstforum Wien - WIEN – Jetzt. Für immer

KUNSTFORUM

 

 

CAPITANI E CAPITALI

Pertanto, l’operazione “Albertina Modern” è in linea con il temperamento intraprendente del personaggio Schröder, talmente influente da avere un ruolo dove neppure ci si immagina. Come, ad esempio, l’episodio pressoché occulto e dalle venature politiche – che qualcuno ha rivelato a posteriori – di una sua missione sull’Arno per convincere con un approccio vis-à-vis il direttore “tedesco” delle Gallerie degli Uffizi a partecipare al concorso per la direzione dell’altrettanto prestigioso Kunsthistorisches Museum di Vienna, nonostante quest’ultimo avesse stipulato da appena un anno un vincolo quadriennale, e rinnovabile, con l’istituzione fiorentina. Fatto sta che l’affaire viennese condotto dal “diplomatico” Schröder andò in porto in tutto e per tutto: partecipazione e vittoria nel concorso. Tuttavia la storia ebbe un finale a sorpresa, unico nel suo genere. Un finale che – si può essere certi – non avrà fatto fare salti di gioia al generoso mentore del candidato-vincitore.

 

 

MARIA LASSNIG, WOMAN POWER, 1979. THE ALBERTINA MUSEUM, VIENNA

 

 

 

L’Albertina, insomma, ha affermato Schröder durante la conferenza, “non ha la possibilità di svilupparsi nel suo edificio storico o in prossimità di esso. Perciò ha cercato il modo di espandersi alla stessa maniera in cui lo hanno fatto la londinese Tate con la Tate Modern, il MoMA con il PS1, il Centre Pompidou con la sua sede a Metz, o il Belvedere con il Belvedere 21, e altri musei. La cosa era piuttosto problematica da realizzare nello storico tessuto urbano di Vienna, ma la soluzione ci è stata offerta da Hans Peter Haselsteiner mettendoci a disposizione la Künstlerhaus”.

Se, dunque, il direttore Schröder è il grande manovratore, la chiave di volta dell’operazione Albertina Modern è certamente incarnata da Herr Haselsteiner.

Ebbene, chi è costui e cos’è la Künstlerhaus?

 

 

Günter Brus, Self Painting II (1965), The ALBERTINA Museum, ViennaThe ESSL Collection © Günter Brus

Günter Brus, Self Painting II (1965), The ALBERTINA Museum, ViennaThe ESSL Collection © Günter Brus

 

Hans Peter Haselsteiner - Wikipedia

Hans Peter Haselsteiner ( nato il 1 febbraio 1944, a Wörgl ) è un industriale austriaco ed ex politico.

 

 

MAGNATE, FILANTROPO, MECENATE

Con la holding che porta per intero il suo nome, Hans Peter Haselsteiner è stato il fondatore della Strabag SE, e oggi, insieme a colossi finanziari, ne è uno dei partner di peso. La compagnia è tra le più grandi d’Europa nel settore delle costruzioni edili e ingegneristiche, attiva in ogni continente. Nel settore dei trasporti, poi, con la sua Westbahn, il magnate – origine tirolese e viennese d’adozione fin dai tempi dell’università – è in diretta concorrenza con le ferrovie austriache sulla linea Vienna-Salisburgo; figurarsi che un quarto delle azioni di tale società le ha in cassaforte nientemeno la SNCF, l’ente ferroviario dello Stato francese.

Uomo certamente facoltoso, quindi, c’è da dire che Haselsteiner si è molto impegnato anche in attività filantropiche, così come nel mecenatismo e nel collezionismo in campo artistico. Non per nulla lui stesso possiede una invidiabile collezione, degna di essere esposta, cosa che da tempo è nei suoi desideri. Al dunque, è costui ad aver architettato un piano d’azione formidabile. Con la sua fondazione ha acquistato

 

 

Essl Museum (Klosterneuburg): AGGIORNATO 2021 - tutto quello che c'è da sapere - Tripadvisor

Klosterneuburg

FOTO TRIP ADVISOR

 

 

la collezione del Museo Essl, quest’ultimo una istituzione privata, posizionata fuori Vienna, divenuta con gli anni un buon punto di riferimento per l’arte contemporanea in Austria, e tuttavia gravata da un problema.

 

 

 

 

Künstlerhaus (Albertina Modern), Scalinata interna © Robert Bodnar

KUNSTERLHAUS ( ALBERTINA MODERN ), SCALINATA INTERNA, @RUPERT STEINER

 

 

 

 

Il proprietario, l’ispirato imprenditore “calvinista” Karlheinz Essl, era stato costretto a chiudere definitivamente l’attività espositiva già nel 2016 a causa delle pesanti condizioni economiche in cui erano piombate le sue aziende. Di conseguenza, per la sua pregevole collezione doveva trovare un compratore: non uno qualunque, naturalmente. Per un certo periodo sul destino della raccolta c’è stata incertezza, causa l’entità del valore per l’acquirente, fosse anche un ente pubblico, e la difficoltà di trovare uno spazio espositivo adeguato. Lo stallo si è risolto, per l’appunto, con l’intervento del facoltoso Haselsteiner, il quale, prospettando taluni concreti sviluppi programmatici, ha giocato con altri soggetti una partita d’affari in cui ognuno di loro aveva molto da guadagnare. Il gioco è consistito in ciò: ha coordinato l’acquisizione della Collezione Essl chiamando simultaneamente in causa il Museo Albertina, che nei piani di Schröder ambiva a espandere il proprio dominio, con mire palesi – ma direttamente non praticabili – sulla stessa collezione; infine, relazionandosi con una terza parte, ovvero l’associazione della Künstlerhaus, storico sodalizio artistico con sede al numero 5 della centralissima Karlplatz, la cui attività era da tempo paralizzata perché priva di fondi per far fronte al restauro dell’immobile. Quanto a quest’ultimo aspetto, Haselsteiner, oltre a farsi carico di tutti i costi per rimettere l’edificio in carreggiata secondo uno standard di alto livello, ha pure garantito il finanziamento della manutenzione per i prossimi trent’anni.

 

 

IL FATTORE UMANO

C’è un aspetto sentimentale in questa storia da uomini di potere. Prendendo la parola durante la suddetta conferenza, il magnate non ha fatto mistero della sua ricchezza, dichiarando perciò di sentirsi in dovere di restituire al pubblico e alla città di Vienna una fetta della propria fortuna. Il dono della Collezione Essl d’arte contemporanea alla Albertina, museo radicato nel vivo della Capitale austriaca, e oggi, grazie a lui, con una significativa estensione ambientale (2500 metri quadrati), ne è il più tangibile riscontro. Di per sé, tale raccolta dai grossi numeri di artisti e opere farebbe gola a qualsiasi istituzione di alto livello: ci sono dentro tutte le tendenze e le individualità artistiche di rilievo, dal dopoguerra agli Anni Duemila.

 

 

Gottfried Helnwein, The Sneering Physician (1973), The ALBERTINA Museum, Vienna/Private Collection © Bildrecht, Vienna, 2020

Gottfried Helnwein, The Sneering Physician (1973), The ALBERTINA Museum, Vienna/Private Collection © Bildrecht, Vienna, 2020

 

 

 

 

LA PRIMA MOSTRA

Così, intanto, la mostra del debutto viennese è uno sguardo ampio – 75 artisti, o più – sul proprio recente passato, con un titolo ad hoc: The Beginning-Art in Austria, 1945-1980.

Tematica che ha il tenore di una funzione catartica, portando in sé il senso di una riconfigurazione dello spirito di tutta una comunità dopo la devastazione umana e materiale della Seconda Guerra Mondiale. Il linguaggio dell’arte sa essere spietato, ma anche liberatorio. Bene in vista, i massimi protagonisti dell’Azionismo viennese, fenomeno d’avanguardia degli Anni Sessanta che all’epoca si scontrò con molti tabù sociali. Per cui in esposizione ci sono opere di:

 

Günter Brus,

 

Valie Export - Wikipedia

VALIE EXPORT ( LINZ, Austria, 1940 )

 

 

 

Christian Ludwig Attersee,

Hermann Nitsch,

Rudolf Schwarzkogler,

Otto Mühl;

 

ma viene testimoniato pure l’imporsi di poetiche e linguaggi individuali con :

 

Arnulf Rainer,

Franz West,

Erwin Wurm,

Gottfried Helnwein,

Kiki Kogelnik,

Maria Lassnig,

Friedensreich Hundertwasser etc.

È stata ideata e curata dallo stesso “direttor” Schröder insieme al suo gruppo curatoriale.

 

 

KUNSTERLHAUS ( ALBERTINA MODERN ), LATO BOSENDORFERSTRASSE

@ROBERT BODNAR

 

 

 

 

 

IL RECUPERO DI UN EDIFICIO NEO RINASCIMENTALE

D’ora in poi, quali le pertinenze degli spazi interni e i ruoli in questa joint venture condominiale all’interno della Künstlerhaus? La quale è stata risistemata negli spazi distribuiti su due livelli, tra pianterreno e primo piano, riportando tutto a nuovo, comprese le fitte decorazioni. Ma – questa la novità – l’edificio è stato ampliato creando spazi sotterranei adeguatamente attrezzati e accessoriati per svolgere attività espositive.Dunque, in linea di principio, al pianterreno e negli spazi sotterranei, la Künstlerhaus sarà “abitata” dalla Albertina Modern che curerà in fasi successive delle mostre tematiche selezionando di volta in volta lavori dalla Collezione Essl e da altre precedenti acquisizioni del quartier generale Albertina; avrà anche l’onere di curare l’esposizione della raccolta personale di Haselsteiner. Il primo piano, invece, resta sotto l’autonomo dominio organizzativo della associazione Künstlerhaus. Sempre al primo piano, la sala centrale, ora denominata Factory, è dotata di tutta la tecnologia e l’acustica necessarie per potervi organizzare eventi di rilievo, spettacoli, performance, mostre, conferenze e, in definitiva, per svolgervi programmi interdisciplinari. Nota a margine: come era prevedibile, alcuni soci della Künstlerhaus, quelli più solidali con la tradizione della “casa” – una minoranza ovviamente – si sono mostrati contrari allo statuto della co-abitazione.

 

 

 

 

FLORENTINA PAKOSTA, LARGE HAND WITH FINGERS SPREAD ( 1980 ca), THE ALBERTINA MUSEUM, VIENNA, BILDRECHT, VIENNA 2020

 

 

 

 

UNA LUNGA STORIA

 

Ripercorrendo le origini, il nome Künstlerhaus ha significato due cose che si legano assieme: ha dato identità all‘associazione di artisti che nel 1861 l’ha creata e quindi animata nel tempo; poi, dal 1868, divenne anche il nome dell’edificio, sede del gruppo, progettato dall’architetto August Weber, che si è ispirato apertamente al Rinascimento italiano.

 

 

ALFRED HRDLICKA, TRIBUTE TO SONNY LISTON ( 1965 ), WIEN, MUSEUM, ALFRED HRDLICKA ARCHIV, WIEN

 

 

La costruzione è posta su uno dei lati della vasta Karlsplatz, giusto accanto all’elegante Musikverein, risalente al 1870, tempio mondiale della musica concertistica e sede dei Wiener Philarmoniker, che quest’anno sta celebrando il suo 150esimo anniversario.Di orientamento accademico, l’associazione Künstlerhaus non colse mai appieno il grande rinnovamento delle arti succedutesi proprio a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. Uno dei primi a uscirne fu l’allora trentenne Gustav Klimt per fondare insieme ad altri una nuova formazione, la Wiener Secession, che ebbe ben altro successo. Poco dopo anche questa avrà una sede propria, lungo un altro lato della stessa piazza, ma a distanza non proprio ravvicinata. La posizione ideologica del gruppo Künstlerhaus ben si rifletteva sullo stile storicamente superato dell’edificio, che infatti, in vari momenti del Novecento – come ci racconta Christian Benedik, curatore del restauro – ha rischiato di essere demolito. Di fatto, superati molti pregiudizi, il palais nella nostra epoca viene visto con occhi differenti, e a trovarlo letteralmente “fantastico” è stato, ad esempio, il direttore del parigino Centre Pompidou, a cui Schröder tempo addietro chiese di proposito un parere.

 

‒ Franco Veremondi

 

Vienna // dal 13 marzo 2020

Albertina Modern

Karlsplatz 5

https://www.albertina-modern.at

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1 risposta a NIKO PIROSMANI ( Mirzaani, Georgia, 5 maggio 1862 – Tbilisi, 9 aprile 1918 ) + mostra Albertina Museum, + Franco Veremondi, Apre l’Albertina Modern nel cuore di Vienna, Artribune, 6 marzo 2020

  1. ueue scrive:

    Viene voglia di andare a vedere queste meraviglie.

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