grazie a Donatella ! — FILM : ” IL CONCERTO ” DEL REGISTA RADU MIHAILEANU DEL 2009

 

Nel 2010 ha vinto i Premi César per la migliore musica da film e per il miglior sonoro ed è stato premiato come miglior film europeo da entrambi i maggiori riconoscimenti cinematografici italiani, i David di Donatello e i Nastri d’argento. Ha ricevuto inoltre una candidatura ai Premi Magritte 2011 nella categoria migliore coproduzione.

 

 

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Trama

«L’orchestra è un mondo. Ognuno contribuisce con il proprio strumento, con il proprio talento. Per il tempo di un concerto siamo tutti uniti, e suoniamo insieme, nella speranza di arrivare ad un suono magico: l’armonia. Questo è il vero comunismo. Per il tempo di un concerto.»

(Andreï Filipov prima del concerto)

 

All’epoca di Brežnev, Andreï Filipov è il più grande direttore d’orchestra dell’Unione Sovietica: dirige la celebre Orchestra del Teatro Bol’šoj, ma viene licenziato all’apice della gloria, interrotto nel mezzo di un concerto, perché precedentemente si era rifiutato di espellere dalla sua orchestra tutti i musicisti ebrei.

Ventinove anni dopo lavora ancora al Bol’šoj, ma come uomo delle pulizie. Una sera Andreï si trattiene fino a tardi, per tirare a lustro l’ufficio del direttore e trova casualmente un fax indirizzato alla direzione del Bol’šoj: è del Théâtre du Châtelet, che invita l’orchestra ufficiale a suonare a Parigi. All’improvviso Andreï ha un’idea folle: riunire i suoi vecchi amici musicisti che, come lui, vivono facendo umili lavori e portarli a Parigi, spacciandoli per l’orchestra del Bol’šoj.

 

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È l’occasione tanto attesa da tutti di potersi finalmente prendere una rivalsa e di terminare il Concerto per violino e orchestra di Pëtr Il’ič Čajkovskij che stavano suonando trent’anni prima, al momento in cui furono interrotti. Ma nella decisione di Filipov di voler attuare questo assurdo quanto coraggioso piano non c’è solo la voglia di rivalsa per ciò che gli fu negato 30 anni prima.

 

 

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Filipov infatti insiste perché al concerto prenda parte la giovane e brillantissima violinista francese Anne-Marie Jacquet. Date le bassissime pretese avanzate su tutto il resto da parte dell’impresario Ivan Gavrilov, anche lui riesumato dai tempi che furono e fermo alle tariffe di trent’anni prima, il teatro parigino può assicurare la partecipazione della violinista, per altro affascinata sia dalle musiche di Čajkovskij che dal nome del grande Filipov.

 

 

L’attrattiva di un guadagno strappa facilmente i vecchi musicisti dalle loro nuove e disparate attività. Ma a Parigi, dopo essersi fatti anticipare i 100 euro di diaria la compagnia si dissolve. Solo l’oligarca che ha finanziato la trasferta e Sacha, il più grande amico di Filipov, si presentano alle prove. Il teatro minaccia di far saltare tutto mentre la ragazza, pur non capendo bene in cosa si sia imbarcata, accetta l’invito a cena di Filipov.

A cena Anne-Marie capisce che il grande direttore d’orchestra non è più quello di una volta, è profondamente segnato ed è a Parigi solo per una rivincita personale, per cui, amareggiata, decide di tirarsi fuori. I turbamenti di Filipov hanno a che fare con una storia mai raccontata che solo Sacha, che ora ha compreso tutto, può provare a ricucire, per quanto possibile.

Il segreto riguarda due musicisti ebrei della vecchia orchestra, la grande violinista Lea e suo marito Ytzak. Allo scioglimento dell’orchestra, entrambi vennero deportati in Siberia dove Lea impazzì prima di morire, seguita dal marito. Lea, prima di partire per la Siberia, partorì una bambina che, affidata agli amici più cari, venne salvata nella custodia del violoncello di un’orchestrale che la portò in Francia, dove crebbe. Quella bambina era proprio Anne-Marie che però è cresciuta credendo di essere figlia di due scienziati, morti quando lei era molto piccola. Sacha richiama la ragazza lasciandole intendere che alla fine del concerto le verrà svelata la verità sui suoi genitori e così Anne-Marie ritrova l’entusiasmo e speranzosa si prepara per la serata.

Intanto gli orchestrali dispersi per Parigi vengono raggiunti da un SMS di fronte al quale non possono tirarsi indietro: si chiede loro di esibirsi in onore di Lea.

Così, senza alcuna prova, si arriva all’inizio del concerto. L’orchestra parte in maniera sgangherata ma all’assolo di Anne-Marie, come per magia, viene ritrovata l’armonia e la magistrale interpretazione della violinista trascina tutti gli altri musicisti a dare il meglio e ad offrire una prova esemplare che entusiasma il pubblico. Filipov porta finalmente a termine il suo concerto e rende il massimo onore all’amica Lea, che rivive nel talento della figlia.

 

 

 

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SCENA FINALE- 4.45

 

https://www.youtube.com/watch?v=hnaFuTtNXjE

 

 

Riconoscimenti

  • 2011 – Golden Globe
    • Nomination Miglior film straniero (Francia)
  • 2010 – European Film Awards
    • Nomination Migliore sceneggiatura a Radu Mihăileanu
  • 2010 – Premio César
    • Miglior colonna sonora a Armand Amar
    • Miglior sonoro a Pierre Excoffier, Bruno Tarrière e Selim Azzazi
    • Nomination Miglior film
    • Nomination Miglior regista a Radu Mihăileanu
    • Nomination Migliore sceneggiatura originale a Radu Mihăileanu e Alain-Michel Blanc
    • Nomination Miglior montaggio a Ludo Troch
  • 2010 – David di Donatello
    • Miglior film dell’Unione Europea a Radu Mihăileanu
  • 2010 – Nastro d’argento
    • Miglior film europeo a Radu Mihăileanu
  • 2011 – Premio Magritte
    • Nomination Migliore coproduzione a Radu Mihăileanu e Les Productions du Trésor
    • Nomination miglior montaggioa Ludo Troc

TESTO:

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_concerto_(film)

 

 

 

 

RECENSIONE DI MARZIA GANDOLFI DI MYMOVIES: — link in fondo

 

 

Con Train de vie Radu Mihaileanu “addolcì” la Shoa, circondandola di un’aura pienamente fantastica e organizzando una finta “autodeportazione” per evitare quella reale dei nazisti. Il suo treno carico di ebrei fintamente deportati ed ebrei fintamente nazisti riusciva a varcare come in una favola il confine con la Russia. Ed è esattamente nella terra che prometteva uguaglianza, salvezza e integrazione, che “ritroviamo” gli ebrei di Mihaileanu, musicisti usurpati del palcoscenico e della musica a causa della loro ebraicità.È un film importante Il concerto perché racconta una storia ancora oggi sconosciuta, la condizione esistenziale degli ebrei che vissero per quarant’anni nel totalitarismo. Andreï Filipov e i suoi orchestrali sono idealmente prossimi agli artisti che durante il regime di Brežnev si macchiarono dell’onta infamante del dissenso e furono cacciati dal paese o dai luoghi dove esercitavano la loro arte con l’accusa di aver commesso atti antisovietici. Costretti a vivere (e a morire) nei campi di lavoro della dittatura brezneviana o additati di fronte al mondo e al loro Paese come parassiti sociali, i protagonisti del film riposero gli strumenti per trent’anni e ripiegarono su esistenze dimesse e mestieri svariati: facchini, commessi, uomini delle pulizie, conducenti di autoambulanza, doppiatori di hard movie. Il regista rumeno li sorprende in quella vita (ri)arrangiata e offre loro l’occasione del riscatto artistico e della reintegrazione nel loro ruolo.Come Gorbaciov, Mihaileanu restituisce alla Russia un patrimonio umano e intellettuale, concretato nel Concerto per Violino e Orchestra di Tchaikovsky, diretto da Filipov nell’epilogo e metafora evidente della relazione tra il singolo e la collettività. Positivo del negativo Wilhelm Furtwängler, celebre direttore della Filarmonica di Berlino convocato di fronte al Comitato Americano per la Denazificazione, l’Andreï Filipov di Alexeï Guskov è un fool, un’anima gentile dotata come lo Shlomo di Train de vie di un talento per l’arte della narrazione e della finzione, che conferma la predilezione del regista per l’impostura a fin di bene e contro la grandezza del Male.Ancora una volta è la musica ad accordare gli uomini. In un’amichevole gara musicale tra due etnie perseguitate (ebrei e gitani) o nella forma del Concerto per Violino e Orchestra, due sezioni che formano un’irrinunciabile unità emozionale.

 

ilMorandini

 

Direttore dell’orchestra sovietica Bol’šoj, Andrej Filipov è licenziato nell’epoca Bre82 nev perché rifiuta di licenziare i musicisti ebrei. 25 anni dopo, rimasto a teatro come addetto alle pulizie, intercetta un invito per suonare al teatro Châtelet di Parigi e, falsificando i documenti, riunisce i vecchi amici musicisti, presentandosi come direttore d’orchestra in carica. Con loro si prepara a un’esecuzione filologica del celebre concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra di P.I. Ciajkovskij. Film pungente e amaro, ma nella sua leggerezza divertente, sul potere, in bilico tra memoria del passato e cruda realtà del presente. Oltre a sbeffeggiare le nostalgie politiche per la Russia sovietica, l’arrivismo e il lusso ostentato dei nuovi ricchi, trova un difficile amalgama tra grottesco e romantico “nell’incontro vorticoso tra culture opposte ma complementari” (D. Barone). Coproduce e distribuisce la BIM. David di Donatello per il miglior film europeo.

 

ENTRAMBE LE RECENSIONI SONO DI MYMOVIES:

 

https://www.mymovies.it/film/2009/ilconcerto/

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2 risposte a grazie a Donatella ! — FILM : ” IL CONCERTO ” DEL REGISTA RADU MIHAILEANU DEL 2009

  1. ueue scrive:

    Alla creazione di certi film è presente una divinità benefica, che se la spassa guardandoli.

  2. giorgio loreti scrive:

    ” A Parigi ci sono più sinagoghe che chiese “…… Bello, grazie e cari saluti da Nemo

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