Il Complesso monastico basiliano di Santa Maria del Patire è un edificio di epoca bizantino-normanna dell’inizio del XII secolo. E’ situata in località Ronconiate, detta anche il “Luogo dei Padri” nel comune di Corigliano Rossano

 

 

 

Il nuovo Comune di Corigliano-Rossano (CS)

 

 

 

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La chiesa di Santa Maria del Pàtire o Pathirion appartiene a un antico monastero italo-greco costruito a seicento metri di quota tra le creste boscose della Sila Greca, su una panoramica propaggine a balcone sulla Piana di Sibari e sul Mar Jonio.

Il pavimento originario della chiesa abbaziale è coperto da un vasto mosaico. Vi compare un bestiario medievale e un repertorio di animali allegorici, raffigurati all’interno di rotae. Il mosaico pavimentale figurato di Rossano segue un uso diffuso nelle cattedrali pugliesi coeve, come a Otranto, Taranto, Brindisi e Trani. L’opera del Pathirion è stata realizzata nel 1152 su iniziativa dell’abate Biagio, come attesta la grande scritta musiva: “Blasius venerabilis abbas hoc totum iussit fieri” (il venerabile abate Biagio dispose che tutto ciò fosse fatto). Le immagini degli animali reali o fantastici del Pathirion erano popolarissime nel medioevo grazie ai Bestiari, raccolte di storie moralizzate sugli animali:

Animale fantastico che possiede un unico corno, posto sul capo o sul muso. Il corno è segno di potenza e di forza, fisica e sovrumana, ma anche di dignità e di onore, in terra come un cielo. L’unicorno è ‘figura’ di Gesù. Dice infatti Sant’Ambrogio: “Chi è l’unicorno, se non l’Unigenito Figlio di Dio, l’unico Verbo di Dio, che era in principio presso il Padre?”. L’unicorno del Pathirion ha forme equine, con zoccoli, coda e criniera.

Il grifone è un animale ibrido composto da parti di leone (il corpo, la criniera e la coda) e parti di aquila o uccello rapace (testa dal grande becco, zampe con artigli micidiali, due grandi ali). Si presenta quindi come somma degli attributi del re degli animali e della regina dell’aria, un essere eletto, supremo, che diventa emblema delle due nature di Cristo, quella umana e quella divina.

Nel Pathirion è raffigurata la scena di un centauro con arco e freccia che dà la caccia a un cervo. Animale libero ma non selvaggio, creatura dei boschi ma non delle tenebre, il cervo, grazie ai suoi zoccoli veloci, alla capacità di saltare e alle corna aeree, è diventato simbolo del dialogo tra terra e cielo. Più concretamente si è qualificato come simbolo del monaco contemplativo, che cerca la solitudine dei monti per arrivare a Dio. Il centauro è invece simbolo di un’umanità distorta e corrotta. La caccia allegorica del centauro al cervo simboleggia dunque la lotta tra il male e il bene e l’attacco del vizio della lussuria alla virtù della castità.

Il centauro è una creatura ibrida, per metà umana (il busto e la testa) e per metà cavallo. Diffuso nel mondo classico, il centauro è diventato nell’arte cristiana medievale la versione maschile della sirena (busto di donna su corpo di pesce). Figura negativa, l’ippocentauro era un essere brutale e primitivo, famoso per la sua smodata frenesia per il vino e le donne. Il centauro del Pathirion soffia in un corno che emette suoni sgradevoli che dovevano terrorizzare cervi e cerbiatti, le anime che anelano a Cristo, invitate a fuggire da questi mortali pericoli.

Fonte:

LE FOTO E LE SCRITTE CHE SEGUONO SONO DI QUESTO DOTTISSIMO BLOG :

 

Panorama della costa jonica

Panorama della costa jonica

 

 

La chiesa e il monastero

 

 

Le tre absidi abbazialiLe tre absidi abbaziali

La parte più bella della chiesa è quella posteriore, la più antica, con tre absidi. La facciata ha un portale ogivale quattrocentesco. Altri due bei portali sono sui fianchi. L’interno è ampio e armonioso, articolato su tre navate divise da pilastri cilindrici che reggono gli archi. Altre colonne reggono l’arco del presbiterio.

 

 

 

 

ASS. ROSSANO PURPUREA

ROSSANO PURPUREA.ORG

https://www.rossanopurpurea.org/elenco/abbazia-santa-maria-del-patire/#lg=1&slide=0

 

 

SEGUE DAL BLOG, CAMMINARE NELLA STORIA

 

 

La facciata dell'abbaziaLa facciata dell’abbazia

A fianco della chiesa sorgono i suggestivi ruderi del monastero di età cinque-seicentesca, di cui si riconoscono ancora il campanile e gli archi del chiostro. Nell’attigua Masseria ha sede un Posto fisso del Corpo forestale dello Stato.

 

 

Il chiostro del monasteroIl chiostro del monastero

L’area del Pathirion è stata attrezzata con tavoli picnic, punti ristoro e strutture per l’accoglienza dei numerosi turisti.

 

 

La sede del Corpo ForestaleLa sede del Corpo Forestale

 

Il mosaico figurato pavimentale

 

Il pavimento originario della chiesa abbaziale (il settore più vicino all’ingresso e quello della navata sinistra) è coperto da un vasto mosaico. Vi compare un bestiario medievale e un repertorio di animali allegorici, raffigurati all’interno di rotae. Il mosaico pavimentale figurato di Rossano segue un uso diffuso nelle cattedrali pugliesi coeve, come a Otranto, Taranto, Brindisi e Trani. L’opera del Pathirion è stata realizzata nel 1152 su iniziativa dell’abate Biagio, come attesta la grande scritta musiva: “Blasius venerabilis abbas hoc totum iussit fieri” (il venerabile abate Biagio dispose che tutto ciò fosse fatto). Le immagini degli animali reali o fantastici del Pathirion erano popolarissime nel medioevo grazie ai Bestiari, raccolte di storie moralizzate sugli animali.

 

L'iscrizione mosaicataL’iscrizione mosaicata

 

L’unicorno

 

L'unicornoL’unicorno

Animale fantastico che possiede un unico corno, posto sul capo o sul muso. Il corno è segno di potenza e di forza, fisica e sovrumana, ma anche di dignità e di onore, in terra come un cielo. L’unicorno è ‘figura’ di Gesù. Dice infatti Sant’Ambrogio: “Chi è l’unicorno, se non l’Unigenito Figlio di Dio, l’unico Verbo di Dio, che era in principio presso il Padre?”. L’unicorno del Pathirion ha forme equine, con zoccoli, coda e criniera.

 

Il grifone

 

Il grifoneIl grifone

Il grifone è un animale ibrido composto da parti di leone (il corpo, la criniera e la coda) e parti di aquila o uccello rapace (testa dal grande becco, zampe con artigli micidiali, due grandi ali). Si presenta quindi come somma degli attributi del re degli animali e della regina dell’aria, un essere eletto, supremo, che diventa emblema delle due nature di Cristo, quella umana e quella divina.

 

Il cervo e il centauro cacciatore

 

Il cervoIl cervo

Nel Pathirion è raffigurata la scena di un centauro con arco e freccia che dà la caccia a un cervo. Animale libero ma non selvaggio, creatura dei boschi ma non delle tenebre, il cervo, grazie ai suoi zoccoli veloci, alla capacità di saltare e alle corna aeree, è diventato simbolo del dialogo tra terra e cielo. Più concretamente si è qualificato come simbolo del monaco contemplativo, che cerca la solitudine dei monti per arrivare a Dio. Il centauro è invece simbolo di un’umanità distorta e corrotta. La caccia allegorica del centauro al cervo simboleggia dunque la lotta tra il male e il bene e l’attacco del vizio della lussuria alla virtù della castità.

 

 

Il centauro cacciatoreIl centauro cacciatore

 

Il centauro che suona il corno

 

Il centauro che suona il cornoIl centauro che suona il corno

Il centauro è una creatura ibrida, per metà umana (il busto e la testa) e per metà cavallo. Diffuso nel mondo classico, il centauro è diventato nell’arte cristiana medievale la versione maschile della sirena (busto di donna su corpo di pesce). Figura negativa, l’ippocentauro era un essere brutale e primitivo, famoso per la sua smodata frenesia per il vino e le donne. Il centauro del Pathirion soffia in un corno che emette suoni sgradevoli che dovevano terrorizzare cervi e cerbiatti, le anime che anelano a Cristo, invitate a fuggire da questi mortali pericoli.

 

 

FOTO DA ROSSANO PURPUREA.ORG — LINK SOPRA

 

 

 

 

I ruderi del monasteroI ruderi del monastero

 

 

 

 

SEGUE: TESTO E IMMAGINI DA :

 

 

FAI – FONDO AMBIENTE.IT 

https://fondoambiente.it/luoghi/chiesa-del-patire?ldc

 

 

Il Complesso monastico basiliano di Santa Maria del Patire è un edificio di epoca bizantino-normanna dell’inizio del XII secolo. E’ situata in località Ronconiate, detta anche il “Luogo dei Padri” nel comune di Corigliano Rossano (terzo comune della Calabria per densità abitativa) in una posizione strategica e di grande fascino: al centro tra le due aree urbane, posta su un pianoro tra la valle del Cino e il vallone degli Aranci, immersa tra i boschi dell’ultimo lembo della Sila Greca a ridosso dell’oasi naturalistica dei Giganti di Cozzo del Pesco(possenti castagni secolari) a m 602 di altezza e con affaccio sulla piana di Sibari e quindi sul mare Ionio. Il magnifico monumento presenta i caratteri dell’arte basiliana con decorazioni a tarsie marmoree policrome. Nell’annesso e prestigioso scriptorium vennero redatti centinaia di manoscritti che permisero la diffusione della cultura religiosa e classica, molti dei quali sono custoditi nella Biblioteca Vaticana. L’istituto monastico orientale ebbe una grande fioritura e si trasformò in un centro attivissimo di vita religiosa, culturale economica e di divulgazione del sapere, oltre che una vera e propria gestione feudale. La Chiesa di Santa Maria del Patire unitamente al monastero fu edificata tra il 1100 e il 1105, dal monaco e sacerdote basiliano San Bartolomeo da Simeri per creare una “scuola di anime” e dare una regola ai tanti monaci eremiti che lo seguivano. Originariamente dedicato a Santa Maria nuova Odigidria fu conosciuto con il nome di Patir cioè monastero del Padre. Fondamentale per l’edificazione fu il favore dei normanni che, avendo conquistato con prepotenza il sud Italia e volendo loro imporre il rito latino cercarono di accattivarsi il clero e la popolazione con generose elargizioni a loro favore. Furono proprio i monaci basiliani a trasformare il volto della Calabria, non soltanto dal punto di vista religioso, ma anche culturale ed economico. Con i basiliani la Calabria diventò un vero focolare di civiltà: fiorirono le arti, le lettere, gli studi filosofici, la patristica, l’ innografia e l’ agiografia. La Chiesa ha una pianta rettangolare, divisa in tre navate da due file di colonne cilindriche che hanno una base ionica e sono sprovviste di capitello. Le navate terminano con tre absidi semicircolari che rappresentano la parte più interessante dell’edificio oltre che la più antica (la costruzione venne iniziata sotto il ducato di Roberto il Guiscardo quando la Calabria non era ancora sotto il dominio del fratello il gran conte Ruggero). Tali absidi, di cui la centrale è più alta e più ampia, si innalzano maestose sopra un basamento liscio; sono solcate da cinque archeggiature ciascuna formata da conci di pietra e laterizi che si alternano, nei sott’archi sono presenti dei tondi decorati a intarsio a forma stellare di diversa composizione, formate da pietre gialle e nere. La parte che sovrasta le archeggiature è caratterizzata da una fascia decorata con rombi di colore giallo e nero alternato. Infine, sorretto da mensole, appare il cornicione aggettante della copertura con tegole. Si tratta della prima decorazione muraria a intarsio policromo in Calabria, di derivazione campana. Altra decorazione dello stesso tipo è presente nella ghiera della porta laterale sud. Inoltre, e non di minore importanza, è il pavimento musivo, in opus tesellatum, all’interno della Chiesa fatto eseguire dall’abate Biagio nel 1152, (come attesta la scritta), che un tempo ricopriva un terzo della superfice e ne costituisce all’interno l’attrattiva più suggestiva. Sono rappresentati animali mitologici e figure zoomorfe racchiusi in rotae arricchite da fregi di diversa foggiatura che misurano m 2.30 di diametro quelle della navata centrale, m. 1.20 e 1.30 quelle davanti alla porta nord. Negli spazi tra le rotae sono rappresentati un’oca ,una sirena ed altri fregi della pittura vascolare attica nera e rossa del V secolo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Libri di riferimento

BIBLIOGRAFIA DA :

https://blogcamminarenellastoria.wordpress.com/2016/07/24/calabria-il-pathirion-di-rossano/amp/?fbclid=IwAR3w7ODxu0isacsiMF-PcwK_DI0_ZZgTKhg-JPfNygcHnZrott1IKZM7w0c

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1 risposta a Il Complesso monastico basiliano di Santa Maria del Patire è un edificio di epoca bizantino-normanna dell’inizio del XII secolo. E’ situata in località Ronconiate, detta anche il “Luogo dei Padri” nel comune di Corigliano Rossano

  1. ueue scrive:

    Bellissima questa chiesa, così finemente decorata.

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